Ruralpini  resistenza rurale

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Orsi trentini, ora basta minimizzare il pericolo
 


di
Michele Corti

Ieri i giornali trentini, che pure hanno ampiamente trattato del nuovo grave incidente provocato dagli orsi, hanno incomprensibilmente "dimenticato" il caso di Marco Zadra, un podista inseguito e ferito da un orso. Un caso che, a suo tempo, aveva meritato le prome pagine degli stessi organi di stampa. Perché? Si vuole ancora minimizzare per paura di non "allarmare" i turisti? Certo che se si va a vedere il sito ufficiale della PAT, la provincia autonoma, le cose sono ancora più disperanti. E' fermo a due incidenti, si censurano diversi incidenti mortali che pure erano avvenuti in Europa al tempo dell'aggiornamento del sito (2015). Perché non è stato aggiornato? Per non dover dire la verità, ovvero che le balle sull'orso che non è mai pericoloso "a meno che non venga provocato" sono, appunto, balle. Balle di stato, ma pur sempre balle.  E' ammissibile che la nuova giunta lasci al suo posto chi (il responsabile grandi carnivori) accusava i feriti dall'orso di averlo attaccato loro, contraddicendo anche l'ex presidente Rossi?


(24.06.20) Nelle paginate uscite ieri con la cronaca dell'aggressione subita lunedi da due escursionisti di Cles su un sentiero tra val di Non e val di Sole, c'è una clamorosa dimenticanza di (almeno) due episodi di aggressione da parte di orsi avvenuti negli anni scorsi.



Una dimenticanza, una vera amnesia perché entrambi i giornali (L'Adige e Il Trentino hanno sempre trattato con dovizia di particolare gli episodi in questione). Hano ricordato la 3M, che non è la ditta di nastri adesivi ma il terzetto di sfortunati trentini vittime non solo degli orsi ma anche di minacce, molestie, insulti da parte degli animalisti, inferociti contro Maturi, Molinari (che ha perso per sempre l'uso di un braccio) e Metlicovez perché, secondo queste care persone, essi avrebbero provocato i poveri orsi e ne hanno causato catture e abbattimenti
Degli episodi di aggressione "rimossi dalla memoria" della stampa trentina,  , quello di cui fu protagonista Marco Zadra, verificatosi il 29 maggio 2015, a Zambana a pochi km da Trento, fu particolarmente grave perché l'orso, che lo ferì al braccio, era solo (era probabilmente maschio niente alibi cuccioli) e inseguì con accanimento la vittima ("per uccidermi"). Per sfuggirgli agli artigli del plantigrado, il malcapitato dovette gettarsi in una forra. Ne uscì malconcio. Ai tempi la redattrice trentina di Ruralpini,  Laura Zanetti di Telve, intervistò Zadra e chi vuole può leggersi qui tutta la conversazione. Per comodità riportiamo qui di seguito la parte saliente del racconto di Marco. Da leggere. 

Tendenzialmente sono uno sportivo. Finito il mio lavoro spesso vado a correre nei boschi che attorniano Trento. Quest’anno era la prima volta che andavo in val Manara, sopra Zambana.



Parto quindi con la macchina attorno alle 19.30, lascio l’utilitaria a Zambana Vecchia e inizio a camminare per un sentiero piuttosto ripido. Nel ridiscendere a circa 500 mt di alt, me lo sono trovato di fronte. Erano circa le 20 e 15: io scendevo di corsa, lui ansimando stava salendo. Un attimo e ci siamo trovati uno di fronte all’altro. La prima cosa è stato lo stupore, poi razionalizzando sono riuscito a diventare freddo come un ghiacciolo. Era una situazione di stallo. L’orso era piuttosto agitato, ma non è scappato; io ho iniziato ad indietreggiare piano piano, mentre l’animale, prendendo coraggio, è partito alla carica. Consideri che ha una testa grande quanto un televisore e due zampe enormi. Ho iniziato a correre, scivolando e cadendo sulla ghiaia, con lui dietro. In quel momento mi sono visto morto, preso alle giugulari e sbranato. Nonostante il terrore, che ricordo come un sentimento lucidissimo, mi rialzo rivolto verso l’orso, ormai accanto a me: cerco di spaventarlo urlando, riparandomi il viso con le braccia. A questo punto, dopo avere ricevuto una zampata sull’ avambraccio destro, mi sono letteralmente buttato a capofitto nella scarpata procurandomi una semilussazione alla spalla sinistra, ematomi ed escoriazioni ovunque. Credo di essermi salvato perché mi sono sempre divertito a percorrere i “giaroni” [ghiaioni] a balzi. Nel frattempo l’orso mi ha inseguito per altri duecento metri grugnendo e ansimando giù per la scarpata. Sentivo proprio il suo fiato sul collo. Per frenare la discesa mi afferravo a tutto ciò che poteva salvarmi, esattamente come Tarzan. Il terrore non era finito perché temevo che mi prendesse di schiena, squarciandomela in due. Finito al limitare di una forra ho preso tutto il coraggio che avevo in corpo e ho dato contro all' orso, urlandogli tutta la mia contrarietà ad essere inseguito... ed ho pensato: "mia figlia non può perdere suo padre in questo modo assurdo,no,no di sicuro”. L’orso mi ha osservato, quasi fossi un matto, poi ha deviato continuando a non perdermi di vista. Mi sono comunque buttato nella forra, rischiando di ammazzarmi. Anche qui mi è andata di lusso. Intanto il sangue colava dalla ferita. Ho attraversato il torrentello superando la forra muschiosa e friabile, interponendo una valle fra me e l' orso, dirigendomi verso Zambana Vecchia. Avevo i polmoni in gola e l’adrenalina a litri. Arrivo alla confluenza della val Manara sopra la chiesa di Zambana Vecchia, con ancora la paura di rincontrarlo. Ho raccolto così due sassoni, facendo questo ultimo pezzo di bosco labirintico, guardingo ed utilizzando le ultime energie. Come sono arrivato sul prato della chiesa, ho realizzato che potevo considerarmi salvo e soprattutto miracolato. Mi è stata fatta iniezione antitetanica e la ferita è stata suturata con cinque punti interni e otto graffette metalliche esterne. Nei giorni successivi sono dovuto tornare al Pronto Soccorso perché la ferita si era infettata e suppurava. È stata così aperta e drenata, con un dolore che non le dico, e prescritto un ulteriore antibiotico.

 



Notiamo, an passant, che Zadra, come le altre vittime dello sciagurato programma di reintroduzione dell'orso in Trentino (mediante importazione di capi di dubbia qualità comportamentale in Slovenia), è stato dimesso dall'ospedale in gran fretta e che la reinfezione della ferita fu determinata anche dall'assenza di protocolli specifici per il trattamento delle ferite da orso (che possono trasmettere patogeni diversi da quelli del morso di un cane). Tutto questo perché si vuole minimizzare, far dimenticare i brutti episodi, far credere che siano casi sfortunati o eccezionali. Anche in questi giorni la Forestale (che potrebbero ribattezzarsi bear-sitter, custodi - e fan - degli orsi) ha cercato di "scagionare" l'orso  La solita litania forse aveva i cuccioli. Ma nessuno li ha visti e anche se ci fossero stati gli escursionisti non li hanno visti, non li hanno avvicinati, no hanno tagliato loro la strada. I cuccioli c'erano negli episodi di Maturi e di Sisinio Zanella (altro caso "dimenticato").



Zanella si difese con un bastone e l'orsa, presa alla sprovvista, non procedette nell'attacco. Ma il contatto ci fu eccome. Era il 2014. Nello stesso anno vi fu l'episodio di Maturi (ferito a un braccio e alle gambe), nel 2015 quelli di Zadra e di Molinari (forse il più grave perché ha perso per sempre l'uso del braccio destro e la provincia, pr tacitarlo, lo ha assunto come uscere), nel 2017 quello di Metlicovez (in comune di Trento). Molinari e Metlicovez vennero aggregiti dall'orsa KJ2, poi abbattuta. Da segnalare che Angelo Metlicovez dichiarò testualmente: Nella stessa zona una ragazza è stata anche lei inseguita dall'orso. Per salvarsi si è buttata giù per il dirupo e ha tutte le gambe rovinate, me l'ha detto una dottoressa dell'ospedale. Ha già fatto la denuncia in Provincia ma non dicono nulla e mettono tutto a tacere. Se sapevo che la mattina era successo una cosa simile non passavo di certo per quei luoghi. Accuse gravi, ma lasciate cadere




Dal 2017 a oggi, con il duplice ferimento di Fabio e Christian Masseroni, c'è stata una "tregua". Come mai? Gli orsi sono diventati agnellini?  La voce che gira in Trentino dice che, con la scusa del monitoraggio, fototrappolaggio, ecc., la Forestale "foraggi" gli orsi per tenerli il più possibile lontani da zone frequentate (lo dichiarava anche Sisinio Zanella, uno degli aggrediti dagli orsi).


L'aumento continuo della popolazione (che ha superato con le nuove cucciolate il centinaio di esemplari), porta comunque qualche orsetto più birichino a fare scorribande fin dentro i paesi.  Come successo recentemente con un individuo molto esuberante che ai primi di maggio di quest'anno non si è limitato a passeggiare per le vie di Calliano ma, entrato in una palazzina, si è poi calato in strada da un balcone. Divertente? Non tanto se si pensa che anche un giovane orso, con una "carezza" può uccidere una manza (figuriamoci una persona).




Era inevitabile che il problema orsi tornasse alla ribalta. Per la provincia  amministrata da Fugatti della Lega che, nella scorsa legislatura, dall'opposizione aveva intrapreso non poche iniziative contro la gestione del dossier orsi da parte della vecchia maggioranza, è una patata bollente. Già la "nuova" gestione provinciale ha rimediato la figuraccia dell'evasione dalla prigione per orsi cattivi del Casteller (una località a Sud di Trento), di M49, responsabile di una serie di predazioni anche di grossi animali (vedi qui cosa scivevamo in proposito). Succedeva lo scorso anno. Poi fu uccel di bosco, sostenuto dal tifo del primo animalista d'Italia, l'irresponsabile ministro Costa, che battezzo M49 "Papillon". Mentre il ministro esaltava la libertà del fuggitivo, il medesimo, questa primavera, ha "visitato", devastandole, diverse strutture. Entrando in locali prossimi a quelli dove erano ricoverati degli animali, sfondando le porte delle malghe per cercare cibo. Alla fine è stato catturato e blindato ai primi di maggio. Tutto ciò indica che con gli orsi la Provincia autonoma non può sperare che le cose "si aggiustino da sole". Serve una politica. Serve decisionismo. Nel caso di questi giorni c'è stata subito l'emissione dell'ordinanza da parte di Fugatti, al quale va dato atto di aver agito con tempestività senza tentennamenti, per individuare e abbattere l'orso responsabile della duplice aggressione. Ma gestire l'emergenza (sempre che si riesca, sempre che i forestali non riescano a far di tutto per non individuare e non catturare l'orso) non basta.



La provincia deve decidere se lasciar crescere ancora la popolazione dei platigradi o porre un freno. Deve decidere se in provincia di Trento comanda la giunta provinciale o comanda la lobby di Life Ursus (l'originario programma che portò gli orsi in Trantino). Se si constata che il dr. Groff, punto di riferimento della lobby dentro la struttura dell'amministrazione provinciale, responsabile dei grandi carnivori, è sempre al suo posto viene il dubbio che Fugatti e la Lega abbiano rinunciato a far valere, in materia di gestione degli orsi, i propositi che manifestavano all'opposizione e in campagna elettorale.

E si che di motivi per rimuovere Groff dalla struttura la giunta provinciale ne avrebbe. Intanto vi è lo scandalo dei fatti messi a tacere, dell'imposizione alla gente di non raccontare episodi poco simpatici (per gli orsi e i loro protettori-sponsor). Tre anni fa la presenza degli orsi in Valsugana era negata (oggi ce ne sono due accertati). Rino Stefani un apicoltore di Tezze di Grigno che l'orso l'aveva non solo avvistato ma anche fotografato. Ma non solo non fu creduto dalla Forestale (che ovviamente sapeva bene della cosa), gli avrebbe anche "raccomandato" di tacere. Indicando il sito dell' “incontro” con l'orso l'apicoltore raccontava: Qui l'ho visto e fotografato nel mese di marzo di quest'anno. Ho avvisato la Forestale che mi ha raccomandato di non dirlo alle persone del paese per evitare allarmismo. Io ho pensato: e se poi ci scappa il morto ? Non mi sembra che questa sia serietà. L'anno scorso mi aveva divelto alcune arnie e non ho presentato nessun carteggio per il risarcimento visto che sono valutate pochi euro. Vorrei invitare qui qualche verde a controllare le mie arnie ... Guardi io ho il porto d'armi sportivo, qui sopra ho il fucile e se dovessi trovarmi nelle condizioni di difendermi dall'orso non avrei dubbi ad impugnarlo. Quanti episodi nascosti sono accaduti in Trentino? E' stato indagato abbastanza su una serie sospetta di persone sane e pratiche dei posti finite in burroni in pieno giorno con buone condizioni meteo?



Ma atteniamoci a fatti acclarati. E' mai possibile lasciare al suo posto un responsabile come Groff che, insieme all'ex assessore Dallapiccola parlava, a proposito delle aggressioni a Maturi, Molinari, Zadra di "finti attacchi" (quello a Zanella era invece "falso")? 

Per la DG Ambiente della Commissione europea (Defining, preventing, and reacting to problem bear behaviour in Europe, 2015) il "vero attacco" è quello in cui l'uomo riporta ferite più o meno gravi indipendentemente del fatto che l'orso sia 1) sia provocato o disturbato; 2) sia stato ferito; 3) agisca per proprio impulso. Evidentemente per Groff il vero attacco è solo quello da cui la vittima non esce viva. A esprimere questo concetto sono gli animalisti come Lorenzo Croce dell'Aida che aveva presentato un esposto in Procura contro la cattura dell'orso che aveva ferito Metlicovez insinuando che il medesimo avrebbe provocato l'orso e chiarendo che per gli animalisti un vero attacco da parte di un orso avrebbe lasciato conseguenze letali. Non è finita. A fornire il pretesto agli animalisti per attaccare il pensionato era stato lo stesso dr. Groff. Groff,  "interpretando" le parole del ferito (si era precipitato ad andare in ospedale appena Metlicovez vi era stato ricoverato per raccoglierne le dichiarazioni), ha sostenuto che l'uomo si era trovato l'orso all'improvviso a breve distanza e ha usato il bastone. 

Ma Groff c'era? No. Ha "raccolto" delle informazioni da un uomo ancora scosso (con quale correttezza e autorità?) e le ha poi usate contro di lui.  Per intimidire il pensionato gli animalisti  hanno poi presentato un esposto contro di lui per maltrattamento d'animale. Ma la cosa più grave è che le dichiarazioni di Groff contraddicevano l'ordinanza di abbattimento dell'orsa KJ2 dell'allora presidente Rossi che parlava di aggressione da parte di un animale non provocato. Le dichiarazioni di Groff miravano a mettere in difficoltà Rossi. E infatti Rossi, non più presidente,  è stato poi  rinviato a giudizio nel novembre 2019 (nonostante due richieste di archiviazione della Procura). Quanto alla pericolosità dell'orso essa viene nascosta dalla Provincia di Trento. Nella pagina, curata dal dr. Groff, gli incidenti in Trentino sono fermi a due (Maturi e Zadra). Poi nessun aggiornamento. Non si citano i casi di Grecia, Bulgaria, Polonia, Ucraina. Sulla Romania non si danno dati ma si da colpa (come sempre fanno gli aninal-ambientalisti, aprioristicamente e di tutto) ai cacciatori. 

Una illusione pericolosa. Ma serviva a promuovere l'accettazione sociale dell'orso o comunque a limitarne l'avversione sociale.

Prima degli incidenti del 2015-2017, l'orso era usato come brand del Trentino, in ogni possibile salsa. Con l'apice del cattivo gusto di utilizzzare l'artiglio dell'orso, che ha mandato alcuni trentini all'ospedale, come simbolo di Trentino Trasporti. 


L'orso (sino al 2017) è stato strumentalizzato in ogni modo per promuovere il turismo Trentino. L'hanno sfruttato i privati, ma soprattutto gli enti della

Pat che ha direttamente contribuito a diffondere l'immagine dell'orso cartone animato con apposite campagne pubblicitarie. Quando, per srigmatizzare l'ipocrisia di questa propaganda e il suo cattivo gusto di fronte a persone ferite e rese parzialmene invalide, abbiamo pubblicato sul profilo personale facebook - nemmeno su questo sito - , vista da 50 utenti, una vignetta amara, ma palesemente satirica, Trentino spa ci ha querelato, e si è pure opposta alla richiesta di archiviazione ... che poi è puntualmente arrivata. Facendo perdere soldi al contribuente trentino, il che ci dispiace.... e a noi, il che dispiace di più, a parte per il denaro per la constatazione che a contestare l'ipocrisia del potere si pagano prezzi. Fatti del 2019 con la giunta Fugatti (anche se le nomine degli amministratori le aveva fatte in extremis, come per tutte quelle che ha potuto fare, la giunta di sinistra in scadenza con la solita eleganza e arroganza di chi governava da 70 anni il Trentino).

 

 Non si sa, invece,  cosa abbiano fatto la giunta e Trentino spa nei confronti degli animalisti che innalzavano scriscioni con "Trentino assassino", invitavano al boicottaggio  del turismo trentino. 

Inutile mettere però la testa sotto la sabbia, inutile  ridimensionare, torniamo al tema fi partenza,  la casistica degli incidenti con gli orsi in Trentino.  Se si vuole che la popolazione possa vivere il proprio territorio liberamente, senza paura di fare la passeggiata con il cane o con il figlio, senza paura di andare nel bosco a cercare funghi, senza paura di andare a far legna. La politica deve scegliere se adottare la linea dell'animal-ambientalismo: la montagna espropriata e consegnata ai grandi predatori (in Trentino i lupi sono in crescita esponenziale), ai cinghiali all'incubo di una natura incontrollata e ostile o se prendere coraggio e affrontare di petto le ideologie animal-ambientaliste e il castello di normative, di organismi, di progetti. Oggi la popolazione degli orsi è il doppi di quella che secondo il progetto Life Ursus ne garantiva la vitalità (50-60 capi). In più i corridoi con le popolazioni balcaniche si vanno consolidando e il rischio di deriva genetica e di consanguineità satebbe scongiurato anche con una popolazione più piccola. Che cosa servono tanti orsi (per gli animal-ambientalisti sono ancora troppo pochi): a scacciare l'uomo dalla montagna. Lo diciamo sin dall'inizio dell'esplosione del conflitto uomo-orsi in Trentino.  Ci vuole coraggio, perché ci si deve scontrare con una governance opaca e vischiosa che lavora nell'ombra, senza rispettare alcuna forma di correttezza istituzionale e tantomeno di trasparenza e di democrazia. Una governance che ha largamente infiltrato e condizionato dall'esterno agendo sul piano internazionale, ministeriale, locale la politica e l'amministrazione. C'è da penare. Ma se non si vuole vivacchiare ed essere rispediti a casa bisogna agire.

Intanto si può assumere un'iniziativa forte verso il ministro dell'interno per autorizzare subito lo spray al peperoncino da orso (200 ml). I flaconcini da signora anti-stupro contro l'orso non servono perché dovresti spruzzargli la caccia quando ti è già addosso. La bombola usata in Canada e Romania ha gittata (senza vento) di 14 m. Inutile dire da quanti anni ruralpini e l'avv. Mario Giuliano stanno chiedendo (anche con una petizione) questa minima misura a favore della sicurezza di trentini e ospiti.

 





LA BRUTTA SAGA DEGLI ORSI TRENTINI


M49 va nei paesi e nelle stalle, si sa dov'è ma non si cattura

(09.03.20) I media hanno riportato in modo lacunoso e tranquillizzante le scorribande dell'orso M49 in val di Fiemme di una settimana fa.  Non ha predato solo "delle arnie" ma ha ferito un asino, che ha poi dovuto essere soppresso. Fatto ancora più grave si è introdotto, some al solito forzando porte e finestre, in locali annessi a una stalla (con animali da latte regolarmente munti e accuditi) e ha dormito in un fienile. I forestali l'hanno "intercettato", sanno dov'è ma non agiscono (nonostante un'ordinanza del presidente Fugatti) 


Lagorai terra di pascoli e pastori resistenti (con l'incubo di orso e lupi)
(11.09.19) Laura Zanetti è andata a sentire il polso della situazione nelle malghe del Lagorai, la catena montuosa tra val di Fiemme e Valsugana. Qui l'orso M49 - già catturato nel Trentino occidentale e incredibilmente "evaso" dal recinto del Casteller presso Trento - ma anche i lupi, anch'essi arrivati di fresco, promettono di mettere in ginocchio, anche in questo splendido angolo di autentica montagna trentina, il  fragile sistema pastorale.
 


Si rivede la (brutta) commedia dell'orso trentino. M49 uccel di bosco o già morto?
(06.07.19) Il giorno 4 luglio, alla mattina l'Adige, annuncia la cattura dell'orso, promettendo che i dettagli sarebbero stati resi noti dal presidente Fugatti in una conferenza stampa alle ore 14. Si è poi saputo che, agli ingressi del Trentino, vi erano presidi delle forze dell'ordine, pronte a prevenire "marce" di parte animalista. A sera la smentita della cattura. Comincia così, con un giallo, la campagna di cattura di M49. Assisteremo ancora alla saga dell'orso imprendibile che si fa beffe della provincia? leggi tutto


Sergio Costa e l'orso M49: un caso politico illuminante
(13.06.19) Da due mesi la provincia di Trento ha chiesto l'autorizzazione a catturare l'orso M49, autore di una serie di gravi predazioni (il bestiame viene aggredito dentro le stalle anche in vicinanza di case abitate). Il ministro Costa, un generale dei carabinieri forestali, da sempre organico ai Verdi, non si preoccupa neppure di rispondere in modo formale e comunque fa sapere che "non è opportuno" catturare il plantigrado. Ne fa un arma della sua battaglia politica contro la Lega e l'autonomia delle regioni del Nord

Rotto il tabù: abbattuta  l'orsa pericolosa 

(14.07.17) Un fatto che va oltre la cronaca e che segna indubbiamente una svolta (il primo grande predatore protetto abbattuto legalmente in Italia). Occasione per approfondire non solo le vicende recenti degli orsi trentini ma anche la (non)politica dei grandi predatori in Italia, e il ruolo del movimento animal-ambientalista

La Valtellina impari lalezione della  sciagura degli orsi trentini. Dalla Bitta avvisato... mezzo salvato
(27.07.17) Abbiamo scritto una lettera aperta al presidente della provincia (ben poco autonoma) di Sondrio, affinché intervenga per far cessare la campagna di propaganda della sua amministrazione tendente a presentare gli orsi come "non pericolosi se non provocati" e si attivi con la Regione Lombardia per la recessione dal Pacobace

Caso Metlicovez : gravi responsabilità della PAT
 (24.07.17) Questa volta non basta alla Pat il gioco dello scaricabarile ("le catture le deve autorizzare Roma"), né i giochi di parole ("non è un vero attacco"). Se sarà accertato, come tutto lascia supporre, che ad attaccare è stata Kj2, orsa catturata e poi rilasciata dai forestali, emergerebbe l'incapacità delle strutture della provincia a garantire la sicurezza delle persone ma anche una responsabilità dolosa.

(03.08.15)  L'orso visto da un Trentino "figlio di un dio minore"
Ragoli,  Preore, Montagne, comuni di poche centinaia di abitanti della "busa di Tione" (che nell'ottica del Parco Adamello Brenta sono una "porta di servizio" per entrare nel regno dell'orso creato con Life ursus). Qui l'orso si vede tutti i giorni ma - in compenso - non c'è la ricca economia turistica di Pinzolo e Madonna di Campiglio

(21.07.15)  Hanno scambiato il Trentino con il Canada (e insistono)
Oggi politici ed "esperti" (ai quali i primi delegano tutto) hanno perso il contatto con la realtà. Il progetto Life ursus è un esempio di delirio tecnocratico e del trionfo dell'ignoranza mascherata da saperi specialistici. Hanno scambiato il Trentino con un Wild North spopolato

(14.07.15) Grigno (Valsugana) non vuole convivere con gli orsi
 Siamo andati ad intervistare la gente di Grigno, paese della Valsugana, dove lo scorso anno si sono verificati numerosi casi di predazione e l'orso ha passeggiato tra le case.  La gente ha paura ma non si fa intimidire e il sindaco non ha accettato che  a informare  sugli orsi venissero gli ambientalisti.

(13.07.15) Psicosi orsi in Trentino. Ma chi ne è affetto?
La provincia di Trento sugli orsi sta assumendo posizioni contraddittorie. Basti dire che ora si ammette la pericolosità degli orsi e si chiede (come noi facciamo da tempo) l'autorizzazione dello spray urticante. Ma dentro la struttura gli irriducibili non rinunciano a negare l'evidenza della presenza di orsi anche a Est dell'Adige.

09.07.15) Marco Zadra ringrazia Life Ursus per i "regali"  elargiti ai trentini (e ai turisti)
Marco Zadra, aggredito a Zambana lo scorso 29 maggio e sfuggito per miracolo ad una tragedia, invia la seguente lettera che, purtroppo, non è stata pubblicata sui giornali. Preghiamo perció di diffonderla online al fine di contribuire a quell'opera di  informazione in grado di contrastare le manipolazioni di coloro che hanno sostenuto il progetto Life Ursus.

(24.06.15) ... temevo mi prendesse alla schiena e me la spezzasse in due
Marco Zadra aggredito da un orso a pochi km da Trento (e a 700 m  da un abitato) racconta nei dettagli a Laura Zanetti di  l'allucinante esperienza che ha vissuto il 29 maggio scorso.  La sua "colpa" è di aver voluto andare a fare esercizio fisico su un sentiero a 500 m di altitudine dopo il lavoro . Life Ursus ha deciso che i trentini non possono più vivere liberamente. 

(19.06.15) Parte la petizione per lo spray anti-orso
Dopo l'aggressione a Wladimir Molinari massacrato da un orso che lo ha assalito a a freddo nulla è come prima. La gente sta prendendo coraggio di reagire, la maggioranza silenziosa è stanca di subire politici, anilamalisti, tecnocrati. Intanto è partita la petizione per chiedere al Ministero dell'interno di autorizzare la libera vendita dello spray anti-orso (200 ml contro i 30 di quello anti-stupro).

(18.06.15) Orsi pericolosi: la provincia di Trento non sa decidersi a cambiare dottrina
L'ultima aggressione da parte di un'orsa (apparentemente senza cuccioli  e non provocata) avvenuta in comune di Trento ha mandato il 9 giugno in ospedale un uomo di 45 anni con prognosi di 30 giorni e il braccio massacrato. Ma per la Provincia di Trento gli orsi continuano a non essere pericolosi e si insiste a imporre una "convivenza" rifiutata dalla stragrande maggioranza della popolazione

(31.05.15) Uomo ferito da orso su un sentiero in Trentino
Mentre i Signori dell'orso gongolano per le sette cucciolate in Trentino gli albergatori gongolano meno sapendo che in Italia si sta diffondendo la notizia che un escursionista locale ha vissuto l'incubo di un'aggresisone da orso su un sentiero. Nonostante il racconto della vittima e la ferita "compatibile con attacco da orso" secondo i sanitari i Forestali per difendere i loro orsi parlano di "falso attacco".  

(29.09.14) L'avv. Giuliano avverte la Provincia di Trento e i suoi super esperti di orsi: vi assumete la responsabilità di omicidio volontario
Forte di pareri di esperti internazionali sulla materia l'avv. Mario Guliano mette in guardia politici e tecnici che continuano a scherzare con il fuoco. Negando la pericolosità degli orsi, omettendo la cattura di quelli pericolosi, manipolando l'informazione, inducendo le persone a sottovalutare la pericolosità degli orsi, essi si rendono responsabili di omicidio volontario in caso di attacco mortale. Solo per pura fortuna quest'anno due attacchi non sono stati tragici. Ma fino a quando durerà la fortuna?

(13.09.14) Vi spiego perché Life Ursus è un disastro annunciato (Daniza è solo l'inizio...)
Perché Life Ursus è un fallimento lo si capisce bene vedendo cosa succede a Madonna di Campiglio dove il Parco dell'orso benedice la devastazione dell'ambiente. Chi ha spinto sull'orso e la sua reintroduzione lo ha fatto in modi sbagliati perché aveva interessi inconfessabili. Oggi tra chi vuole eliminare gli orsi e chi ne fa un idolo non c'è possibilità di mediazione e le istituzioni che hanno scherzato con il fuoco ora pagano le conseguenze. Intanto i business proseguono.

(02.09.14)  Voci da Pinzolo. Cosa pensa la gente (allevatori e abitanti) degli orsi (senza filtri)
Sabato scorso la val Rendena è stata militarizzata per colpa dell'ignavia della provincia di Trento (cui è sfuggito di mano l'irresponsabile progetto Life Ursus) e della protervia un pugno di animalisti di Roma che pretendono di imporre ai trentini l'abbando delle attività di allevamento e di non mettere piede nei boschi. Sulla situazione la nostra Laura Zanetti ha raccolto i commenti senza filtro di allevatori trentini e veneti e degli abitanti della Rendena.

(28.08.14) Animalisti decisi a marciare su Pinzolo sabato senza autorizzazione
 (nella foto Pinzolo) C'è di che riflettere per i guru del marketing territoriale Trentino  che hanno voluto il progetto Life Ursus, sintesi di integralismo 'conservazionista' e di affarismo. Ora l'estate turistica trentina rimbalza sui media con l'immagine di manifestazioni, schieramento di polizia antisommossa tensioni, denunce. Non basta la crescente paura e disaffezione dei turisti che temnono l'orso. Ora si aggiunge il timore di manifestazioni violente nel Trentino felix turistico delle famiglie.

(26.08.14)Fuga politica di Daniza agevolata da una provincia a metà tra ignavia e macchiavellismo 
Sono passati 12 giorni dall'aggressione potenzialmente mortale dell'orsa a un malcapitato abitante della val Rendena e l'orsa Daniza è stata lasciata 'fuggire' per calcoli politici. La PAT non l'ha catturata ma ha, furbescamente e irresponsabilmente lasciata andare la bestia oltre il confine provinciale (un orso che aggredisce un uomo una volta può rifarlo perché ha vinto ogni residua paura dell'uomo). Così ora se la vedranno i bolzanini con l'orsa. Bravi, avanti così.

(26.08.14)  Il movimento dei genitori prende posizione contro la mancata cattura di Daniza
Alla provincia di Trento si credono furbi. Dicono che cattureranno l'orsa responsabile di un'aggressione ad un uomo a Pinzolo ma non lo fanno per calcoli politici (del PD). A Trento hanno giocato da apprendisti stregoni con gli orsi. Ora sono sotto pressione da parte di soggetti economici, animalisti, politica di opposizione, Roma, valligiani e non sanno che fare mentre i più scaltri politici di scuola DC/PCI cercano di trarne profitto. Quanto mai opportuno il monito del Movimento gentitori che denuncia la gravità della mancata cattura dell'orsa

(23.08.14)La Provincia di Trento non sa più che pesci pigliare. Gli orsi sono patata bollente politica
Ugo Rossi, presidente del Trentino si copre di ridicolo. Con i suoi autogol dimostra come la premiata fabbrica degli orsi (Life Ursus) sia fuori controllo. Prima dice di voler limitare gli orsi con catture e abbattimenti, poi - inginocchiandosi agli animalisti - supplica le altre regioni, e 'oltralpe' di subirsi un 'contingentamento' di plantigradi da esportazione. I montanari delle regioni limitrofe diranno: "Dividi l'autonomia e poi forse dividiamo gli orsi" e "Prima sistemali nel Trentino orientale dove non ci sono o quasi, poi parliamo di deportazioni in altre regioni". "Contingenti orsi". Come fossero rifiuti speciali

(18.04.14) Life Ursus di fronte alla realtà
 Robi Ronza commenta l'aggressione subita da un uomo in Trentino che ha 'osato' andare a cercare funghi in un bosco disturbando il sacro territorio dei sacri orsi.  La provincia di Trento non ne uscirà facilmente da un ginepraio dove a metterla in croce ci sono anche (oltre ad animalisti e valligiani furenti) anche il Ministero, la regione Veneto (Zaia pro-orsi, l'assessore al'agricoltura contro) . Intanto a ferragosto in tutta Italia si sa che ad andar a funghi in Trentino si rischia la vita. Ottima promozione per le famiglie. Grazie Life Ursus da parte degli albergatori (che potevano anche loro pensarci prima che la 'promozione' a suon di orsi era un boomergan).

(27.07.13)Dalle parole ai fatti : Comitato antiorso 
Quest' anno le azioni del Comitato antiorso (diventato anche "e Grandi Predatori") del Trentino si sono fatte più incisive. La campagna di raccolta firme "per liberare il Trentino dagli orsi" prevede banchetti informativi sui mercati dei paesi rivolti anche ai turisti. Sino all'anno scorso vi era il timore di perdere il consenso degli albergatori. Ora si teme anche per il turismo.

(03.07.13)Liberalizzare lo spray anti orso
L'avvocato Mario Giuliano di Trento, citando la casistica di incidenti mortali pubblicata da Ruralpini, scrive al ministro Alfano per chiedere che lo spray utilizzato in America per difendersi dalle aggressioni degli orsi non sia considerato come un'arma e posto in libera vendita.

(08.07.12) Poveri orsi
Esibiti come bestie da baraccone, sfruttati commercialmente, oggetto di voyeurismo, spiati, radiocollarati, attirati da incoscienti fotografi, disturbati da elicotteri, pallottole di gomma e petardi, narcotizzati, catturati in trappole-tubo, uccisi "dai loro amici", "stirati" dalle automobili, castrati e imprigionati. Gli orsi trentini sono le prime vittime della messa in scena della wilderness, sono vittime dell'ipocrisia dominante, che impone la caduta dei confini tra domestico e selvatico, la mitologia ribaltata dell' orso "vegetariano" e della "buona fiera", mescolando escatologia biblica, Disney e... business. Nel mondo ecologista si impone una riflessione.leggi tutto.

(24.05.12) Strembo (Tn). Esplode la protesta per la strage degli asini. Nasce il Comitato anti-orsi
È stata una donna a dare finalmente il la alla protesta. Si è vista due suoi asini "Beppo" e "Cirillo" sbranati dall'orso e ha reagito. Non solo ha portato personalmente la carcassa di Beppo davanti alla sede del Parco (Adamello-Brenta) responsabile della reintroduzione degli orsi in Trentino, ma ha anche lanciato un Comitato anti-orso che ha subito avuto decine e decine di adesioni anche dalle provincie limitrofe.

(12.05.12)  Trentino: Orso, sbagliato e dannoso reintrodurlo
Il gestore del rifugio Carè alto di Pelugo in Val Rendena (TN) ha scritto una lettera al quotidiano l'Adige dopo aver subito la perdita di un'asina di 12 anni che faceva parte della sua famiglia; aiutava nei trasporti in malga ma giocava anche con i suoi figli. Marco Bosetti non risparmia giudizi taglienti agli "ecologisti da salotto" e a tutti coloro che: a tutti coloro che hanno ritenuto e ritengono che il mio asino siameno importante del loro orso

(29.05.12) Gli orsi sono pericolosi per l'uomo?
In Trentino, specie dopo il primo attacco a delle persone, infuria la polemica sugli orsi e si chiede un "giro di vite" sugli orsi potenzialmente pericolosi, senza esitare ad abbatterli. Ma gli orsi rappresentano un reale pericolo per l'uomo?  

(14.02.11) 50 orsi in Trentino pronti a uscire dal letargo e a fare danni
 In vista del prossimo risveglio della popolazione ursina trentina - che ogni anno si fa più numerosa - l'On. Fugazzi presenta una interrogazione al Ministro dell'Ambiente. Cosa si fa per tutelare la popolazione e ridurre i danni di una presenza che interessa da vicino i centri abitati? Che ne è delle promesse di Dellai di 'rivedere' la demagogica politica conservazionista che penalizza chi vive nelle Terre alte?

(18.10.10) Orsi trentini. Dopo una estate di emergenze Giovanazzi lancia iniziativa legislativa
 Nerio Giovanazzi (Amministrare il Trentino) dopo le petizioni presentate in Consiglio provinciale lancia ora una coraggiosa proposta di legge di iniziativa popolare che modifica alcuni articoli della legge provinciale sulla caccia. Vengono introdotti più congrui risarcimenti e un controllo democratico (anche attraverso referendum locali) sulle misure di rimozione degli orsi problematici. Il progetto di legge viene incontro alle istanze di componenti della popolazione che vedono la propria libertà di movimento e le proprie attività sempre più condizionate dalla crescente presenza dei plantigradi 

(05.08.10)  In Primiero (trentino)Dellai deve subire la contestazione dei contadini esasperati per i danni provocati dagli orsi
Il presidente della PAT, che si era recato in Primiero per problemi di viabilità, ha dovuto affrontare la collera di una trentina di contadini infuriati per l'imperversare delle predazioni da parte degli orsi che solo negli ultimi giorni sono costate la vita a una ventina di pecore. Il tutto mentre il consigliere provinciale centrista Giovanazzi promuove una petizione per chiedere la cattura e l'abbattimento degli orsi pericolosi.Nello stesso giorno viene annunciato  dal capo del servizio forestale Masé che si procederà a uno studio per 'rivedere' tutta la questione...

(05.07.10) Baselga del Bondone (Tn) Pecore e capre sbranate, frutteti distrutti, una nonna terrorizzata
 Fino a che punto la Provincia di Trento consente agli orsi di fare le loro scorribande nei pressi dei paesi? Perché le 'regole di ingaggio' degli orsi sono scritte da coloro che sostengono il ripopolamento ursino e ne traggono vantaggi? Le storie della pecora Meringa, guida dei bambini, e della nonna che ha avuto un incontro molto ravvicinato e da incubo con l'orsa Cindy

(30.04.10)(Trentino/Veneto) Torna la fiera dell'orso.            
Villaggi di montagna sotto assedio nel vicentino per la gioia degli animalisti e ambientalisti di città. M5 è un orso dal comportamento anomalo, imprevedibile e pericoloso. Gira nel villaggi, torna a finire i pasti (di animali uccisi) i giorni successivi nonostante le dissuasioni (petardi, sirene, pallottole di gomma). Nei protocolli orso dei paesi civili sarebbe già stata classificato pericoloso e abbattuto. Da noi c'è il Pacobace (protocollo interregionale di gestione dell'orso scritto dagli esperti orsofili e WWF) che tutela molto l'orso, pochissimo gli animali domestici e poco anche l'incolumità delle persone. Dalla Romania alla Scandinavia gli orsi uccidono, non solo pecore, galline e asini anche esseri umani. Ma qui dicono che 'non fa male a nessuno
 


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