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Lombardia: non si ferma il consumo
di suolo agricolo
Nel basso lodigiano: 300 mila mq di terreno agricolo
(dell'ex sindaco) consumati "in deroga"per la logistica grazie a un
"accordo di programma".
di Michele Corti
(06.12.18) Da qualche tempo a Ospitaletto
lodigiano (comune di Livraga) si parla di un nuovo insediamento
logistico in prossimità
dell'autostrada in un area - di confine tra Lombardia ed Emilia, già
piuttosto densa. Il nuovo progetto di un gruppo internazionale prevede
ancora più superfici sottratte all'agricoltura rispetto al prevedete (+
50 mila mq) e ridicole "compensazioni".
Viene
attuato in deroga alla legge sul consumo di suolo in quando
frutto di un "accordo di programma di rilevanza regionale". Qualche
perplessità (strano che nessuno abbia sollevato una questione di
conflitto di interessi) potrebbe sorgere dal fatto che il proprietario
dell'area è l'ex sindaco Ettore Grecchi, tuttora consigliere di
maggioranza. Altre perplessità dal fatto che la Lega, sino a ieri
contraria, oggi si è fatta sostenitrice del progetto.
A prescindere da questi aspetti politico-amministrativi a di poco
"singolari" non si può non chiedersi se l'approvazione del progetto, in
deroga al blocco al consumo di suolo, che viene giustificata per
motivazioni di livello regionale tiene conto dei posti di lavoro che,
guadagnati localmente, saranno però persi altrove? I posti di lavoro
cresceranno davvero? O, in omaggio
a un nuovo modello di distribuzione delle merci, non si andrà incontro
a perdita di posti qualificati nella manifattura e nel commercio... in
cambio di un piatto di lenticchie: posti scarsamente qualificati
secondo il "modello amazon" degli sterminati capannoni che smistano, il
lavoro
(duro e spesso precario) degli addetti alle ditte di spedizioni. Quante
volte si è sbandierato che i centri commerciali "creavano occupazione"
per poi constatare che facevano chiudere tante piccole aziende? Senza
contare i costi del consumo di suolo, dell'aumentato utilizzo dell'auto
(con ulteriore contributo all'inquinamento in una pianura padana a
livello delle aree peggiori del mondo per morti da "malaria").
Il precoce declino dei mall (i grandi centri
commerciali) ammonisce sull'acritica accettazione dei nuovi evangeli
della postmodernità, tanto più che è la nuova logistica, le nuove
modalità di commercio online e, in generale, di distribuzione delle
merci che causano il declino dei centri
commerciali. Poi si piange sul latte versato: territorio
sfarinato, destrutturato, snaturato, privato di fisionomia e identità,
perdita di terreno fertile per produrre cibo , emormi superfici
impermebilizzate. Solo gli interessi speculativi immobililiari
gongolano, gli altri piangono. D'accordo, qualcuno potrebbe dire, ma
anche se queste sono obiezioni sensate cosa sono poi 30 ha di terreno
agricolo: una piccola azienda, , poco, pochissimo rispetto ai 1000 persi
per la Brebemi, opera peraltro di
acclarata inutilità per la collettività (per qualcuno, ovviamente le
GOI, grandi opere inutili sono una manna).
Il punto, però, è che il consumo di suolo non è avvenuto per la
stragrande maggioranza delle superfici interessate, per sottrazioni
così imponenti ma per erosione, ettaro dopo ettaro. A questa erosione
che ha condotto a gradi di impermeabilizzazione/cementificazione del
territorio che vedono la Lombardia al primo posto in Italia non si è
posto freno se non di recente con la Legge Regionale n. 16 del 26
maggio 2017. Il constatare che basta un accordo di programma per
aggirare lo stop fa sospettare che il partito del cemento sia sempre al
potere e che la cultura della cementificazione non sia stata
sconfitta.
Se servissero ulteriori prove basterebbe l'occhiello dell'articolo de
il Cittadino (quotidiano di Lodi) che annuncia: "Ospitaletto Avviata la
fase per trasformnare 300 mila metri in produttivi". Sopravvive la
vecchia idea che l'agricoltura sia poco produttiva e che la
"valorizzazione" econonomica del territorio possa avvenire solo previa
cementificazione. In realtà l'agricoltura è l'unica che produce in
senso biologico, trasformando la luce e la CO2 in cibo, mentre
l'industria trasforma, in parte degradandola e distruggendola la
materia, per conferire maggior valore economico alle merci (non
contabilizzando, se non raramente, i danni sociali e ecologici
provocati dai processi produttivi).
Deprimente poi apprendere che, a
compensazione della sottazione di terreno agricolo, verrà creato,
nell'ambito del polo logistico un "parco" a tema dedicato a una
"produzione tipica lodigiana" o a non meglio precisati "percorsi
verdi". Se questa è la "mitigazione", la "compensazione" stiamo
freschi: un po' di verde finto florovivaistico - cloni olandesi di
piante esotiche - un po' di fumo negli occhi e di foglie di fico e
tutto è sistemato.
Così 180 mila mq di capannoni e magazzini da "affittare a grandi
gruppi" sono serviti. Il che equivale a riproporre la logica ipocrita
del "ripristino" dove una siepe di arbusti, rigorosamente esotici,
"mitiga" il danno ecologico, estetico, funzionale di un insediamento
produttivo. A questa logica di verde di plastica si sono
abbondantemente adeguati gli ambientalisti da salotto: piantumate
un po' e Legambiente (che, detto an passant, in Emilia Romagna non
contesta il consumo di suolo delle potentissime coop edilizie
rosse) non nega la sua ecoassoluzione, le sue ecoindulgenze agli
ecopeccatori. Loro sono felici di "compensazioni" (lo si è visto anche
nel caso delle centrali a biomasse), sono felici anche se le boscaglie
avanzano in montagna a danno dei terreni agricoli.
Per loro il verde è verde, che da quel verde si
mangi o sia estetico o serva alle speculazioni dei crediti di carbonio
non fa molta differenza, anzi meglio verde wilderness. Per noi, invece,
l'ulteriore perdita di suolo agricolo è grave anche se avviene a
vantaggio dei boschi (o pseudo tali) e la concomitante perdita di
superfici agricole, a danno dell'ulteriore irresponsabile
cementificazione, rappresenta un fatto gravissimo. Significa che viene
meno la sovranità alimentare, che per nutrirci saremo sempre più
costretti a dipendere da un mercato globale controllato da pochi player
che impongono al pianeta l'agricoltura degli ogm, che sulle rimanenti
terre agricole si riverseranno più concimi chimici e pesticidi sino...
alla loro trasformazione in lande sterili senza sostanza organica. Poco
male dice la scienza al servizio del capitale: costruiremo fabbriche
verdi, grattacieli coltivati, mangeremo insetti e vivremo di verdurine
idroponiche sino a quando l'imperfetto essere umano sarà sostituito da
un androide intelligente e ubbidiente che si nutre solo di energia
elettrica.
Dobbiamo proprio "scivolare" inesorabilmente su
questo piano inclinato? No, se abbiamo il coraggio di bloccare ogni
nuovo consumo di suolo e di rigettare la logica delle deroghe e di uno
"sviluppo" che toglie più posti di lavoro di quelli che crea.
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