IL TRIS DI MAIS ANTICHI DELLA
VAL
SERIANA SI PRESENTA
(23.10.19)
Al
Festival del pastoralismo 2019 ci sarà la possibilità di assaggiare
polenta “monovarietale” dei tre mais antichi della val Seriana.
Si
presentano per la prima volta unite – e questo è di per sé un ottimo
risultato – tre distinte realtà che sono emerse in questi anni: la più
nota e l’apri-pista è quella delloSpinato
di Gandino, vi è poi quella delRostrato
rosso di Rovettae, ultima arrivata, quella del
mais delleFiorine
di Clusone. Tre mais antichi (a Gandino il mais si inizia a
coltivare nei primi del Seicento) che rischiavano di scomparire e che
oggi rappresentano un fiore all’occhiello della gastronomia bergamasca.
Mais delle Fiorine di Clusone
Se
è vero che la produzione di queste varietà, dal punto di vista
quantitativo, è pari a una frazione di quella dei moderni ibridi, è
anche vero che non c’è paragone in termini qualitativi (caratteristiche
sensoriali della polenta con essi preparata) tra questi mais vitrei e
semi-vitrei e quelli “dentati”, di tipo farinoso – che si sono imposti
nel secondo dopoguerra con la finalità principale di assolvere al
compito di alimentare il bestiame (polli e maiali in primis ma anche
bovini).
Pur
essendo tutti coltivati in val Seriana questi tre mais sono tra loro
differenti: quello di Gandino presenta una cariosside (il “chicco”) con
una protuberanza spinosa molto accentuata ed è giallo, quello di
Rovetta è anch’esso “rostrato” ma rosso, quello delle Fiorine di
Clusone presenta cariosside tondeggiante.
Sopra: Rostrato rosso di Rovetta
Spinato di Gandino
La polenta dei pastori
Parlare
di mais, di polenta, di pastori e transumanza è parlare di un binomio
inscindibile. Tutt’oggi, al seguito dei greggi transumanti, si vedono
asini carichi di agnelli neonati ma anche di paioli
per la polenta. La
polenta era l’alimento base dei pastori anche prima della scoperta
dell’America e dell’arrivo del mais in Europa. Da millenni si preparava
con il miglio.
L’agronomo
bresciano Agostino Gallo ci ha lasciato una
ricetta di polenta di miglio utilizzata dai malghesi transumanti delle
valli bresciane.
A farne per tre persone si piglia tre
libre [una libbra bresciana = 321 g circa] fin quattro di farina di miglio per la
mattina ed altrettanta per la sera [...] ponendola nel caldarino che bolle al fuoco
con cinque o sei libre d’acqua; facendovi due taglj in croce con un
bastone, acciocché ella maggiormente possa passare la farina fino in
cima, lasciandola poi bollire finché si gonfia, e si distacca dal
fondo. E levata allora dal fuoco si mena benissimo con un bastone tondo
e netto finch’é totalmente ben rotta ed affinata; e dipoi tolta fuori
dal caldarino, si taglia in bei pezzi sottili con un filo, e si mangia
così calda col formaggio o con la ricotta salata.
A.
Gallo, Le venti giornate dell'agricoltura e dei piaceri della villa,
Brescia, Bossini, 1775 p. 302.
Nella
stessa epoca Jacopo da Bassano nel 1575 "fotografa" la preparazione
sopra riportata dipingendo la tela "L'annuncio ad Abramo e la partenza
da Caanan" in cui i
malghesi veneti transumanti (che siano transumanti lo certifica il
fatto che gli attrezzi da caseificio
portati dal cavallo (animale che non era certo nella disponibilità di
contadini o piccoli allevatori stanziali ) "armeggano" intorno a un
paiolo di polenta. Quasi certamente di miglio perché la coltivazione
del mais in Veneto era ancora agli albori.
Quello
che è certo è che in transumanza e in alpeggio fare il pane era
"complicato". Gli allevatori stanziali che salivano in alpeggio lo
preparavano a volte prima della monticazione, ma era molto più pratico
trasportare la farina (con meno umidità e quindi più leggera) che il
pane. E poi vogliamo mettere la gioia di una polenta calda e fumante
preparata giornalmente rispetto a consumare pane duro e muffo di mesi?
Polemta cibo dei contadini, certo, ma prima ancora di pastori,
boscaioli e minatori che, disponendo di legna per il fuoco, acqua e
sal, con un sacco di farina potevano disporre a lungo ogni giorno di un
confortante piatto caldo di polenta.
Dove e quando sarà possibile provare queste polente?
Mais
Spinato di Gandino. Sabato 26 ottobre 2019 – La polenta sarà servita
dalle 12 in Piazza Pontida, in Città bassa a Bergamo, nell’ambito della
Transumanza dei bergamini (vedi
evento);
Mais
Rosso di Rovetta. Domenica 27 ottobre 2019. La polenta sarà servita
dalle 12 presso la Sede (cortile) del Parco dei Colli di Bergamo, via
Valmarina, Bergamo, nell’ambito della Transumanza delle pecore (delle
mura e dei colli) (vedi
l’evento);
Mais
delle Fiorine di Clusone. Sabato 2 novembre 2019. La polenta sarà
servita dalle 12 presso la Sede (cortile) del Parco dei Colli di
Bergamo, via Valmarina, Bergamo, nell’ambito della Giornata della
pecora da latte ;
Buon
appetito
si
ringraziano per la collaborazione la Pro Loco di Gorgonzola, la
Comunità del Mais spinato di Gandino, l’Associazione Grani dell’Asta
del Serio, la Fondazione Bosis