per
contatti : ruralpini@gmail.com
schiscia/clicca
"mi piace"
Articoli correlati
(19.12.15)
Piano lupo: i lupocrati vogliono dettare legge ai pastori
Il
Piano lupo conferma, se ce ne fosse bisogno, l'arroganza della lobby
che - almeno sino ad oggi - ha potuto operare su un piano di totale
autoreferenzialità finanziandosi con 18 progetti
LIFE. L'impostazione del Piano è molto pericolosa
per i pastori e gli allevatori in quanto mira in modo ormai
scoperto ad utilizzare il lupo per imporre una gestione dello spazio
rurale che escluderà l'uomo
(19.12.15)
La convivenza con il lupo è impossibile
È
quanto emerso dal convegno di Saluzzo del 17 dicembre .
Il problema
del lupo non è un qualcosa di isolato rispetto alle varie minacce
contro la montagna, le sue comunità, le sue attività tradizionali.
Il lupo è parte di un progetto politico di stampo neocolonialista e
tecnocratico che fa leva sui Parchi e l'attacco alle autonomie
locali.
(04.09.15)
Pastori francesi prendono in ostaggio i vertici di un parco
Dopo
le minacce di blocco del Tour de France e le manifestazioni non
si ferma la lotta dei pastori contro le stragi ad opera dei lupi. In
Savoia (a 7 km in linea d'aria dalla Val di
Susa) sequestrano presidente, e direttore del Parco del
Vanoise. Il prefetto viene incontro alle loro richieste
autorizzando l'abbattimento di sei lupi. E in Italia?
(30.07.15)
Il potere non ascolta la gente di montagna e la protesta sociale si
esprime come può (Cuneo)
Una
testa di lupo mozzata sanguinante è stata appesa ad un
cartello informativo dell'ex comunità montana della valle dell'alto
Tanaro ad Ormea. Si tratta di una forma di protesta cruda ma che in
Toscana è servita a scuotere la politica. Una protesta comprensibile
ma che fornisce alibi all'ecopotere, alle potenti lobby del
rewilding. Meglio le forme di protesta degli allevatori e pastori
francesi
(14.12.14)
La Lessinia i lupi non li vuole proprio
In
Lessinia le bugie del partito del lupo non attaccano. Sindaci,
consigli comunali, allevatori, proprietari di malghe, commercianti,
gente che vive nelle contrade (e si trova già oggi i lupi in casa) è
unanime: "Non li vogliamo". L'altro
ieri sera i sindaci erano presenti a Bosco Chiesanuova all'incontro
in cui si è discusso di politiche del lupo e degli strumenti per
opporsi al diktat della loggia internazionale dei Grandi Predatori.
C'è grande consapevolezza che la partita sia di quelle grosse;
dietro il lupo c'è la volontà di togliere alla montagna la libertà
di vivere come desidera in autonomia. La montagna o soccombe o,
mobilitandosi e trovando unità e coesione, ne esce più forte
(04.12.14)
Taricco e altri deputati Pd presentano una interrogazione pro pastori
anti lupi
C'è
voluto il manifesto-appello pro pastori anti lupo apparso sul
quotidiano gauchiste Liberation
(firmato anche da Carlin Petrini) per dare coraggio a Taricco e soci
e spingerli a presentare una interrogazione ai ministri dell'ambiente
e dell'agricoltura che farà infuriare gli animalisti. Quando
era assessore all'agricoltura piemontese il nostro cercò di
ottenere dal Ministero dall'ambiente l'autorizzazione ad
abbattere qualche lupo. Le risposte furono elusive ma sostanzialmente
negative. Basate sul gioco italico della "mancanza di dati".
"Non sappiamo quanti sono i lupi, quanti sono bracconati".
Un "non sappiamo" indegno di un paese civile. Ora Taricco
chiede da deputato: "Quanti sono i lupi in Italia, quanti danni
fanno?". Ci sarà da divertirsi.
(13.11.14)
Appello di accademici e specialisti francesi di varie discipline per
i pastori
La
cultura e l'accademia italiana sono affette dai secolari vizi di
provincialismo, conformismo, servilismo disprezzo per i contadini.
Chiunque si sente un minimo acculturato in Italia deve aderire al
dogna: "lupo è bello, pastore è zotico ignorante". Quindi
chissenefrega se i lupi stanno mettendo in ginocchio i pastori in
tani comprensori. In Francia, invece, 35 studiosi e specialisti
firmano un appello a favore dei pastori denunciando che la pressione
predatoria che mina la biodiversità, il paesaggio, i prodotti
alimentari più autenticamente 'legati al territorio'. Tra loro
Carlin Petrini, fondatore di Slow Food
07.09.14
I lupi favoriscono l'agricoltura industriale
In
un documento diffuso in questi giorni la Confédération
paysanne accusa
la politica della diffusione dei grandi predatori e della loro
ingiustificata super-protezione di favorire le fabbriche
zootecniche senza terra. Ma anche dal Trentino, Silvano Rauzi,
presidente della para- istituzionale Federazione
Allevatori della provincia di Trento denuncia
come il progetto Life Ursus (con 60 orsi presenti nel Trentino
occidentale) stia provocando non solo l'abbandono delle malghe ma
anche la chiusura delle aziende zootecniche
(29.08.14)
Hanno fatto prendere agli alpeggiatori i cani da difesa. Adesso li
criminalizzano (Ormea, Cn)
Un
gioco sporchetto quello a danno dei pastori e dei margari. Prima ti
spiegano che se prendi i cani non avrai più problemi con i lupi (non
è vero). Poi ti dicono che se hai ancora predaizioni è colpa tua e
che se i cani mettono paura o aggrediscono i turisti è
sempre colpa
tua. Il sindaco di Ormea, Ferraris, intende concedere ai margari
l'impiego di un solo cane (altrimenti niente rinnovo degli affitti).
Ma un solo cane non basta e la stessa Regione Piemonte condiziona i
contributi erogati per la difesa degli animali ad un congruo numero
di cani.
(02.03.14)
In Maremma ci si interroga sui lupi. Un intero fascicolo di una
rivista accoglie il dibattito
Le
"esposizioni" delle carcasse dei lupi non hanno prodotto
solo l'esecrazione rituale degli animal-ambientalisti e la malcelata
soddisfazione degli allevatori. Hanno stimolato un dibattito tra
coloro che hanno a cuore il territorio dal quale emergono molte
posizioni critiche sull'introduzione del lupo in un territorio vocato
all'allevamento ovino
(24.01.14)
Altro che "reintroduzione spontanea". Alla frontiera
polacco-tedesca i lupi entrano... in camion
Come
pensano da tempo allevatori, pastori, cacciatori, c'è l'"aiuto"
delle organizzazioni ambientaliste dietro l'espansione travolgente
del lupo in tutta Europa. Nel numero in edicola di una importante
rivista venatoria e cinofila germanica si riferisce di un colloquio
con funzionari di polizia che parlano di un camion fermato con lupi e
linci
(05.01.14)
Il leader no global con i pastori sui lupi
José
Bové, conferma in una "scandalosa" intervista al
quotidiano vallesano "le Nouvelliste" del 31 dicembre
la sua ricetta sui lupi "ridurre fortemente il numero con il
fucile". Le sue parole cadono in un momento di grande tensione
in Svizzera e in Italia. Ormai il discrimine tra ambientalismo di
comodo che sfrutta una fasulla "natura selvaggia" e
l'ecologismo sociale e contadino è chiaro. Va chiarito invece che la
politica italiana "pro lupi" è ipocrita e cinica e nuoce
al lupo come specie e come individui
(31.12.13)
le fabbriche dei lupi
Il
Corpo Forestale dello Stato ha eseguito una vasta operazione contro
le "fabbriche dei lupi" (allevatori del cane "quasi
lupo" CLC che volevano ibridi ancora più lupeschi). Ma siamo
sicuri che tra Centri lupo del CFS, Centri recupero, Zoo, Centri
faunistici vari non ci sia in essere una "fabbrica del
lupo" finalizzata a favorire l'espansione della specie? E chi ha
messo in circolazione i lupi canadesi. Vediamo di penetrare un po'
nell'ambigua vicenda.
(17.11.2013)Imbrogli
ecologici: WolfAlp
Grazie
alle spudorate menzogne scientifiche "il lupo è sempre a
rischio di estinzione" i cordoni della borsa per i progetti pro
lupo dei parchi sono sempre aperti. Sarà bene che si sappia che 7,15
milioni di euro vanno ad ingrassare i meccanismi clientelari dei
Parchi mentre sempre più pastori, produttori onesti e
sostenibili che non usano concimi chimici e pesticidi,
abbandonano
|
Orso e lupo
- Zootecnia
Una
settimana di proteste anti lupi degli allevatori della Lessinia
carcasse di bovini sbranati nelle piazze dei paesi e
alla fiera del bestiame di Erbezzo
di Michele Corti
(12.09.16) La protesta degli allevatori della Lessinia assume forme
sempre più clamorose. Quest'anno la strage ha riguardato ben 63 capi
bovini. Alcuni allevatori sono stati ripetutamente colpiti. Come Moreno
Riva un allevatore trentenne, che - alla quarta
predazione avvenuta martedì scorso - con l'appoggio e la solidarietà di
colleghi e amici che "hanno messo la faccia" ha caricato sulla pala del
trattore l’ultima manzetta dilaniata in malga dai lupi martedì e
l’ha scaricata in piazza, davanti al monumento ai Caduti.
Questa della Lessinia è un'inutile strage. Usò questa definizione
Benedetto XV per la guerra del 15-18, voluta da minoranze
nazionalistiche aggressive, accompagnata da diluvi di retorica, da
giustificazioni ideologiche capziose. Una strage di contadini
che consentì l'accumulo di ingenti fortune per i "pescecani di guerra".
Anche se Moreno nega di aver volutamente scaricato la carcassa davanti
al monumento è probabile che sia scattata una più o meno consapevole
associazione. Con le debite proporzioni anche oggi è in corso una
guerra, mossa contro i contadini da minoranze urbane agguerrite, da
lobby che utilizzano l'ideologia verde (solo goffamente, e nemmeno
sempre, cammuffata da "necessità" di superiore ordine ecologico).
Indipendentemente dall'intenzionalità la scelta del luogo dove è stata
messa in scena la protesta ne ha amplificata la valenza simbolica.
Uno dei motivi che ha fatto scattare la rabbia di Moreno sono le
dichiarazioni degli animalisti che, con il solito fine buon gusto,
anche di fronte a carcasse ancora calde, non perdono l'occasione per
assolvere (a priori) il loro pupillo (il lupo) e colpevolizzare gli
allevatori.
Il danno e la beffa
"tenete gli animali in stalla"
Si può comprendere l'irritazione degli allevatori quando gli si
addebita di essere i responsabili della morte dei propri animali: "Non
li sapete curare bene, li dovete tenere in stalla". E qui si dimostra
come l'ambiental-animalista in pantofole, comodo nella sua casa di
città al fresco in estate e al calduccio in inverno, non capisca nulla
delle situazioni, sulle quali vorrebbe dettare legge.
Non sanno o non vogliono capire i miserabili che gli animali in questa
stagione sono al pascolo. Sono giorni caldissimi e gli animali devono
poter pascolare la sera e la mattina presto. Moreno aggiunge: "fuori
c’è erba verde abbondante. La mia famiglia ha comprato quei pascoli
proprio per avere una riserva alimentare in più: per quale motivo
dovrei abbandonarla?". Fosse per gli animal-ambientalisti i
pascoli dovrebbero essere abbandonati e diventare un grande parco del
lupo. Prati e pascoli dovrebbero trasformarsi in folti boschi popolati
dai lupi. Quanto poi alle stalle gli stessi che rimproverano agli
allevatori di non tenervi ben chiusi i loro animali sono pronti a
condannarli per "maltrattamento" se si attenessero a queste
"raccomandazioni".
L'economia della malga in
Lessinia coinvolge il tessuto sociale e il "piano lupo" non passerà
Ma non hanno fatto i conti con la realtà e la storia della Lessinia
dove l'economia della malga continua ad avere un ruolo importante.
Coinvolge no solo gli allevatori ma i proprietari delle malghe, in gran
parte private. Coinvolge il commercio e il turismo alimentato dai tanti
escursionisti che salgono per una gita, un pic-nic. Tutte attività che
la presenza di branchi di lupi non incentiva. Quanto al "turismo del
lupo" ci credonono solo i ben pagati propagandisti di Wolf Alp e degli
altri innumerevoli progetti milionari pro-lupo.
Non sarà facile per le lobby animal-ambientaliste ottenere la
desertificazione della Lessinia. Certo, a lasciarli fare, essi
trasformerebbero l'alta Lessinia in un Parco Yellowstone in miniatura
per la gioia dei pantofolai che leggono le riviste naturalistiche
patinate e si beano dei caramellosi programmi televisivi. Con la
finalità di offrire loro brividi di emozione - al sicuro nei condomini
- al solo pensiero che a poche decine di chilometri dai loro condomini
esiste la "Natura incontaminata". Trattasi, come è facile constatare,
di patologie psicosociali, frutto della deformazione della concezione
del rapporto con l'ambiente indotta dalla vita cittadina. Purtroppo la
politica, per nascondere il suo opportunismo ovvero il suo facile
cedimento alle lobby e la malcelata mira di consensi elettorali,
qualifica queste deformazioni, questa patologia sociale, in
"sensibilità ambientalista diffusa" e le assegna un valore sociale
pari, se non superiore, all'esigenza di salvaguardare il settore
primario. A tanto conduce l'illusione del "cibo che cresce al
supermercato" o che potrà sempre (!?) arrivare a buon prezzo da qualche
parte del globo. A tanto conduce il mancato riconoscimento (le parole
non contano) del ruolo di presidio territoriale dell'attività
agrozootecnica e una mentalità coloniale nei confronti dei "contadi"
che è rimasta quella della città medioevale che sottometteva il contado
ad ogni sopruso con la giustificazione ideologica che il "villano" non
era altro che una delle categorie di bestiame.
Una reazione che coinvolge
intere comunità
In Lessinia per la lobby del lupo il terreno non è fertile. L'economia
zootecnica è diffusa e non certo "marginale". Artigianato, commercio,
turismo sono strettamente legati all'economia delle stalle, dei
caseifici, delle malghe. Qui gli allevatori non sono dispersi su ampi
territorio divisi in profonde vallate che rendono difficile i contatti
e l'organizzazione di iniziative comuni (vedi Piemonte
sud-occidentale). Le modalità dell'insediamento umano della Lessinia,
basato su numerose piccole contrade, minimizza la distanza fisica e
sociale tra l'azienda zootecnica e la realtà locale definendo una
situazione opposta a quella di alcune zone a forte presenza di
allevamento ovino della Toscana dove la popolazione è concentrata in
grossi centri e le aziende zootecnico-pastorali sorgono in luoghi
distanti dagli abitati (senza contare che l'origine sarda dei pastori
introduce un ulteriore elemento di distanza).
Così in Lessinia i sindaci sono schierati tutti (pur appartenenedo a
diverse aree politiche) dalla parte degli allevatori e hanno anche
assunto iniziative ufficiali molto esplicite. Dopo l'episodio della
manza in piazza di Velo il sindaco ha confermato di essere a fianco
degli allevatori del comune anche qualora fossero costretti - per
salvaguardare diritti fondamentali - a violare le leggi.
Alla sera si esce solo con
il bastone e appena fa buio i bambini vengono chiusi in casa
I sindaci sono preoccupati (come è loro diritto-dovere) per la
sicurezza dei loro cittadini. Gli attacchi si sono verificati a fianco
di strade, a poche decine di metri dagli abitati. A farne le spese sono
stati anche i cani. Nelle contrade la gente di sera esce solo con un
bastone e per i bambini c'è il coprifuoco. Di questo disagio i sindaci
non possono non farsi portavoce. Essi, però, hanno sinora trovato un
muro di gomma. In Regione Veneto pare che la specialità dello
scaricabarile sia molto in voga. Così gli allevatori hanno iniziato ad
intensificare le proteste clamorose. A Erbezzo alla fiera del bestiame
(svoltasi tra l'8 e l'11 settembre) è stato esposto un cartello dal
messaggio inequivocabile. Nel frattempo, però, sabato pomeriggio
Daniele Tezza, sempre di Velo, trova una manza sbranata dai lupi (alla
mattina presto).
Daniele, d'accordo con il padre e forte del sostegno di un folto gruppo
di giovani allevatori decide di portare domenica mattina la carcassa in
fiera ad Erbezzo. L'intenzione era di scaricare la carcassa sul campo
fiera e di renderla visibile a tutti. I carabinieri, però, diffidano
l'allevatore dal farlo in quanto "rifiuto pericoloso". Verrebbe da
dire: ma di chi è la responsabilità della trasformazione di un animale
vivo e vegeto e sano in un "rifiuto pericoloso"? Di chi sono i lupi?
Dello stato, ovviamente, uno stato incapace di tutelare legittimi
interessi in quanto lasciatosi irretire in una tela di ragno tessuta
dalle lobby ambientaliste. Pur rimanendo nel trailer la carcassa non è
passata inosservata e per tutta la mattinata è stata oggetto di
commenti.
Alle
premiazioni del concorso della pecora brogna a fine mattinata un gruppo
di giovani allevatori è entrato nel ring e ha invitato i presenti a
sfilare davanti alla carcassa, compreso l'assessore regionale Elisa De
Berti che era presente in fiera per le premiazioni. Con l'assessore,
presente il sindaco di Erbezzo si è sviluppata anche una lunga
discussione. L'assessore ha ribadito che l'adesione al progetto Wolf
Alp era stata decisa dalla precedente giunta regionale (i "colpevoli"
da individuare negli assessori Stival e Manzato). Si potrebbe osservare
che il presidente è sempre lo stesso e che non è cambiato il colore
politico della giunta. Stufi di tavoli tecnici inconcludenti e di
scaricabarile gli allevatori sono decisi a proseguire sulla strada
delle proteste clamorose considerato che solo con il clamore e creando
imbarazzo alla politica si potrà smuovere qualcosa.
Quando la preda era l'uomo
La manza era stata predata in contrada Tecchie di Velo a 150 m dalle
case. Qualcuno ricorda che non distante da qui, in contrada
Camposilvano esiste una lapide (non è l'unica in Lessinia) che ricorda
una donna sbranata dal lupo nel Seicento. Sempre in zona venne
abbattuto l'ultimo lupo (prima del "ripopolamento"). La gente del posto
fece baldoria per tre giorni, senza risparmio di alcolici.
Una conta
impressionante di vittime
Durante la mattinata qualcuno ha provveduto a completare il
ringraziamento a Wolf Alp (il progetto pro lupo attuato anche in
Lessinia) precisando la conta delle vittime. Il numero di 63 include
anche i capi di tre malgari della Lessinia che pascolano sulla parte
trentina della Lessinia in comune di Ala(sarebbero 50 i soli capi
predati in territorio veronese). Esclude gli ovicaprini ed altre specie
animali, include i feriti. Ma i feriti hanno poche probabilità di
salvarsi perché le infezioni causate dalle profonde lacerazioni sono
difficilmente curabili con gli antibiotici.
In un paese civile una serie di predazioni a raffica come quella che ha
subito la Lessinia quest'anno non sarebbe stata possibile. Pur nei
limiti posti dalle direttive europee e dalla convenzione di Berna che
continuano a classificare anacronisticamente il lupo "in via di
estinzione" le autorità (in Italia le regioni) hanno il diritto-dovere
di intervenire. In Italia il lupo non si tocca (ufficialmente) per puro
tabù ideologico. Prima di intervenire passeranno ancora degli anni. Nel
frattempo alcuni pascoli della Lessinia (caricati con ovini) sono già
stati abbandonati (i greggi sono stati portati via nel corso della
stagione a causa della situazione insostenibile). Diritti fondamentali
quali la tutela della proprietà e della libera attività economica, la
sicurezza personale a parole garantiti costituzionalmente sono messi
sotto i piedi in nome della superiore esigenza di ripopolare quanti più
territori possibile. L'ha deciso qualche parlamento, qualche
referendum? No. L'ha deciso la lobby del lupo. Ma con una politica
preoccupata dell'interesse delle lobby e incapace di assumersi
responsabilità succede queso ed altro. Non dimentichiamoci che l'Italia
è (classifica Transparency international) il paese più corrotto
d'Europa (seconda solo alla Romania su 28 stati).
|