(24.07.12) In Piemonte è stata costituita una nuova associazione di margari che si prefigge di difendere gli alpeggi dalla speculazione che in questi anni ha sottratto pascoli ai veri alpeggiatori. Ma c'è anche il problema del lupo...
I margari piemontesi si organizzano
per difendere l'alpeggio
di Michele Corti
I margari si stanno organizzando sotto la pressione di fenomeni molto negativi che mettono a rischio il loro lavoro: la speculazione e i lupi ma non dimenticano che il futuro dell'alpeggio passa per la valorizzazione dei prodotti e il miglioramento delle strutture
Lo scorso autunno a Frabosa soprana (CN), in una affollata assemblea di margari e pastori, era stata annunciata la costituzione di una associazione per la difesa dai lupi (vai all'articolo).
In realtà è stato fatto di meglio. Sono infatti nate due associazioni che si propongono di contrastare l'impatto della presenza del lupo ma nel contesto dei più generali problemi degli alpeggi e delle Terre alte. La costituzione dell'associazione "Alte Terre" è recentissima anche se era in incubazione da mesi (l'atto è stato sottoscritto l'11 luglio) (vai all'articolo), quella dell'Associazione Difesa Alpeggi Piemonte risale al 18 aprile. L'Adialpi si è quindi resa visibile nell'incontro dell'8 maggio di Frabosa soprana (in cui l'assessore regionale Sacchetto ha presentato le nuove modalità operative dei risarcimenti dei danni da predazione) e poi in quello del 9 luglio quando una delegazione dell'associazione ha esposto al presidente Cota il disagio della categoria dei malgari per le conseguenze delle speculazioni sui pascoli.
Una speculazione dagli effetti deleteri (socioeconomici e ambientali)
Di fronte alla possibilità di incrementare le entrate delle proprie casse, i comuni montani (non solo quelli piemontesi) hanno sfruttato la possibilità di ricavare forti somme di denaro dai canoni di affitto degli alpeggi. Così la figura del margaro e del pastore che con il proprio lavoro contribuiscono alla conservazione del territorio sono risultate penalizzate. Negli anni scorsi, molti speculatori si sono aggiudicati gli affitti degli alpeggi e per gli alpeggiatori “veri” (margari e pastori) risulta ormai impossibile competere con gli elevati prezzi degli affitti, perdendo di fatto l’alpeggio e la possibilità di effettuare le domande PAC per la propria azienda. Alla Regione Piemomonte i margari chiedono di introdurre una normativa che distingua i veri alpeggiatori dagli speculatori salvaguardando gli interessi dei margari e dei pastori ma anche le esigenze collettive garantite da un pascolo correttamente esercitato ovvero la salvaguardia della biodiversità e del paesaggio, l’assetto idrogeologico e il benessere degli animali. Pur ritenendo quello della speculazione il problema più urgente l'Adialpi non si è certo dimenticata del problema del lupo, ben consapevole che gli attacchi ai bovini sono molto aumentati nel 2011 (quando ne sono stati registrati 50 a danno di vitelli e manze ma anche di vacche). Non a caso tra le attività statutarie dell'associazione si prevedi di: "indicare metodi utili per ridurre i danni causati da attività dell’uomo, dalla presenza di fauna e flora, da eventi atmosferici o altri, che arrecano pregiudizio agli alpeggiatori". In queste settimane, a proposito di eventi atmosferici, vi è il problema è la siccità. l'Adialpi lo ha fatto presente all'assessore Sacchetto con una nota del 20 luglio.
La rappresentanza delle valli
L'Adialpi intende strutturarsi sulla base di rappresentanze di valle. Per ora i membri dell’associazione sono tutti di Cuneo (tranne un torinese) ma l'intenzione è quella di coinvolgere anche altre provincie. Il presidente è Giovanni Dalmasso di Crissolo (Valle Po); consiglieri: Pier Valter Osella (vedi articolo), Ezio Martini, Ivano Challier, Bruno Bottero (vedi articolo), Massimo Giletta e Paolo Bovero. Il "rodaggio" dell'Adialpi pare avviato. A questo punto pare giunto il momento che anche l'altra categoria di utilizzatori degli alpeggi: i pastori intraprenda la strada della costituzione di una associazione.