Ruralpini
resistenza
rurale
|
Orsi trentini, ora basta minimizzare il pericolo di Michele Corti Ieri i giornali trentini, che pure hanno
ampiamente trattato del nuovo grave incidente provocato dagli orsi, hanno
incomprensibilmente "dimenticato" il caso di Marco Zadra, un podista
inseguito e ferito da un orso. Un caso che, a suo tempo, aveva meritato
le prome pagine degli stessi organi di stampa. Perché? Si vuole ancora
minimizzare per paura di non "allarmare" i turisti? Certo che se si va
a vedere il sito ufficiale della PAT, la provincia autonoma, le cose
sono ancora più disperanti. E' fermo a due incidenti, si censurano
diversi incidenti mortali che pure erano avvenuti in Europa al tempo
dell'aggiornamento del sito (2015). Perché non è stato aggiornato? Per
non dover dire la verità, ovvero che le balle sull'orso che non è mai
pericoloso "a meno che non venga provocato" sono, appunto, balle. Balle
di stato, ma pur sempre balle. E' ammissibile che la nuova giunta
lasci al suo posto chi (il responsabile grandi carnivori) accusava i
feriti dall'orso di averlo attaccato loro, contraddicendo anche l'ex
presidente Rossi?
(24.06.20) Nelle
paginate uscite ieri con la cronaca dell'aggressione subita lunedi da
due escursionisti di Cles su un sentiero tra val di Non e val di Sole,
c'è una clamorosa dimenticanza di (almeno) due episodi di aggressione
da parte di orsi avvenuti negli anni scorsi.
Una dimenticanza, una
vera amnesia perché entrambi i giornali (L'Adige e Il Trentino hanno sempre trattato
con dovizia di particolare gli episodi in questione). Hano ricordato la
3M, che non è la ditta di nastri adesivi ma il terzetto di sfortunati
trentini vittime non solo degli orsi ma anche di minacce, molestie,
insulti da parte degli animalisti, inferociti contro Maturi, Molinari
(che ha perso per sempre l'uso di un braccio) e Metlicovez perché,
secondo queste care persone, essi avrebbero provocato i poveri orsi e
ne hanno causato catture e abbattimenti
Degli episodi di
aggressione "rimossi dalla memoria" della stampa
trentina, , quello di cui fu protagonista Marco Zadra,
verificatosi il 29 maggio 2015, a Zambana a pochi km da Trento, fu particolarmente
grave perché l'orso, che lo ferì al braccio, era solo (era
probabilmente maschio niente alibi cuccioli)
e inseguì con
accanimento la vittima ("per uccidermi"). Per sfuggirgli agli artigli
del plantigrado, il malcapitato dovette gettarsi in una forra. Ne uscì
malconcio. Ai tempi la redattrice trentina di Ruralpini, Laura
Zanetti di Telve, intervistò Zadra e chi vuole può leggersi qui
tutta la conversazione. Per comodità riportiamo qui di seguito la parte
saliente del racconto di Marco. Da leggere.
Tendenzialmente sono
uno sportivo. Finito il mio lavoro spesso vado a
correre nei boschi che attorniano Trento. Quest’anno era la prima volta
che andavo in val Manara, sopra Zambana.
Parto quindi con la macchina attorno alle 19.30, lascio l’utilitaria a Zambana Vecchia e inizio a camminare per un sentiero piuttosto ripido. Nel ridiscendere a circa 500 mt di alt, me lo sono trovato di fronte. Erano circa le 20 e 15: io scendevo di corsa, lui ansimando stava salendo. Un attimo e ci siamo trovati uno di fronte all’altro. La prima cosa è stato lo stupore, poi razionalizzando sono riuscito a diventare freddo come un ghiacciolo. Era una situazione di stallo. L’orso era piuttosto agitato, ma non è scappato; io ho iniziato ad indietreggiare piano piano, mentre l’animale, prendendo coraggio, è partito alla carica. Consideri che ha una testa grande quanto un televisore e due zampe enormi. Ho iniziato a correre, scivolando e cadendo sulla ghiaia, con lui dietro. In quel momento mi sono visto morto, preso alle giugulari e sbranato. Nonostante il terrore, che ricordo come un sentimento lucidissimo, mi rialzo rivolto verso l’orso, ormai accanto a me: cerco di spaventarlo urlando, riparandomi il viso con le braccia. A questo punto, dopo avere ricevuto una zampata sull’ avambraccio destro, mi sono letteralmente buttato a capofitto nella scarpata procurandomi una semilussazione alla spalla sinistra, ematomi ed escoriazioni ovunque. Credo di essermi salvato perché mi sono sempre divertito a percorrere i “giaroni” [ghiaioni] a balzi. Nel frattempo l’orso mi ha inseguito per altri duecento metri grugnendo e ansimando giù per la scarpata. Sentivo proprio il suo fiato sul collo. Per frenare la discesa mi afferravo a tutto ciò che poteva salvarmi, esattamente come Tarzan. Il terrore non era finito perché temevo che mi prendesse di schiena, squarciandomela in due. Finito al limitare di una forra ho preso tutto il coraggio che avevo in corpo e ho dato contro all' orso, urlandogli tutta la mia contrarietà ad essere inseguito... ed ho pensato: "mia figlia non può perdere suo padre in questo modo assurdo,no,no di sicuro”. L’orso mi ha osservato, quasi fossi un matto, poi ha deviato continuando a non perdermi di vista. Mi sono comunque buttato nella forra, rischiando di ammazzarmi. Anche qui mi è andata di lusso. Intanto il sangue colava dalla ferita. Ho attraversato il torrentello superando la forra muschiosa e friabile, interponendo una valle fra me e l' orso, dirigendomi verso Zambana Vecchia. Avevo i polmoni in gola e l’adrenalina a litri. Arrivo alla confluenza della val Manara sopra la chiesa di Zambana Vecchia, con ancora la paura di rincontrarlo. Ho raccolto così due sassoni, facendo questo ultimo pezzo di bosco labirintico, guardingo ed utilizzando le ultime energie. Come sono arrivato sul prato della chiesa, ho realizzato che potevo considerarmi salvo e soprattutto miracolato. Mi è stata fatta iniezione antitetanica e la ferita è stata suturata con cinque punti interni e otto graffette metalliche esterne. Nei giorni successivi sono dovuto tornare al Pronto Soccorso perché la ferita si era infettata e suppurava. È stata così aperta e drenata, con un dolore che non le dico, e prescritto un ulteriore antibiotico.
Notiamo, an passant, che Zadra, come le altre vittime dello sciagurato programma di reintroduzione dell'orso in Trentino (mediante importazione di capi di dubbia qualità comportamentale in Slovenia), è stato dimesso dall'ospedale in gran fretta e che la reinfezione della ferita fu determinata anche dall'assenza di protocolli specifici per il trattamento delle ferite da orso (che possono trasmettere patogeni diversi da quelli del morso di un cane). Tutto questo perché si vuole minimizzare, far dimenticare i brutti episodi, far credere che siano casi sfortunati o eccezionali. Anche in questi giorni la Forestale (che potrebbero ribattezzarsi bear-sitter, custodi - e fan - degli orsi) ha cercato di "scagionare" l'orso La solita litania forse aveva i cuccioli. Ma nessuno li ha visti e anche se ci fossero stati gli escursionisti non li hanno visti, non li hanno avvicinati, no hanno tagliato loro la strada. I cuccioli c'erano negli episodi di Maturi e di Sisinio Zanella (altro caso "dimenticato").
Zanella
si difese con
un bastone e l'orsa, presa alla sprovvista, non procedette
nell'attacco. Ma il contatto ci fu eccome. Era il 2014. Nello stesso
anno vi fu l'episodio di Maturi (ferito a un braccio e alle gambe), nel
2015 quelli di Zadra e di Molinari (forse il più grave perché ha perso
per sempre l'uso del braccio destro e la provincia, pr tacitarlo, lo ha
assunto come uscere), nel 2017 quello di Metlicovez (in comune di
Trento). Molinari e Metlicovez vennero aggregiti dall'orsa KJ2, poi
abbattuta. Da segnalare che Angelo Metlicovez dichiarò testualmente: Nella stessa zona una
ragazza è stata anche lei inseguita dall'orso. Per salvarsi si è
buttata giù per il dirupo e ha tutte le gambe rovinate, me l'ha detto
una dottoressa dell'ospedale. Ha già fatto la denuncia in Provincia ma
non dicono nulla e mettono tutto a tacere. Se sapevo che la mattina era
successo una cosa simile non passavo di certo per quei luoghi. Accuse
gravi, ma lasciate cadere
Dal 2017 a oggi, con
il duplice ferimento di Fabio e Christian Masseroni, c'è stata una
"tregua". Come mai? Gli orsi sono diventati agnellini? La voce
che gira in Trentino dice che, con la scusa del monitoraggio,
fototrappolaggio, ecc., la Forestale "foraggi" gli orsi per tenerli il
più possibile lontani da zone frequentate (lo dichiarava anche Sisinio
Zanella, uno degli aggrediti dagli orsi). L'aumento continuo
della popolazione (che ha superato con le nuove cucciolate il centinaio
di esemplari), porta comunque qualche orsetto più birichino a fare
scorribande fin dentro i paesi. Come successo recentemente con un
individuo molto esuberante che ai primi di maggio di quest'anno non si
è limitato a passeggiare per le vie di Calliano ma, entrato in una
palazzina, si è poi calato in strada da un balcone. Divertente? Non
tanto se si pensa che anche un giovane orso, con una "carezza" può
uccidere una manza (figuriamoci una persona).
Era inevitabile che il
problema orsi tornasse alla ribalta. Per la provincia
amministrata da Fugatti della Lega che, nella scorsa legislatura,
dall'opposizione aveva intrapreso non poche iniziative contro la
gestione del dossier orsi da parte della vecchia maggioranza, è una
patata bollente. Già la "nuova" gestione provinciale ha rimediato la
figuraccia dell'evasione dalla prigione per orsi cattivi del Casteller
(una località a Sud di Trento), di M49, responsabile di una serie di
predazioni anche di grossi animali (vedi qui
cosa scivevamo in proposito). Succedeva lo scorso anno. Poi fu uccel di
bosco, sostenuto dal tifo del primo animalista d'Italia,
l'irresponsabile ministro Costa, che battezzo M49 "Papillon". Mentre il
ministro esaltava la libertà del fuggitivo, il medesimo, questa
primavera, ha "visitato", devastandole, diverse strutture. Entrando in
locali prossimi a quelli dove erano ricoverati degli animali, sfondando
le porte delle malghe per cercare cibo. Alla fine è stato catturato e
blindato ai primi di maggio. Tutto ciò indica che con gli orsi la
Provincia autonoma non può sperare che le cose "si aggiustino da sole".
Serve una politica. Serve decisionismo. Nel caso di questi giorni c'è
stata subito l'emissione dell'ordinanza da parte di Fugatti, al quale
va dato atto di aver agito con tempestività senza tentennamenti, per
individuare e abbattere l'orso responsabile della duplice aggressione.
Ma gestire l'emergenza (sempre che si riesca, sempre che i forestali
non riescano a far di tutto per non individuare e non catturare l'orso)
non basta.
La provincia deve decidere se lasciar crescere ancora la popolazione dei platigradi o porre un freno. Deve decidere se in provincia di Trento comanda la giunta provinciale o comanda la lobby di Life Ursus (l'originario programma che portò gli orsi in Trantino). Se si constata che il dr. Groff, punto di riferimento della lobby dentro la struttura dell'amministrazione provinciale, responsabile dei grandi carnivori, è sempre al suo posto viene il dubbio che Fugatti e la Lega abbiano rinunciato a far valere, in materia di gestione degli orsi, i propositi che manifestavano all'opposizione e in campagna elettorale. E si che di motivi per rimuovere Groff dalla struttura la giunta provinciale ne avrebbe. Intanto vi è lo scandalo dei fatti messi a tacere, dell'imposizione alla gente di non raccontare episodi poco simpatici (per gli orsi e i loro protettori-sponsor). Tre anni fa la presenza degli orsi in Valsugana era negata (oggi ce ne sono due accertati). Rino Stefani un apicoltore di Tezze di Grigno che l'orso l'aveva non solo avvistato ma anche fotografato. Ma non solo non fu creduto dalla Forestale (che ovviamente sapeva bene della cosa), gli avrebbe anche "raccomandato" di tacere. Indicando il sito dell' “incontro” con l'orso l'apicoltore raccontava: Qui l'ho visto e fotografato nel mese di marzo di quest'anno. Ho avvisato la Forestale che mi ha raccomandato di non dirlo alle persone del paese per evitare allarmismo. Io ho pensato: e se poi ci scappa il morto ? Non mi sembra che questa sia serietà. L'anno scorso mi aveva divelto alcune arnie e non ho presentato nessun carteggio per il risarcimento visto che sono valutate pochi euro. Vorrei invitare qui qualche verde a controllare le mie arnie ... Guardi io ho il porto d'armi sportivo, qui sopra ho il fucile e se dovessi trovarmi nelle condizioni di difendermi dall'orso non avrei dubbi ad impugnarlo. Quanti episodi nascosti sono accaduti in Trentino? E' stato indagato abbastanza su una serie sospetta di persone sane e pratiche dei posti finite in burroni in pieno giorno con buone condizioni meteo?
Ma atteniamoci a fatti
acclarati. E' mai possibile lasciare al suo posto un responsabile come
Groff che, insieme all'ex assessore Dallapiccola parlava, a proposito
delle aggressioni a Maturi, Molinari, Zadra di
"finti attacchi" (quello a Zanella era invece "falso")? Per la DG Ambiente della Commissione europea (Defining, preventing, and reacting to problem bear behaviour in Europe, 2015) il "vero attacco" è quello in cui l'uomo riporta ferite più o meno gravi indipendentemente del fatto che l'orso sia 1) sia provocato o disturbato; 2) sia stato ferito; 3) agisca per proprio impulso. Evidentemente per Groff il vero attacco è solo quello da cui la vittima non esce viva. A esprimere questo concetto sono gli animalisti come Lorenzo Croce dell'Aida che aveva presentato un esposto in Procura contro la cattura dell'orso che aveva ferito Metlicovez insinuando che il medesimo avrebbe provocato l'orso e chiarendo che per gli animalisti un vero attacco da parte di un orso avrebbe lasciato conseguenze letali. Non è finita. A fornire il pretesto agli animalisti per attaccare il pensionato era stato lo stesso dr. Groff. Groff, "interpretando" le parole del ferito (si era precipitato ad andare in ospedale appena Metlicovez vi era stato ricoverato per raccoglierne le dichiarazioni), ha sostenuto che l'uomo si era trovato l'orso all'improvviso a breve distanza e ha usato il bastone.
Ma Groff c'era?
No. Ha "raccolto" delle informazioni da un uomo ancora scosso (con
quale correttezza e autorità?) e le ha poi usate contro di lui.
Per
intimidire il pensionato gli animalisti hanno poi presentato un
esposto contro di lui per maltrattamento d'animale. Ma la cosa più
grave è che le dichiarazioni di Groff contraddicevano l'ordinanza di
abbattimento dell'orsa KJ2 dell'allora
presidente Rossi che parlava di aggressione
da parte di un animale non
provocato.
Le dichiarazioni di Groff miravano
a mettere in difficoltà Rossi. E infatti Rossi, non più
presidente, è stato poi rinviato a giudizio nel novembre
2019 (nonostante due richieste di archiviazione della Procura). Quanto
alla pericolosità dell'orso essa viene nascosta dalla Provincia di
Trento. Nella pagina, curata dal dr. Groff, gli incidenti in Trentino
sono fermi a due (Maturi e Zadra). Poi nessun aggiornamento. Non si
citano i casi di Grecia, Bulgaria, Polonia, Ucraina. Sulla Romania non
si danno dati ma si da colpa (come sempre fanno gli
aninal-ambientalisti, aprioristicamente e di tutto) ai
cacciatori.
Una
illusione pericolosa. Ma serviva a promuovere l'accettazione sociale
dell'orso o comunque a limitarne l'avversione sociale. Prima degli incidenti del 2015-2017, l'orso era usato come brand del Trentino, in ogni possibile salsa. Con l'apice del cattivo gusto di utilizzzare l'artiglio dell'orso, che ha mandato alcuni trentini all'ospedale, come simbolo di Trentino Trasporti.
L'orso (sino al 2017)
è stato strumentalizzato in ogni modo per promuovere il turismo
Trentino. L'hanno sfruttato i privati, ma soprattutto gli enti della Pat che ha direttamente contribuito a diffondere l'immagine dell'orso cartone animato con apposite campagne pubblicitarie. Quando, per srigmatizzare l'ipocrisia di questa propaganda e il suo cattivo gusto di fronte a persone ferite e rese parzialmene invalide, abbiamo pubblicato sul profilo personale facebook - nemmeno su questo sito - , vista da 50 utenti, una vignetta amara, ma palesemente satirica, Trentino spa ci ha querelato, e si è pure opposta alla richiesta di archiviazione ... che poi è puntualmente arrivata. Facendo perdere soldi al contribuente trentino, il che ci dispiace.... e a noi, il che dispiace di più, a parte per il denaro per la constatazione che a contestare l'ipocrisia del potere si pagano prezzi. Fatti del 2019 con la giunta Fugatti (anche se le nomine degli amministratori le aveva fatte in extremis, come per tutte quelle che ha potuto fare, la giunta di sinistra in scadenza con la solita eleganza e arroganza di chi governava da 70 anni il Trentino).
Non si sa,
invece, cosa
abbiano fatto la giunta e Trentino spa nei confronti degli animalisti
che innalzavano scriscioni con "Trentino assassino", invitavano al
boicottaggio del turismo trentino. Inutile mettere però la testa sotto la sabbia, inutile ridimensionare, torniamo al tema fi partenza, la casistica degli incidenti con gli orsi in Trentino. Se si vuole che la popolazione possa vivere il proprio territorio liberamente, senza paura di fare la passeggiata con il cane o con il figlio, senza paura di andare nel bosco a cercare funghi, senza paura di andare a far legna. La politica deve scegliere se adottare la linea dell'animal-ambientalismo: la montagna espropriata e consegnata ai grandi predatori (in Trentino i lupi sono in crescita esponenziale), ai cinghiali all'incubo di una natura incontrollata e ostile o se prendere coraggio e affrontare di petto le ideologie animal-ambientaliste e il castello di normative, di organismi, di progetti. Oggi la popolazione degli orsi è il doppi di quella che secondo il progetto Life Ursus ne garantiva la vitalità (50-60 capi). In più i corridoi con le popolazioni balcaniche si vanno consolidando e il rischio di deriva genetica e di consanguineità satebbe scongiurato anche con una popolazione più piccola. Che cosa servono tanti orsi (per gli animal-ambientalisti sono ancora troppo pochi): a scacciare l'uomo dalla montagna. Lo diciamo sin dall'inizio dell'esplosione del conflitto uomo-orsi in Trentino. Ci vuole coraggio, perché ci si deve scontrare con una governance opaca e vischiosa che lavora nell'ombra, senza rispettare alcuna forma di correttezza istituzionale e tantomeno di trasparenza e di democrazia. Una governance che ha largamente infiltrato e condizionato dall'esterno agendo sul piano internazionale, ministeriale, locale la politica e l'amministrazione. C'è da penare. Ma se non si vuole vivacchiare ed essere rispediti a casa bisogna agire.
Intanto
si può assumere un'iniziativa forte verso il ministro dell'interno per
autorizzare subito lo spray al peperoncino da orso (200 ml). I
flaconcini da signora anti-stupro contro l'orso non servono perché
dovresti spruzzargli la caccia quando ti è già addosso. La bombola
usata in Canada e Romania ha gittata (senza vento) di 14 m. Inutile
dire da quanti anni ruralpini e l'avv. Mario Giuliano stanno chiedendo
(anche con una petizione) questa minima misura a favore della sicurezza
di trentini e ospiti.
M49 va nei paesi e nelle stalle, si sa dov'è ma non si cattura (09.03.20) I media hanno riportato in modo lacunoso e tranquillizzante le scorribande dell'orso M49 in val di Fiemme di una settimana fa. Non ha predato solo "delle arnie" ma ha ferito un asino, che ha poi dovuto essere soppresso. Fatto ancora più grave si è introdotto, some al solito forzando porte e finestre, in locali annessi a una stalla (con animali da latte regolarmente munti e accuditi) e ha dormito in un fienile. I forestali l'hanno "intercettato", sanno dov'è ma non agiscono (nonostante un'ordinanza del presidente Fugatti)
Lagorai
terra di pascoli e pastori resistenti (con l'incubo di orso e lupi)
Rotto
il tabù: abbattuta l'orsa pericolosa
|