Ruralpini
Resistenza rurale |
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Mauro Varesco commenta così : io e mio fratello Vincenzo gestiamo da 30 anni malga Cazorga e i pascoli delle Stellune. Finora non avevamo mai avuto problemi. Dopo il fatto su alle Buse, 20 giorni prima della fine della stagione estiva, abbiamo riportato a valle tutte le 50 manzette e messe in stalla. Quindi oltre al costo del fieno c’è il problema anche a dell’aumento del liquame da smaltire. Ma la cosa peggiore è che essendo gli unici gestori d’alpeggio a rimanere su con altri 130 bovini, abbiamo paura. Di notte dormiamo con la luce accesa. Stiamo valutando se scaricare tutte le manze da Cazorga e Stellune. Ho un bambino di sette anni, Francesco, a cui abbiamo regalato una vitella ( tra Francesco e l’animale c’è un incredibile affetto reciproco). Quando ha saputo della predazione al lago delle Buse, mi ha pregato piangendo di riportarla in stalla.Quindi se non viene risolto il problema, ci penseremo se caricare l’anno venturo. Nicolò Nones, anni 20, è il figlio di Alberto Nones, presidente dell’Associazione Allevamento Caprino della Val di Fiemme che ci racconta: Noi gestiamo malga Agnelezza, in val Cadino, e abbiamo il problema pesante del lupo. Durante l’estate abbiamo avuto due predazioni di capre. Ieri abbiamo anticipato il rientro perché tutte le notti i pastori dovevano alzarsi di continuo per allontanarli; con i cani, perfino accendendo le motoseghe per spaventarli. Le bestie poi sono troppo stressate. Faticano a pascolare e pure il latte è calato. E che sia chiaro: non siamo rientrati l’8 settembre con il gregge per le condizioni meteorologiche, come vanno dicendo, ma per il problema dei grandi predatori. Se per l’anno prossimo le cose non cambiano, non ci torneremo più. Le due capre sbranate dai
lupi durante questa stagione estiva a malga Agnelezza
Chiediamo infine a Luigi, in qualità di presidente della Società d’Alpeggio e Pascolo di questa zona del Lagorai occidentale, quali sono lei sue prospettive e cosa chiede, a nome dei suoi associati, alle autorità competenti della provincia di Trento. Ecco cosa ci ha risposto: vorrei innanzitutto premettere alcune problematiche nella gestione dei pascoli del lago delle Buse: per monticarle, occorre una giornata intera a piedi salendo da Molina di Fiemme e arrivati, al passo Manghen, un’ulteriore ora. Non esistono altre vie di accesso. Non ci sono strade, non c’e copertura telefonica. Si va pertanto all’abbandono di questo alpeggio estremo perché la situazione è ingestibile. Così vedremo se il lago delle Buse sarà ancora visibile tra vent’anni o diventerà un insieme di pozzanghere. È poi Luigi a porre a sua volta una domanda e la rivolge a Paolo Ghezzi di Futura [consigliere provinciale con "lista personale" di centro-sinistra, schierata attualmente all'opposizione]. Ghezzi - incalza Luigi - insiste sui costi dell’Ospedale di Cavalese. Vorremo chiedergli quanto costa mantenere i predatori nei nostri territori. La richiesta del gruppo è corale: chiediamo fermamente alle autorità che lupi e l’orso siano allontanati dal nostro territorio. Che pensino a un parco dove inserirli. In caso contrario la zootecnia di montagna non avrà futuro . Molina di Fiemme, 9 settembre 2019
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Ruralpini sul Lagorai Il
Calendario del Lagorai su ruralpini.it Lagorai
ruralpino in un mitico calendario Il formaggio di malga
di Ferlinghetti Giù le mani dal Lagorai (21.10.18) Ancora una volta minacciati dalla valorizzazione turistica Dalle Ande al Lagorai (28.09.17) Gli alpeggi sono ormai chiusi. Ogni stagione potrebbe raccontare infinite storie. Questa parla di un'esperienza che riguarda chi viene a lavorare sui nostri alpeggi da lontano (in questo caso da montagne molto lontane). È la storia di una calda esperienza umana che ha coinvolto la piccola comunità di lavoro della malga Cagnon de sora. Siglinde scappa e torna a casa (23.07.17) Una mucca "in fuga" per due giorni: scappa dall'alpeggio dov'era stata appena trasportata e marcia verso casa, verso il maso di Salorno (Bz) dove "abita" e dove era rimasto il suo vitellino. Con la mammella gonfia, i capezzoli sanguinanti per le punture degli insetti dei boschi di bassa quota. Ma è finita nel migliore dei modi e la sua storia diventa l'apologo di una zootecnia di montagna che sa resistere alle logiche disumanizzanti dell'agroindustria L'oasi dei casari (24.11.15) Laura Zanetti ripercorre la storia recente delle malghe del Lagorai. Il calendario dei Ribelli del Lagorai: la tradizione aperta al mondo (09.11.11)
È
uscita la 9a edizione del calendario della Libera
associazione malghesi e pastori del Lagorai. "Latte, caglio e fuoco" è
il titolo del calendario: ma anche un grido di guerra (con armi
pacifiche) Si inasprisce la polemica sul Parco del Lagorai (03.10.10) L'arch. Ferrari pubblica su l'Adige una sprezzante lettera di risposta a Laura Zanetti (vedi sotto la notizia del 28.09). Una lettera in cui non esita ad irridere alle posizioni 'nostalghiche' del passato in nome dello 'sviluppo' e dei posti di lavoro creati dal Parco. Ma i Parchi non sono una novità. Potevano essere utili in una fase storica ormai . Oggi l'ambiente e l'economia locale si possono tutelare e valorizzare con altri strumenti che non i Parchi sono diventati spesso centri di potere e di spesa pubblica. Pubblichiamo un commento, la lettera di Ferrari e la replica di Laura
Giù le
mani dal Lagorai (TN) Il
Parco non serve, anzi è un'insidia
Lagorai significa malghe. No al Parco (26.07.10) Amamont (l'associazione transfrontaliera degli amici degli alpeggi e della montagna) è andata nel Lagorai. Nella malga più autentica della regione più autentica del Trentino. Da Oswald Tonner, malghese-simbolo dell'ecologia contadina contrapposta alle ideologie della wilderness. Un'occasione per sostenere la biodiversità dei pascoli e dei formaggi, per dire no alle 'bustine' di fermenti selezionati più o meno 'autoctoni', al degrado delle malghe storiche ridotte a pascoli di manze, ai progetti di trasformare le malghe abbandonate in 'palestre' per i giochi di sopravvivenza nella wilderness. La Libera associazione malghesi e pastori del Lagorai raddoppia (22.06.10) Con l'avvio dell'attività di caseificazione dell'Antica Latteria sociale di Strigno al formaggio Originale malghe del Lagorai si affianca la produzione 'invernale' dell'Originale Casólo Valsugana. Che rappresenta una opportunità di riscatto anche per le piccole aziende di una valle 'figlia di un dio minore', penalizzata dall'inquinamento industriale e da scelte agricole sbagliate
Originale Lagorai: autentico formaggio di malga trentino (06.03.10) Il 1° marzo si è tenuto a Trento un incontro-degustazione che ha avuto per protagonista il formaggio 'Originale Malghe del Lagorai': un formaggio di malga, fatto in malga. All'incontro promosso dalla Strada del vino e dei sapori del Trentino hanno partecipato alcuni esponenti della ristorazione di qualità della provincia. L'Originale Malghe del Lagorai, controcorrente rispetto alla realtà zoocasearia trentina, sta ottenendo apprezzamenti significativi trovando i canali giusti di valorizzazione
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