Ruralpini  resistenza rurale

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la tragedia del contagio non ha insegnato nulla

(dedicato a chi ama la montagna e la val Seriana)
Voli al Brunone annullati. Si accorgono ora che era vietato per zona protetta. E gli altri?

Torna l'eli Luna Park
sulle alte Orobie

di Michele Corti

Aggiornamento: il volo al Brunone del 28 giugno è stato annullato per la semplice ragione che violava i divieti di sorvolo di aree ZPS (zone a protezione speciale). Non si sa nulla dei voli previsti in agosto e settembre ad altri due rifugi. Spiace che anche in questa occasione, come per precedenti polemiche sull'eliturismo in val Seriana si sono tirati in ballo i disabili e che le critiche siano state liquidate come "filosofiche".

Pensavamo di non dover tornare, dopo la tragedia dell'epidemia che ha colpito così duramente la val Seriana, non così in fretta almeno, a parlare di montagna orobica Luna Park, di turismo insostenibile e stupido. Gli stessi enti (Parco delle Orobie bergamasche, Comunità montana, sindaci) che si proclamano ambientalisti (ma solo quando ci sono di mezzo orsi e lupi), che proclamano di amare la natura (ma solo quando a pagarne le spese sono contadini, pastori, allevatori), promuovono o comunque approvano i voli in elicottero in Valbondione (alta val Seriana). Quando si tratta di sostenere il turismo hard, quello degli interessi forti, la difesa della natura non vale più. 



 

 
















(26.06.20) Non sono poche le voci che, durante il lockdown, hanno invitato tutti a fare un esame di coscienza, a riflettere sulle conseguenze di un mondo che ha annullato le distanze, che ha velocizzato scambi e relazioni a prezzo del loro svuotamento di senso e di umanità, che impone a molti ritmi di lavoro frenetici (e "svaghi" consumati altrettanto freneticamente e compulsivamente), mentre ad altri impone ... il divano. Si è convenuto, da parte di molti, che tutto quel muoversi in aereo da una parte all'altra del globo (poi sono tutti gretini a parole), è insensato. Che il turismo dei voli intercontinentali che ti porta in villaggi e resort turistici standardizzati dove mangi, alloggi, passi il tempo secondo il solito stile di vita global-metropolitano non ti fa scoprire niente, consumi kerosene per passare da un non luogo a un altro. E si sono spesi fiumi di inchiostro sul turismo di riscoperta del proprio "habitat", del turismo a km 0, del turismo rilassato, lento, gustato a piedi e in bici.



Le nostre valli, vale soprattutto per la Lombardia, hanno conosciuto veri assalti di turisti, sia perché non si poteva uscire dalla Lombardia sia perché i soldi sono diminuiti per tutti.  Molti si sono "fiondati" nelle località più gettonate (vedi la val di Mello in Valtellina dove - vai a vedere - ai contadini sono stati sequestrati i prati ancora da segare per farne parcheggi a pagamento). Ma a frotte si sono riversati anche in val di Scalve (dove agli escursionisti - compresi quelli del posto - sono state tagliate le gomme), in val Vertova (bassa val Seriana) e in altri posti dove l'afflusso è stato "troppo". Tutto questo significa che il turista si accorge che le nostre valli sono bellissime e che questo turismo potrebbe diventare una grande risorsa ad alcune condizioni: che si "spalmi" spontaneamente, che si usi meno l'auto (magari semplicemente fermandosi un po' prima senza creare congestione dei parcheggi). 


Ecco il turismo 2.0 della banalità, della modernità acritica, della virtualità, della spettacolarizzione, del mordi e fuggi. Il panorama dall'alto senza fatica (ma i motori lavorano e ciucciano kerosene). Niente ripensamenti, niente dubbi sull'insostenibilità di un modello di società, di economia e di turismo. Ma quale mobilità sostenibile.  Ma quale valori del silenzio entro cui trovare il senso delle cose. Avanti con  i motori, i voli.


Enti, mezzi di informazione, siti e blog possono fare molto per promuovere le mete "minori" che spesso consentono una fruizione più serena, che premiano con la scoperta di realtà insospettate, di piccoli scrigni. L'epidemia ha fatto capire che l'isolamento sociale deprime ma che il rallentamento di ritmi inconsultamente frenetici fa bene. Lavorare con serenità, con il gusto di far bene le cose, consumare con calma (tanto per cominciare - inciso - il cibo ha più sapore se non si ingurgita ma si assapora, si mastica bene, si lascia che la saliva faccia il suo lavoro di "estrazione" delle sostanze che eccitano le papille). La gioia del silenzio è uno degli stimoli che ci portano in montagna. La gioia del non usare i motori, inquinanti e rumorosi. Per l'appunto. E l'elicottero cosa c'entra?


Tutto come prima? No, peggio!


Ecco come presenta la giostra dell'elicottero prevista questa estate nel suo

comune la sindaca  Romina Riccardi:

Siamo nell’epoca del 2.0 – dice la sindaca di Valbondione  – e di conseguenza i paradigmi su cui si è abituati a pensare il turismo in montagna sono radicalmente cambiati, così come è cambiato il turista e il suo modo di viaggiare. Proporre ai turisti di raggiungere i rifugi ed esplorare le nostre montagne con l’elicottero significa rispondere adeguatamente alla nuova domanda del turismo 2.0. Tale iniziativa allarga il paniere dei visitatori che altrimenti sceglierebbe mete più facilmente raggiungibili… Grazie all’elicottero si dà la possibilità a disabili e anziani di poter ammirare le nostre bellezze, e grazie a queste discoprire e innamorarsi di Valbondione. L’esperienza visiva e sensoriale di poter vedere il nostro territorio dall’alto è impressionante. Noi siamo i primi che vogliamo vedere il nostro ambiente tutelato e rispettato; lungi da noi pensare di organizzare voli ogni giorno, ma un volo al mese pensiamo possa essere un’opportunità


Esperienza sensoriale? Ma cosa sta farneticando? I profumi della montagna si sentono in elicottero? Ma se vuoi l'esperienza sensoriale del volo e del brivido vai al Luna Park dove ci sono le montagne russe. Si va a Gardaland. Se vuoi vedere il panorama dall'alto guardi un filmato del drone in Full HD sullo schermo a 82''.  Forse è anche meglio, e non si consuma carburante e non si fa frecasso. Dobbiamo proprio assecondare queste tendenze all'iperspettacolarizazione ad andare in montagna per "essere come in un film", ad appiattire il reale con la sua complessità di sensazioni e stimoli al virtuale? Se questo è turismo 2.0 se lo tengano. Ma saranno più i turisti che perdono schifati che i quattro che bramano il voletto.

Quello che si sta ancora organizzando in Valseriana, con i voli ai rifugi, va in direzione opposta agli insegnamenti di ridimensionamento del prometeismo tecnologico, agli inviti a riconsiderare un certo modo di porsi verso gli altri e verso l'ambiente, con più umilità, più attenzione, meno invadenza, più capacità di adattarsi e a cogliere ciò che l'ambiente specifico offre, meno affidamento sulla tecnica. Come se nulla fosse. 

L'ostinata apologia dell'insostenibile turismo aereo trasmette, in modo pervicace, l'idea che quello che conta è arrivare alla meta, meglio se lontana, meglio se più in alto, meglio se più in fretta, meglio facendo un gran frecasso (vedi l'amore per il motocross sui sentieri), meglio se verso una meta conosciuta. Ma non è bello dire: sono stato in un posto che non conosce nessuno ma è bellissimo!

Qualsiasi turismo vero e sostenibile - sul serio non per rituale giaculatoria dei politici -, qualsiasi viaggio, escursione, gita, passeggiata, è bello perché non è un "viaggio" in ascensore, in aereo, in autostrada. Non è un "tubo" dove ti infili e vuoi arrivare il più presto possibile a destinazione guardando dal finestrino. Senza fermarti, senza vivere il percorso. I mezzi di trasporto moderni, le moderne vie di comunicazione hanno fatto molto per degradare il viaggio, l'arte del viaggiatore a trasferimento, un trasferimento che si riduce spesso nell'arrivare a destinazione, consumare il "prodotto turistico" velocemente e... rientrare.

Senza arrivare all'estremo del viaggio aereo intercontinentale (per andare in spiaggia), basterebbe riflettere sulle autostrade come esperienza degradata. Non luoghi, dove non puoi fermarti se non negli "autogrill" (tutti uguali e costosi), dove il paesaggio lo vedi da lontano, non attraversi paesi, non vedi gente, quasi come dal finestrino dell'aereo. Ci devono essere enormi cartelli che ti avvisano che "Stai attraversando il/la ...." altrimenti non non ci si accorge di nulla. Un non viaggio "da casello a casello". Una metafora della vita moderna. Invito tutti a fare la seguente prova (io l'ho fatta): provate a viaggiare sulle statali rispetto alel autostrade, provate a viaggiare sulle provinciali poco battute rispetto alle statali, provate a usare la bici con la quale non devi girare alla larga dai centri, sulle "circonvallazioni" ma arrivi fin nel cuore dei borghi e delle cittadine, nelle ZTL. Poi riflettere su quanto avete visto in più.


In val Seriana ogni occasione è buona per far girare gli elicotteri


Che senso ha andare in montagna con l'ascensore (l'elicottero)? Salire di 2000 m in pochi minuti? Il bello della montagna è anche la conquista della meta, la soddisfazione di aver fatto un po' di fatica, di aver assaporato l'avvicinamento, di aver visto il paesaggio trasformarsi con la quota, di riconoscere gli odori delle diverse essenza. Sentire gradualmente la temperatura che si abbassa, l'aria che si fa più fina.  Il bello sono le soste che consentono osservazioni, commenti, foto. Queste salite ai rifugi in elicottero, che si giustificano solo con il dar lavoro alle società di eliservizi e nell'offrire a certe categorie di turisti "un qualcosa in più", sono del tutto diseducative. E' la logica dell'emozione, della velocità, dell'adrenalima.  Rientrano nella logica "performativa" della società industriale consumista.


Troppo brutti precedenti

Purtroppo queste iniziative non rappresentano un caso isolato. La val Seriana si è distinta, anche in passato, per una propensione patologica alla montagna Luna Park.  I giri in elicottero in occasione di sagre (come se fossero la giostra di paese di una volta), le escursioni con i quad, le cascate del Serio illuminate con la musica e i fuochi d'artificio a la Son e lumiére (vai a vedere - apri qui -  quando abbiamo criticato queste iniziative). E poi la tolleranza per il motocross sui sentieri e l'organizzazione (nel Parco!) di gare di motocross (vai a vedere - apri qui). In tema di elicotteri, utilizzati con troppa disinvoltura, si è arrivati persino a strumentalizzare i disabili per giustificarli (vai a vedere, apri qui). Insomma è un nervo scoperto in val Seriana. E materia che discrimina tra chi ha della montagna concezioni diverse.

Ci si chiede come si possa usare il mezzo aereo in alta montagna per fare da "ascensore" verso i rifugi quando, poi, ci si vanta dell'area protetta, degli stambecchi e degli orsi. L'elicottero, specie in atterraggio (ma in sorvolo sono solo pochi db meno) è rumorosissimo. Siamo su 90-95 db. L'Oms consiglia di rispettare la soglia di 60 e il limite di danno all'udito è 90. Un forte disturbo per le persone e gli animali (domestici e selvatici) senza dubbio. Pensiamo poi ai consumi di carburante. Un ciclo decollo/atterraggio mangia 40 kg di carburante + 4 per ogni minuto di volo. Per il volo servono almeno 6 min (solo andata). Facendo un po' di calcoli (tenendo conto che l'elicottero non viaggia sempre a pieno carico), le persone trasportate per un "giro" potrebbero percorre 2000 km con un'auto. 

Il Cai sull' eli Luna Park verso i suoi rifugi  non  è d'accordo e ha chiesto un "ripensamento" ma i rifugi non sono i suoi? Non può opporsi  in modo fermo invece di cercare una mediazione? 




AL TEMPO DEL CONTAGIO (e dei suoi strascichi)

E' inutile portare in montagna i fallimenti della città
(17.06.20) L'Uncem invece di proporre iniziative che vadano incontro ai bisogni della montagna, chiede provvidenze per i ricchi che si vogliono fare la seconda casa rural chic o venire a fare smart working (guardando la montagna dalla finesta come un fondale). La strategia è chiara: favorire l'abbandono (burocrazia, chiusura di asili, negozi, strade dissestate, lupi, vincoli "ambientalisti" di ogni tipo) per poi svendere e far guadagnare gli intermediatori speculativi (i gruppi  dietro l'Uncem). leggi tutto

Il Màs più forte del virus
Sabato 9 maggio, a sorpresa, sulla cima del monte Guazza in val Seriana, appare il Màs, il maggio, l'albero rituale del primo maggio che fonde in armonia della saggezza popolare, il rito agrario della fertilità e la devozione mariana.  Un segno forte da tanti punti di vista.  Il virus (e la sua discutibile gestione) non azzerano la tradizione, che si dimostra più forte, capace di adattarsi alle esigenze della comunità che la esprime, nei giorni cupi e in quelli lieti.

Mi piace stare qui, così. La rivoluzione della montagna (di una ragazza di 24 anni
Nella montagna rurale, con il contagio, il silenzio da il senso liberatorio di una "restituzione", della montagna  a sé stessa, rispetto al tanto che la modernità e la colonizzazione culturale hanno tolto e al poco che hanno dato.  La montagna rurale saprà vincere, fare le sua rivoluzione silenziosa, se saprà avere il coraggio dell'operare giorno per giorno, non seguendo mode effimere, ascoltando la montagna (e i lasciti di generazioni che l'hanno ascoltata). Detto da una ragazza di 24 anni lascia ben sperare.

Torna il canto sociale come critica della globalizzazione
(29.04.20) Davide Van de Sfroos con "Gli spaesati" ha superato sé stesso costruendo una canzone che riesce a tradurre in immagini poetiche il pensiero critico che contesta la globalizzazione quale episodio culminante della modernità e lo spaesamento da essa indotto. Un inno di resistenza sociale, dedicato a chi, "facendo quello che ha sempre fatto", si rende conto di non vivere nella nostalgia ma di combattere.

Socialità contadina, tristezza urbano-tecnologica
(17.04.20) La socializzazione online da contagio è occasione per riflettere sul graduale processo di compromissione della socialità spontanea, della convivialità semplice e gioiosa. Un processo che è coinciso con il passaggio dalla comunità contadina alla, ormai generalizzata, "forma di vita urbana". L'idea, tutt'ora prevalente e accettata acriticamente, di comunità di montagna del passato cupe e miserabili  va totalmente ribaltata. leggi tutto

Ritrovando un ritmo più vero
(13.04.20) Le riflessioni poetiche di Anna Arneodo impongono a tutti dei ripensamenti. A chi sta chiuso nei suoi loculi metropolitani (da dove non sono più possibili le nevrotiche "evasioni") come al montanaro, che riscopre un mondo quasi perduto. Perché il dopo contagio non rappresenti una ripartenza ansiosa e impoverita del mondo di prima. leggi tutto

Il contadino italiano senza difesa
(03.03.20) Le organizzazioni agricole in Italia non svolgono un ruolo efficace di tutela politico-sindacale. Condizionate dal loro incarnare altre funzioni, spesso in conflitto di interessi con quella che - in teoria - dovrebbe essere principale.  Erano - la Coldiretti in particolare - organizzazioni di massa, funzionali al consenso politico; sono diventate centri di servizi, in ultimo organizzazioni para-commerciali. leggi tutto.


Produzione cibo sempre indispensabile

(29.03.20) Cosa mangeremo? Intanto se non hai la partita Iva e codici Ateco vietato coltivare. Riflessioni sul rapporto tra pandemia e cibo. Inutile negare "per non fare allarmismo" le tensioni sui prezzi e che alcuni paesi stiano chiudendo l'export. Ci sono anche rischi da chiusura di frontiere, divieto di attracco di navi che hanno fatto scalo in Italia. Ogni stato pensa prima di tutto al suo interesse; l'Europa unita e il mondo iperconnesso del free trade appaiono  pericolosi inganni.




 

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