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Schiacciati
tra lupi
e
registratori di cassa
(la
soluzione finale per le piccole aziende di montagna)
"Ormai è peggio di una dittatura,
vogliono far chiudere tutte le
piccole aziende agricole di montagna". Così conclude questo nuovo
intervento Anna Arneodo. Il suo grido di dolore è circostanziato. In
altre occasioni ha indicato il lupo come uno degli "strumenti" con i
quali si vuole attuare la pulizia etnica della montagna. Ora indica
nella burocratizzazione, nelle tante voci di costo imposte per legge
(pesantissime per le piccole aziende), nell'adozione di modalità
informatiche (che penalizza la montagna mal connessa) altrettante "armi
di distruzione". Esentare dall'accanimento burocratico e
fiscale i contadini di montagna costerebbe poco o nulla allo
stato. Aiutare in modo mirato, premiando il
lavoro e non le superfici sulla carta, premiando l'effettivo servizio
ambientale e sociale, agevolando in modo tangibile i giovani che
vogliono subentrare o creare nuove aziende, non comporterebbe oneri
insostenibili visto quante poche aziende sono rimaste. Le piccole aziende agricole di montagna
rappresentano un presidio "minimo vitale", senza di esse la montagna
non "tiene". Non esiste più la miseria che spingeva all'esodo e
non esiste più il "rigetto culturale". I giovani abbandonano perché
costretti, vorrebbero restare. E' la politica (debole paravento degli
interessi forti) che persegue, senza dichiararlo apertamente, il
genocidio.
di Anna Arneodo
(17.12.19) La transumanza patrimonio
UNESCO! È bello!
Ma la transumanza è fatta
dai pastori, gente inadeguata a questa nostra società, gente da far
sparire. Le bestie puzzano, sporcano, inquinano.
E poi è molto meglio
mangiare verdure!
Conserviamo le foto, i
video, le nostalgie della transumanza: danno meno noia e ci fanno
sentire tutti più poetici.
Io ho delle pecore, non
molte, qualche decina, quante il mio piccolo “chabot” di montagna
riesce a mantenere.
Dall’anno scorso -1°
gennaio 2019 - è entrato in vigore il modello 4 elettronico (modello
che si compila per la vendita degli animali) - prima era cartaceo e
lo compilavo io a casa. Ogni volta ora vado a Caraglio e i
veterinari
mi compilano sul computer il modello. Per salire in alpeggio la
stessa cosa: modello 7 elettronico, da gennaio 2019. Ora, dal 1°
gennaio 2020 avremo l’obbligo del registratore di cassa o
fatturazione elettronica dei corrispettivi (ricevute rilasciate ai
privati). Da noi internet funziona come può, e poi, noi contadini e
pastori non sappiamo né abbiamo tempo…
Stamattina - altra bella
novità - vado dai veterinari e trovo un biglietto: «Nuovo orario
apertura al pubblico dal 1° gennaio 2020: lunedì dalle 8 alle 9,
mercoledì dalle 8 alle 12»
Nelle valli ci hanno
chiuso le scuole, chiudono i negozi, chiudono le Poste, chiudono
ormai a giorni alterni anche i Comuni, ora ci tolgono anche il
servizio veterinario dell’ASL?
Ma non contiamo veramente
niente noi gente di montagna, pastori, transumanti, patrimonio
UNESCO?
Eppure sanno bene che
esistiamo: i transumanti pagano come se fosse una seconda casa la
tassa IMU sulla cascina dove scendono in pianura: ma non è una
seconda casa di vacanza!
Oggi è arrivata a casa la
lettera del COSMAN (COnsorzio SMaltimento rifiuti di origine ANimale)
che ci informa che la Regione non ha soldi per pagare la propria
parte e il costo dell’assicurazione COSMAN a nostro carico è
raddoppiato: ci richiedono una seconda rata entro il 31/12/2019! (ma
a giugno, quando abbiamo pagato la prima rata, nessuno ce l’aveva
nemmeno preannunciato)
Io, con 50 pecore e 2
asini, dovrei pagare € (260+ 220) = 480 € di assicurazione);
facendo la debita proporzione, certe aziende di pianura con 600 capi
bovini dovrebbero pagare 35.000€. È così?
Con 50 pecore che
producono circa 40 agnelli da vendere (~ 3.000€ di reddito lordo)
come posso pagare INPS, IMU, COSMAN, ENEL, tessere sindacali e
pratiche agricole…?
E inoltre le pecore
mangiano, hanno bisogno del veterinario, io mangio, devo avere
un’automobile per andare dai veterinari, dal medico (devo pregare
di stare bene, perché ho scoperto che la mutua agricola non paga le
giornate di astensione dal lavoro per malattia, ma solo per
infortuni), dalle associazioni di categoria che mi fanno pagare cara
ogni pratica. Dove prendo tutti questi soldi?
Dove sono in questo
momento i sindacati agricoli, l’assessore alla montagna, l’UNCEM…?
Ormai è peggio di una dittatura, vogliono far chiudere tutte le
piccole aziende agricole di montagna.
Anna Arneodo
Borgata Marchion 8/A- COUMBOSCURO
12020 Monterosso Grana- CN
017198744
meirodichoco1@gmail.com
Montagne amare
- Rinaturalizzazione o spopolamento della
montagna?
- (07.01.20) Dal punto di osservazione
della sua valle Imagna, un territorio di montagna intensamente
antropizzato, Antonio Carminati affronta, con un secondo intervento, il
problema della politica di spopolamento della montagna. Una politica
cammuffata con l'ipocrisia pseudoecologica del "rewilding" e gabellata
come riparazione della natura e risanamento dell'ambiente. Ai fautori
di queste politiche non si deve consentire di operare la pulizia etnica
della montagna contrabbandandola come operazione ecobuonista. Vanno
costretti a gettare la maschera.
(21.12.19)
Il dibattito tra montanari sul futuro della montagna entra
nel vivo. Rispondendo ad Andrea Aimar (val Maira, CN) , Carminati
dalla valle Imagna bergamasca, mette l'accento sui processi
culturali oltre che su quelli socio-economici. Vero che la montagna è
colonizzata , che le normative la penalizzano, che è priva di
rappresentanza politica, ma il problema è anche
l'autocolonizzazione, l'esodo culturale che - altrettanto negativo
dello spopolamento demografico - rende i montanari estranei alla
montagna pur continuando a risiedervi, ma senza più legami concreti
e simbolici con il territorio, con la memoria della comunità
Transumanza amara
(18.12.19)«Sulle strade statali,
dell’ANAS, con le bestie non puoi più passare!». Ma la
transumanza, patrimonio dell’UNESCO, dove passa? Su Google, sul
cellulare, sullo smartphone? La transumanza che piace corre con
bellissime immagini sui media, non puzza, non sporca, non porta con
sé fatica, sudore, sofferenza, stanchezza. Quale transumanza
vogliamo allora celebrare e sostenere con il riconoscimento Unesco?
Una domanda che merita risposte franche
(13.12.19) Essere
consapevoli dei termini di un problema
rappresenta già un primo passo per una possibile
soluzione. Nella
lettera che riportiamo, Andrea, un giovane di una valle della
provincia di Cuneo, sostiene che - al di là dei proclami - la
politica (Roma e Bruxelles) vuole lo spopolamento della montagna.
Porsi rispetto alla politica senza illusioni, con realismo, significa
poter elaborare strategie adeguate a contrastare certi disegni.
Quantomeno provarci, in un quadro di scenari aperti che concede anche
qualche chances.
Tagliatemi
la luce e l'acqua. Sono un pastore, mi arrangio
(03.05.17) Esasperato dalla "tassa sulla televisione" (che non ha),
Giuseppe Ghibaudo (Pinoulin) di Roaschia, Cuneo ha preso carta e penna
e ha scritto ai giornali. Nell'italia delle pensioni d'oro e di
vitalizi scandalosi un pastore, che ha lavorato una vita, rinuncia alle
"comodità" della modernità.
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Piuttosto
che essere (09.09.13) del tutto scacciati dalla wilderness lasciateci
delle ZPS umane. A lanciare la provocazione è
l'associazione Alte Terre. Un'associazione di resistenza sociale
montanara delle valli di Cuneo. "Siamo noi montanari in via
di estinzione , creiamo delle riserve indiane senza orsi e lupi
per difendere la biodiversità culturale umana che rischia di sparire".
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(09.03.17)
Anna Arneodo replica al qualunquismo animalista (quello del: "Tanto li
rimborsano, che c...o si lamentano sti pastori"?) e ribatte: "Vi
farebbe piacere che il lupo uccidesse il vostro barboncino e
comprarvene un altro con i soldi della regione che vi arrivano dopo un
anno?
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Dalla
val d'Aosta un duro j'accuse: state uccidendo l'allevamento
(04.04.18)
Vista dalle "regioni ordinarie", la Valle d'Aosta potrebbe sembrare
un'isola felice, come da cartoline turistiche. Invece le voci
dall'interno parlano di piccole aziende messe all'angolo, di un mito
Fontina appannato, di burocrazia assillante. Pubblichiamo volentieri
questo j'accuse dalla Valle d'Aosta postato sul nostro gruppo facebook
da Elfrida Roullet
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