(30.05.11) É partita la campagna di sottoscrizione di azioni della società Valli del Bitto, braccio commerciale a sostegno della causa del Bitto storico
ll Bitto storico lancia
la campagna per
l' azionariato popolare
di Michele Corti
Già ora si possono effettuare dei versamenti anticipati per 'riservarsi' delle azioni in vista dell'aumento di capitale che avverrà a Settembre
Paolo Ciapparelli, presidente del Consorzio del Bitto storico e ormai noto come il 'guerriero del Bitto' lo aveva annunciato il giorno 8 maggio in occasione dell'assemblea della Valli del Bitto spa: "Siamo pronti a giocare la carta dell'azionariato popolare confortati dal sostegno che circonda la nostra causa e da tante espressioni di solidarietà e simpatia". Chi desidera concorrere attivamente
alla causa del Bitto storico, un esempio forse unico al mondo di resistenza casearia alla omologazione del gusto e dei cervelli, ora può farlo in modo efficace. Bastano 150€ per acquistare un'azione della Valli del Bitto Trading spa, la società che ha consentito al Bitto storico di gestire la magnifica casera capace di 4.000 forme che sta garantendo l'autonomia e la valorizzazione di questo formaggio unico.
La 'Valli de Bitto trading spa' ha un capitale di 360.000€ provenienti da 43 uomini e donne di buona volontà che credono in questa avventura. Un'avventura che punta a salvare un prodotto che non è solo un formaggio ma un'espressione di una vera e propria 'civiltà del Bitto', un sistema perfezionato nei secoli di sfruttamento razionale dei pascoli alpini, di caseificazione accurata, di arte dell'affinamento,
della valutazione delle forme e partire migliori. Un 'sistema' che guarda avanti e sa di poter contare sui tempi lunghi della storia per riuscire vincitore nel confronto con i meschini interessi contingenti degli adepti della standardizzazione, delle furbizie di corto respiro del marketing. Per ora, però, gli interessi di corto periodo trovano le istituzioni, gli amministratori locali unanimi nel cercare di affossare un'esperienza controcorrente e 'sovversiva' delle logiche dell'industria, della
società dell'immagine che manipola tipicità e tradizione per fini di profitto immediato. Ecco perché serve il sostegno della gente. Ai piccoli imprenditori, locali e non, che stanno già sostenendo con migliaia di euro tirati fuori di tasca propria la Valli del Bitto possono unirsi i tanti estimatori del Bitto storico, le tante persone che amano queste valli, che amano le cose autentiche.
L'aumento di capitale sarà stabilito a settembre, quando verrà cambiato anche il nome della società (sarà eliminato l'orribile 'trading' e sarà fatto un riferimento diretto alla ragione sociale: il Bitto storico).
In occasione di Cheese, la grande rassegna internazionale casearia organizzata da Slow Food a Bra, il Bitto storico avrà un posto di onore. Sarà l'occasione per presentare i risultati di tante battaglie e sarebbe bello poter annunciare che tanti piccoli e piccolissimi azionisti si sono uniti alla società che commercializza il Bitto. La garanzia del carattere etico dell'operazione
è presto illustrata con poche cifre. La società ha dovuto impiegare tutte le sue risorse per pagare l'affitto anticipato della casera (per venticinque anni) e per arredarla. Solo i canoni anticipati (che garantiscono continuità e sicurezza all'attività dei produttori) hanno richiesto un esborso di 300.000€.
L'altro dato è rappresentato dal prezzo etico di acquisto del Bitto fresco: 15-16 €/kg in funzione della qualità. Un prezzo mai raggiunto da nessun formaggio. Un prezzo cui vanno aggiunte le laboriose e assidue operazioni di cantina di cura e toelettatura delle forme, la rigida 'selezione' che impone di tagliare le forme che si intuisce non possano sostenere un invecchiamento ulteriore. Un
lavoro impegnativo e una forte incidenza di forme e pezzi di formaggio che occorre valorizzare in modo diverso e con minor resa economica. Con l'aumento del capitale la società di propone di acquistare più forme riducendo il numero di quelle che vengono vendute fresche dai singoli produttori (con minor ricavo) e aumentando la 'base' della selazione della 'prima scelta' destinata a diventare un vertice mondiale di qualità casearia. Quest'anno a Bra verranno aperte in diretta televisiva e mese
all'asta a favore del Consorzio ma per metà del ricavato a Presidi di paesi poveri, forme di 15 (quindici) anni. Mantenute in casera in condizioni naturali e non in cella, sia ben chiaro.
Tutte queste asserzioni possono essere verificate da chiunque con il massimo di trasparenza. Basta recarsi di persona al Centro del Bitto storico a Gerola alta (il 'Santuario del Bitto') per rendersene conto. Gli aspetti tecnici ed economici vi verranno spiegati nei dettagli. Dopo di che credo che parecchi sottoscriranno volentieri la prenotazione delle azioni. Per chi non ha la possibilità
di andare di persona consiglio di scrivere o telefonare. Vi sarà anche spiegato come effettuare i versamenti.