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(22.04.11) Val di Non (Tn). Scontro sempre più duro sui pesticidi

Ai consumatori di tutta Italia vengono propinati sempre più accattivanti spot in cui i bambini giocano nei meleti e tutti felici e contenti addentano Melinde senza lavarle. Dietro questa messa in scena però vi è ben altro. Il conflitto sui pesticidi e il diritto alla salute, all'esercizio di altre attività che non siano la monomelindacoltura, al paesaggio si sta facendo sempre più duro e arriva nei tribunali e negli organi politici (Comuntà di valle). Quello che è preoccupante è che contro i comuni che vogliono salvaguardarsi con appositi regolamenti e ordinanze  si ricorre al TAR e si prepara un Regolamento di valle peggiorativo. Come al solito fuori dal Trentino felix non filtra nulla di nulla.  leggi tutto

 

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(03.05.10) Veneto. Aumentano ancora i pesticidi nelle colline del Prosecco

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(08.03.10)Le mele? Una monocoltura intensiva e ben poco sostenibile in Val d'Adige

Da Luigi Mariotti (WWF Bolzano) riceviamo e pubblichiamo un rapporto sull'impatto ambientale della coltivazione intensiva delle mele in provincia di Bolzano. Recentemente è stato creato un superconsorzio trentino-sudtirolese per 'sfondare' sul mercato globale (in Russia e oltreoceano). 

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(21.02.10) Pesticidi: presentato un disegno di legge per limitarne l'uso  

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(14.01.10) Val di Non (Tn). Rischio pesticidi sottovalutato dalle indagini dell'Azienda sanitaria provinciale

Il Comitato per la salute della Val di Non ha promosso un'indagine sulla presenza di pesticidi e loro metaboliti nell'urina di un campione di abitanti. Le analisi sono state eseguite in uno dei migliori laboratori (grazie all'autotassazione degli abitanti) e hanno evidenziato negli adulti livelli di clorpirifos-etil 4 volte più elevati (6 nei bambini)rispetto alle analisi 'ufficiali' dell'ASP . Oltre al principio attivo monitorato dall'ASP (l'unico!), l'indagine indipendente ne ha purtroppo rintracciati diversi altri nei campioni biologici. leggi tutto

 

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L'Arpav (Agenzia regionale protezione dell'ambiente del Veneto) lancia una denuncia, durissima e inusuale, contro l'agricoltura al pesticida (che usa i pesticidi 'in nero' compresa la fuorilegge atrazina!). La Diocesi di Vittorio Veneto nel numero de l'Azione di oggi interviene sul tema mentre l'Avvenire riporta con enfasi le rassicurazioni ufficiali dell'establishment trentino volte a tranquillizzare la popolazione della Val di Non. Intanto si sta creando un coordinamento dal basso dei movimenti spontanei antipesticidi, che potrebbe allargarsi.... leggi tutto

 

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Il Nas hanno sequestrato ingenti quantitativi del pericoloso diserbante atrazina, fuorilegge in Italia dal 1992 (in quanto cancerogeno e fortemente inquinante), presso l'azienda Bozzola di Casaleone  'leader' dell'agricoltura biologica. Siamo convinti che diserbanti 'in nero' siano ampiamente presenti presso le aziende agricole (se no non si spiegherebbero le concentrazioni nei fiumi). Non sorprende neppure che anche quelle bioindustriali seguano l'andazzo.   leggi tutto

 

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(29.04.09) Colline del Prosecco (TV). Troppi pesticidi

Nella provincia di Treviso la presenza di una estesa monocoltura viticola intensiva è causa di un fortissimo utilizzo di pesticidi, ai primi posti in Italia. L'irrorazione delle colline del Prosecco con i diserbanti appare in contraddizione con la richiesta di inserirle nel 'Patrimonio dell'Unesco'. leggi tutto

 

(23.01.09) Melinda? No grazie!

Forti dell'appoggio dei Comitati della Val di Non (patria di Melinda), che difendono la salute, il paesaggio, il turismo dall'invasiva monocoltura chimica della mela, gli abitanti di Cesiomaggiore (BL) stanno contrastando la colonizzazione del loro territorio da parte di Melinda.  In caso di rifiuto a produrre a Cesiomaggiore in modo bio vale la pena pensare a fare pressioni su Melinda a livello nazionale . leggi tutto

 

(28.12.08)  Sempre più pesticidi nelle nostre acque

ll rapporto Ispra sulla presenza di residui di fitofarmaci nelle  acque è sconfortante. Il 37% dei campioni presentano concentrazioni di pesticidi superiori ai limiti di  legge, Sono ben 130 i tipi di pesticidi che si rinvengono nelle acque superficali e sotterrane. Sul banco  degli imputati la monocoltura del mais e la zootecnia intensiva padano-veneta che ne ha fatto il pilastro di  un sistema agrozootecnico insostenibile. Grave che si trovi ancora oggi nelle acque l' atrazina un  diserbante del mais che provoca tumore alla mammella e che è stato bandito oltre vent'anni fa (dopo  numerosi casi di inquinamento di acque destinate ad usi potabili). E' segno che al mercato nero si continua a venderlo e ad usarlo. leggi tutto

(07.10.11) Ieri a Torino io e Luca Battaglini abbiamo portato la solidarietà di noi che ci occupiamo di pastori e sistemi zootecnici estensivi agli apicoltori che chiedono il divieto totale dell'uso di neonicotinoidi

Le Api sentinelle muoiono
 
(ma anche gli animali zootecnici non amano i pesticidi)

 

di Michele Corti

 

Ci vuole maggiore coordinamento tra chi si occupa di agricoltura 'naturale' e vuole difenderla ed espanderla. Gli apicoltori non vanno lasciati soli nelle loro proteste contro i pesticidi. Anche i pastori conoscono bene le amare conseguenze dell'agricoltura chimica.

 

Marisa Valente e Renato Bologna sono due apicoltori astigiani, lei impegnata nei movimenti anti OGM, lui nelle associazioni dell'embrionale movimento contadino. Operando in una zona di vitivinicoltura intensiva hanno subito le conseguenze dell'uso dei neonicotinoidi nei vigneti (come spiegano essi stessi nella loro pubblica denuncia "Basta veleni"). La forte sensibilità delle api a questa categoria di fitofarmaci che si è molto diffusa in anni recenti (sostituendo categorie di principi attivi ancora più pericolosi) ha provocato gravi morie delle api, specie in conseguenza dell'uso dei neonicotinoidi per la concia delle sementi di mais. Da qui la sospensione di questo utilizzo sin dal 2009 (prorogata poi per il 2010 e 2011). Questo divieto ha ridotto di molto le morie ma non le ha eliminate perché i neonicotinoidi si utilizzano anche nelle coltivazioni legnose specializzate. Non solo nei vigneti. Anche nei frutteti vi possono essere problemi se si effettuano trattamenti in coincidenza con le fioriture. Quest'anno si sono registrate morie in Trentino e nel 2010 la provincia di Bolzano aveva stabilito un bando di tutti i prodotti pericolosi per le api durante le fioriture nei meleti. Diversi studi, tra cui quelli dell'INRA (l'istituto pubblico francese per la ricerca in campo agricolo) puntano il dito contro gli effetti a danno del sistema immunitario delle api.

Marisa e Renato ritengono che tutto ciò sia inaccettabile. Le api non rappresentano solo una produzione economica ma favoriscono la produttività agricola (ci colture legnose ed erbacee) attraverso l'impollinamento. Ancora più prezioso il loro ruolo di 'sentinelle dell'ambiente'. Le api erano riconosciute come 'bioindicatori' molto prima che si coniasse questo termine. Se le api muoiono se ne dovrebbero preoccupare tutti: in primo luogo i produttori agricoli (anche quelli che non riescono a sottrarsi alla 'schiavità' della chimica), quindi i residenti nelle aree agricole e i consumatori tutti. Stanchi delle  logoranti mediazioni, discussioni, distinguo che caratterizzano non solo il mondo delle grandi organizzazioni agricole ma - molto spesso - anche quello dell'arcipelago ruralista e contadino, i nostri amici hanno pensato di applicare una forma di protesta diretta, non violenta ma clamorosa: lo sciopero della fame. Un modo in definitiva molto contadino ("fare da noi" era motto di Alessandro Scotti, leader - guarda caso astigiano - dello storico Partito dei contadini).  La coppia di apicoltori astigiani ha iniziato a luglio installando un vecchio camper davanti alla sede dell'Assessorato all'agricoltura della Regione Piemonte in Corso Stati Uniti.

Lo sciopero è durato quasi tre mesi ed è stato interrotto solo questa settimana per un malore di Renato. Ora, contrariamente a quanto inizialmente annunciato sui giornali, la avanti a staffetta e, soprattutto, va avanti il presidio. Per il 15 ottobre è annunciata una manifestazione.

 

 

Lo sciopero della fame di Marisa e Renato non ha avuto certo la copertura mediatica di quelli di Pannella ma ha attirato l'attenzione di parecchia gente, di quel 'popolo contadino' fatto non solo di chi lavora direttamente la terra ma di tanti che vogliono essere realmente coproduttori agricoli, da consumatori, da tecnici, da agronomi e docenti universitari. L'appello che invito a firmare si può sottoscrivere online e ha già visto l'adesione di 3mila persone (vai a firmare). Ieri io (sopra) e Luca Battaglini (sotto) reduci da un incontro di aggiornamento in Assessorato sui progressi del progetto Pro Past siamo andati a trovare nel loro camper Marisa e Renato per portargli la nostra solidarietà.

 

 

Ci è parso giusto, proprio in sintonia con la nostra attività Pro Past, pro pastori, pro pecore, pro pascoli rappresentare la nostra sintonia con una battaglia per ridurre e in prospettiva eliminare l'uso dei pesticidi in agricoltura. Una prospettiva che aprirebbe possibilità maggiori di utilizzo del pascolo anche in pianura e in collina. Oggi spesso i greggi vaganti devono tenersi lontani dai pioppeti trattati per non parlare delle vigne e dei frutteti. Dove, magari rivedendo sesti di impianto e forme di allevamento il pascolo in determinate fasi potrebbe svolgere un'utile azione di diserbo biologico e di fertilizzazione organica. Oltre alle possibilità di pascolo in più il bando dei pesticidi consentirebbe di utilizzare con lo sfalcio non solo le fasce al margine degli impianti di coltivazioni arboree intensive ma anche sulle stesse interfile. Pastorizia e zootecnia sostenibile vogliono in qualche modo essere a fianco degli apicoltori.

BASTA VELENI

Sciopero della fame e presidio contro i neonicotinoidi a Torino dal 4 luglio davanti alla Regione Piemonte in C.so Stati Uniti "... Nel 2004 non siamo più riusciti a far passare l'inverno alle famiglie tanto erano spopolate, al punto da essere costretti a riacquistarne una sessantina, complete sui 10 favi per poter affrontare la stagione apistica 2005 e reintegrare l'apiario. Quest'anno ci ritroviamo in una situazione ancora peggiore: abbiamo potuto constatare che nel periodo luglio-agosto il calo è stato drastico, dell'80%, e stiamo procedendo a riunioni esasperate per tentare di salvare almeno qualche vecchio ceppo di api più resistenti alla varroa..."

Con questa lettera, il 7 settembre 2005, denunciavamo per la prima volta, ai vari amministratori della nostra regione, la situazione critica della nostra attività. Siamo arrivati al 2011 e nulla è cambiato. Ogni anno lo stesso problema in quanto la nostra azienda è situata in una delle più rinomate zone di coltivazione della vite dell'astigiano, ai margini del Parco Naturale di Rocchetta Tanaro. La moria delle api causata dai trattamenti "obbligatori" per la flavescenza dorata delle viti, trattamenti che tra l'altro non hanno ancora risolto il problema. Pesticidi a base di neonicotinoidi che irrorati anche una sola volta sono letali per le api. E questo è conclamato: infatti tali prodotti erano utilizzati anche per la concia delle sementi del mais e sono stati vietati già da qualche anno.

Ad oggi più di 50 prodotti diversi a base di neonicotinoidi sono stati iscritti nel registro del Ministero della Sanità (molti sono autorizzati addirittura per la "lotta integrata") per l'impiego sulle principali colture ortofrutticole, (pomodoro, melanzana, peperone, cetriolo, zucchino, melone, cocomero, cavolo a infiorescenza, a foglia, a testa, cavolo rapa, cardo, prezzemolo, basilico, rosmarino, cerfoglio, erba cipollina, lattughe e altre insalate, fagiolo, fagiolino, pisello, porro, cipolla, carciofo, fragola, patata, frumento, orzo, erba medica, tabacco, olivo, melo, pero, pesco, susino, ciliegio, mandorlo, albicocco, arancio, clementino, mandarino, limone, pompelmo, vite), per la floricoltura e per altri impieghi collaterali (antitarme, moschicidi, antipulci), senza minimamente preoccuparsi della loro grave tossicità anche a dosi subletali sugli insetti come le api. Un fatto gravissimo in quanto importanti studi scientifici ne hanno già provato la tossicità sia a livelli acuti che cronici a dosi bassissime. Per la cronaca le api contribuiscono in maniera determinante all'impollinazione di oltre il 225.000 specie vegetali, il 70% di quelle di interesse agricolo, il 90 % dei fruttiferi, ortaggi, ecc. La perdita delle api non colpisce solo direttamente gli interessi degli apicoltori, ma sono il segnale di allarme per un danno ambientale dalle conseguenze inimmaginabili, come bene illustra il tossicologo olandese Tennekes nel suo ultimo lavoro: “The systemic insecticides: A disaster in the making” (Gli insetticidi sistemici: un disastro in preparazione).

Nel nostro piccolo le conseguenze per la nostra azienda sono enormi: produciamo prodotti per apiterapia, pappa reale, embrioni di regina, pandapi, polline, miele in favo e dalle analisi condotte (dall'ASL e da un laboratorio privato) abbiamo la prova che la perdita di popolazione di api e la perdita di capacità di autodifesa delle api restanti, sono causate dai neonicotinoidi. A questo si aggiunge la scoperta della contaminazione di alcuni prodotti dell'alveare con questi insetticidi.

Questo è inaccettabile per noi, non ce la sentiamo di nascondere il problema e tacere di fronte all'evidenza. Se non cambiano le regole di impiego di questi insetticidi rapidamente dovremo chiudere l'azienda con la perdita certa dei nostri beni dati in garanzia per il mutuo non più onorato a causa del calo delle entrate. E chiuderemmo con un portafoglio di ordini che ci consentirebbe di far fronte a ogni impegno creando anche occasioni di lavoro. Per questa ragione abbiamo deciso di esporci ed attivarci personalmente, a sostegno anche del lavoro svolto da Francesco Panella presidente dell'Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani (UNAAPI), che da anni si batte per lo stesso problema, a livello regionale, nazionale ed europeo.

Inizieremo quindi uno sciopero della fame il 4 di luglio 2011, con un presidio ad oltranza a Torino, davanti alla Regione Piemonte in C.so Stati Uniti, fintanto che le autorità non sottoscriveranno serie garanzie per ritirare dal mercato gli insetticidi in questione.

Per ulteriori info, sul sito internet www.rfb.it/bastaveleni pubblicheremo in "diretta" gli aggiornamenti.

Appello

L'autorizzazione all'uso dei neonicotinoidi deve essere definitivamente revocata, per tutti gli impieghi, non solo quelli destinati alla concia del mais ! In qualsiasi periodo vengano utilizzati, sotto qualsiasi forma, questi insetticidi sistemici restano nella linfa della pianta e le api hanno infinite possibilità di entrarne in contatto: attraverso nettare, polline e l'essudazione della pianta, per melata, guttazione o rugiada. Dobbiamo riuscire a far revocare almeno questi neonicotinoidi già registrati, oltre ad impedirne le nuove registrazioni. La nuova normativa peraltro lo esigerebbe, ma non si sa quando verrà applicata davvero.

Chiediamo al Presidente della Regione Piemonte, l'avv. Roberto Cota, di applicare il diritto a salvaguardare un patrimonio locale come l'apicoltura vietando l'impiego dei questi insetticidi sistemici, appellandosi al principio di precauzione, per la salvaguardia dell'ambiente, del patrimonio degli insetti pronubi impollinatori, come le api ed anche della salute umana: a questo riguardo ci sono evidenze scientifiche che confermano che anche i mammiferi subiscono danni dall'ingestione cronica di piccolissime dosi. Auspichiamo che si faccia promotore presso la Conferenza Stato Regioni di questa necessità affinchè la revoca sia su tutto il territorio nazionale, oltre che presso la Comunità Europea. Ci sono tutti gli strumenti legislativi per farlo immediatamente.

Abbiamo deciso di sacrificare il nostro lavoro per iniziare lo sciopero della fame poichè non abbiamo più alternative: proseguire a lavorare vedendo le api soccombere in preda agli spasmi dovuti all'intossicazione dal veleno, sapendo che questo è entrato nell'alveare e contaminerà il prodotto, non è più possibile per noi. Da qualche anno non siamo più in grado di evadere gli ordinativi e rischiamo di chiudere. L'alternativa è di smettere di lavorare nel luogo che fu un paradiso per le api, ricco di biodiversità, svendere la nostra proprietà (chi compra dove neanche le api sopravvivono?) ed emigrarein un posto dove si possa lavorare.

Tutto questo ci sembra profondamente ingiusto e non riusciamo a comprendere come possano essere più importanti gli interessi di chi produce questi prodotti (esistono molte alternative) rispetto agli interessi di chi promuove la salvaguardia dell'ambiente e della salute di coloro che vivono sul territorio. Abbiamo deciso di dire basta e tentare questa ultima carta.

Ci rivolgiamo a tutte le persone che hanno a cuore la natura, che desiderano salvare le api, che desiderano cambiare questo modello di sviluppo basato solo sul profitto immediato, senza nessuna attenzione ai danni provocati all'ambiente e alla salute, a coloro che desiderano una agricoltura che produca cibi sani anzichè spazzatura tossica. Aiutateci a raggiungere l'obiettivo di questa battaglia.

Sul sito www.rfb.it/bastaveleni troverete le informazioni sull'argomento: agite in autonomia, aprite presidi, volantinate, diffondete via internet. Sarà un sogno riuscirci, ma a volte i sogni si avverano!

Ci serve anche un aiuto finanziario e chi volesse sostenerci così può utilizzare un semplice bollettino di Conto Corrente Postale versando sul conto n. 1000095776 intestato ad Amici della Fattoria.

Ringraziamo sin d'ora tutti coloro che almeno faranno girare questo appello.

Marisa Valente 3343403464

Renato Bologna 3208310702

email: fattoria@atlink.it

 

 

           

 

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