Ruralpini
Inforegioni/Divieto di transumanza
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Uno dei tanti greggi 'sbandati' che si inerpicano sulle cime.
Un gregge transumante pascola un molinieto (erbaccia alta e dura che causa l'accumulo sulla superfice del terreno di biomassa necrotizzata 'paglione', ottimo innesco per gli incendi)
Attraverso asportazione di biomassa, calpestamento, fertilizzazione il gregge transumante opera il recupero delle superfici degratate (molinieti, nardeti, pascoli incespughliati)
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(29.12.2010) Mentre si va consolidando la consapevolezza dell'importanza del pastoralismo alpino per la difesa della montagna dal Piemonte alla Lombardia al Veneto al Friuli 'solerti' sindaci perseguitano i pastori con anacronistici divieti
Nell'alto Lario un pastore multato per 'transumanza'
di Michele Corti
La transumanza è parte integrante della storia e del paesaggio della montagna. La pretesa di alcuni sindaci di boicottare l'attività dei pastori impedendo il transito sulle strade comunali adducendo la 'lordura' è un anacronismo. Il paesaggio pulito, i sentieri transitabili, il contenimento dei rovi favoriscono il turismo. E anche lo spettacolo dei greggi che transitano.
L'alto Lario occidentale è un territorio dove i greggi transumanti vengono osteggiati e, invece, si pratica l'affitto 'fantasma' dei pascoli a grosse aziende di bovini della pianura. Che, ovviamente, si guardano bene dall'inviare animali in alpeggio. La 'copertura' è data da greggi ovicaprini locali che spilucchiando qua e là e lasciando qualche bagola qua e la in caso di controlli consentirebbero di dimostrare che il pascolo è stato 'mangiato'. Trattasi di controlli con le fette di salame sugli occhi, ovviamente. al punto di vista della conservazione dei pascoli la differenza tra un grege transumante gestito da un pastore esperto e la presenza di piccoli greggi 'sbandati' è fondamentale. I greggi senza custodia (foto in alto a sn) si arrampicano sulle cime e non concorrono se non marginalmente ad 'asportare' quelal biomassa costituita da erbe alte e arbusti che si sviluppano alle quote inferiori. I greggi guidati, invece, (foto al centro e in basso) utilizzano in modo sistematico la montagna operando con il pascolo, il calpestamento, le 'mandrature' (raduno notturno in aree ristrette) un'efficace opera di cura dei pascoli. Un'opera che si traduce in riduzione del rischio di incendio, di movimenti di masse nevose. E che nel lungo periodo contribuisce anche alla stabilità idrogeologica . Il tutto va anche a favore del turismo perchè i greggi mantengono aperti i sentieri, prevengono lo sviluppo della macchia (arbusti e alberelli) che ostacola non solo la progressione (provate a perdere un sentiero dove la montagna è invasa dai cespugli spinosi ...) ma anche la visuale, impedendo di trovare con facilità i percorsi e privando l'escursionista dei panorami. E da queste parti perdere la visuale sul sottostante lago di Como è un vero peccato.
Violazione dell'art.8 comma 1 della legge 287 1991?
Di questo viene accusato il pastore comasco Alois Kirchner che anche lo scorso anno è salito con il suo gregge di circa 1.000 pecore sui pascoli dell'altro Lario occidentale. Ma cosa dice l'articolo? E' un mistero perché riguarda gli orari di apertura dei pubblici esercizi. E' probabile che avendo confuso la legge l'azione sanzionatoria resterà senza effetto. Però il sindaco di Consiglio di Rumo ci ha provato e tornerà ad insistere. Nel gennaio 2010, con largo anticipo rispetto alla stagione della transumanza, emetteva un'ordinanza che 'vietava la transumanza' ovvero di percorrere con le greggi le strade comunali del territorio. I pastori (ma la disposizione è stata, in tutta verosimiglianza, presa ad personam) avrebbero dovuto utilizzare 'adeguati automezzi'. Un modo per boicottare il pastore perché è a tutti evidente che i mezzi specializzati utilizzati per il trasporto greggi non sono in grado di percorrere le stradine di montagna e devono fermarsi nei fondovalle percorsi dalle grandi strade di comunicazione (o comunque da strade abbastanza larghe). Impiegare piccoli autocarri-navetta facendo trasbordare le pecore dai grossi automezzi con rimorchio a tre piani implica un inaccettabile lievitazione dei costi del trasporto. Così il pastore ha ignorato la 'grida manzoniana' del sindaco. Nel verbale con il quale si ingiunge il entro trenta giorni pagamento di 400 euri (il termine scade proprio oggi 29 dicembre) il sindaco lamenta 'danni a fondi pubblici e privati' e, orrore, orrore 'lordura delle strade comunali'.
Iniziativa anacronistica
Se il sindaco pensa di favorire in questo modo il turismo si sbaglia di grosso. A parte quanto già ricordato sugli ovvi ed importanti effetti benefici sul turismo della persenza di un pascolo ovino ben gestito non si rende contto il sindaco: 1) che oggi sono molti più i turisti, non solo germanici, ma anche milanesi che ritengono che la suggestione della vista del passagggio di un gregge faccia ampiamente aggio sul 'pericolo' di calpestare una bagolina fresca (specie ai milanesi cui capita talvolta, se non guardano dove mettono i piedi di 'spartire' uno stronzo di cane lasciato sul marciapiede); 2) che la storia del sindaco che vieta la transumanza sempre in quel della Germania o di Milano può trasmettere una immagine mlto negativa del comune e far magari cambiare destinazione a qualcuno. L'iniziativa del sindaco di Consiglio di Rumo cade poi in un contesto in cui la Regione Lombardia, interessata a potenziare e rivedere le politiche sulla montagna sta pensando di incentivare e valorizzare la lastorizia transumante. Un 'regalo di Natale' veramente sbagliato caro sindaco.
La replica dell'amministrazione comunale
Pubblichiamo integralmente la replica del vice-sindaco di Consiglio di Rumo all'articolo "Divieto di transumanza" pubblicato il 29.11.2010. Prendiamo atto che il divieto riguarda solo alcune strade e che, secondo l'amministrazione, vi sarebbe un agevole percorso alternativo. Su questo ci pare giusto dare al pastore diritto di controreplicare. Per ora osserviamo solo che di 'tratturi sanniti' nell'Italia settentrionale non ve ne sono da nessuna parte e che la transumanza è possibile solo percorrendo strade comunali. Aggiungiamo che il pastore in questione non è un nostro 'protetto' ma è difeso solo e in quanto in quanto appartenente alla categoria dei pastori ransumanti (tra l'altro non è nemmeno associato alla Associazione Pastori Lombardi alla quale questo sito è legato). Come tutti i suoi colleghi che dal Piemonte al Friuli sono spesso destinatari di ordinanze sindacali che vietano di passare, ponti, strade, centri abitati. Se, sentite le controdeduzioni del pastore e verificata la realtà della viabilità locale sulle mappe, risultasse che il pastore avrebbe effettivamente la possibilità di seguire percorsi alternativi non avremo difficoltà a riconoscere le buone ragioni dell'amministrazione.
NON E’ AFFATTO VERO CHE “QUESTA TRANSUMANZA NON S’HA DA FARE” Risposta all’articolo apparso su Ruralpini di Inforegioni a firma Michele Corti in data 29/12/2010. di Eugenio Dotti – Vicesindaco di Consiglio di Rumo Egregio Sig. Corti, avendo io sottoscritto e firmato la famigerata Ordinanza citata nel suo articolo, mi sento in dovere, sentito il parere del Sindaco, di rispondere personalmente, al fine di chiarire punto per punto la questione.Premetto che sono nato e vivo da sessantasei anni a Consiglio di Rumo, un paese che si estende dal lago fino al confine svizzero, di cui conosco benissimo il territorio con le sue problematiche, nonché l’importanza degli alpeggi e dei pascoli in quota, ma conosco anche molto bene, essendo amministratore, i problemi, i doveri ed i diritti dei miei concittadini. Dato che sono cresciuto in una famiglia dove l’educazione ed il rispetto per il prossimo sono sempre stati considerati molto seriamente, non starò a dirLe cosa dovrebbe mangiare Lei, al posto delle cotolette di agnello; ma veniamo al punto: innanzitutto devo informarLa (forse le è sfuggito) che la sanzione oggetto della Sua indignazione, è stata annullata per un cavillo burocratico (non per il refuso da Lei citato) esattamente quindici giorni prima che Lei scrivesse il suo articolo, d’altra parte noi qui, non abbiamo ancora raggiunto l’infallibilità, ma ci stiamo lavorando. In data 18/02/2010, ho avuto un incontro con un rappresentante della C.I.A., che devo ringraziare per la sua disponibilità, dove abbiamo trovato una soluzione alternativa al fine di by passare quel chilometro e mezzo o poco più di strada oggetto della discussione, soluzione che è poi stata sottoposta all’attenzione del suo protetto, tramite una mappa con indicato il percorso che poi si riallacciava alla nostra strada comunale a monte dell’abitato; è quindi errato da parte Sua, sostenere che è stato vietato percorrere le strade comunali del territorio. Devo farLe notare che il tratto di strada in questione, non è un tratturo sannita, bensì l’unica strada che attraversa il centro abitato, e che collega le frazioni della zona alta, per poi proseguire verso i monti, e che al passaggio del gregge, senza per altro nessun preavviso, viene totalmente bloccata, impedendo non solo la libera circolazione, ma creando una situazione critica in caso di emergenza, per non parlare di “quelle poche bagoline” risultanti dal passaggio di più di mille capi ovini e una ventina di equini al seguito, che l’esperto pastore non riesce a controllare in modo che non invadano le proprietà private, con buona pace delle regole sulla transumanza. Se ci fossero dei dubbi sulle mie asserzioni, venga pure a farci visita, io sono disponibile, e le farò conoscere un po’ di persone arrabbiatissime a causa del passaggio di questo gregge, ed in quell’occasione potrei mostrarLe anche i nostri marciapiedi liberi da qualsivoglia deiezione. Un’altra cosa che, forse Le è sfuggita, è che il pastore porta i suoi animali su un alpeggio privato, che oltretutto si trova sul territorio di un altro comune, collegato alla statale attraverso un tronco di strada provinciale, quindi forse più agevole che non la nostra, ma per questo io al momento non so fornirLe nessuna spiegazione. Per quanto riguarda la disposizione “ad personam” essendo il destinatario l’unico da anni a transitare nel nostro comune, ci riesce difficile trovarne altri, mentre per gli affitti fantasma da Lei citati, non mi sento parte in causa, dal momento che in questa realtà non si è mai verificata una simile situazione. Su una cosa finalmente devo darLe ragione: ci riproveremo e torneremo ad insistere. Ora, io non credo che Lei sia così sprovveduto da essersi lasciato sfuggire tutti i particolari di cui sopra, ma temo invece che abbia tralasciato una delle regole fondamentali per una corretta informazione, che prevede, prima di scrivere un articolo, di sentire tutte le parti in causa. Ecco, questo si, credo proprio che Le sia sfuggito, caro Professore. Consiglio di Rumo, lì 11 gennaio 2011
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