(21.10.11) Questa estate nella valle dell'Ubaye è nata una associazione di "indignati" ben lontana dal cliché mediatici. È gente di montagna preoccupata che la propria valle non si trasformi in un Parco del lupo senza più pecore e pastori
traduzioni a cura di Mariano Allocco
Al confine delle valli cuneesi, nella valle dell'Ubaye nella provenza francese, amministratori, intellettuali, persone attaccate all'identità e alla cultura del territorio hanno dato vita ad una associazione anti-lupi. Una cosa impensabile al di qua del confine dove chiunque desideri mostrarsi "acculturato" deve esibire una formale sottomissione all'ideologia urbana della wilderness, magnificare il significato salvifico del lupo, irridere a quei "rozzi egoisti" dei pastori e margari. Pastori e margari che osano lamentarsi che i lupi si servono impuniti come a un supermercato delle loro pecore e dei loro vitelli. Si riuscirà a superare questo servilismo, provincialismo, conformismo che impedisce alla montagna di reagire? Forse si se si stringono contatti con chi al di là del confine non si rassegna alla trasformazione della montagna in un grande Parco del lupo
Un gruppo di persone residenti nella valle dell'Ubaye a fronte delle gravi preoccupazioni generate tra la gente a causa dell'espandersi dell'areale del lupo al di fuori della zona del Parco del Mercantour e sulla spinta dell'evidente necessità di porre regole certe all'aggravarsi di questo fenomeno (prima che iniziative personali, surrettizie e arbitrarie vengano intraprese da parte di pastori esasperati), hanno creato l'associazione "GLI INDIGNATI DELL'UBAYE".
L'associazione: è presieduta Pierre Martin Charpenel, di Barcelonnette, il presidente onorario è Daniel Spagnou, deputato del dipartimento delle Alpes de Haute Provence che da anni si batte contro i danni e i pericoli rappresentati dalla crescente presenza dei lupi. Il consiglio direttivo è composto da Michèle Evin di S. Paul sur Ubaye, Monique Isaia di Meolans Revel, Daniel Maitre di Jausier, Pierre Martin Charpenel di Barcelonnette, Yves Mazoyer di Jausier e Christian Michel di S.Vincent-les-Forts.
Lo spirito dei fondatori: la loro azione è disinteressata e non corporativistica in quanto nessuno è allevatore, non sono motivati da alcuna ideologia, agiscono semplicemente mossi dal buon senso a fronte delle flagranti ingiustizie determinate dalla presenza dei lupi che minacciano gravemente il mondo della pastorizia. Questa secolare attività presente "ab immemore" sulle nostre Alpi fa parte del nostro patrimonio umano, storico e naturale, occorre proteggerla e incoraggiarla, la qualità stessa del nostro ambiente ne dipende.
In questo spirito essi intendono portare il loro sostegno morale a pastori e allevatori sensibilizzando la grande maggioranza della popolazione dell'Ubaye e tutti coloro i quali frequentano la nostra valle, affinchè i pubblici poteri si impegnino a prendere le giuste e opportune misure nei confronti di un sì grave problema. Inoltre essi cercano anche l'appoggio delle amministrazione e delle associazioni interessate in Italia, nelle valli, nei comuni, nelle comunità montane, onde cercare una strategia comune e comuni istanze da portare davanti alle autorità preposte dei due paesi e presso la Comunità Europea.
Ecco le coordinate dell'Associazione:
Le loup et les Indignées de l'Ubaye c/o C.V.V.U. 4, av. Troi freres Arnaud 04400 Barcelonnette,
http://www.petitionenligne.fr/petition/manifeste-le-loup-et-les-indignes-de-lubaye/1572
foto pascolovagante
L'arrivo sulle Alpi francesi di lupi di origine italiana ha brutalmente modificato le regole della pastorizia imponendole pratiche e metodologie da tempo dimenticate. Ma dopo oltre vent'anni queste metodologie si sono rivelate inutili e insufficienti. Non soltanto queste rimettono in discussione la pratica dell'alpeggio, periodo di risorse indispensabile sia per gli animali che per gli uomini, ma si rivelano assolutamente inefficaci se riferite al tasso di predazione in costante aumento. Soprattutto degradano seriamente l'immagine della pastorizia a frone degli altri utilizzatori della montagna: i cani di protezione sono spesso causa di liti e conflitti, oltre che soggetto di rischio per gli escursionisti, il raggruppamento notturno delle greggi provoca degrado del suolo e inquinamento.
MANIFESTO
Fin dall'alto medioevo il nostro territorio non ha mai cessato la pratica dell'allevamento e della pastorizia.
Oggi, alla fine di un lungo periodo di recessione economica e di crisi contadina, che ha determinato un grave esodo dalle campagne e dalla montagna, le attività pastorali costituiscono la base e le fondamenta del destino della vallata. Il nostro paesaggio stesso è frutto di questo lavoro da generazioni: senza allevatori, senza greggi questo patrimonio è a grave rischio.
il Parco nazionale del Mercantour, alle porte del nostro territorio, è diventato un santuario di specie vegetali e animali, tutte risorse viventi delle nostre montagne. Il Parco giustifica la presenza dei lupi come opportunità per gli equilibri naturali utili nel suo vasto dominio.
Ma, al giorno d'oggi, a quale finalità risponde l'espandersi del lupo al di là di quelo spazio?
Da diversi anni, ben al di fuori dei confini del Parco, i lupi attaccano le greggi nonostante gli allevatori abbiano sempre applicato tutte le misure previste e consentite dalla legge, per evitare le loro predazioni. Queste misure, malgrado costino alla collettività una cifra non indifferente, si stanno rivelando tanto inefficaci quanto inutili. Inoltre, la regolamentazione burocratica imposta, contribuisce all'inevitabile degrado dell'equilibrio ecologico degli alpeggi.
La proliferazione del lupo al di fuori dei confini del Parco costituisce una grave minaccia alla continuità delle attività pastorali, alla conservazione delle greggi e dei pastori. Non è più tollerabile permettere che questa professione antica soccomba ad un tale disordine.
Oggidì i lupi si avvicinano sempre di più ai luoghi nei quali vive la gente di montagna. La letteratura storica lo dimostra: i lupi portarono grave danno alle greggi come agli uomini negli anni passati. L'espansione dell'areale del lupo potrà, senza dubbio entrare in conflitto con le attività escursionistiche. L'economia del turismo non deve essere alterata da animali che hanno "dimenticato" che l'uomo fu un tempo loro predatore.
Per questi motivi è stato creata, da persone che non sono direttamente legate al mondo della pastorizia, una libera associazione che si avvale della legge del 1901. Si chiama: 'IL, LUPO E GLI INDIGNATI DELL'UBAYE".
I suoi obiettivi sono i seguenti:
- Informare tutta la popolazione dei disastri provocati dalla presenza del lupo; recensirne i danni nel corso delle stagioni, stabilire infine i costi provocati dalla presenza del lupo al di fuori dell'area del Parco del Mercantour.
- Sensibilizzare i cittadini affinchè possano valutare il crescente stato conflittuale della coabitazione uomo-lupo ed educare i fruitori della montagna al fine di scongiurare la possibilità di drammatici indidenti.
- Portare a conoscenza dei turisti e degli amanti della montagna la giusta realtà e le conseguenze di questa innaturale coabitazione.
- Ottenere una maggiore giustizia da parte dei pubblici poteri nella soluzione dei contenziosi provocati dal vagare dei lupi.
- Creare una partnership con altre assocuazioni che condividono identici obiettivi nelle altre vallate, sia francesi che italiane, mantenere relazioni con i protagonisti della pastorizia, delle associazioni degli allevatori, e, beninteso, i professionisti responsabili della Camera d'Agricoltura delle Alpi dell'Alta Provenza.