(27.01.11) Si concretizza un progetto di percorso del gusto, piccola ospitalità, turismo dolce e animazione rurale che fa leva sulla 'rinascita' della produzione artigianale dello strachì all'antica
Intorno alla 'Casa dello strachì' di Corna Imagna (Bg)
nasce un progetto di vera multifunzionalità
testo e foto di Michele Corti
Torniamo a parlare del progetto della coop dello stracchino all'antica della Valle Imagna (dope essere andati di persona a vedere come stanno provedendo i lavori del caseificio e del Centro servizi per l'agricoltura
Come promesso torno a parlare di Corna Imagna, della coop dei micro allevatori e della 'Casa dello strachì'. Il giorno 15 gennaio, come annunciato, si è ufficialmente costituita la coop 'Tesori della Bruna'. Quando sono arrivato le firme erano già state apposte all'atto ma gli allevatori erano ancora tutti presenti e ho potuto verificare la loro intenzione di puntare ad un prodotto assolutamente artigianale e persino bio. Il regolamento di produzione è ancora da definire ma alcuni punti fermi sono chiari. Intanto vi è da dire che i produttori già aderiscono al Presidio Slow Food dello 'Stracchino all'antica delle valli orobiche' il che è una bella garanzia. Qui a Corna si fa pascolo da primavera all'autunno, non si acquista fieno da fuori perché i prati sono ben tenuti e concimati con letame. Sarà sufficiente stabilire il massimo dell'integrazione con mais bio e un po' di favino o pisello proteico per garantire al consumatore un prodotto ottenuto dal latte di vacche alimentate quasi esclusivamente con erba di pascolo e (buon) fieno locale.
Un prato perfettamente 'pettinato' e letamato
Tra gli allevatori c'è anche l'interesse ad allevare una Bruna 'originale' tenuto conto che essa è più idonea in un sistema di alimentazione a base di fieno e pascolo e, dato da non sottovalutare, è più adatta alle piccole stalle tradizionali di cui dispongono i soci della coop 'Tesori della Bruna'.
Una piccola stalla. La
lunghezza delle attuali Brown Swiss, di taglia doppia rispetto alle vaccherelle
per le quali vennero progettate queste stallette
Quanto al prodotto il difetto per ora è che è poco. L'unica forma con un minimo di stagionatura (con le caratteristiche del vero strachì artigianale) è presto sparita e le altre forme presenti alla cerimonia avevano pochi giorni. Gommose perché ancora poco più che cagliate. La tragedia è che ai 'cittadini' piacciono così.
Strachì. Non ancora maturo.
Ma così, senza la necessaria maturazione, le caratteristiche di un prodotto tradizionale, artigianale non hanno la possibilità di esprimersi e il richio è che lo strachì-che-non-è-ancora-strachì venga confuso con un banale prodotto 'fersco' industriale. Eccp perché assume un preciso signifiato il progetto multifunzionale promosso dal Centro Studi Valle Imagna e dal Comune di Corma Imagna (con la parteciopazione di Slow Food, Coldiretti, Apa, Amamont), per la creazione di un Centro enogastronomico per la promozione della tradizione alimentare
locale che costituirà il complemento della 'Casa dello strachì' e del Centro per i servizi all'agricoltura. Il Centro enogastronomico promuovendo attività di educazione alimentare e al gusto con il coinvolgimento di residenti e 'turisti-consumatori-amici della valle' (o, auspicabilmente visit-attori, consum-attori) vuole creare le condizioni perché l'immersione nella cultura valligiana, il contatto diretto con le stalle, i prati, il caseificio consentano l'apprezzamento di ciò che distingue lo strachì da un prodotto industriale. Una valorizzazione reciprova e che si sostiene a vicenda tra elementi culturali, turistici, agrolaimentari.
La Casa dello Strachì. sarà pronta a fine aprile.
Intanto nella 'Casa dello strachì' fervono i lavori. Ricavata mediante restauro conservativo di un vecchio fabbricato rurale in contrada Finiletti la Casa dello strachì sarà anche Centro servizi per l'agricoltura. Grazie ad un'attenta distribuzione degli spazi sui due livelli del fabbricato saranno ricavati, oltre alla sala di lavorazione del latte, uno spazio polifunzionale per la trasformazione dei prodotti agricoli (frutta ecc.), un locale per la vendita e le degustazioni, le 'grotte' di maturazione dello strachì e di altri formaggi. Il tutto cercando di contemperare esigenze fgunzionali e valorizzazione delle (pregevoli) caratteristiche architettoniche tradizionali.
Particolare
Il compito non semplice di ricavare all'interno del vecchio fabbricato locali con funzioni diverse ma complementari, di rispettare le norme igienico-sanitarie, di creare spazi in sintonia con uno spirito di accoglienza e trasparenza, di valorizzare gli elementi architettonici vernacolari sta per essere conseguito non solo grazie alla professionalità dei progettisti ma anche alla particolare competenza e motivazione delle maestranze - tutti volontari - e alla sensibilità e attenzione assidua del 'committente' (l'amministrazione comunale'). Quest'ultima non solo ha messo a disposizione il fabbricato ma sostiene anche i costi del materiale (40.000 €) e segue con scrupolo la realizzazione dei lavori. É un esempio ammirevole di come la forza dei progetti 'autosostenibili' sia rappresentata dalle risorse endogene: saperi tradizionali 'rifunzionalizzati', coinvolgimento, condivisione di valori e obiettivi.
Spazio per la vendita all'ingrosso e la consegna del latte
Al cantiere lavorano giovani e meno giovani, gli allevatori-muratori soci della coop, i loro parenti e sostenitori, il tutto nello spirito di mobilitazione della comunità. Si tratta di maestranze specializzate (elettricisti, idraulici, piatrellisti, muratori) che lavorano durante la settimana sui cantieri della Lombardia e che al week-end danno una mano a realizzare il 'loro' caseificio. Oltre ai giovani vi sono dei volontari meno giovani che custodiscono le tecniche della lavoprazione della pietra locale (picapreia). Un sapere prezioso.
Un giovane volontario in azione
Come spesso succede per mantenere ai locali di stagionatura il connotato di 'cantina naturale' o 'grotta' è necessario sostenere una 'negoziazione' con l'autorità sanitaria che - come è noto - preferisce locali perfettamente lisci e sigillati dove umidità e temperatura devono essere controllate con mezzi 'artificiali' che, alla fine, rendono le cantine uguali alle 'celle' dei caseifici industriali. Fortunatamente con l'impegno a 'levigarla' si è riusciti a mantenere una parete in sasso e un perimento lungo le pareti 'libero' dalla gettata di calcestruzzo. Almeno così l'ambiente 'respira'. Tutto cià grazie all'impegno del sindaco, Antonio Carminati, anima del progetto e del Centro Studi Valle Imagna. Ma dove al posto di un amministratore motivato e competente l'ASL ha di fronte un contadino come vanno a finire le cose?
Antonio Carminati, il sindaco, mostra le modifiche 'in senso naturale' del locale maturazione strappate all'ASL
Altri volontari all'opera
Attenzione, sensibilità e coerenza con gli obiettivi 'strategici'. Questo è ciò che caratterizza il Centro servizi. A differenza di tabnti freddi caseifici che replicano in miniatura le industrie la Casa dello strachì innanzitutto non è solo caesificio, non è impronatta alla ottusa mentalità monofunzionale. Intanto ci sarà anche un ocale polivalente per la trasformazione di altri prodotti agricoli (frutta, ecc.), poi ci saranno spazi per le degustazioni e per l'incontro dei produttori. Per queste finalità verrà recuperato anche un rudere che sorge di fronte all'erigenda Casa dello strachì (foto sotto).
Molto interessanti le soluzioni per lo spazio vendita che testimoniano come si voglia trasmettere al visitatore-turista-consumatore messaggi che vanno al di là della promozione del 'prodotto tipico'. Lo spazio sarà attrezzato con espositori e armadi refrigerati realizzati con ampio uso del legno e sarà del tutto assente il solito banco frigo in vetro acciaio che conferisce un aspetto banale e deprimente a tanti spazi vendita di pur pregevoli caseifici artigianali. L'ampio locale ospiterà tavolini per le degustazioni e uno spazio-libreria con la possibilità di visionare l'ampia e qualificata produzione editoriale del Centro Studi Valle Imagna. Il contrario delle situazioni dove l'acquirente è oggettivamente invitato a togliere il disturbo per la freddezza degli spazi.
Spazio per la vendita, la degustazione e la libreria della Valle
Qui sarà possibile anche esporre materiali della cultura etnografica e materiale turistico. Uno spazio multifunzione che sottolinea la sua vocazione sin dalla porta di ingresso: l'emblematica entrata a T dei fienili della valle che è anche il logo inconfondibile nella sua semplicità grafica del Centro Studi Valle Imagna (foto sotto).
La porta di accesso al locale vendita realizzata come l'entrata a T dei tipici fienili valligiani
Un picapreia all'opera
La Casa dello strachì sorge in Contrada Finiletti. Una mulattiera selciata di un km collegata questa contrada alla Contrada Roncaglia.
La mulattiera che proviene da Roncaglia e che deve essere in parte ri-selciata
Qui il Centro Studi ha acquisito un immobile che Centro enogastronomico per la promozione della tradizione alimentare
locale. Il Centro sarà il motore di iniziative di animazione e di carattere didattico sul tema delle attività rurali tradizionali e, in particolare, della produzione e preparazione del cibo.
Un fabbricato rurale nella zona dei maggenghi
Sarà 'dotato' di una struttura di piccola ospitalità con Osteria e Locanda dello strachì, terminal di un 'percorso' che consentirà di visitare aziende zootecniche, il caseificio e alcuni luoghi di produzione 'così come erano' (fienili, essicatoi per le castagne, stalla, cantine di stagionatura dei formaggi).
Piccole stalle
Escursioni guidate, eventi culinari, laboratori del gusto, corsi pratici si temi della piccola agricoltura e delle preparazione degli alimenti si propongono di coinvolgere gli attori: i visit-attori (turisti che vogliono fare esperienze di ruralità, allevatori, coltivatori, residenti giovani e anziani ( va tricordato che a Corma è già in atto l'esperienza dell'orto comunale). Un turismo-non-turismo per tutto l'arco dell'anno favorito non solo dal carattere 'dolce' di questa montagna prealpina ma anche da un fervore di idee che si tradurrà in un
Calendario del gusto che ci pare interessante riportare di seguito.
Febbraio: la distillazione della
grappa ottenuta dalla frutta raccolta localmente
Marzo: la lavorazione del latte e
gli stracchini
Aprile: carni bovine, ovine e
pollame
Maggio: le erbe spontanee del
bosco e del prato
Giugno: i funghi e gli altri
prodotti del sottobosco
Luglio: la frutta fresca di
stagione
Agosto: l’orto e i suoi prodotti
Settembre: la vendemmia e la
produzione del vino locale
Ottobre: la raccolta e
conservazione delle castagne e delle noci
Novembre: la cacciagione
Dicembre: il granoturco e la
polenta
Gennaio: l’uccisione del maiale ela lavorazione delle carni. Riti, simboli, pratiche…
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