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Articoli correlati

 

(17.02.11) Continuano gli interventi in tema di lupo e montagna aggredita e svuotata

Pubblichiamo un intervento di Mariano Allocco, esponente politico e intellettuale della Val Maira. Uno dei pochi che da anni ha colto con lucidità come le politiche della fauna e dei boschi dietro il finto 'ambientalismo' nascondono la volontà di svuotare e colonizzare la montagna. Il lupo è un catalizzatore di una reazione della montagna. Speriamo di essere in tempo.leggi tutto

 

(16.02.11) In vista del convegno di Sabato a Moretta (CN)

Antonio Leinardi, contadino della Val Maira (foto a sinistra) ha detto di recente la sua sul lupo con una lettera ai giornali. La ripubblichiamo insieme ad un intervento pubblicato sei anni fa da di Mauro Deidier, presidente del Parco Orsiera (un presidente di Parco 'anomalo' perché dalla parte della pecora e non del lupo). Saranno entrambi presenti Sabato mattina al Convegno a Moretta presso l'Istituto Lattiero Caseario (programma nella colonna a sinistra) vai a vedere gli scritti di Leinardi e di Deidier

 

(11.02.11) Incontro con i pastori a Demonte (Valle Stura, CN)

Nell'ambito del progetto PROPAST il giorno 9 si è svolto un incontro con i pastori presso la Comunità Montana. É servito a mettere a fuoco i motivi di 'sofferenza' della loro attività. Ovviamente si è parlato molto di lupo, ma non solo. leggi tutto

 

(11.12.10) Si discute di lupi in Val Chisone (TO)

Marzia Verona, presente all'incontro del 3 dicembre ad Usseaux tra allevatori ed esperti del lupo ci ha trasmesso il resoconto dell'evento cui hanno preso parte diversi dei protagonisti (pastori, amministratori, esperti) che in qualche modo con il lupo hanno a che fare. Tra i due partiti ('del lupo' e 'della pecora') potrebbe esservi anche forme di dialogo.  Non però con i lupologi/lupofili che insistono sulla mitizzazione del 'ruolo ecologico salvifico' del lupo, che non riescono ad rinunciare all'autoreferenzialità e ad atteggiamenti di sufficienza se non di ostilità verso il pastoralismo (nella foto di Marzia fatte di lupo con eloquente presenza di lana) leggi tutto

 

(29.09.10) La testimonianza del pastore Mario Durbano: io e i lupi nella nebbia

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(17.09.10) Gias Gardon (Valle Stura di Demonte, CN)

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(10.09.10) Bellino/Blins (CN): i pochi pastori rimasti decisi a lottare

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(04.09.10) Alta Valle Grana: lupi insostenibili (CN)

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(20.06.10) Il comune di Monterosso Grana (CN) prende posizione sul lupo

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(21.02.11) Riportiamo - in attesa della realizzazione degli atti del convegno - i video degli interventi dei pastori. Un documento di grande interesse umano e politico

 

Il Convegno di Moretta (Cn):

"Pastorizia: un mestiere multifunzionale da difendere"

 

Gli interventi dei pastori

 

Marzia Verona ha già riportato nel suo blog una sintesi complessiva del convegno di Moretta (vai al post). Il convegno è stato molto 'denso'. Iniziato puntualmente alle 9.15 è terminato alle 13.40 senza che nessuno desse segni di volerseneandare o di 'cedimento'. Di solito per veicolare la stessa quantità di interventi, idee, discussioni ci vuole una giornata intera.  

Le relazioni dei tecnici e degli amministratori sono state molto interessanti (specie quelle di Mauro Deidier, presidente 'filopastori' del Parco Orsiera e di Duccio Berzi della Provincia di Firenze).  Molto partecipate e impegnative anche le conclusioni dell'assessore Sacchetto (a sinistra) che ha seguito con attenzione tutti gli interventi della lunga mattina.

Ma la parte più interessante è stata rappresentata dagli interventi dei pastori, alcuni venuti da altre regioni o dalla parte opposta del Piemonte per testimoniare le loro esperienze ed esprimere le loro posizioni in materia di 'politica del lupo'. Sì, perché, anche se si sono toccati parecchi altri temi importanti, il lupo ha catalizzato l'attenzione. Non sarà l'unico problema, forse neppure il più grave, ma è quello che suscita reazioni appassionate.

La testimonianza di Dino Mazzini, il pastore emiliano che ha dovuto chiudere l'azienda dopo anni di continui attachi da parte dei lupi,  ha colpito non poco i pastori piemontesi (qualcuno di è detto shokkato. Poi ci sono state le testimonianze degli svizzeri (Sig. Doro Vanza) e di una allevatrice ossolana (Daniela Rigotti) espressione di una 'linea della fermezza' decisa a contrastare il lupo sul piano della politica e dell'attivismo.

Negli interventi degli allevatori 'locali', ovvero delle valli di Cuneo e di Torino, si sono potute cogliere sia note di rassegnazione che posizioni molto decise e combattive. Nel piccolo campione degli interventuti erano compresi pastori giovani e anziani, donne e uomini, persone laureate ed altre con l' 'obbligo'.  Pur con diverse sfumature i pastori hanno espresso però con chiarezza alcune 'rivendicazioni': rifiuto di quella che viene definita l'elemosina, ovvero le poche centinaia di euro del premio per il 'pascolo gestito'. Che appare un insulto se confrontate con i milioni di euro spesi a favore del lupo. Più che aiuti in denaro i pastori desiderano essere messi in condizione di poter svolgere il proprio lavoro con serenità traendone un reddito onorevole.

Si sentono anche messi in condizione di giocare in modo più equo un gioco in cui, attualmente, il lupo (o  la 'parte' che lo sostiene) gode di un vantaggio ingiusto, di regole eccessivamente garantiste che finiscono per imporre al pastore duri sacrifici, l'abbandono dell'attività o comunque di ampie superfici di pascolo. Il tutto perché una minoranza molto abile e organizzata ha deciso per tutti, con il pretesto del generico consenso di un pubblico cittadino che non conosce affatto i termini del problema. Basta soldi per il Progetto lupo chiedono  i pastori (applausi scroscianti e 'liberatori' hanno accolto la proposta). A giudicare dal tono degli interventi c'è da scommettere che seguiranno presto iniziative concrete.  Intanto il Progetto PROPAST comincia a far parlare di sé e a trasmettere  ai pastori la sensazione che il loro punto di vista è considerato e che avranno la possibilità di essere sostenuti in una serie di iniziative (non c'è solo il lupo ma anche la valorizzazione della carne, il rilancio della caseificazione in alpeggio, il calmiere delle speculazioni sui pascoli ecc. ecc.).


 

Intervento  di Dino Mazzini di Pavullo nel Frignano ex allevatore di pecore da latte dell'Appennino modenese che ha dovuto chiudere la propria azienda nel 2010 per colpa dei lupi e della burocrazia.

Intervento  di Doro Vanza di Biasca (Canton Ticino) presidente del Comitato per la difesa contro I grandi carnivori. Ha esposto le iniziative politiche dei pastori svizzeri che, con l'appoggio del parlamento federale, sono decisi a chiedere la revisione della Convenzione di Berna che fa del lupo una specie iper-protetta.

Intervento  di Giuseppe Ghibaudo di Roaschia (Valle Gesso, CN). Storico pastore transumante e memoria della pastorizia roaschina Giuseppe ha cessato l'attività nel 1997 non senza 'assaggiare' molto da vicino le conseguenze del ritorno del lupo. Giuseppe sostiene che senza un cambio di rotta nella politica del lupo, per i pochi giovani che vogliono abbracciare questa attività ci sono ben poche prospettive.  Lo dice dall'alto di una esperienza di una vita da pastore figlio e nipote di pastori.

Intervento di Cristiano Peyrache di Bellino (Val Varaita, Cn). Cristiano è un giovane pastore che ha visto i 'colleghi' finoa pochi anni fa numerosi scomparire o rinunciare alle pecore e alle capre per tenere un po' di vacche piemontesi da carne. Un paese bellissimo con bellissimi pascoli dove il tracollo della pastorizia ha un responsabile preciso: il lupo o meglio chi sostiene il ritorno del lupo e la sua intoccabilità. Da fuori qualcuno potrebbe pensare che a Bellino non hanno cercato di lottare. Non è così perché di incontri, assemblee, proteste ce ne sono state eccome tanto che in valle sono venuti più volte i politici regionali. Quello che i pastori di Bellini hanno pagato è una sproporzione di forze e di capacità di farsi sentire in modo organizzato. e arrivare con la propria voce all'opinione pubblica. É la strategia del carciofo. La  'resa' al lupo si è verificata valle dopo valle. Fino a quando il problema non è presente non scattano reazioni (e che quando è presente è ormai troppo tardi). Così non si crea un movimento di resistenza efficace. I sostenitori del ritorno del lupo hanno potuto contare sinora sulla difficoltà da parte dei pastori e del montanari di far contare una forza unitaria e consapevole. Ma ora pare che le cose stiano cambiando. Gli obiettivi del movimento sono chiari e si stanno creando contatti tra le valli e tra le regioni.

Intervento di Giorgio Alifredi di San Damiano Macra (Valle Maira, Cn). Giorgio con la moglie, entrambi laureati (lei era medico condotto) hanno fatto rivivere la borgata LoPuy dove hanno avviato un allevamento di capre da latte e, recentemente, un agricturismo. Hanno cinque figli . Giorgio porta le capre la pascolo guidato contribuendo efficacemente alla 'pulizia' delle boscaglie che hanno invaso lo spazio un tempo coltivato. La presenza dei lupi si fa sempre più sentire e Giorgio - che fino a pochi mesi fa non voleva credere ad una realtà che pure era a pochi km in linea d'aria - quest'anno non potrà consentire al figlio di docici anni di andare al pascolo solo con le capre e i cani da conduzione. 'Lasciateci andare al pascolo con la carabina legalmente chiede Giorgio'. 'Perché dobbiamo rischiare denunce penali per difendere la nostra attività da una specie superprotetta ma che non è in via di estinzione?'

Intervento  di Giorgio Bergero. Giorgio è un transumante. Ha l'aria del 'bonaccione' ma uno che sa far girare un grosso gregge sa il fatto suo. Nel suo intervento pare rassegnato ma fa presente che le 'soluzioni' quali le reti e i cani non sempre funzionano in ambienti sempre più incespugliati.

Intervento  di Aldo Macario. Aldo è un allevatore di pecore Roaschine, la storica razza da latte delle Alpi Marittime (è anche presidente del Consorzio della razza). Da Boves si reca all'Alpe Vagliotta dove ha subito da anni le 'visite' del lupo. La sua attività si basa sulla produzione di formaggi di eccellenza (sono anche bio) venduti direttamente ai turisti. Non può permettersi di tenere una muta di Maremmani che terrebbero lontana la gente. Le battute nei confronti del Parco delle Alpi Marittime 'cervello' e 'braccio armato' del Progetto Lupo sono taglienti.

Intervento  di Daniela Rigotti Daniela viene dal Piemonte ma dalla parte opposta, l'Ossola. Una terra che si sente vicina alla Svizzera. Non a caso gli amici del Comitato per la difesa dei grandi predatori sono arrivati a Moretta grazie ai contatti con i caprai ossolani. Daniela è forse conoscita a chi legge Ruralpini. Fa presente che le montagne ossolane sono troppo 'sporche' e troppo 'ripide' perché si possa 'convivere' con il predatore. Non a caso la lupa arritata qualche hanno fa è rapidamente 'sparita'. Daniela si meraviglia un po' della rassegnazione dei colleghi piemontesi che giudica un po' 'seduti' (un apprezzamento che a qualcuno non piacerà).

Chiude gli interventi dei pastori Gloria Degioanni  attiva presidentessa del Consorzio della pecora Sambucana. Gloria con concretezza femminile fa presente che nel corso del dibattito non sono stati  sufficientemente messi in rilievo alcuni aspetti del disagio della condizione dei pastori, disagio aggravato dalla presenza del lupo. 'Non c'è vodaphone o tim che prende e anche per il ponte radio mio marito deve ricorrere al rifugio vicino all'alpeggio che lo faparlare per un minuto; per comunicare bisogna prendere la macchina e andare su e guiù e fortuna che abbiamo al strada'. Il fatto che il marito sia 'bloccato' in alpeggio per custodire a vista il regge dal lupo disagi ne crea perché sono 'braccia ferme' per la fienagione.


 

                   

 

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