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agricola
TONNER OSWALD
Maso Berger
Frazione Cauria 3 - 39040 Cauria
(BZ) tel. 0471 889154
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(alpeggi del Lagorai)
(24.11.15)
L'oasi dei casari
Laura Zanetti ripercorre
la storia recente delle malghe del Lagorai, la catena montuosa, ricca
di laghi e pascoli che divide la Valsugana dalla Val di Fiemme e si
prolunga verso il Tesino.
(09.11.11) Il
calendario dei Ribelli del Lagorai: la tradizione aperta al mondo
È uscita la
9a edizione del calendario della Libera associazione malghesi
e pastori del Lagorai. "Latte, caglio e fuoco" è il titolo del
calendario: ma anche un grido di guerra (con armi pacifiche)
(03.10.10)
Si inasprisce la polemica sul Parco del Lagorai
L'arch. Ferrari pubblica
su l'Adige una sprezzante lettera di risposta a Laura Zanetti (vedi
sotto la notizia del 28.09). Una lettera in cui non esita ad irridere
alle posizioni 'nostalghiche' del passato in nome dello 'sviluppo' e
dei posti di lavoro creati dal Parco. Ma i Parchi non sono
una novità. Potevano essere utili in una fase storica ormai . Oggi
l'ambiente e l'economia locale si possono tutelare e valorizzare con
altri strumenti che non i Parchi sono diventati spesso centri di
potere e di spesa pubblica. Pubblichiamo un commento, la lettera di
Ferrari e la replica di Laura
(28.09.10)
Giù le mani dal Lagorai (TN)
Il Parco non
serve, anzi è un'insidia
Al termine di una
stagione d'alpeggio difficile, a malghe ormai chiuse, si torna a
parlare del futuro di queste montagne. Il Lagorai è
considerato da alcuni un patrimonio originale di paesaggi culturali e
di 'civiltà della malga' da altri una banale 'area
selvaggia'. Laura Zanetti, battagliera presidente
dell'Associazione Malghesi e Pastori del Lagorai affronta di petto
la questione del Parco ripercorrendo la storia dei vari tentativi di
speculazioni sventate. "Poteva avere una sua ragione 30-40 anni fa"
sostiene Laura che aggiunge: " il Progetto-
Parco, ora come ora, più che una tutela, rappresenta una ulteriore
insidia".
(26.07.10) Lagorai significa malghe. No al Parco
Amamont (l'associazione
transfrontaliera degli amici degli alpeggi e della montagna) è andata
nel Lagorai. Nella malga più autentica della regione più autentica del
Trentino. Da Oswald Tonner, malghese-simbolo dell'ecologia contadina
contrapposta alle ideologie della wilderness. Un'occasione per
sostenere la biodiversità dei pascoli e dei formaggi, per dire no alle
'bustine' di fermenti selezionati più o meno 'autoctoni', al degrado
delle malghe storiche ridotte a pascoli di manze, ai progetti di
trasformare le malghe abbandonate in 'palestre' per i giochi di
sopravvivenza nella wilderness.
(22.06.10)
La Libera associazione malghesi e pastori del Lagorai raddoppia
Con l'avvio
dell'attività di caseificazione dell'Antica Latteria sociale di
Strigno al formaggio Originale malghe del Lagorai si affianca la
produzione 'invernale' dell'Originale Casólo Valsugana. Che rappresenta
una opportunità di riscatto anche per le piccole aziende di una
valle 'figlia di un dio minore', penalizzata dall'inquinamento
industriale e da scelte agricole sbagliate
(06.03.10)
Originale Lagorai: autentico formaggio di malga trentino
Il 1°
marzo si è tenuto a Trento un incontro-degustazione che ha avuto per
protagonista il formaggio 'Originale Malghe del Lagorai': un formaggio
di malga, fatto in malga. All'incontro promosso dalla Strada del
vino e dei sapori del Trentino hanno partecipato alcuni esponenti
della ristorazione di qualità della provincia. L'Originale Malghe del
Lagorai, controcorrente rispetto alla realtà zoocasearia trentina,
sta ottenendo apprezzamenti significativi trovando i canali
giusti di valorizzazione
Malga
Cagnon de Sora si raggiunge dalla Val Calamento lasciando l’automezzo
negli spazi adiacenti a Valtrighetta e seguendo la carrozzabile che
coincide, fino a Malga Cagnon di Sotto con il sentiero Sat 370. Da lì,
si prosegue lungo la strada bianca, con un tempo complessivo di
percorrenza di circa 1 ora e 40 minuti. Per i residenti del Comune di
Telve provvisti di permesso, la malga è raggiungibile con gli
automezzi. Da malga Cagnon de Sora si possono raggiungere, attraverso i
sentieri Sat, passo Cadin, passo Cagnon de Sora, passo Scalet e la Cima
del Kraizspitz (monte Croce, mt 2490). |
Articoli per argomenti
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Siglinde
scappa e torna a casa
di Michele Corti
Una mucca "in fuga"
per due giorni: scappa dall'alpeggio dov'era stata appena trasportata e
marcia verso casa, verso il maso di Salorno (Bz) dove "abita" e dove
era rimasto il suo vitellino. Con la mammella gonfia, i capezzoli
sanguinanti per le punture degli insetti dei boschi di bassa quota. Ma
è finita nel migliore dei modi e la sua storia diventa l'apologo di una
zootecnia di montagna che sa resistere alle logiche disumanizzanti
dell'agroindustria.
(23.07.17) Venerdì
scorso, 21 luglio, alla malga Cagnon
de sora, in val Calamento (Telve)è stata organizzata (a cura
dell'Ecomuseo e della Libera associazione malghesi e pastori del
Lagorai) una serata sulla storia delle malghe del Lagorai con la
degustazione "ragionata" del formaggio "Originale", un presidio Slow Food fortemente voluto dalla
"Libera" e dalla sua fondatrice, Laura Zanetti. Tra i presenti Oswald
Tonner, contadino di Salorno (maso Berger, frazione Cauria),
anch'egli esponente storico della "Libera". Prima dlel'incontro ho
chiesto a Oswald di raccontarmi la storia commovente che ha avuto per
protagonista la Siglinde, una sua mucca da latte che si trova "a
guardia" a Cagnon de sora. La storia mi era stata anticipata da Laura
Zanetti e avevo deciso che i lettori di Ruralpini dovessero conoscerla.
Partiamo da Montalon
Oswald caricava
l'alpeggio più alto e suggestivo del Lagorai, dove si arrivava (e si arriva)
solo a piedi (qui
un fotoracconto di ruralpini). Per Oswald non era un grosso
problema: arrivava con tutte le sue mucche e capre direttamente dal suo
maso. A piedi il percorso era di soli 45 km. Molto più breve di quello
in camion che risulta di ben 115 (si scende nella valle dell'Adige e si
va sino a Trento raggiungere la Valsugana dove, da Borgo, di risale la
val Calamento). La piccola transumanza implicava, invece, scendere
direttamente in Val di Cembra, portarsi sino a Molina (in val di
Fiemme) e risalire dal val Cadino. Raggiunta la cresta si passava la
forcella di Montalon e... si era a destinazione. Purtroppo a
Montalon, malga privata dei baroni Buffa, oggi sono caricati solo
animali da carne perché la proprietà non ha intrapreso i necessari
lavori di adeguamento dei fabbricati. Il nostro allevatore di Salorno
continua però a portare alcune
bovine nel Lagorai, affidandole alla malga Cagnon de sora. La malga,
anch'essa piuttosto alta (1885 m), è dal 1968 è di proprietà privata.
Ed è il regno dell'Agnese.
Agnese, figura ormai storica ed emblematica delle malghe resistenti (ai
mangimi e fermenti nel latte) del Lagorai. In un'immagine del
Calendario del Lagorai della "Libera".
Cagnon
de sora appartiene
ad Agnese Iobstreibizer che risiede nella vicina valle del Fersina.
Agnese - classe 1940 - ha
ereditato la malga dal marito e, dal 1972, la carica e lavora
personalmente il latte. Sono quarantacinque anni. Gli anni
cominciamo a pesare ma Agnese è lì a dirigere la sua malga
come tanti anni fa. L'aiutano Luigi Pintarello un pastore proveniente
anch'egli della valle del
Fersina (impropriamente detta "valle dei Mocheni") e Lisbeth Palomares
(una giovane donna provenente da un po' più lontanto, una peruviana
molto volenterosa che vuol far studiare i figli in Perù per poi tornare
con loro e dedicarsi all'agricoltura). C'è anche Thomas, uno dei
nipoti di Agnese 16 anni. Il ragazzo, molto appassionato,
studia a San Michele all'istituto agrario. Tonner anche quest'anno ha
portato alcuni dei suoi animali: due mucche da latte e tre manze. Sono
arrivate in camion da Salorno il 18 giugno percorrendo 115 km (in linea
d'aria sono solo 18).
Nelle
foto (di Laura Zanetti) vediamo Oswald e Thomas che "sbarcano" le due mucche. Quella
tenuta con la cavezza da Thomas è la nostra Siglinde.
Dopo lo sbarco le
mucche hanno sostato nella stalla. Successivamente, una volta riposate dal
viaggio sono state lasciate libere al pascolo.
Al pomeriggio, però,
Siglinde non si trova più al rientro per la mungitura. Luigi telefona a
Oswald: "C'è scappata, non la troviamo più". Il pastore è molto
costernato. ma Oswald sdrammatizza: "Sta tornando a casa". E non
sbagliava. Siglinde per tre volte ha compito la transumanza a piedi da
casa a Cagnon de sora e la strada la conosceva. Solo negli ultimi due
anni le bestie sono state autotrasportate. Parlando con Oswald
egli mette in relazione la "fuga" con la presenza a casa del vitellino
di due mesi. "Era troppo piccolo per andare in malga ed è rimasto a
casa". Ma c'è anche la componente nostalghia
di casa, l'amore per il padrone, anche se Oswald lo ammette solo in
parte. Ma le storie di vacche in fuga dagli alpeggi (dopo esservi
appena arrivate) raccontate dai vecchi malghesi non posono essere
giustificate solo dal "vitellino". In un allevamento contadino il
rapporto tra la mucca e l'allevatore e i suoi famigliari era ben
diverso da quello che si è instaurato nell'allevamento dei grandi
numeri. L'animale era parte della famiglia. E questo può spiegare
la "voglia di tornare a casa".
In ogni caso, anche
se è stato solo l'amore di una madre a spingere la mucca alla fuga, va
detto che quando quando ha visto Oswald che le veniva incontro:
"era contentissima, mi ha fatto un sacco di feste".
"Era disperata"
Oswald ha saputo
prevedere il comportamento di Siglinde. Ha immaginato che la mucca, da
sola, un po' spersa, pur conoscendo la strada, avrebbe impiegato non
poco tempo a ridiscendere per la val Cadino. Così non si è mosso
subito. Temendo, però, che arrivasse a Molina, in val di Fiemme,
su strade trafficate, al secondo giorno dalla "fuga" le è andato
incontro. "Se arrivava sulla statale si sarebbero
mossi pompieri, ambulanze, un putiferio". Siglinde è
stata intercettata sul sentiero sui 1000 m. Per prima cosa Oswald l'ha
munta perché, ovviamente. la mammella era gonfia, ma ciò che dava più
fastidio all'ardimentosa mucca erano i capezzoli irritati, tumefatti,
sanguinanti. Gli insetti nei boschi a quelle quote basse hanno
infierito sui capezzoli anche perché perdendo un po' di latte ne erano
attirati (che paradiso le malghe a 2000 m!). L'animale "era disperato"
ma andava avanti.
Raggiunta la
strada Oswald ha caricato Siglinde su un carrello che si era fatto
prestare da un amico e l'ha riportata a Cagnon de sora. La faticosa
avventura e la riconoscenza per il padrone che l'ha soccorsa le hanno
fatto dimenticare il "chiodo fisso" fin dalla sera del primo giorno di
rientro alla malga. La mucca ha assunto un comportamento normale e non
vi sono state conseguenze.
Una storia a lieto fine
quella di Siglinde. Così, per immortalarla, ho chiesto (non lo faccio
quasi mai) ai protagonisti di posare per una foto. Siglinde viene
slegata e portata fuori. Non capendo bene cosa succede è un po'tesa.
Oswald e Thomas, però,
sanno come rilassarla e premiarla... con un goloso panino (foto sotto).
C'è un bel rapporto tra queste persone e gli animali, quello che la
perversa zootecnia industriale ha fatto perdere. La storia di Siglinde
non è eccezionale, i vecchi malghesi, come già ho ricordato,
raccontavano come normali e frequenti, quelli di vacche in fuga per la nostralgjia. Oggi pare una cosa incredibile.
Perché negli allevamenti gli animali sono diventati numeri, "cose" usa
e getta.Siglinde e Oswald sono una "coppia" (in senso zooantropologico)
di altri tempi, ma forse sono anche l'annuncio di un passato che
ritorna e si fa futuro ribellandosi alla "dittatura del presente", di un
mondo senza dove e senza quando. Siglinde è un animale che prende
decisioni, non una "macchina da latte" passiva, incapace di alcun agire
autonomo, è anticartesiana, antimeccanicista, antimoderna.
Ha deciso di fuggire e ha
marciato. Con fatica, con pena, con caparbia determinazione di mucca
... una mucca di carattere. Ma perché ci sono animali di carattere che
vivono una vita degna in cui riescono anche in certo modo a
determinarsi e interagire con l'uomo e, al contrario, animali zombie
?
Elogio della bigia
Conta come l'animale è
allevato, conta chi è il padrone, ma anche la razza. La bigia è una
mucca di carattere, come si conviene alla montagna. Una mucca da malga,
piccola e intelligente e capace di dare tanto buon latte (in rapporto
al peso eall'alimentazione non "artificializzata"). Oswad aggiunge con
orgoglio: "Non ha mai avuto una mastite e ha fatto undici vitelli".
Undici parti ed è ancora in pista. Il macello è lontano per Siglinde.
"E i piedi?". Non faccio tempo a porre la domanda che Oswald ha già
risposto: "Le grigie non ne hanno mai".
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