Emergenza lupo:
finalmente
decolla un'iniziativa
politica
In pochi giorni si sono registrati diverse
iniziative politiche contro la politica lupista che mette in ginocchio
gli allevamenti estensivi, la montagna le aree interne. Dopo la lettera
durissima contro una politica regionale appiattita su WolfAlps, redatta
da comuni e unioni dei comuni della provincia di Torino e della val
Maira (qui)
è arrivata la circostanziata lettera di Mauro Deidier,
neo presidente del parco delle Alpi Cozie che contesta WolfAlps (qui).
Infine è del 29 gennaio una lettera della commissione agricoltura del
parlamento europeo che prende una chiara posizione a favore della
revisione dello status di iper-protezione del lupo.
di Michele
Corti
(03/02/2021) L'Eco
delle prese di posizione del
presidente del parco delle Alpi Cozie non si è ancora spento. Ieri
l'Eco del Chisone titolava "Serve un piano di abbattimento".
Parole che Didier non ha neppure pronunciato. Tanto è vero che,
nella sia densa lettera di 5 pagine sfiora solo il problema del
"contenimento" (che la Direttiva Habitat prevede possa essere attuato
mediante varie modalità). Deidier ha analizzato lo sperpero dei
tanti milioni di cui dispone WolfAlps, ha preso in esame la gestione
degli ibridi, il
mancato supporto agli allevatori (che devono "convivere" con il lupo ma
non hanno aiuti), le strategie di manipolazione dell'informazione
attuate dai lupisti. Fa il gioco dei lupisti distrarre l'opinione
pubblica da questi argomenti scabrosi e additare Deidier come quello
che sogna cataste di lupi sparati.
Al gioco si è prestato
l'Eco del
Chisone che ha eccitato gli animi dei lupisti da tastiera. Con la
bava alla bocca hanno
commentato sulla pagina facebook del giornale, ricoprendo Deidier di
insulti (come dallo screenshot di seguito). Come si vede il "consiglio"
rivolto al presidente del parco di "abbatersi da solo" era lì da 6 ore
ed è rimasto ancora ore. No comment sulla gestione delle moderazioni da
parte
dell'Eco.
Intanto
la lobby del
lupo si
è assicurata per
altri anni le cospicue entrate garantite dal progetto Life WolfAlps.
La Ue non solo l'ha rifinanziato per altri 5 anni ma ha aumentato il
budget: da 8 a 12 milioni di euro. Giustamente Deidier rileva nella
sua lettera che analizzando il
dettaglio delle spese si ha
la
percezione che venga cercata ogni minima possibilità per riuscire ad
investire le
ingenti risorse disponibili. E volete che non si innervosiscano,
desiderosi come sono di farsi finanziare WolfAlps a vita e
garantire non solo a sé stessi ma ai figli e ai nipoti una posizione
economica "confortevole"?
Tra gli scandalizzati
dalla lettera di Deidier ci sono - era scontato
- il geom. Canavese, direttore del parco delle Alpe Marittime,
capofila di WolfAlps, che difende la sua gallina dalle uova d'oro e i
.... grillini che, proprio in val Susa, hanno
tradito in modo clamoroso le comunità locali che si oppongono alla
TAV. Al lupismo
organizzato,
oltre alla lettera di Deidier, darà sicuramente fastidio un'altra
iniziativa. Ci riferiamo a una lettera della
presidente della commissione agricoltura del parlamento europeo.
Fornendo il parere della commissione agricoltura su due petizioni, la
1188/2017 sulla gestione
dell'orso bruno in Romania e la 0074/2020 sullo status di protezione
del lupo, a cura della
camera di agricoltura del Tirolo, la commissione agricoltura fa
affermazioni molto importanti sulle quali torneremo tra poco.
Notiamo, per inciso,
che il partito del lupo, consapevole della forte
capacità di resistenza degli allevatori dei paesi alpini di lingua
tedesca (forti dell'appoggio di forti partiti locali come la SVP,
la CSU, il TV), ha lanciato per quell'area "ostica" l'ennesimo progetto
Life pro lupo, cammuffandolo da "Protezione del bestiame". Un progetto
che ha preso avvio con viaggi premio per allevatori "virtuosi" (i
krumiri della categoria) disposti a fare da testimonial per la
convivenza. Altri 5 milioni di euro.
Tornando al contenuto
della petizione tirolese esso è stato così
sintetizzato nella risposta della commissione
petizioni del parlamento
europeo:
Secondo
il firmatario, la rigorosa
protezione del lupo ai sensi del diritto europeo non dovrebbe portare
a compromettere la sicurezza pubblica e delle persone
che vivono negli insediamenti rurali. Il firmatario sostiene che
nell'area alpina del Tirolo, densamente popolata, vale a dire
utilizzata per scopi turistici, agricoli, forestali e venatori, dove
l'agricoltura tradizionale alpina gioca un ruolo particolarmente
importante, non c'è posto per un predatore come il lupo. In
particolare, il firmatario ravvisa un
grave rischio per i pascoli alpini che costituiscono un prezioso ed
essenziale elemento del patrimonio culturale della regione. Il
firmatario chiede di riconsiderare la definizione scientifica dello
status della
popolazione del lupo al fine di una modifica delle relative previsioni
della Direttiva Habitat e chiede anche che
venga fornito un indennizzo economico adeguato ai danni
causati sia con riferimento agli animali uccisi che allo sforzo
supplementare
necessario per proteggere gli animali da allevamento. Il firmatario
chiede alla Commissione europea quali piani d'azione strategici abbia
sviluppato a fronte di una popolazione di lupi in crescita. Le
risposte fornite dalla commissione petizioni esprimono il punto di
vista della commissione ambiente, cioè quello della lobby lupista. Un
dato politico con il quale si deve fare i conti. La
commissione (qui la lettera in
inglese), infatti ha replicato che:
In
Austria la conservazione del lupo non è soddisfaciente, ovvero non è
ancora abbastanza imbottita di lupi secondo i desiderata della lobby (commento: per
loro la
conservazione del lupo non è soddisfaciente sino a che tutti i paesi
della Ue non siano imbottiti di lupi).
la
Direttiva Habitat consente il contenimento del lupo e non è necessario
cambiare lo status della popolazione da super protetto a protetto
(commento: fanno
finta
di
ignorare che nel regime di super-protezione le azioni di contenimento
sono quanto mai macchinose).
gli stati dell'unione
hanno la possibilità di risarcire al 100% i danni da lupo (commento: in
realtà in Italia le regioni hanno sempre sostenuto che gli indennizzi
ai danni immediati e collaterali si scontrano contro la norma che
impedisce gli "aiuti di stato" e hanno, in effetti, applicato il de
minimis, ovvero sono ricorsi alla degora che prevede un aiuto non
superiore a 2500 euro in tre anni, ci si chiede se bara la Ue o barino
le regioni italiane).
è possibile
convivere
con i soliti mezzi passivi: i cani, le reti, la sorveglianza degli
animali ecc. (commento:
una
risposta ideologica standard che rifiuta di prendere in considerazione
la differenza di condizioni naturali e sociali che fa sì che in
determinate situaizoni i mezzi di difesa passiva siano di impossibile
attuazione e limitata efficacia).
Preso atto che la
maggioranza delle istituzioni europee è allineata a
una difesa ideologica del lupismo e non vuole prendere in
considerazione nessuna proposta di aggiornamento dell'anacronistico
status di super protezione del predatore, che ne favorisce l'espansione
e l'aumento numerico. La corte di giustizia delle UE ha sentenziato non
più tardi del giugno 2020 che la super-protezione del lupo si estende
anche ai soggetti che entrano nei centri abitati. Un vero e proprio
idolo intoccabile. Anche se il lupo entra in un ambito abitato non si
può catturare a meno che non vi siano apposite deroghe previste dalle
competenti autorità nazionali. In questa deriva va
però osservato come, almeno la commissione
agricoltura ha preso una posizione chiara.
Anche ad essa è stata
sottoposta la petizione del Tirolo. Possiamo a questo punto affermare
che, anche se agli effetti pratici nulla cambia, la petizione tirolese
è servita a far esprimere la commissione agricoltura in senso
favorevole alla revisione dell'iper protezione per una specie che è
tornata ad essere molto diffusa e che dovrebbe essere gestita di
conseguenza. Qui
la lettera originale (in inglese).
Riportiamo alcuni
stralci di una traduzione non ufficiale, limitatamente ai punti più
interessanti.
Mentre il
numero totale di lupi continua ad aumentare in tutta
Europa, gli esperti hanno sottolineato la necessità di misure
preventive che consentano la coesistenza di grandi carnivori e
popolazioni rurali. (commento: finché si
ascolteranno
solo gli esperti di una delle parti in causa, che hanno forti interessi
personali e ideologici nel raccontare le cose come a loro garba,
sentiremo ancora questo mantra).
Innanzitutto, i membri della commissione
AGRI
esprimono il loro pieno sostegno agli allevatori che hanno perso o
che rischiano di perdere bestiame a causa degli attacchi dei grandi
carnivori.
La
commissione agricoltura invita la Commissione [petizioni] a presentare
un emendamento alla
direttiva 92/43 / CEE sulla conservazione degli habitat naturali e
della flora selvatica per spostare le specie di lupo e orso bruno
dalla categoria delle "specie rigorosamente protette" a una
regime che permette di regolare il numero di individui di queste
specie. (commento:
questa è
l'affermazione veramente importante)
Vorremmo sottolineare
la necessità di una rivalutazione
periodica delle popolazioni di carnivori e del loro stato di
conservazione alla luce della Direttiva Habitat, visti i loro attuali
tassi di crescita. Inoltre, nel caso dei lupi, data la loro mobilità,
dovrebbe essere preso in considerazione anche lo stato di
conservazione a livello dell'UE. (commento: anche
questa
asserzione è interessante).
Sebbene la Commissione
[petizioni] abbia
ragione nel sottolineare che
l'attuazione delle eccezioni previste dall'articolo 16 della
direttiva Habitat dipende dalle autorità nazionali, l'UE dovrebbe
fornire orientamenti e supporto alle autorità nazionali e locali,
soprattutto nei casi in cui le misure adottate sembrano essere
insufficienti. In
caso di perdite di bestiame, gli allevatori interessati dovrebbero
poter ottenere il pieno risarcimento senza ostacoli burocratici.
(commento: qui
si domostra che la
commissione agricoltura è a conoscenza della realtà e non respinge
sprezzantemente le doglianze dei territori e della parte agricola. In
Italia, il paese dell'Europa occidentale con più lupi le autorità
nazionali non fanno nulla per non urtare gli animalisti).
Dato
che le grandi popolazioni di carnivori si stanno espandendo in tutta
l'UE, riteniamo che questa materia meriti un monitoraggio e
un'attenzione costanti
(commento: giusto)
Il finanziamento
dell'UE a sostegno di queste
misure [cani, recinti ecc. ] dovrebbe essere
notevolmente aumentato date le difficoltà di applicare queste misure
in alcune regioni (in particolare montuose), come menzionato nella
petizione [del tirolo] Inoltre, il finanziamento dovrebbe essere
accompagnato
da un'adeguata assistenza tecnica agli agricoltori nell'attuazione
delle misure. In caso di perdite di bestiame, gli allevatori
interessati dovrebbero poter ottenere il pieno risarcimento senza
ostacoli burocratici. (commento: le nostre
regioni
italiane fanno a gare nell'inventare ostacoli burocratici per
dissuadere gli
allevatori dal denunciare le predazioni).
Come si vede la commissione agricoltura fa proprie molte delle
obiezioni contro la politica ufficiale pro lupo della Ue e degli stati.
Il dato politico è importante e va dato atto dell'impegno di
europarlamentari italiani (l'on. veneta Mara Bizzotto) di essersi
impegnati per questo risultato. Un dato tanto più importante in quanto
la commissione ha assunto delle sollecitazioni che venivano
dall'opposizione.
Quello che si sta
configurando è un fronte di associazioni e comitati di pastori e
allevatori, amministratori pubblici, politici, esponenti della
cultura locale e delle minoranze linguistiche. Sinora scollegato,
questo fronte, attraverso le diverse iniziative in corso sta finalmente
coordinandosi con la prospettiva di superare la dimensione puramente
spontanea e locale. Non c'è ancora molto tempo.
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