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Nerio
Giovanazzi
Gruppo
consiliare
Amministrare
il Trentino
Via
delle Orne, 32 - Trento
www.neriogiovanazzi.it
tel.:
0461/227453
fax:
0461/227451
Il testo del disegno di legge (37.5 KB)
La relazione del disegno di legge (55.2 KB)
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uccidono (08.08.08) vai a vedereTrentino/Lombardia (10 e 19.8.08) Pastori sempre più colpiti vai a vedere
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(19.10.10) Nerio Giovanazzi torna sul tema orsi presentando una proposta di
legge di iniziativa popolare che mira ad ottenere un sistema più equo di
risarcimenti e a conferire alle comunità locali voce in capitolo sul controllo
degli orsi pericolosi
Dopo
una estate di emergenze parte in Trentino una
iniziativa di legge popolare sugli orsi
di Michele Corti
Nerio
Giovanazzi (Amministrare il Trentino) lancia una coraggiosa iniziativa di legge
popolare. Essa nasce dalla crescente insofferenza per una presenza sempre
più invadente dei plantigradi reintrodotti dal Parco Adamello Brenta. Iniziativa
coraggiosa nel senso del ripristino di principi democratici tende a
ribaltare il principio dell'ecopotere. Che attraverso 'protocolli', 'progetti
Life Ursus' ovvero decisioni tecnocratiche calate dall'alto hanno
espropriato le comunità locali di qualsiasi potere decisionale e gestionale su
aspetti che condizionano pesantemente la vivibilità delle popolazioni delle
aree rurali montane. Giovanazzi ha deciso
di farsi nuovamente portavoce delle istanze dei cittadini limitati nella loro
libertà e nello svolgimento delle attività quotidiane dalla presenza dell'orso.
Dopo la presentazione, insieme con altri cittadini, di una petizione popolare
volta a chiedere "l'adozione di tutte le misure necessarie al ritorno
della normalità", tra cui la cattura dei soggetti che frequentano i luoghi
urbanizzati, il consigliere si è ora attivato predisponendo una proposta di
disegno di legge. Giovanazzi intende farsi interprete di quanti hanno a che
fare quotidianamente con comportamenti dell'orso molto lontani dall'immagine
pubblicitaria costruita per promuovere un Trentino da cartolina, dove la natura
è ancora intatta e specie ormai estinte possono tornare a vivere in totale
armonia con gli esseri umani e le loro attività. Il testo è stato già inviato a tutti i comuni della
Provincia e nei prossimi giorni sarà possibile sottoscriverlo presso le sedi
comunali.
Si tratta di una proposta legislativa che affronta in
modo organico diversi aspetti problematici relativi alla presenza dell'orso in
Trentino e nel quale si introducono alcune norme volte a rivedere i criteri di
indennizzo che non tengono conto degli 'effetti collaterali', in altre parole
dei danni indiretti ma tangibili che devono subire allevatori, pastori,
apicoltori, frutticoltori. Per fare questo i criteri di risarcimento dei danni
da orso sono 'sganciati' da quelli della 'normale' fauna selvatica.
Con
le norme 'pro orsi' imposte dagli ambientalisti gli
orsi ballano e la gente ha paura anche a fare una
passeggiata nel bosco
Attenzione al danno
economico indiretto ma anche alle lesioni non materiali
Per compensare i danni indiretti si
prevede il risarcimento del danno che deriva dal lucro cessante e comprende
aspetti prima trascurati quali la mancata produzione, il mancato guadagno e la
perdita di clientela. Si considerano anche il danno non patrimoniale,
riguardante le lesioni fisiche, biologiche, esistenziali e morali
subite. Si sono verificati già casi di persone che a seguito di incontri
ravvicinati con l'orso hanno subito uno shock con conseguenze tali da
configurare un 'danno biologico'. Va precisato che attualmente sono considerati
risarcibili solo i danni da gravi lesioni o la morte a causa di aggressione
dell'orso coperta da un'assicurazione che prevede una liquidazione massima di
250.000 € per gli eredi (che si impegnano a rinunciare a qualsiasi ulteriore
azione di rivalsa in sede giudiziaria nei confronti della Provincia).
Un processo
democratico di monitoraggio e di attuazione di interventi di controllo
Attualmente gli interventi di
'rimozione' dell'orso sono previsti solo in casi gravissimi e neppure il
ferimento di esseri umani è sufficiente a giustificare l'abbattimento
dell'orso. Al contrario di altri paesi civili, dove il girovagare dell'orso
presso le abitazioni e l'assenza di qualsiasi timore per l'uomo sono
sufficienti per decretarne la grave pericolosità e quindi l'abbattimento. Da
noi l'orso deve aggredire a freddo delle persone o irrompere in locali con
presenza di persone per essere decretato 'molto pericoloso' (e anche in questo
caso l'abbattimento non è automatico). Lo squilibrato garantismo imposto dagli
esperti animal-ambientalisti che hanno redatto il PACOBACE (il protocollo
adottato dal Trentino e dalle regioni limitrofe ma di fatto elaborato
nell'ambito del progetto Life Ursus dagli 'orsologi' gravitanti intorno al
Parco Adamello Brenta) potrebbe configurarsi quale omissione delle necessarie
cautele atte a prevenire situazioni di grave pericolo per la vita umana
tanto da consentire ad eventuali vittime di chiamare in causa la Provincia
e il Servizio Forestale Provinciale per comportamento 'colposo' (di qui la
clausola legata alla liquidazione agli indennizzi per le vittime
dell'orso).
La proposta di Giovanazzi tende a modificare
profondamente questo stato di fatto inaccettabile ed a tutelare la
sicurezza di tutti coloro che vivono nei piccoli centri di
montagna. Essa prevede che le comunità locali abbiano a disposizione
strumenti per rappresentare il disagio determinato da una presenza invadente
dei plantigradi istituendo se necessario anche dei referendum consultivi per
chiedere localmente forme di monitoraggio e per proporre azioni di
controllo.
I sindaci verrebbero autorizzati ad emettere
ordinanze per tutelare la sicurezza dei concittadini disponendo la cattura dei
plantigradi che creano problemi e sinanche l'abbattimento dei
soggetti pericolosi a fronte di gravi e concrete minacce.
Non è democrazia lasciare che l'accettazione
dell'orso sia demandata a sondaggi demoscopici ormai vecchi di diversi anni in
cui i tanti abitanti di Trento o di Rovereto potevano esprimersi a nome dei
pochi che vivono in aree rurali. Non è democrazia (e non è neppure rispetto
per la proprietà e la sicurezza della gente) demandare tutte le procedure di
inervento a complicati protocolli ed autorizzazioni che implicano lunghe
trafile burocratiche. Anche quando l'orso arriva presso le case, attacca gli
animali domestici 'a domicilio', impedisce alla gente di recarsi negli orti e
nei campi per la paura di un brutto incontro. Se il 'problema orsi' non verrà
risolto vedremo moltiplicarsi le richieste di porto d'armi e il Trentino
diventerà come l'Alaska o certe regioni del Canada dove si vive sempre con il
fucile carico a fianco per paura degli orsi. Un vero progresso.
Invitiamo tutti i
cittadini trentini a recarsi presso le sedi istituzionali per firmare questa
proposta di disegno di legge e fare così un primo passo significativo verso la soluzione del problema orso
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