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Orsi e lupi


Si rivede la (brutta) commedia dell'orso trentino. M49 è uccel di bosco o già morto?



di Michele Corti


Aggiornamento 10.07.19. M49 è vivo e arzillo e si è spostato dalla val Breguzzo alla val Daone sbranando due manze e una vacca alla Malga Stabolone. Nelle trappole tubo non vuole proprio infilarsi. E così i forestali e la provincia sono beffati e costretti a spostare di continuo i loro tubi mentre gli allevatori preparano per venerdi' una manifestazione di protesta a Trento e nella melina gli ambientalisti hanno tempo e opportunità per montare la cagnara. Tutto perché si teme che la cattura con dardo di narcotico possa finire come nel caso di Daniza. Ma se l'orso continuerà a spostarsi, a uccidere e a non finire nelle trappole (bello sazio sarà difficile prenderlo per la gola) cosa farà Fugatti?

(06.07.19) Il primo luglio, dopo due settimane dal penultimatum, in presenza di una posizione incrollabile del ministro Costa che continua, da animalista militante, a non reputare necessaria la cattura dell'orso M49, il presidente della provincia autonoma di Trento (PAT) si è trovato costretto a emanare un'ordinanza per la sua cattura, finalizzata alla captivazione permanente presso la struttura del Casteller, presso Trento. Il giorno 4 luglio, alla mattina, l'Adige, principale fonte di informazione locale del Trentino, annuncia la cattura dell'orso, promettendo che i dettagli sarebbero stati resi noti dal presidente Fugatti in una conferenza stampa alle ore 14. Si è poi saputo che, agli ingressi del Trentino, vi erano presidi delle forze dell'ordine, pronte a prevenire "marce sul Trentino" di parte animalista. Difficile pensare che non sia successo niente e l'ipotesi che l'orso sia morto in un tentativo mal riuscito di cattura è tutt'altro che peregrina. A sera la smentita della cattura. Comincia così, con un giallo, la campagna di cattura del M49. Ci sono tutte le premesse per una farsa tragica, come nei casi delle famose orse Daniza e KJ2. Assisteremo ancora alla saga dell'orso imprendibile che si fa beffe della provincia o, misteriosamente (ma non troppo), non se ne sentirà più parlare?  



La notizia, dell'altro ieri, relativa all'annunciata e poi smentita cattura dell'orso M49 , da qualunque parte la si consideri, lascia sconcertati. Vale la pena riassumere brevemente i precedenti della vicenda (che il lettore trova ampiamente illustrati qui). 

L'orso in questione, un maschio di tre anni da tempo terrorizza la val Rendena, nel Trentino occidentale, una di quelle dove gli orsi sono maggiormente presenti (le femmine non si sono schiodate mai da un certo poligono). Ha commesso un totale di 16 effrazioni, in cinque casi di abitazioni, in altri di luoghi produttive (come casere e stalle) ha sbranato decine di animali domestici a ripetizione. In un caso fuggendo da una stalla, dove era penetrato, ha buttato a terra un pastore che se l'è cavata senza ferite ma con tanta paura.  Il 18 giugno, la stessa Ispra (l'arcigno istituto di protezione dell'ambiente pronto a mettere i bastoni tra le ruote ad ogni azione di controllo della fauna selvatica), ha riconosciuto con una sua nota alla PAT che M49 è orso pericoloso, quasi al massimo grado.



 
Nella scala (sotto) di pericolosità degli orsi è arrivato al penultimo stadio (18). La scala è quella del Pacobace, il piano di azione per la gestione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali sottoscritto dalle regioni e dalle provincie autonome. Esso ricalca il piano europeo che è stato redatto dagli esperti orsologi, personaggi del mondo cnservazionista scientifico spesso collaterali al WWF, in ogni caso molto garantisti nei confronti dell'orso.


TABELLA - PACOBACE (aggiornato al 2015) dove i sta per cattura temporanea e monitoraggio,  j per cattura e captivazione permanente e k per abbattimento.


Ma in Italia, dove il garantismo pseudo buonista nei confronti della fauna selvatica non è mai abbastanza, il piano europeo - con il suo protocollo di gestione degli orsi problematici e pericolosi - è stato adattato. In Svizzera dal grado 13 in poi non è previsto più il monitoraggio e la "dissuasione" (con i proiettili di gomma, i pedardi i dardi esplodenti ecc). Dal 13 in poi l'orso, in quel paese civile, decisamente più preoccupato della vita dei propri cittadini rispetto all'Italia (dove il cittadino, specie se "villico", resta ancora il suddito , il servo della gleba),
è giudicato "pericoloso" e quindi tale da essere trattato solo con azioni energiche. Tali azioni ai gradi 17 e 18 si riducono a una sola opzione: piombo.



  Il Pacobace, invece, non solo prevede che la cattura temporanea o permanente sia applicabile anche agli orsi più pericolosi (17 e 18) ma per questi contempla (ancora?) monitoraggi e dissuasione (melina). Queste assurdità hanno permesso nel 2015 al dr. Groff (responsabile dei grandi carnivori della PAT) e ai forestali di rilasciare un'orsa che aveva aggredito pesantemente Walter Molinari, colpevole di correre sui sentieri del Bondone, mandandolo all'ospedale con gravi lesioni (perse poi permanentemente l'uso del braccio destro). I suddetti dopo settimane di melina, ormai al 15 ottobre (Molinari era stato ferito a giugno) la catturarono, ma solo per radiocollararla. In esecuzione di un'ordinanza urgente e contingibile;  talmente urgente che impiegarono mesi. Ovviamente non volevano catturarla. Nell'inverno l'imprevisto (come no?) fenomeno del dimagramento invernale del plantigrado, provocando la riduzione della taglia del collo.. consentì all'animale di liberarsi del collare e di tornare uccel di bosco. La latitanza durò sino al 2017. Il 22 luglio Angelo Metlicovez venne aggredito, sempre alle spalle, dall'orsa e si salvò per miracolo.
  A ferragosto i forestali, questa volta,  su ordine diretto del presidente Rossi, abbatterono con un colpo di carabina l'orsa, mettendo fine alla saga.


L'orsa KJ2 dopo l'abbattimento

 Si dice che a tirare il grilletto in realtà fu un cacciatore professionista canadese, non perché i forestali non sappiano tirare, ma perché nessuno di loro ha il coraggio di sparare a un orso temendo le minacce animaliste per la propria vita e per quella dei propri cari. Gli animalisti, che non si aspettavano tanta determinazione da una provincia che pensavano di poter tenere in scacco con le loro minacce di azioni di piazza e di guerriglia legale, colti (da bravi pantofolai) sulle spiagge, non riuscirono ad abbozzare una reazione paragonabile a quella seguita al "caso Daniza" (si ritrovarono a Trento in 50 sfigati).



KJ2, era figlia di Kira, un'orsa capostipite (di importazione slovena), una della prima generazione, la stessa di Daniza, che si comportò sempre male e che, nel 2014, dopo l'aggressione a un fungaiolo nei boschi di Pinzolo, morì durante le operazioni di sedazione finalizzate alla sua cattura e al trasferimento nella struttura del Casteller (un recinto-prigione per gli orsi "discoli"). L'orsa era già di una certa età e indovinare la dose giusta di narcotico non era facile. Gli animalisti accusarono la PAT di aver inteso deliberatamente sopprimere l'orsa; in alternativa si scagliavano contro la presunta incompetenza del povero veterinario che preparava il dardo con il narcotico da passare al tiratore. Il veterinario venne linciato sui social, accusato di incompetenza o di aver di proposito somministrato una dose troppo alta, e gli zelanti animalisti lo denunciarono (ovviamente il caso fu archiviato).



Politici e giornalisti, compresi quelli di "destra",  compreso Salvini, che pensavano di mettere in difficoltà il centro-sinistra al governo in Trentino e di guadagnare facile popolarità, fecero a gara nel condannare il "caso Daniza". Ora le parti si sono invertite e forse qualcuno si sta pentendo di aver cavalcato la demagogia ambientalista.
 
Daniza è assunta al ruolo di "martire", vittima dell'umano specista e malvagio. In suo nome i vari gruppi e gruppuscoli hanno raccolto fondi e organizzato iniziative. Ancora nel 2018 si registra, in nome di Daniza, un crowdfunding, fermato, però, a 2 mila euro (si vede che anche per gli animalisti la francassa ha stufato). Scopo:  la pubblicazione di un libro stappalacrime dichiaratamente "antispecista", che sotto le vesti della "fiaba" instilla ai bimbi l'ideologia animnalista (con gli stessi metodi della diffusione dell'ideologia gender, non a caso compresa nello stesso "pacchetto" ideologico caro all'aristocrazia finanziaria euromondialista). Non è un caso che, mentre le persone sono ridotte a merci da sfruttare senza limiti e scrupoli, gli animali sono innalzati a persone, soggetti di diritti.


L'animalismo ha cavalcato in tutti i modi il caso Daniza (poco, al contrario, quello KJ2 perché il tempismo di Rossi lo ha spiazzato rompendo l'incantesimno dell'orso-tabù e dimostrando che l'eroe mitico si sgonfia quando una pallottola lo ridimensiona alla sua natura di animale qualsiasi). Oggi la patata bollente l'ha in mano Fugatti che non vuole certo un estate turistica blindata con la polizia in assetto anti sommossa (come si verificò per Daniza). Sono le immagini delle dimostrazioni di piazza nei centri turistici che fanno paura, non la minaccia spuntata del "boicottaggio" da parte di chi, se di fede animalista, non aveva certo programmato una vacanza in Trentino.





Così, intimorito dalle diffide animaliste, comprese quelle del ministro Costa, Fugatti ha compiuto una scelta che potrebbe rivelarsi pericolosa. Ha sbagliato una prima volta nel non ordinare l'abbattimento (del tutto lecito in base al Pacobace), pensando di ammorbidire gli animalisti. Ma questi ultimi contestano con altrettanta foga la cattura (mentre le persone di buon senso la considerano una stupida ipocrisia).



Perché un'ipocrisia?  In Trentino gli orsi hanno a disposizione un territorio di decine di kmq. Il recinto del Casteller, ora in ampliamento è di 0,78 ha ed era previsto per tre animali. Molto poco per un orso anche se non è come stare in una gabbia



La struttura di confinamento degli orsi problematici nei pressi di Trento (Casteller). Di recente è stata ampliata per poter ospitare nuovi ospiti.

Al primo errore (scegliere la cattura al posto dell'abbattimento) ne è seguito un 'altro: invece che catturare con il laccio l'orso e sedarlo con il dardo narcotico, si è preferito utilizzare la trappola tubo. Essa consente di operare senza praticare la narcosi. Il sistema della trappola è condizionato dal comportamento individuale dell'orso. Quelli diffidenti raramente ci cascano, quelli come M49 che hanno esperienza di penetrazione in manufatti potrebbero essere migliori "clienti". Ma gli orsi confidenti sono anche problematici e imprevedibili. Vuoi che la notte tra il 3 e il 4 è successo qualcosa di strano che si preferisce tenere nascosto?

 

La trappola a tubo è una struttura "spaziale" che può essere piazzata dove il carrello di trasporto può accedere.  Di certo non è facile mimetizzarla. Se M49 ha imparato a diffidarne (cosa sarà successo il 4 luglio?) difficilmente ci cascherà anche se verrà spostata. Attualmente in val Rendena sono piazzate tre trappole-tubo in aree pasturate con frutta e siero di latte. Si cerca di prender l'orso per la gola.Il laccio può essere facilmente celato alla vista dell'orso, può essere piazzato ovunque.




Fugatti adottando la linea della trappola-tubo (sicuramente consigliata dai "tecnici" della provincia), ha dimostrato di temere gli animalisti. Questa non è una buona premessa. Se non si riesce a catturare l'orso la sua credibilità presso gli allevatori e in val Rendena ne uscirà compromessa. Un aspetto preoccupante è che, a capo della struttura "grandi carnivori" ci sia sempre Claudio Groff.





La Pat nell'ultima fase della legislatura precedente ha dovuto ammettere che qualche orso può essere pericoloso. Il dogmatismo alla Groff : "l'orso non è pericoloso e non attacca l'uomo se non provocato" è ormai insostenibile, ma il contrario viene ammesso solo quando avviene il fattaccio o quando c'è un contradditorio. Negli opuscoli ufficiali, nel sito della Pat, sui cartelli, la "dottina dell'orso" non è cambiata, anche se chi era all'opposizione e ha contestato la politica dell'orso in Trentino, oggi è al governo.Tutt'oggi si legge nel sito ufficiale della provincia: L'orso è un animale solitario ha abitudini prevalentemente notturne, è schivo e diffidente, estremamente difficile da incontrare. Non è aggressivo e non attacca, se non provocato. vai alla fonte

Questo tipo di "comunicazione" è sistematica. L'opuscolo  "L'orso bruno in Trentino" (ed. 2014) ribadiva lo stesso concetto più in dettaglio:

L’orso non attacca se non è provocato. L’eventuale atteggiamento aggressivo o minaccioso ha il solo scopo di intimorire ed allontanare la persona che lo ha in qualche modo disturbato. Per questo qualche volta si possono verificare falsi attacchi, che non portano ad un reale (!?) contatto con l’uomo; nel caso in cui l’attacco dovesse invece realmente verificarsi, esperienze acquisite in Nord America ed in Europa orientale (in quanto non si conoscono casi di aggressione deliberata (!?) dell'orso nei confronti dell'uomo registrati nell'Europa meridionale) suggeriscono di: mettere qualcosa davanti a sé, come il cesto dei funghi, lo zaino o l’equipaggiamento da pesca; se ciò non aiuta, sdraiarsi a terra in posizione fetale, proteggendo la testa con le braccia.

Posto che l'orso agisce di impulso e che la "deliberazione" è facoltà esclusivamente umana, solo l'uomo è dotato di ragione e consapevolezza, attacchi mortali nell'Europa meridionale se ne sono registrati eccome. Per uccidere l'orso infierisce sulle sue vittime con morsi e artigliate anche quando essi non si difendono (vedi il caso dell'anziana greca del 2005 e uno analogo di un anziano raccoglitore di legna nel bosco avvenuto in Bulgaria nel 2008). Posto che non si può parlare in alcun modo di "azione deliberata" si può però riscontrare nell'azione d'impulso dell'animale la finalità di neutralizzare, quello individuato come un potenziale pericolo per i cuccioli, un disturbatore.   



Lesioni subite da una donna di 85 anni in Grecia nel 2005 - fonte: T. Vougiouklakis (2006), Fatal Brown Bear (Ursus arctos) Attack Case Report and Literature Review Am J  Forensic Med Pathol, 27: 266–267.

Con il restyling del sito Groff, forse perché stanco di essere da me "aggiornato" sui morti per opera degli orsi, ha tolto anche quella lacunosa pagina sul "pericolo degli orsi". Era ferma ad uno studio svedese del 2004 (che ometteva alcuni casi), ma almeno ricordava che "eccezionalmente" di orso si muore. Anche in Europa, non solo in Romania. 



La pagina sulla pericolosità degli orsi non esiste più


L'eccezionalità dei casi di aggressioni fatali, per chi è accecato dall'ideologia anbientalista, come Groff, è rappresentata da 29 morti in Europa tra il 2000 e il 2015 in 345 attacchi (vedi la Tabella sotto). Groff, in diverse occasioni, ha però anche detto che il rischio che, anche in Trentino, ci scappi il morto, per quanto basso non può essere escluso. Tanto è vero che la PAT ha stipulato una polizza che prevede un massimale di 250 mila € come indennizzo per la morte di una persona. In qualche occasione Groff ha parlato di "un morto ogni 200 anni".  In Trentino, sinora, si sono registrati 4 attacchi con feriti, Maturi (2014), Zadra (2015), Molinari (2015), Metlicovez (2017). Quattro attacchi in 5 anni. In realtà sono di più. Angelo Metlicovez, dal suo letto di ospedale dichiarò:

Nella stessa zona una ragazza è stata anche lei inseguita dall'orso. Per salvarsi si è buttata giù per il dirupo e ha tutte le gambe rovinate, me l'ha detto una dottoressa dell'ospedale. Ha già fatto la denuncia in Provincia ma non dicono nulla e mettono tutto a tacere. Se sapevo che la mattina era successo una cosa simile non passavo di certo per quei luoghi.

Nel 2014 Sisinio Zanella non subì conseguenze dall'attaccò solo perché sorprese l'orso reagendo a bastonate (di casi simili se ne conterebbero 12, tutti negati). Il contatto nel casi di Zanella ci fu eccome. Pur considerando i soli casi ufficiali, se la media europea "ci azzecca", e si verifica un morto ogni poco meno di 12 attacchi, entro 10 anni in Trentino dovrebbe scapparci il morto. Altro che 200.  Dallapiccola, uno che si è prestato a lasciarsi mettere in bocca la corbelleria dei campanelli anti orsi (che l' Università di Calgary in Canada, dove di orso se ne intendono veramente, considera utili solo in aree deserte, senza alcun contatto tra orsi e umani e  pericolosi in aree antropizzate), su evidente suggerimento di Groff, nel 2015, ha inventato la categoria dei "finti attacchi". Un vero capolavoro della coppia Groff-Dallapiccola che va ad aggiungersi all'aggressione "deliberata" (e perché no premeditata, tanto che si siamo), al "contatto reale" (che ne presuppone per proprietà oppositiva la sussistenza di uno "irreale" o "finto" o di "contatti di terzo tipo" alla ET). Peccato che i "finti attacchi" esistano solo nella loro testa e che di "finta" in questa vicenda surreale c'è solo la qualifica di esperto di qualcuno.  In ogni caso la Commissione europea e i gruppi tecnici sull'orso, composti sempre da orsologi-orsofili, ma evidentemente più seri di quelli nostrani, hanno definito con precisione il "falso attacco" come  "attacco senza contatto in presenza di un orso sorpreso o provocato" (DG Ambiente.  Defining, preventing, and reacting to problem bear behaviour in Europe, 2015).  I nostri "eroi" hanno classificato come "finti attacchi" quelli a Maturi, Molinari e Zadra, derubricando invece casi come Zanella (e altri 12) come "falsi attacchi". Per la suddetta DG Ambiente della Commisisone europea il "vero attacco" è quello in cui l'uomo riporta ferite più o meno gravi indipendentemente del fatto che l'orso sia 1) sia provocato o disturbato; 2) sia stato ferito; 3) agisca per proprio impulso. Il "finto attacco" non esiste: o è vero o è falso. Ci sarebbe da scrivere un'interrogazione solo per chiedere al fenomeno se almeno considera "vero attacco" quello che porta al cimitero. Chissà?

Groff, per confondere le acque, considera "vero attacco" solo l'attacco predatorio, ovvero quello condotto dall'orso sotto l'ìmpulso della pancia vuota e della presenza di una preda.  Anche se considerassimo per assurdo "attacchi veri" solo quelli predatori, il caso di Brasov del 2008, quando un giovane che dormiva sul una panchina di un parco sub-urbano, venne ucciso e il cadavere trascinato verso il bosco per diversi metri, dimostrerebbe che anche in Europa meridionale gli orsi attaccano per predare l'uomo.Ma per chi muore non fa molta differenza sapere di essere stato ucciso per scopi alimentari o per aver disturbato sua maestà l'orso.


Tabella: Attacchi all'uomo da parte di orsi bruni in Europa (2000-2015)
Paese
Attacchi
Morti
Romania
131
11
Slovacchia
54
0
Turchia
54
11
Svezia
28
2
Finlandia
17
0
Grecia
12
1
Slovenia
12
0
Polonia
8
1
Ucraina
8
2
Bulgaria
7
1
Spagna
5
0
Croazia
3
0
Norvegia
2
0
Italia (Trentino)
2
0
Estonia
2
0
Fonte: Bombieri, G., et al. "Brown bear attacks on humans: a worldwide perspective." Scientific reports 9.1 (2019): 8573.

Negare, ridimensionare la pericolosità degli orsi, giocare di prestigio con le parole, è servito a Groff per imporre una narrativa "buonista", finalizzata a conquistare il consenso per il progetto Life Ursus e il suo proseguimento presso le agenzie provinciali di promozione economica e, nella fattispecie, turistica. Per molti anni, sino a quelli degli attacchi gravi e delle orse uccise (deliberatamente o "per sbaglio"), il logo dell'orso era ambito come mezzo di promozione commerciale.


Wladimir Molinari: una vita rovinata dai giochi lucrosi dei Signori dell'orso

 L'hanno usato il Trento film festival, la società di autotrasporti, le agenzie turistiche.  ditte alimentari. Poi si è trasformato in boomerang, ma Groff ha proseguito imperterrito con la sua propaganda melensa. Anche dopo che tre trentini sono finiti all'ospedale (e uno ha perso l'uso del braccio e, dopo due anni di malattia, il lavoro). La provincia lo voleva "risarcire" con 50 mila euro, prendere o lasciare. Poi lo ha "risarcito" con un  posto di usciere.  La capacità lavorativa e la stessa vita di un lavoratore nell'era del liberal-liberismo valgono pochino.  Ma questo cinismo è mascherato dalla fantasiosa, antistorica, ricostruzione idillica di un edenica convivenza di animali feroci e di umani. Nella neo-lingua della biopolitica la feroce conflittualità tra orso e umani diventa, retrospettivamente, "convivenza".




Una delle azioni meno corrette di Groff è consistita nel correre all'ospedale di Trento, in ben tre circostanze, appena le vittime dell'orso vi arrivavano in stato di shock. Quanta sollecitudine! In effetti, a parole, andava a portare la solidarietà sua e della provincia, in realtà a raccogliere elementi finalizzati a scagionare l'orso (e sè stesso) e a  mettere sotto  accusa le vittime. Così con Metlicovez (sotto in opsedale).


Groff, approfittando dell'interrogatorio, sia pure informale,  cui ha sottoposto Metlicovez (senza alcuna garanzia da parte della vittima, divenuta imputato) ha sostenuto, interpretando (male) le parole del pensionato settantenne, che ad attaccare per primo è stato l'uomo, con un bastone. Circostanza decisamente smentita dall'interessato che ha sostenuto di essere stato colto alle spalle dall'orso e di essersi poi difeso con il bastone (aveva anche una piccola bomboletta di spray urticante, quindi era consapevole del rischio e preparato ad affrontarlo).


Queste sconcertanti dichiarazioni di Groff sono gravi, non solo per il modo in cui ribaltano la realtà e mettono sotto accusa il pensionato ferito, pur di assolvere i "suoi" orsi beneamati, ma anche sotto il profilo politico e legale.
Esse contraddicevano apertamente le motivazioni dell'ordinanza del presidente Rossi
che, per giustificare l'abbattimento di KJ2,  scriveva di "aggressione da parte di un animale non provocato". Che all'interno della provincia ci fosse chi remava in direzioni diverse era chiaro da tempo. L'interrogativo era semmai intorno a quali coperture politiche godesse Groff che, se non remava apertamente contro il presidente della provincia, mirava di certo a metterlo in difficoltà. La domanda, a maggior ragione, ce la poniamo oggi: perché Fugatti, che tutte queste circostanze le conosce benissimo, non trasferisce Groff a incarico dove non possa nuocere?


Rossi, quando era presidente della PAT

La giustificazione è che la giunta precedente ha reso difficile se non impossibile spostare i burocrati.  Ma Groff, nel suo incarico, ha preso posizioni ed eseguito  compiti d'ufficio condizionato da opzioni ideologiche pro orsi. Oltre rilasciare un orso pericoloso già catturato, ha tentato di manipolare le dichiarazioni degli aggrediti, ha sempre cercato di "scagionare" gli orsi, ha deliberamente trasmesso al pubblico informazioni tranquillizzanti sulla non pericolosità degli orsi (salvo ammettere che un rischio, sia pure limitato di essere uccisi da un orso esiste),  ha confuso le acque invenmtando la categoria degli attacchi "finti", degli attacchi "deliberati", dei contatti "reali" (e non). Il nostro (ovviamente insieme al suo capo Masè) è responsabile di vari episodi - purtroppo conosciuti solo in piccola parte - che hanno visto i forestali intimare (con quale diritto?) a liberi cittadini di non raccontare quello che hanno visto. Testimonianze precise di "dissuasioni" da parte di forestali nei confronti di cittadini della Valsugana (che testimoniavano di aver visto l'orso quando la provincia ne negava la presenza in sinistra Adige), sono state a suo tempo raccolte in campo dalla nostra Laura Zanetti (qui il servizio); sotto la ripresa della Voce. Vi è poi l'utilizzo indebito dei carnai, con la scusa del "monitoraggio" per pasturare gli orsi. Troppe le iniziative di Groff in contrasto con la linea stessa della PAT assunta da Rossi, sia pure con la "copertura politica" di un assessore banderuola come Dallapiccola che, a fine legislatura, da predicatore che era - insieme a Groff - della convivenza con orsi e lupi, ha persino promosso una raccolta di firme contro il lupo.


La domanda che facciamo a Fugatti é: ma si sente tutelato, sig. presidente, da un Groff, da uno che - quanto a faziosità ideologica non è secondo a nessuno? Da che pulpito arrivano le denunce  al ministro Costa di essere troppo di parte?



Non crede, caro presidente, che l'incredibile capriola con la quale il Groff accusa Costa di ambientalismo e, persino, di ... animalismo, costituisca, oltre che un atto ipocrita, un modo per blandire sfacciatamente la nuova maggioranza in modo che tutto cambi purché gattopardescamente nulla cambi? E lei si fida di uno che ha fatto lo sgambetto al suo predecessore nel caso critico di KJ2, che non rispetta i cittadini trentini quando c'è da proteggfere gli orsi?  Auguri e in bocca all'orso.

  


Articoli ruralpini sul tema 

Sergio Costa e l'orso M49: un caso politico illuminante
(13.06.19) Da due mesi la provincia di Trento ha chiesto l'autorizzazione a catturare l'orso M49, autore di una serie di gravi predazioni (il bestiame viene aggredito dentro le stalle anche in vicinanza di case abitate). Il ministro Costa, un generale dei carabinieri forestali, da sempre organico ai Verdi, non si preoccupa neppure di rispondere in modo formale e comunque fa sapere che "non è opportuno" catturare il plantigrado. Ne fa un arma della sua battaglia politica contro la Lega e l'autonomia delle regioni del Nord

Rotto il tabù: abbattuta  l'orsa pericolosa 

(14.07.17) Un fatto che va oltre la cronaca e che segna indubbiamente una svolta (il primo grande predatore protetto abbattuto legalmente in Italia). Occasione per approfondire non solo le vicende recenti degli orsi trentini ma anche la (non)politica dei grandi predatori in Italia, e il ruolo del movimento animal-ambientalista

La Valtellina impari lalezione della  sciagura degli orsi trentini. Dalla Bitta avvisato... mezzo salvato
(27.07.17) Abbiamo scritto una lettera aperta al presidente della provincia (ben poco autonoma) di Sondrio, affinché intervenga per far cessare la campagna di propaganda della sua amministrazione tendente a presentare gli orsi come "non pericolosi se non provocati" e si attivi con la Regione Lombardia per la recessione dal Pacobace

Caso Metlicovez : gravi responsabilità della PAT
 (24.07.17) Questa volta non basta alla Pat il gioco dello scaricabarile ("le catture le deve autorizzare Roma"), né i giochi di parole ("non è un vero attacco"). Se sarà accertato, come tutto lascia supporre, che ad attaccare è stata Kj2, orsa catturata e poi rilasciata dai forestali, emergerebbe l'incapacità delle strutture della provincia a garantire la sicurezza delle persone ma anche una responsabilità dolosa.

(03.08.15)  L'orso visto da un Trentino "figlio di un dio minore"
Ragoli,  Preore, Montagne, comuni di poche centinaia di abitanti della "busa di Tione" (che nell'ottica del Parco Adamello Brenta sono una "porta di servizio" per entrare nel regno dell'orso creato con Life ursus). Qui l'orso si vede tutti i giorni ma - in compenso - non c'è la ricca economia turistica di Pinzolo e Madonna di Campiglio

(21.07.15)  Hanno scambiato il Trentino con il Canada (e insistono)
Oggi politici ed "esperti" (ai quali i primi delegano tutto) hanno perso il contatto con la realtà. Il progetto Life ursus è un esempio di delirio tecnocratico e del trionfo dell'ignoranza mascherata da saperi specialistici. Hanno scambiato il Trentino con un Wild North spopolato

(14.07.15) Grigno (Valsugana) non vuole convivere con gli orsi
 
Siamo andati ad intervistare la gente di Grigno, paese della Valsugana, dove lo scorso anno si sono verificati numerosi casi di predazione e l'orso ha passeggiato tra le case.  La gente ha paura ma non si fa intimidire e il sindaco non ha accettato che  a informare  sugli orsi venissero gli ambientalisti.


(13.07.15) Psicosi orsi in Trentino. Ma chi ne è affetto?
La provincia di Trento sugli orsi sta assumendo posizioni contraddittorie. Basti dire che ora si ammette la pericolosità degli orsi e si chiede (come noi facciamo da tempo) l'autorizzazione dello spray urticante. Ma dentro la struttura gli irriducibili non rinunciano a negare l'evidenza della presenza di orsi anche a Est dell'Adige.


09.07.15) Marco Zadra ringrazia Life Ursus per i "regali"  elargiti ai trentini (e ai turisti)
Marco Zadra, aggredito a Zambana lo scorso 29 maggio e sfuggito per miracolo ad una tragedia, invia la seguente lettera che, purtroppo, non è stata pubblicata sui giornali. Preghiamo perció di diffonderla online al fine di contribuire a quell'opera di  informazione in grado di contrastare le manipolazioni di coloro che hanno sostenuto il progetto Life Ursus.

(24.06.15) ... temevo mi prendesse alla schiena e me la spezzasse in due
Marco Zadra aggredito da un orso a pochi km da Trento (e a 700 m  da un abitato) racconta nei dettagli a Laura Zanetti di  l'allucinante esperienza che ha vissuto il 29 maggio scorso.  La sua "colpa" è di aver voluto andare a fare esercizio fisico su un sentiero a 500 m di altitudine dopo il lavoro . Life Ursus ha deciso che i trentini non possono più vivere liberamente. 

(19.06.15) Parte la petizione per lo spray anti-orso
Dopo l'aggressione a Wladimir Molinari massacrato da un orso che lo ha assalito a a freddo nulla è come prima. La gente sta prendendo coraggio di reagire, la maggioranza silenziosa è stanca di subire politici, anilamalisti, tecnocrati. Intanto è partita la petizione per chiedere al Ministero dell'interno di autorizzare la libera vendita dello spray anti-orso (200 ml contro i 30 di quello anti-stupro).


(18.06.15) Orsi pericolosi: la provincia di Trento non sa decidersi a cambiare dottrina
L'ultima aggressione da parte di un'orsa (apparentemente senza cuccioli  e non provocata) avvenuta in comune di Trento ha mandato il 9 giugno in ospedale un uomo di 45 anni con prognosi di 30 giorni e il braccio massacrato. Ma per la Provincia di Trento gli orsi continuano a non essere pericolosi e si insiste a imporre una "convivenza" rifiutata dalla stragrande maggioranza della popolazione

(31.05.15) Uomo ferito da orso su un sentiero in Trentino
Mentre i Signori dell'orso gongolano per le sette cucciolate in Trentino gli albergatori gongolano meno sapendo che in Italia si sta diffondendo la notizia che un escursionista locale ha vissuto l'incubo di un'aggresisone da orso su un sentiero. Nonostante il racconto della vittima e la ferita "compatibile con attacco da orso" secondo i sanitari i Forestali per difendere i loro orsi parlano di "falso attacco".  

(29.09.14) L'avv. Giuliano avverte la Provincia di Trento e i suoi super esperti di orsi: vi assumete la responsabilità di omicidio volontario
Forte di pareri di esperti internazionali sulla materia l'avv. Mario Guliano mette in guardia politici e tecnici che continuano a scherzare con il fuoco. Negando la pericolosità degli orsi, omettendo la cattura di quelli pericolosi, manipolando l'informazione, inducendo le persone a sottovalutare la pericolosità degli orsi, essi si rendono responsabili di omicidio volontario in caso di attacco mortale. Solo per pura fortuna quest'anno due attacchi non sono stati tragici. Ma fino a quando durerà la fortuna?


(13.09.14) Vi spiego perché Life Ursus è un disastro annunciato (Daniza è solo l'inizio...)
Perché Life Ursus è un fallimento lo si capisce bene vedendo cosa succede a Madonna di Campiglio dove il Parco dell'orso benedice la devastazione dell'ambiente. Chi ha spinto sull'orso e la sua reintroduzione lo ha fatto in modi sbagliati perché aveva interessi inconfessabili. Oggi tra chi vuole eliminare gli orsi e chi ne fa un idolo non c'è possibilità di mediazione e le istituzioni che hanno scherzato con il fuoco ora pagano le conseguenze. Intanto i business proseguono.


(02.09.14)  Voci da Pinzolo. Cosa pensa la gente (allevatori e abitanti) degli orsi (senza filtri)
Sabato scorso la val Rendena è stata militarizzata per colpa dell'ignavia della provincia di Trento (cui è sfuggito di mano l'irresponsabile progetto Life Ursus) e della protervia un pugno di animalisti di Roma che pretendono di imporre ai trentini l'abbando delle attività di allevamento e di non mettere piede nei boschi. Sulla situazione la nostra Laura Zanetti ha raccolto i commenti senza filtro di allevatori trentini e veneti e degli abitanti della Rendena.

(28.08.14) Animalisti decisi a marciare su Pinzolo sabato senza autorizzazione
 
(nella foto Pinzolo) C'è di che riflettere per i guru del marketing territoriale Trentino  che hanno voluto il progetto Life Ursus, sintesi di integralismo 'conservazionista' e di affarismo. Ora l'estate turistica trentina rimbalza sui media con l'immagine di manifestazioni, schieramento di polizia antisommossa tensioni, denunce. Non basta la crescente paura e disaffezione dei turisti che temnono l'orso. Ora si aggiunge il timore di manifestazioni violente nel Trentino felix turistico delle famiglie.

(26.08.14)Fuga politica di Daniza agevolata da una provincia a metà tra ignavia e macchiavellismo 
Sono passati 12 giorni dall'aggressione potenzialmente mortale dell'orsa a un malcapitato abitante della val Rendena e l'orsa Daniza è stata lasciata 'fuggire' per calcoli politici. La PAT non l'ha catturata ma ha, furbescamente e irresponsabilmente lasciata andare la bestia oltre il confine provinciale (un orso che aggredisce un uomo una volta può rifarlo perché ha vinto ogni residua paura dell'uomo). Così ora se la vedranno i bolzanini con l'orsa. Bravi, avanti così.

(26.08.14)  Il movimento dei genitori prende posizione contro la mancata cattura di Daniza
Alla provincia di Trento si credono furbi. Dicono che cattureranno l'orsa responsabile di un'aggressione ad un uomo a Pinzolo ma non lo fanno per calcoli politici (del PD). A Trento hanno giocato da apprendisti stregoni con gli orsi. Ora sono sotto pressione da parte di soggetti economici, animalisti, politica di opposizione, Roma, valligiani e non sanno che fare mentre i più scaltri politici di scuola DC/PCI cercano di trarne profitto. Quanto mai opportuno il monito del Movimento gentitori che denuncia la gravità della mancata cattura dell'orsa

(23.08.14)La Provincia di Trento non sa più che pesci pigliare. Gli orsi sono patata bollente politica
Ugo Rossi, presidente del Trentino si copre di ridicolo. Con i suoi autogol dimostra come la premiata fabbrica degli orsi (Life Ursus) sia fuori controllo. Prima dice di voler limitare gli orsi con catture e abbattimenti, poi - inginocchiandosi agli animalisti - supplica le altre regioni, e 'oltralpe' di subirsi un 'contingentamento' di plantigradi da esportazione. I montanari delle regioni limitrofe diranno: "Dividi l'autonomia e poi forse dividiamo gli orsi" e "Prima sistemali nel Trentino orientale dove non ci sono o quasi, poi parliamo di deportazioni in altre regioni". "Contingenti orsi". Come fossero rifiuti speciali

(18.04.14) Life Ursus di fronte alla realtà
 
Robi Ronza commenta l'aggressione subita da un uomo in Trentino che ha 'osato' andare a cercare funghi in un bosco disturbando il sacro territorio dei sacri orsi.  La provincia di Trento non ne uscirà facilmente da un ginepraio dove a metterla in croce ci sono anche (oltre ad animalisti e valligiani furenti) anche il Ministero, la regione Veneto (Zaia pro-orsi, l'assessore al'agricoltura contro) . Intanto a ferragosto in tutta Italia si sa che ad andar a funghi in Trentino si rischia la vita. Ottima promozione per le famiglie. Grazie Life Ursus da parte degli albergatori (che potevano anche loro pensarci prima che la 'promozione' a suon di orsi era un boomergan).

(27.07.13)Dalle parole ai fatti : Comitato antiorso 
Quest' anno le azioni del Comitato antiorso (diventato anche "e Grandi Predatori") del Trentino si sono fatte più incisive. La campagna di raccolta firme "per liberare il Trentino dagli orsi" prevede banchetti informativi sui mercati dei paesi rivolti anche ai turisti. Sino all'anno scorso vi era il timore di perdere il consenso degli albergatori. Ora si teme anche per il turismo.


(03.07.13)Liberalizzare lo spray anti orso
L'avvocato Mario Giuliano di Trento, citando la casistica di incidenti mortali pubblicata da Ruralpini, scrive al ministro Alfano per chiedere che lo spray utilizzato in America per difendersi dalle aggressioni degli orsi non sia considerato come un'arma e posto in libera vendita.

(08.07.12) Poveri orsi
Esibiti come bestie da baraccone, sfruttati commercialmente, oggetto di voyeurismo, spiati, radiocollarati, attirati da incoscienti fotografi, disturbati da elicotteri, pallottole di gomma e petardi, narcotizzati, catturati in trappole-tubo, uccisi "dai loro amici", "stirati" dalle automobili, castrati e imprigionati. Gli orsi trentini sono le prime vittime della messa in scena della wilderness, sono vittime dell'ipocrisia dominante, che impone la caduta dei confini tra domestico e selvatico, la mitologia ribaltata dell' orso "vegetariano" e della "buona fiera", mescolando escatologia biblica, Disney e... business. Nel mondo ecologista si impone una riflessione.leggi tutto.


(24.05.12) Strembo (Tn). Esplode la protesta per la strage degli asini. Nasce il Comitato anti-orsi
È stata una donna a dare finalmente il la alla protesta. Si è vista due suoi asini "Beppo" e "Cirillo" sbranati dall'orso e ha reagito. Non solo ha portato personalmente la carcassa di Beppo davanti alla sede del Parco (Adamello-Brenta) responsabile della reintroduzione degli orsi in Trentino, ma ha anche lanciato un Comitato anti-orso che ha subito avuto decine e decine di adesioni anche dalle provincie limitrofe.

(12.05.12)  Trentino: Orso, sbagliato e dannoso reintrodurlo
Il gestore del rifugio Carè alto di Pelugo in Val Rendena (TN) ha scritto una lettera al quotidiano l'Adige dopo aver subito la perdita di un'asina di 12 anni che faceva parte della sua famiglia; aiutava nei trasporti in malga ma giocava anche con i suoi figli. Marco Bosetti non risparmia giudizi taglienti agli "ecologisti da salotto" e a tutti coloro che: a tutti coloro che hanno ritenuto e ritengono che il mio asino siameno importante del loro orso

(29.05.12) Gli orsi sono pericolosi per l'uomo?
In Trentino, specie dopo il primo attacco a delle persone, infuria la polemica sugli orsi e si chiede un "giro di vite" sugli orsi potenzialmente pericolosi, senza esitare ad abbatterli. Ma gli orsi rappresentano un reale pericolo per l'uomo?  

(14.02.11) 50 orsi in Trentino pronti a uscire dal letargo e a fare danni
 In vista del prossimo risveglio della popolazione ursina trentina - che ogni anno si fa più numerosa - l'On. Fugazzi presenta una interrogazione al Ministro dell'Ambiente. Cosa si fa per tutelare la popolazione e ridurre i danni di una presenza che interessa da vicino i centri abitati? Che ne è delle promesse di Dellai di 'rivedere' la demagogica politica conservazionista che penalizza chi vive nelle Terre alte?


(18.10.10) Orsi trentini. Dopo una estate di emergenze Giovanazzi lancia iniziativa legislativa
 Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) dopo le petizioni presentate in Consiglio provinciale lancia ora una coraggiosa proposta di legge di iniziativa popolare che modifica alcuni articoli della legge provinciale sulla caccia. Vengono introdotti più congrui risarcimenti e un controllo democratico (anche attraverso referendum locali) sulle misure di rimozione degli orsi problematici. Il progetto di legge viene incontro alle istanze di componenti della popolazione che vedono la propria libertà di movimento e le proprie attività sempre più condizionate dalla crescente presenza dei plantigradi 

(05.08.10)  In Primiero (trentino)Dellai deve subire la contestazione dei contadini esasperati per i danni provocati dagli orsi
Il presidente della PAT, che si era recato in Primiero per problemi di viabilità, ha dovuto affrontare la collera di una trentina di contadini infuriati per l'imperversare delle predazioni da parte degli orsi che solo negli ultimi giorni sono costate la vita a una ventina di pecore. Il tutto mentre il consigliere provinciale centrista Giovanazzi promuove una petizione per chiedere la cattura e l'abbattimento degli orsi pericolosi.Nello stesso giorno viene annunciato  dal capo del servizio forestale Masé che si procederà a uno studio per 'rivedere' tutta la questione...


(05.07.10) Baselga del Bondone (Tn) Pecore e capre sbranate, frutteti distrutti, una nonna terrorizzata
 Fino a che punto la Provincia di Trento consente agli orsi di fare le loro scorribande nei pressi dei paesi? Perché le 'regole di ingaggio' degli orsi sono scritte da coloro che sostengono il ripopolamento ursino e ne traggono vantaggi? Le storie della pecora Meringa, guida dei bambini, e della nonna che ha avuto un incontro molto ravvicinato e da incubo con l'orsa Cindy

(30.04.10)(Trentino/Veneto) Torna la fiera dell'orso.            
Villaggi di montagna sotto assedio nel vicentino per la gioia degli animalisti e ambientalisti di città. M5 è un orso dal comportamento anomalo, imprevedibile e pericoloso. Gira nel villaggi, torna a finire i pasti (di animali uccisi) i giorni successivi nonostante le dissuasioni (petardi, sirene, pallottole di gomma). Nei protocolli orso dei paesi civili sarebbe già stata classificato pericoloso e abbattuto. Da noi c'è il Pacobace (protocollo interregionale di gestione dell'orso scritto dagli esperti orsofili e WWF) che tutela molto l'orso, pochissimo gli animali domestici e poco anche l'incolumità delle persone. Dalla Romania alla Scandinavia gli orsi uccidono, non solo pecore, galline e asini anche esseri umani. Ma qui dicono che 'non fa male a nessuno
 


contatti: 
redazione@ruralpini.it
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