Aggiornamento:
il volo al Brunone del 28 giugno è stato annullato per la semplice
ragione che violava i divieti di sorvolo di aree ZPS (zone a protezione
speciale). Non si sa nulla dei voli previsti in agosto e settembre ad altri due rifugi.
Spiace che anche in questa occasione, come per precedenti polemiche
sull'eliturismo in val Seriana si sono tirati in ballo i disabili e che
le critiche siano state liquidate come "filosofiche".
Pensavamo di non dover tornare, dopo la
tragedia dell'epidemia che ha colpito così duramente la val Seriana,
non così in fretta almeno, a parlare di montagna orobica Luna Park, di
turismo insostenibile e stupido. Gli stessi enti (Parco delle Orobie
bergamasche, Comunità montana, sindaci) che si proclamano ambientalisti
(ma
solo quando ci sono di mezzo orsi e lupi), che proclamano di amare la
natura (ma solo quando a pagarne le spese sono contadini, pastori,
allevatori), promuovono o comunque approvano i voli in elicottero in
Valbondione (alta val Seriana). Quando si tratta di sostenere il
turismo hard, quello degli interessi forti, la difesa della natura non
vale più.
(26.06.20) Non sono
poche le voci che, durante il lockdown, hanno invitato tutti a fare un
esame di coscienza, a riflettere sulle conseguenze di un mondo che ha
annullato le distanze, che ha velocizzato scambi e relazioni a prezzo
del loro svuotamento di senso e di umanità, che impone a molti ritmi di
lavoro frenetici (e "svaghi" consumati altrettanto freneticamente e
compulsivamente), mentre ad altri impone ... il divano. Si è convenuto,
da parte di
molti, che tutto quel muoversi in aereo da una parte all'altra del
globo (poi sono tutti gretini a parole), è insensato. Che il turismo
dei voli intercontinentali che ti porta in villaggi e resort turistici
standardizzati dove mangi, alloggi, passi il tempo secondo il solito
stile di vita global-metropolitano non ti fa scoprire niente, consumi
kerosene per passare da un non luogo a un altro. E si sono spesi fiumi
di inchiostro sul turismo di riscoperta del proprio "habitat", del
turismo a km 0, del turismo rilassato, lento, gustato a piedi e in bici.
Le nostre valli, vale
soprattutto per la Lombardia, hanno conosciuto veri assalti di turisti,
sia perché non si poteva uscire dalla Lombardia sia perché i soldi sono
diminuiti per tutti. Molti si sono "fiondati" nelle località più
gettonate (vedi la val di Mello in Valtellina dove - vai
a vedere - ai contadini sono stati sequestrati i prati ancora da
segare per farne parcheggi a pagamento). Ma a frotte si sono riversati
anche in val di Scalve (dove agli escursionisti - compresi quelli del
posto - sono state tagliate le gomme), in val Vertova (bassa val
Seriana) e in altri posti dove l'afflusso è stato "troppo". Tutto questo
significa che il turista si accorge che le
nostre valli sono bellissime e che questo turismo potrebbe diventare
una grande risorsa ad alcune condizioni: che si "spalmi"
spontaneamente, che si usi meno l'auto (magari semplicemente fermandosi
un po' prima senza creare congestione dei parcheggi).
Ecco
il turismo 2.0 della banalità, della modernità acritica, della
virtualità, della spettacolarizzione, del mordi e fuggi. Il panorama
dall'alto senza fatica (ma i motori lavorano e ciucciano kerosene).
Niente ripensamenti, niente dubbi sull'insostenibilità di un modello di
società, di economia e di turismo. Ma quale mobilità sostenibile.
Ma quale valori del silenzio entro cui trovare il senso delle cose. Avanti con i motori, i voli.
Enti, mezzi di
informazione, siti e blog possono fare molto per promuovere le mete
"minori" che spesso consentono una fruizione più serena, che premiano
con la scoperta di realtà insospettate, di piccoli scrigni. L'epidemia
ha fatto capire che l'isolamento sociale deprime ma che il
rallentamento di ritmi inconsultamente frenetici fa bene. Lavorare con
serenità, con il gusto di far bene le cose, consumare con calma (tanto
per cominciare - inciso - il cibo ha più sapore se non si ingurgita ma
si assapora, si mastica bene, si lascia che la saliva faccia il suo
lavoro di "estrazione" delle sostanze che eccitano le papille). La
gioia del silenzio è uno degli stimoli che ci portano in montagna. La
gioia del non usare i motori, inquinanti e rumorosi. Per l'appunto. E
l'elicottero cosa c'entra?
Tutto come prima? No, peggio!
Ecco come presenta la giostra
dell'elicottero prevista questa estate nel suo
comune la sindaca Romina
Riccardi:
Siamo nell’epoca del
2.0 – dice la sindaca di Valbondione – e
di conseguenza i paradigmi su cui si è abituati a pensare il turismo in
montagna sono radicalmente cambiati, così come è cambiato il turista e
il suo modo di viaggiare. Proporre ai turisti di raggiungere i rifugi
ed esplorare le nostre montagne con l’elicottero significa rispondere
adeguatamente alla nuova domanda del turismo 2.0. Tale iniziativa
allarga il paniere dei visitatori che altrimenti sceglierebbe mete più
facilmente raggiungibili… Grazie all’elicottero si dà la
possibilità a
disabili e anziani di poter ammirare le nostre bellezze, e grazie a
queste discoprire e innamorarsi di Valbondione. L’esperienza visiva e
sensoriale di poter vedere il nostro territorio dall’alto è
impressionante. Noi siamo i primi che vogliamo vedere il nostro
ambiente tutelato e rispettato; lungi da noi pensare di organizzare
voli ogni giorno, ma un volo al mese pensiamo possa essere
un’opportunità
Esperienza
sensoriale? Ma cosa sta farneticando? I profumi della montagna si
sentono in elicottero? Ma se vuoi l'esperienza sensoriale del volo e
del brivido vai al Luna Park dove ci sono le montagne russe. Si va a
Gardaland. Se vuoi vedere il panorama dall'alto guardi un filmato del
drone in Full HD sullo schermo a 82''. Forse è anche meglio, e
non si consuma carburante e non si fa frecasso. Dobbiamo proprio
assecondare queste tendenze all'iperspettacolarizazione ad andare in
montagna per "essere come in un film", ad appiattire il reale con la
sua complessità di sensazioni e stimoli al virtuale? Se questo è
turismo 2.0 se lo tengano. Ma saranno più i turisti che perdono
schifati che i quattro che bramano il voletto.
Quello
che si sta ancora organizzando in Valseriana, con i voli ai rifugi, va
in
direzione opposta agli insegnamenti di ridimensionamento del
prometeismo tecnologico, agli inviti a riconsiderare un certo modo di
porsi verso gli altri e verso l'ambiente, con più umilità, più
attenzione, meno invadenza, più capacità di adattarsi e a cogliere ciò
che l'ambiente specifico offre, meno affidamento sulla tecnica. Come se nulla fosse.
L'ostinata
apologia dell'insostenibile turismo aereo trasmette, in modo pervicace,
l'idea che quello che conta è arrivare alla meta, meglio se lontana,
meglio se più in alto, meglio se più in fretta, meglio facendo un gran
frecasso (vedi l'amore per il motocross sui sentieri), meglio se
verso una meta conosciuta. Ma non è bello dire: sono stato in un posto
che non conosce nessuno ma è bellissimo!
Qualsiasi
turismo vero e
sostenibile - sul serio non per rituale giaculatoria dei politici -,
qualsiasi viaggio, escursione, gita, passeggiata, è bello perché non è
un "viaggio" in ascensore, in aereo, in autostrada. Non è un "tubo"
dove ti infili e vuoi arrivare il più presto possibile a destinazione guardando dal finestrino.
Senza fermarti, senza vivere il percorso. I mezzi di trasporto moderni,
le moderne vie di comunicazione hanno fatto molto per degradare il
viaggio, l'arte del viaggiatore a trasferimento, un trasferimento che
si riduce spesso nell'arrivare a destinazione, consumare il "prodotto
turistico" velocemente e... rientrare.
Senza arrivare all'estremo del viaggio aereo
intercontinentale (per andare in spiaggia), basterebbe riflettere sulle
autostrade come esperienza degradata. Non luoghi, dove non puoi
fermarti se non negli "autogrill" (tutti uguali e costosi), dove il
paesaggio lo vedi da lontano, non attraversi paesi, non vedi gente,
quasi come dal finestrino dell'aereo. Ci devono essere enormi cartelli
che ti avvisano che "Stai attraversando il/la ...." altrimenti non non ci si
accorge di nulla. Un non viaggio "da casello a casello". Una metafora
della vita moderna. Invito tutti a fare la seguente prova (io l'ho
fatta): provate a viaggiare sulle statali rispetto alel autostrade,
provate a viaggiare sulle provinciali poco battute rispetto alle
statali, provate a usare la bici con la quale non devi girare alla
larga dai centri, sulle "circonvallazioni" ma arrivi fin nel cuore dei
borghi e delle cittadine, nelle ZTL. Poi riflettere su quanto avete
visto in più.
In val Seriana ogni
occasione è buona per far girare gli elicotteri
Che senso ha andare in
montagna con l'ascensore (l'elicottero)? Salire di 2000 m in pochi
minuti? Il bello della montagna è anche la conquista della meta, la
soddisfazione di aver fatto un po' di fatica, di aver assaporato
l'avvicinamento, di aver visto il paesaggio trasformarsi con la quota,
di riconoscere gli odori delle diverse essenza. Sentire gradualmente la
temperatura che si abbassa, l'aria che si fa più fina. Il bello
sono le soste che consentono osservazioni, commenti, foto. Queste
salite ai rifugi in elicottero, che si giustificano solo con il dar
lavoro alle società di eliservizi e nell'offrire a certe categorie di
turisti "un qualcosa in più", sono del tutto diseducative. E' la logica
dell'emozione, della velocità, dell'adrenalima. Rientrano nella
logica "performativa" della società industriale consumista.
Troppo brutti precedenti
Purtroppo queste
iniziative non rappresentano un caso isolato. La val Seriana si è
distinta, anche in passato, per una propensione patologica alla
montagna Luna Park. I giri in elicottero in occasione di sagre
(come se fossero la giostra di paese di una volta), le escursioni con i
quad, le cascate del Serio illuminate con la musica e i fuochi
d'artificio a la Son e lumiére
(vai a vedere - apri
qui - quando abbiamo criticato queste iniziative). E poi la
tolleranza per il motocross sui sentieri e l'organizzazione (nel
Parco!) di gare di motocross (vai a vedere - apri
qui). In tema di elicotteri, utilizzati con troppa disinvoltura, si
è arrivati persino a strumentalizzare i disabili per giustificarli (vai
a vedere, apri
qui). Insomma è un nervo scoperto in val Seriana. E materia che
discrimina tra chi ha della montagna concezioni diverse.
Ci si chiede come si
possa usare il mezzo aereo in alta montagna per fare da "ascensore"
verso i rifugi quando, poi, ci si vanta dell'area protetta, degli
stambecchi e degli orsi. L'elicottero, specie in atterraggio (ma in
sorvolo sono solo pochi db meno) è rumorosissimo. Siamo su 90-95 db.
L'Oms consiglia di rispettare la soglia di 60 e il limite di danno
all'udito è 90. Un forte disturbo per le persone e gli animali
(domestici e selvatici) senza dubbio. Pensiamo poi ai consumi di
carburante. Un ciclo decollo/atterraggio mangia 40 kg di carburante + 4
per ogni minuto di volo. Per il volo servono almeno 6 min (solo
andata). Facendo un po' di calcoli (tenendo conto che l'elicottero non
viaggia sempre a pieno carico), le persone trasportate per un "giro"
potrebbero percorre 2000 km con un'auto.
Il Cai sull' eli Luna
Park verso i
suoi rifugi non è d'accordo e ha chiesto un "ripensamento"
ma i rifugi non sono i suoi?
Non può opporsi in modo fermo invece di cercare una mediazione?
AL TEMPO DEL CONTAGIO (e dei suoi
strascichi)
E'
inutile portare in montagna i fallimenti della città (17.06.20)
L'Uncem invece di proporre iniziative che vadano incontro ai bisogni
della montagna, chiede provvidenze per i ricchi che si vogliono fare la
seconda casa rural chic o venire a fare smart working (guardando la
montagna dalla finesta come un fondale). La strategia è chiara:
favorire l'abbandono (burocrazia, chiusura di asili, negozi, strade
dissestate, lupi, vincoli "ambientalisti" di ogni tipo) per poi
svendere e far guadagnare gli intermediatori speculativi (i
gruppi dietro l'Uncem).leggi
tutto
IlMàs
più forte del virus Sabato
9 maggio, a sorpresa, sulla cima del monte Guazza in val Seriana,
appare il Màs, il maggio, l'albero rituale del primo maggio che fonde
in armonia della saggezza popolare, il rito agrario della fertilità e
la devozione mariana. Un segno forte da tanti punti di
vista. Il
virus (e la sua discutibile gestione) non azzerano la tradizione, che
si dimostra più forte, capace di adattarsi alle esigenze della comunità
che la esprime, nei giorni cupi e in quelli lieti.
Mi
piace stare qui, così. La
rivoluzione della montagna (di una ragazza di 24 anni
Nella
montagna rurale, con il contagio, il silenzio da il senso liberatorio
di una "restituzione", della montagna a sé stessa,
rispetto al tanto che la modernità e la colonizzazione culturale
hanno tolto e al poco che hanno dato. La montagna rurale saprà
vincere, fare le sua rivoluzione silenziosa, se saprà avere il
coraggio dell'operare giorno per giorno, non seguendo mode effimere,
ascoltando la montagna (e i lasciti di generazioni che l'hanno
ascoltata). Detto da una ragazza di 24 anni lascia ben sperare.
Torna
il
canto sociale come critica
della globalizzazione
(29.04.20) Davide Van de Sfroos con
"Gli spaesati" ha superato sé stesso costruendo una
canzone che riesce a tradurre in immagini poetiche il pensiero
critico che contesta la globalizzazione quale episodio culminante
della modernità e lo spaesamento da essa indotto. Un inno di
resistenza sociale, dedicato a chi, "facendo quello che ha
sempre fatto", si rende conto di non vivere nella nostalgia ma
di combattere.
Socialità
contadina, tristezza urbano-tecnologica
(17.04.20) La socializzazione online
da contagio è occasione per riflettere sul graduale processo di
compromissione della socialità spontanea, della convivialità
semplice e gioiosa. Un processo che è coinciso con il passaggio
dalla comunità contadina alla, ormai generalizzata, "forma di
vita urbana". L'idea, tutt'ora prevalente e accettata
acriticamente, di comunità di montagna del passato cupe e
miserabili va totalmente ribaltata. leggi
tutto
Ritrovando
un ritmo più vero
(13.04.20) Le
riflessioni poetiche di Anna Arneodo impongono a tutti dei
ripensamenti. A chi sta chiuso nei suoi loculi metropolitani (da dove
non sono più possibili le nevrotiche "evasioni") come al
montanaro, che riscopre un mondo quasi perduto. Perché il dopo
contagio non rappresenti una ripartenza ansiosa e impoverita del
mondo di prima. leggi tutto
Il
contadino italiano senza
difesa
(03.03.20) Le organizzazioni agricole
in Italia non svolgono un ruolo efficace di tutela
politico-sindacale. Condizionate dal loro incarnare altre funzioni,
spesso in conflitto di interessi con quella che - in teoria -
dovrebbe essere principale. Erano - la Coldiretti in
particolare - organizzazioni di massa, funzionali al consenso
politico; sono diventate centri di servizi, in ultimo organizzazioni
para-commerciali. leggi tutto.
Produzione
cibo sempre indispensabile (29.03.20)
Cosa mangeremo? Intanto se non hai la
partita Iva e codici Ateco vietato coltivare. Riflessioni sul
rapporto tra pandemia e cibo. Inutile negare "per non fare
allarmismo" le tensioni sui prezzi e che alcuni paesi stiano
chiudendo l'export. Ci sono anche rischi da chiusura di frontiere,
divieto di attracco di navi che hanno fatto scalo in Italia. Ogni
stato pensa prima di tutto al suo interesse; l'Europa unita e il
mondo iperconnesso del free trade appaiono pericolosi
inganni.