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(14.02.11) Cosa si fa per evitare i rischi derivanti dalla presenza sempre più frequente di animali potenzialmente pericolosi come gli orsi presso i centri abitati trentini?

 

É giusto che chi sceglie di restare in montagna

si trovi l'orso e il lupo sulla soglia di casa?

 

Riportiamo il testo della interrogazione al Ministro dell'Ambiente presentata dall'on. Maurizio Fugatti (Lega Nord) che ha inteso rappresentare la crescente proccupazione della popolazione ruralpina trentina per la presenza di una popolazione ursina sempre più numerosa e invadente

 

 

 

É in vista la primavera e ... il risveglio degli orsi. Da quando è stato avviato il progetto Life Ursus che ha comportato la 'deportazione' dalla natia Slovenia al Trentino di 10 orsi le polemiche politiche non si sono mai placate. Il progetto ha avuto sin troppo successo e ora gli orsi sono 50 concentrati nel Trentino occidentale e la loro presenza è sempre più invadente con un crescendo di danni e di 'incontri ravvicinati' tutt'altro che piacevoli come la retorica ambientalista vorrebbe far credere.  A fine ottobre 2010 Dellai,  il Presidente della PAT (Provincia autonoma di Trento), annunciava che il progetto di ripopolamento e i criteri di gestione dell'orso sarebbero stati sottoposti a revisione.  A parte le iniziative di Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) e della Lega Nord erano state anche le proteste degli allevatori ma anche delle popolazioni dei centri più 'visitati' dagli orsi dal Primiero, al Bondone alla Val di Sole a indurre il presidente ad annunciare un 'ripensamento' rispetto ad una politica che sino ad oggi ha marcato l'appiattimento della Giunta alle strategie politiche del Parco dell'Adamello Brenta e delle cerchie ambientaliste.

Ora la primavera si avvicina e gli orsi (che al 'risveglio' hanno parecchio appetito) torneranno a fare guai. Agli ambientalisti di città e alle  'posizioni' ben pagate che, grazie agli orsi, hanno ottenuto posti fissi e consulenze, che la gente abbia paura non frega nulla. I verdi sarebbero felici se i montanari che caparbiamente resistono a vivere nei piccoli centri si trasferissero a valle. Così la montagna sarebbe un teatro per il loro 'gioco della wilderness' senza fastidiose presenze.

Di fronte a queste prospettive per fortuna qualcuno reagisce e cerca di rappresentare gli interessi 'deboli' delle popolazioni rurali montane sfidando il 'politicamente corretto', sfidando una distribuzione della popolazione che vede gli elettori concentrarsi sempre più negli agglomerati urbani dove 'tifare orso' non solo non costa nulla ma è vissuto anche come un modo per mettere in pace la cattiva coscienza ecologica del cittadino-consumatore-sprecone.

Ecco allora che qualcuno in vista del 'risveglio degli orsi' si chiede che fine hanno fatto le promesse di 'rivedere' la politica di ripopolamento ursino del Trentino.

Di qui una interrogazione alla Camera dei Deputati a Roma da parte dell'on. Fugatti (Lega Nord) al Ministro Prestigiacomo che riportiamo integralmente dis eguito.

 

 

Atto a cui si riferisce:C.4/10832 [Preoccupazione della popolazione del Trentino Alto-Adige per la rilevante presenza di orsi sul territorio]

 

FUGATTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

 

Per sapere - premesso che:

 

nel 1996 in Trentino, ha preso avvio il progetto di reintroduzione dell'orso bruno mediante un cofinanziamento di fondi dell'Unione europea: il progetto Ursus. Il progetto è stato promosso dal parco naturale Adamello Brenta e condotto in stretta collaborazione con la provincia autonoma di Trento e l'Istituto nazionale per la fauna selvatica;

 

in questi anni il numero di orsi presenti sulterritorio della regione Trentino Alto Adige è in continuo aumento ed attualmente sembra potersi ipotizzare una presenza di circa 50 orsi;

 

tale rilevante presenza è fonte di notevolepreoccupazione per la popolazione ancora molto legata a quelle attività tradizionali di cui fanno parte l'allevamento e l'alpeggio. I danni subiti in questi anni dalla presenza degli orsi sono stati rilevanti e solo parzialmente indennizzati per gli aspetti materiali, ma ora, anche per le modalità di predazione che causano grandi sofferenze agli animali domestici e per il fatto che dette predazioni avvengono in forma cruenta nelle immediate vicinanze delle abitazioni della popolazione residente in montagna, si sta diffondendo un sentimento di paura, in particolare fra quelle famiglie i cui bambini frequentano abitualmente i prati e le pertinenze delle abitazioni attorno alle quali la presenza dell'orso è sempre più documentabile;

 

le azioni di disturbo messe in campo dal personaleforestale provinciale si sono evidenziate poco efficaci contro gli orsi e, quindi, la preoccupazione nella prospettiva dell'uscita dal letargo degli orsi è crescente;

 

la popolazione che, pur tra molti sacrifici, ha deciso di vivere in montagna rappresenta oltre che un grande valore sociale e di tradizione per la regione Trentino Alto Adige, anche un importante fattore economico, tenuto conto della rilevanza dell'attività turistica e dell'alpicoltura, attività queste assolutamente collegate -:

 

se abbia ricevuto richieste da parte delle province autonome di Trento e di Bolzano volte ad individuare soluzioni operative alle tematiche esposte in premessa ed, in caso affermativo, in quali termini siano state riscontrate visto che si tratta di un problema che necessita di adeguate valutazioni e di risposte concrete in quanto potrebbe essere fonte di problemi anche maggiori di quelli sopra evidenziati per la popolazione montana della regione Trentino Alto Adige.


 

                   

 

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