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Nell'ambito del progetto PROPAST il giorno 9 si è svolto un incontro con i pastori presso la Comunità Montana. É servito a mettere a fuoco i motivi di 'sofferenza' della loro attività. Ovviamente si è parlato molto di lupo, ma non solo. leggi tutto
(11.12.10) Si discute di lupi in Val Chisone (TO)
Marzia Verona, presente all'incontro del 3 dicembre ad Usseaux tra allevatori ed esperti del lupo ci ha trasmesso il resoconto dell'evento cui hanno preso parte diversi dei protagonisti (pastori, amministratori, esperti) che in qualche modo con il lupo hanno a che fare. Tra i due partiti ('del
lupo' e 'della pecora') potrebbe esservi anche forme di dialogo. Non però con i lupologi/lupofili che insistono sulla mitizzazione del 'ruolo ecologico salvifico' del lupo, che non riescono ad rinunciare all'autoreferenzialità e ad atteggiamenti di sufficienza se non di ostilità verso il pastoralismo (nella foto di Marzia fatte di lupo con eloquente presenza di lana) leggi tutto
(29.09.10) La testimonianza del pastore Mario Durbano: io e i lupi nella nebbia
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(17.09.10) Gias Gardon (Valle Stura di Demonte, CN)
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(17.02.11) Riportiamo un altro intervento in tema di lupo di un rappresentante storico del 'partito della montagna' che da anni denuncia la colonizzazione della montagna e la politica della fauna e del bosco come strumento di svuotamento della montagna
Il lupo visto da chi sta in montagna (2)
Mariano Allocco prende spunto dal lupo per denunciare come la montagna è prossima a 'chiudere'. Con una burocrazia che fa di tutto per ostacolare le attività tradizionali, con leggi anacronistiche che difendono il lupo e il bosco mentre a rischio di estinzione c'è l'uomo
La prima puntata: vai a vedere gli scritti di Leinardi e di Deidier
Periodo nero per la montagna (di Mariano Allocco)
(febbraio 2011)
In questo periodo ho avuto modo di riflettere su quanto mi sta accadendo attorno. Da più parti mi arriva uno stesso messaggio di fatica e scoramento. Alcuni esempi. Toni di Stroppo è l’ultimo allevatore di Stroppo, a novembre il lupo gli ha ucciso cinque pecore, ora ha venduto il resto e è passato alle vacche.
Giorgio e Marta allevano capre a San Damiano Macra, hanno la azienda “Lo puy” e producono i migliori formaggi caprini della provincia, sono presidio slow food, hanno un agriturismo e hanno riaperto la frazione, lei era medico ora accudisce ai 5 figli e lavora in azienda. Giorgio è passato da me arrabbiato perché dal Parco Alpi Marittime gli hanno mandato 350 euro
senza che lui chiedesse nulla per comperare reti antilupo. Hanno problemi e spese enormi per mandare a scuola i figli, per questo nessun aiuto, l’anno scorso gli hanno tolto i contributi al pascolo (più di 1000 €) perché gli appezzamenti che lui pascola con le capre alla regione risultano bosco, lassù tutto è invaso da rovi e cespugli.
In val Varaita, hanno preparato un progetto, ma tutto è fermo e nessuno se ne cura. Non chiedono un euro di contributo, chiedono solo la concessione per la centralina che non gli danno.
Quassù, la forestale ha fatto 600 € di multa a uno di Canosio perché ha steso il letame sulla neve, ora stanno girando nelle poche aziende rimaste per spiegare che sono fuori norma con le letamaie, che il letame dopo 3 mesi va tolto, ecc. e che tra poco saranno multati.
Giorni fa, ho incontrato il nostro cantoniere di Prazzo, persona in gamba, ha due figli piccoli a San Michele di Prazzo e oltre a lavorare in comune ha 30 vacche. Mi dice che è stufo, anche lui non sa come fare quando i figli dovranno andare alle superiori e se il lupo, che ha già visto girare attorno alle sue vacche in autunno, gli uccide un vitello
chiude l’azienda.
Sono solo alcuni esempi, altri ne potrei fare. La politica montana ha fatto fallimento, questa è la realtà e occorre intervenire in tempi rapidissimi rinnovando le linee guida e gli obiettivi. Cosa fare lo si sa e andrebbe fatto in tempi rapidissimi.
1° Le Comunità montane vanno commissariate al più presto, sciolti i consigli e passato il loro governo alla conferenza dei sindaci. Poi va staccata la fascia pedemontana, che deve trovare altra collocazione e fatte le unioni di comuni alpini (a cui delegare una serie di responsibilità cominciando dalla tutela del territorio, risorse rinnovabili,
urbanistica, servizi, ecc..) impostandone la gestione su principi comunitari.
2° La questione montana va affrontata a livello dell’arco alpino e non nelle singole regioni e le idee ci sono, come ci sono esempi di governance efficaci altrove, penso ai Pirenei.
3° Va data con urgenza una borsa di studio ai ragazzi che vanno alle superiori, è un segnale di attenzione importante e incide sul motivo principale di emigrazione dalle testate di valle. Costerebbe quattro soldi veramente, sono più o meno 200 persone in tutta la provincia!!! Poi bisogna mettere mano subito alla legge forestale per togliere anacronistiche
disposizioni e vincoli ai residenti.
Mariano Allocco
(lettera pubblicata su: Il Coltivatore cuneense del Febbraio 2011)
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