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Dalla
val d'Aosta un duro j'accuse: state uccidendo l'allevamento
(04.04.18) Vista
dalle "regioni ordinarie", la Valle d'Aosta potrebbe sembrare un'isola
felice, come da cartoline turistiche. Invece le voci dall'interno
parlano di piccole aziende messe all'angolo, di un mito Fontina
appannato, di burocrazia assillante. Pubblichiamo volentieri questo
j'accuse dalla Valle d'Aosta postato sul nostro gruppo facebook
da Elfrida Roullet leggi
tutto
Il
trionfo (di Pirro) di Wolf Alp
(06.04.18) Il
19-20 marzo è andata in scena a Trento la convention finale di Wolf Alp
per celebrare la “conquista” della montagna veneta, trentina e
sudtirolese. Il successo dell’espansione (spontanea?) del lupo
sulle Alpi orientali ha ingigantito la portata dei problemi politici e
sociali sollevati dalla strategia di rewilding. La dura reazione delle
popolazioni e della stessa politica (in Südtirol) all'impatto del lupo
su territori antropizzati con forte patrimonio zootecnico determina un
salto di qualità nel conflitto che suscita speranze anche nelle regioni
che hanno subito nel disinteresse la politica del lupo leggi
tutto
Petizione
contro il lupo della provincia autonoma di Bolzano: boom di firme
(17.03.18)
Ventun mila firme in pochi giorni, 12 mila nelle prime 24 ore. Numeri
che la dicono lunga su come sia sentita la minaccia della
proliferazione dei lupi in südtirol. Una minaccia che non lascia
indifferenti anche il Trentino e il Veneto, anche se qui, tra il
sentire popolare e le istituzioni non c'è la stessa consonanza
La
Svizzera torna alla carica: togliere la super- protezione
internazionale per il lupo
(30.08.17)
La Svizzera torna alla carica per ottenere una revisione della
Convenzione di Berna. Il 23 agosto 2017 il Consiglio federale (governo)
svizzero ha approvato la proposta di rinegoziazione con il Comitato
permanente della convenzione internazionale di Berna tendente a
declassare
Il
«ritorno allo stato selvaggio» («rewilding»): parchi e
insediamento di grandi predatori
(24.08.17)
Georges Stoffel,contadino bio e alpeggiatore di Avers (comune dei
grigioni al confine con la Valchiavenna) spiega come la lobby
ambientalista internazionale vuole trasformare le Alpi con
l'insediamento dei grandi predatori. Sarà cancellato un paesaggio
alpino millenario, caratterizzato da una biodiversità unica nel suo
genere, creata dall'economia alpestre
Si
fanno più gravi gli attacchi dei lupi nel comasco
(20.08.17)
In val Cavargna, 30 capre risultano morte o disperse a seguito degli
attacchi di un branco di tre lupi che seguono a ruota quelli della
Valbrembana. Insieme alle notizie che arrivano dalla montagna veneta
questi episodi indicano che è in atto una vera e propria escalation.
Che condurrà ad una conflittualità come mai si era vista prima in
Italia.
Il
lupo causa gravi perdite a un gregge della Valbrembana
(11.08.17)
A Foppolo, in alta Valbrembana in alcuni giorni di ripetuti attacchi un
giovane lupo uccide 26 pecore. Per essere creduto il pastore deve
"beccare" il lupo con la fototrappola. Preoccupazione per i greggi ma
anche per chi frequenta la montagna a ferragosto
La
politica "verde"
gestita
da burocratiignoranti
(i lupi nel Parco Ticino)
(8.07.17)
Nell'esultare per la presenza del lupo nella valle del Ticino al
direttore del Parco lombardo, Claudio Peja, è sfuggita una
bestialità. L'arch. Peja ha dichiarato: "Dal Medioevo non c’è più
stato un lupo in pianura . Per noi è una grande notizia". Peccato che
ancora all'inizio dell'Ottocento i numerosi lupi della valle del Ticino
sbranassero non solo le pecore ma anche i fanciulli.
(17.03.17)
Il lupo e la politica (a Bergamo, e alta Italia, duecento anni fa)
Come
abbiamo già avuto di osservare in altre occasioni, l'opera di Mario
Comencini sull'antropofagia del lupo ha messo bene in
evidenza come la radicata paura del lupo nella cultura rurale
fosse assolutamente giustificata. Giustificata dalla frequenza di
aggressioni, anche letali, agli umani, specie fanciulli. Il lupo
storico è nemico dell'uomo e pericoloso. E' il lupo ideologico "da
favola all'incontrario" degli animal-ambientalisti che costituisce un
mito.
(09.03.17)
La risposta della pastora agli animalisti
Anna Arneodo replica al qualunquismo animalista (quello del: "Tanto li
rimborsano, che c...o si lamentano sti pastori"?) e ribatte: "Vi
farebbe piacere che il lupo uccidesse il vostro barboncino e
comprarvene un altro con i soldi della regione che vi arrivano dopo un
anno?
(03.03.17) Il dna inchioda il partito del
lupo. Aveva ragione l'uomo aggredito nel torinese
Grazie alla prontezza del proprietario del cane ferito e
all'intervento della Federcaccia di Torino, dopo una serie di episodi
che avevano visto gli aggrediti trattati da millantatori questa volta
il partito del lupo non ha potuto smentire il verdetto del dna. Ad
aggredire un cane e il suo proprietario alla borgata Tora di Giaveno
(To) il 10 gennaio sono stati purissimi lupi.
(12.02.17) Mantenuta
la demagogica protezione "a prescindere" del lupo. Cosa succederà?
Ai presidenti delle regioni, che si sono comportati come
conigli impauriti di fronte alle proteste ambiental-animaliste contro
possibilità (solo teorica) di un controllo ultraselettivo del lupo,
consigliamo la lettura di un testo storico, pubblicato nel 2002, che -
sulla base di abbondantissima e inoppugnabile documentazione - descrive
la strage di centinaia di bambini ad opera dei lupi nelle zone tra
Lombardia e Piemonte tra XV e XIX secolo
(30.12.16) Piano
lupo: gli ambientalisti vittime delle loro bugie
Le
barricate dell'ambientalismo istituzionale hanno impedito che
proseguisse il suo iter e l'approvazione entro l'anno il "Piano
nazionale di conservazione del lupo", che doveva sostituire quello del
2002. Calendarizzato per il 7 luglio alla Conferennza stato-regioni il
Piano non è più stato inserito all'ordine del giorno.
(12.09.16)
Una settimana di proteste anti lupi degli allevatori della
Lessinia
La protesta degli allevatori della Lessinia assume forme sempre più
clamorose. Quest'anno la strage ha riguardato ben 63 capi bovini.
Alcuni allevatori sono stati ripetutamente colpiti. Come Moreno Riva un
allevatore trentenne, che - alla quarta predazione avvenuta
martedì scorso - con l'appoggio e la solidarietà di colleghi e amici
che "hanno messo la faccia" ha caricato sulla pala del trattore
l’ultima manzetta dilaniata in malga dai lupi martedì e l’ha scaricata
in piazza, davanti al monumento ai Caduti.
(19.12.15)
Piano lupo: i lupocrati vogliono dettare legge ai pastori
Il Piano lupo conferma, se ce ne fosse bisogno, l'arroganza della
lobby che - almeno sino ad oggi - ha potuto operare su un piano di
totale autoreferenzialità finanziandosi con 18 progetti
LIFE. L'impostazione del Piano è molto pericolosa per i
pastori e gli allevatori in quanto mira in modo ormai scoperto ad
utilizzare il lupo per imporre una gestione dello spazio rurale che
escluderà l'uomo
(19.12.15)
La convivenza con il lupo è impossibile
È quanto emerso dal convegno di Saluzzo del 17 dicembre .
Il problema del lupo non è un qualcosa di isolato rispetto alle
varie minacce contro la montagna, le sue comunità, le sue attività
tradizionali. Il lupo è parte di un progetto politico di stampo
neocolonialista e tecnocratico che fa leva sui Parchi e l'attacco alle
autonomie locali.
(04.09.15)
Pastori francesi prendono in ostaggio i vertici di un parco
Dopo le minacce di blocco del Tour de France e le manifestazioni
non si ferma la lotta dei pastori contro le stragi ad opera dei
lupi. In Savoia (a 7 km in linea d'aria dalla Val di
Susa) sequestrano presidente, e direttore del Parco del
Vanoise. Il prefetto viene incontro alle loro richieste
autorizzando l'abbattimento di sei lupi. E in Italia?
Il
drammatico j'accuse della pastora Anna Arneodo continua ed essere
l'articolo più popolare di ruralpini. Se non l'hai ancora letto vai a
leggere
Ci
uccidete senza sporcarvi le mani
65 mila visualizzazioni
18 mila condivisioni su fb
|
Basta
con le bugie sui lupi!
di Michele Corti
(04.06.18)
Dirigenti e funzionari dei servizi forestali e faunistici di tutte le
regioni disinformano i cittadini per sostenere le faziosità
animal-animaliste. Il che diventa grottesco in Trentino, dove la
politica, in vista delle provinciali di ottobre, si sta smarcando dal
lupismo. Ma che credibilità ha una classe politica che consente ai suoi
funzionari di propalare bugie e
che, sino ad oggi, ha partecipato alla campagna per promuovere la
"convivenza" con i lupi?
Si avvicinano le
elezioni provinciali (a ottobre) a Trento e a Bolzano. A Bolzano
nessuno dubita della tenuta della SVP. A Trento, invece, è diffuso il
timore che la maggioranza di centro-sinistra, che governa dal dopoguerra (in continuità con la DC di Degasperi e
di Piccoli), venga travolta dal successo della Lega. Alle politiche la
sconfitta per i candidati del centro-sinistra è stata bruciante. Il
voto provinciale risente di altri condizionamenti e motivazioni legate
al pervasivo sistema clientelare messo in piedi nel corso di decenni di
mancata alternanza di governo. Ma quello che è avvenuto in Friuli e ad
Aosta toglie il sonno ad un centro-sinistra (PD + gli autonomisti
"addomesticati" del PATT, più gli pseudoautonomisti dell'UPT dell'ex
presidentissimo Dellai). Le divisioni nel campo, un tempo saldamente
egemone, del centro-sinistra trentino, sono profonde. Dellai, cacciato
dalla sua creatura (l'UPT) si era candidato con il PD ed è stato
trombato. Mentre la campagna elettorale scalda i motori non c'è ancora
un candidato (mentre dall'altra parte c'è da tempo Fugatti, segretario
della Lega).
In questo contesto assumono un che di imbarazzante le giravolte
politiche della Provincia, in particolare dell'assessore
all'agricoltura Dallapiccola, in materia di grandi carnivori e loro gestione (o non gestione).
Dallapiccola
è il politico che ha sostenuto a spada tratta la politica di
reintroduzione dell'orso. Fino a contraddire il presidente Rossi sulle
decisioni sugli orsi pericolosi, fino a coprirsi di ridicolo con il
suggerimento di recarsi nei boschi muniti di campanelli "antiorso".
|
|
Dallapiccola, insieme al dr.
Groff, il responsabile dei grandi carnivori all'interno del servizio
foreste della Provincia autonoma di Trento, si è fiondato in più occasioni
all'ospedale di Trento dove erano appena arrivati i vari aggrediti
dagli orsi. Un comportamento ben poco corretto che, con la scusa della
"solidarietà" mirava a raccogliere informazioni e a cercare forse di
far cadere in contraddizione persone ancora sotto shock. Insieme al Dr.
Groff, esempio da manuale di funzionario palesemente condizionato da un
atteggiamento favorevole alle politiche di reintroduzione dei grandi
carnivori, Dallapiccola ha partecipato a numerose serate di propaganda,
sempre tendenti a convincere i cittadini che con orsi e lupi di
deve (chi l'ha deciso?) convivere.
Da
quando il lupo, la scorsa estate, ha iniziato a picchiare duro anche in
Trentino, l'assessore all'agricoltura ha smesso i panni del naturalista
per cercare di convincere gli allevatori che la Provincia ("mamma
Provincia", come è chiamata in Trentino, per via di una consolidata
politica peternalistica e clientelare) sta dalla loro parte e non da
quella dei Parchi e degli ambiental-animalisti. Impresa difficile
perché è noto che la Provincia, le sino ad oggi inossidabili maggioranze di centro-sinistra, hanno
avvallato senza dire beo i piani del Parco Adamello Brenta che, facendosi strumento dei gruppi di pressione ambientalisti, ha
imposto la reintroduzione degli orsi, non solo al Trentino, ma anche alle
regioni e provincie confinanti (compresa Bolzano che ha pochissimo gradito). A
marzo 2018, l'assessore in scadenza Dallapiccola, faceva propria una
petizione dei comuni della val di Fassa che chiede l'autonomia della
provincia per la gestione dei lupi. A differenza di quella del collega
Schuler di Bolzano, che ha raccolto 37 mila firme, quella di
Dallapiccola è risultata un flop consentendo agli animalisti di cantar
vittoria per il successo della loro petizione tendente a ribadire che
il lupo è sacro e non si può torcergli un pelo.
Trento e
Bolzano: due strategie diverse
A Trento si spera nella benevolenza romana, a Bolzano si punta ad
andare alla radice del problema , creando una coalizione di regioni
alpine che faccia pressione su Bruxelles.
Con lo scaldarsi della campagna elettorale a Bolzano e a Trento la
politica deve dimostrare di fare qualcosa per pastori e allevatori,
lasciati vilmente in balia della politica di reintroduzione del lupo.
Entrambe le provincie sperano che il nuovo governo, con la presenza
della (detestata) Lega, conceda loro maggiore margini di manovra. A Bolzano, però, da mesi, è in atto una politica di
pressione sulla Commissione
Europea in sintonia con Baviera e Austria.
Qualche giorno fa, con una delegazione di
Sudtirolo, Baviera e Austria, il commissario europeo per
l'ambiente, Karmenu Vella, ha per la prima parlato di "soluzioni
regionali diversificate" in materia di politica del lupo. Molto attivo
sul tema è, Herbert Dorfmann, l'europarlamentare SVP di Bressanone, non sospetto di motivazioni
elettoralistiche (almeno immediate) dal momento che per il parlamento europeo si
voterà solo nel 2019.
A differenza dei politici italiani (trentini
compresi) Dorfmann ha espresso chiaramente e apertamente le sue
critiche
all'immobilismo della Ue che non intende rivedere il regime si super
protezione del lupo e condanna allo spopolamento intere regioni di
montagna. La difesa ostinata di un regime di protezione del lupo, che
risale a decessi orsono (quando le popolazioni di lupi erano ancora
assenti dalla maggior parte dei paesi Ue), rappresenta un posizione
palesemente ideologica di omaggio all'ambientalismo urbano e alle sue
potenti lobby. Una posizione alla quale
Dorfmann non fa sconti. Il politico sudtirolese ha dichiarato che nelle
regioni alpine, quali il Sud e Nord Tirolo e il salisburghese, le
misure
di difesa passiva (recinti e cani) sono inefficaci e controproducenti
(per il turismo). Dorfmann chiede che, a livello regionale, sia
possibile
applicare le deroghe previste dalla Direttiva Habitat (che stratutela
il predatore), indipendentemente dai piani nazionali.
In Italia il
piano lupo, che prevede una solo simbiolica possibilità di sparare ai
lupi (per contenere la loro
proliferazione e i danni insostenibili all'alpeggio e al pastoralismo),
è fermo da anni per l'opposizione propagandistica e preconcetta degli
animal-ambientalisti che del lupo fanno una bandiera ideologica (e uno strumento economico).
A Bolzano ne hanno piene le scatole però di questa sudditanza italica all'ambientalismo.
Anche a
Trento, però, la Provincia sta sbandierando la
presentazione di un disegno di legge finalizzato a una gestione
autonoma dei lupi. Ma è solo propaganda elettorale. Fumo negli occhi
per gli sprovveduti. La dimostrazione? In queste settimane Groff, cui è affidata la materia orsi e lupi,
continua imperterrito a propalare le sue bugie. Ha persino detto che in
Trentino i branchi di lupi sono composti, al massimo (sic), da tre lupi (come
se ci potesse essere un "branco" di meno di tre lupi!). Come è
possibile? Quanti cuccioli partoriscono le lupe "trentine" (o quanti muoiono)? Quando vengono scacciati dal branco?
Arte Sella:
le famose installazioni in Valsugana. Ora chi va a visitarle può
imbattersi in lupi in carne e ossa.
Siamo alla farsa, alla fake-zoologia interpretata da Groff
Groff non si è limitato a sentenziare che i branchi di lupi trentini
sono "al massimo" di tre esemplari (chissà quale è il minimo, torniamo
a chiedere all'"esperto" della Provincia). Il funzionario si spinge
anche a definire "fake news" una foto scattata in val di Non che,
secondo lui, ritrarrebbe dei lupi "piemontesi". Notare la data: marzo
2018.
Pur
di anestetizzare i sudditi (per i lupisti i cittadini sono come
"bambini" e non gli si può dire la verità, altrimenti di
"allarmerebbero") la provincia di Trento fa credere che branchi di
cinque lupi esistono solo... in Piemonte (dove ne sono stati avvistati
sino di una dozzina abbondante). Peccato che in Trentino pochi mesi
prima gli stessi forestali della Provincia avevano filmato un branco
non di cinque ma di otto lupi. Pur di tirare acqua al loro mulino
sostengono con la massima disinvoltura contraddicono sé stessi (in
questo il gran maestro di Lupology, Boitani, è uno specialista).
Non attaccano mai! Se attaccano non sono lupi
Groff ha recentemente dichiarato che i branchi trentini sono diventati dieci.
Un fatto che è compatibile solo con due ipotesi: o nel 2017 e 2016
(quando è stato dichiarato un solo branco) sono state raccontate
menzogne nascondendo la presenza di branchi già costituiti o...
qualcuno ha lanciato illegalmente dei lupi. Tertium non datur.
Ha fatto
recentemente impressione il moltiplicarsi delle segnalazioni di
presenza di lupi in
Valsugana, una valle in precedenza non ancora colonizzata. Qui sono
state ripetutamente individuate carcasse di selvatici divorati dai lupi
(anche grossi cervi) anche nell'isolata val Calamento, nel cuore del
bellissimo
comprensorio malghivo del Lagorai. Ormai non c'è valle trentina che non
debba temere gli attacchi dei lupi: da Est a Ovest, da Sud a Nord. Groff
ha recentemente ribadito anche che, a livello europeo, negli
ultimi 100 anni non c'è un solo caso di persona attaccata da un
lupo. Si potrebbe replicare che la Russia è, almeno in parte, in
Europa e che i casi di
persone ammazzate dai lupi in Russia sono innumerevoli. Ma anche
lasciando perdere la Russia, e anche la Bielorussia, le regioni
caucasiche (per i geografi Europa) e la Turchia (per una parte almeno
indubbiamente europea), i casi
documentati
di aggressioni da lupi in Europa - compreso quella
occidentale - dal 1918 ad oggi sono numerosi (vedi la tabella sotto
riportata). Non pochi, inoltre, sono casi di aggressioni mortali. E la
giustificazione della "rabbia silvestre" è presente solo in pochissimi
casi. Per
di più, salvo i casi recenti del XXI secolo, frutto di una compilazione
di wikipoedia, gli altri sono riferiti in relazioni e opere "classiche"
di esperti lupologi (compreso Luigi Boitani) come la review, a cura
della LCIE (la lobby accademico-conservazionista dei grandi carnivori
espressione del WWF), di Linnell et. al (2002)(1). Nonostante la firma
di Boitani i casi italiani sono assenti dal rapporto, ma, a parte la
"censura" dei casi italiani, come fa Luigi Boitani a proclamare il
dogma dell'innocenza del lupo ("Negli
ultimi 100 anni non abbiamo prove di attacchi di lupi a
persone in Europa") quando è tra le firme della relazione Linnel che di
attacchi documentati ne riporta parecchi? Che tipo di prove
pretendono Boitani & e C? Il selfie con il lupo da parte
degli aggrediti?Qual'è la credibilità dei lupisti che giocano su ogni
minimo dubbio per costruire prove a discarico del loro "assistito"?
In ogni caso
è interessante rilevare che la relazione Linnel conclude prudentemente
che, in Italia, "non si sono riscontrati casi documentati di attacchi o
uccisioni dopo la seconda guerra mondiale" (p 20).
Perché
questa prudenza? Perché, a leggere bene si scopre che Boitani ammetteva
che i dati italiani erano "incompleti" . Pietro Genovesi (ex
INFS), che aveva fornito i dati per l'Italia, non aveva
inserito per
esempio alcuni casi di aggressioni mortali in Abruzzo al tempo della
prima guerra mondiale. Essi sono riferiti dal periodico Le Vie d'Italia
, la rivista del Touring club (a. 20, n. 8, agosto 1924), non l'ultimo
bollettino locale. Il Dr. Giuseppe Altobello di
Campobasso scriveva:
1° Nel 1914, in una
giornata tempestosa invernale, una donna rimase vittima dei lupi in
contrada Portelle, all’inizio della Piana di Cinquemiglia presso
Roccaraso. 2° In uno degli inverni di guerra, un soldato che ritornava
dal fronte in breve licenza, nel percorrere di notte la strada che
dalla stazione di Palena va al paese, fu assalito e sbranato dai lupi.
3° L’inverno scorso tre donne che scendevano da Rivisondoli a Canzano
furono circondate da un branco di lupi affamati e la più vecchia fu
uccisa dai feroci carnivori. 4°Quest’anno, e propriamente nel gennaio,
presso Cittaducale un mendicante è stato trovato morto, dilaniato dai
lupi.
Negli stessi anni il Messaggero del Mugello
dell'11 marzo 1923 riferisce di un colono ucciso da una lupa che
rientrava alla tana depredata dei cuccioli. Assalito alla gola e alla
faccia l'uomo fu trasportato all'ospedale di Marradi ma vi morì. Un
resoconto circostanziato che pare difficile escludere.
Eppure questi casi sono stati ignorati.
Se Boitani si tutela, scrivendo tra le pieghe del rapporto Linnel che i
dati italiani erano incompleti (e con il prudente riferimento al "dopo
seconda guerra mondiale"), gli adepti del lupismo "scientifico" hanno
tenuto per buono il rapporto Linnel incompleto. Così tutta una genìa di
lupisti recita come un mantra: "da un secolo non si registrano casi di
agressioni del lupo a degli esserei umani". Non si registrano perché li
hanno censurati loro, i lupisti in mala fede, gente che sacrifica
volentieri la verità al totem del lupo (e alle loro cattedre, cadreghe
varie in organismi nazionali e internazionali e finanziamenti).
Inchiodati da Comincini
Per piegare i fatti alle loro opinioni i lupisti hanno anche ignorato la realtà, diffusa e persistente, dei lupi
antropofagi dei secoli precedenti. Lo hanno potuto fare impunemente solo sino a quando i sono
stati inchiodati dal lavoro dello storico Comincini, basato su
certificati di morte e rapporti di polizia, fonti "indigeste" per i
lupisti in quanto difficilmente confutabili (2). Il lupo storico aggredisce,
uccide e divora l'uomo, il lupo "buono", ovvero il risultato della
narrazione e della costruzione sociale di una nuova e ribaltata
immagine del lupo, bandiera di una natura che rivendica risarcimenti
per i danni inferti dall'uomo "cattivo", è innocuo, timido. Ma il lupo
vero è quello storico che, in circostanze che si rinnovano, può essere
pericoloso.
Sul
"negazionismo" dell'antropofagia lupesca, proprio dell'atteggiamento
lupofilo dei naturalisti contemporanei, vale la pena riportare le
parole di Comincini (3).
La
negazione dell'antropofagia del lupo da parte dei naturalisti
contemporanei, se recepita in ambito storiografico, porta ad equivoci
nell'interpretazione delle fonti. Tra mondo naturalistico e mondo
storiografico non c'è dialogo. Il primo, ignorando la propria
letteratura antica (non stiamo qui a indagare se in buona o cattiva fede), accredita al suo esterno l'immagine del lupo buono rafforzata dall'assenza di una sua antropofagia oggi. E il mondo degli storici, dovendo conciliare questa immagine del lupo buono con quella del lupo cattivo che emerge dalle fonti, non può interpretare queste con l'unica giustificazione fornita dagli stessi naturalisti: la rabbia.
Il lavoro di
Comincini, che ha analizzato centinaia di casi di aggressioni da parte
del lupo, ha consentito di rigettare l'ipotesi della rabbia quale causa
dell'antropofagia lupesca. Anche i casi riportati in Appendice
(aggressioni da parte del lupo dal 1918 in Europa) confermano questa
tesi. La rabbia, addotta quale giustificazione per l'antropofagia
lupesca certifica la cattiva fede dei naturalisti lupofili. Ovviamente il lupismo non demorte e oggi si fabbricano nuovi alibi per il "lupo buono": i cani randagi, gli ibridi.
Gli attacchi all'uomo di intensificano
L'intensificata frequenza in anni recenti di aggressioni all'uomo da parte
dei lupi non deve sorprendere. Da una parte, essa riflette
l'aumento numerico della specie, dall'altra è frutto di una maggiore
circolazione delle notizie. Ancora nel Novecento, quello che avveniva
in villaggi isolati dell'Europa orientale, non sempre veniva a
conoscenza dei mezzi di informazione. Come
facciano gli
"esperti" delle amministrazioni pubbliche a ribadire il mantra : "non
ci sono aggressioni da lupi da 100/150/200 anni" è, in ogni caso, solo
la prova che
essi, pur essendo pubblici funzionari, pagati dal contribuente
nell'interesse (teorico) dei cittadini, mentono. Falso ideologico che
diventa tecnicamente tale quando comemsso da pubblici funzionari
nell'esercizio delle proprie competenze.
Una menzogna che diventa pericolosa e dolosa quando, succede
spesso, che i suddetti esperti "certifichino" che "non potevano essere
lupi
perché i lupi hanno paura dell'uomo". Il lupo (delle bugie lupiste) è
buono, è timido. Questo lavaggio del cervello è pericoloso perché un
turista potrebbe tentare di avvicinare i lupi o comunque comportarsi in
modo improprio in loro presenza pensando che siano "meno pericolosi dei
cani" come i lupisti arrivano a proclamare.
Peccato che, per sostenere la richiesta, dal sapore elettorale, di una
norma che consenta alla provincia autonoma di Trento, una gestione
autonoma del lupo che possa prevedere
l'abbattimento di alcuni soggetti, la stessa Provincia, quella che per boccaa
di Groff nega la pericolosità dei lupi, parli, al contrario, di "lupi problematici". E
perché, allora, si è chiesto (e ottenuto in questo caso) che i
forestali trentini possano sparare proiettili di gomma per allontanare
i lupi "confidenti" che si avvicinano agli abitati? I lupi secondo groff non sono timidi e schivi?
Una
squadra di "lupari" addetti al controllo del lupo in Francia. Qui,
nonostante l'abbattimento di 40 capi all'anno (oltre il 10% dei lupi
"francesi"), la popolazione lupina (e le predazioni) continuano ad
aumentare.
In Trentino, Veneto, Südtirol la gente di montagna non crede alla "reintroduzione spontanea"
Ovvio che, anche sulle statistiche della presenza dei lupi da essi
forniti, gli allevatori, i pastori, gli abitanti della montagna e delle
aree interne a rischiuo lupo non si fidano. E ovvio anche che ci
siano più che dei dubbi sulla spontaneità dell'espansione prodigiosa
(per la sua rapidità) del lupo sulle Alpi orientali. La storia d'amore
ambientata a Verona di Giulietta e Slavc (il lupo che sarebbe arrivato
dalla Slovenia mettendo famiglia con la lupa "piemontese") è una favola
per bambini. E' coincisa "casualmente" con l'avvio del progetto Wolf
Alp che ha segnato, dal 2013 al 2018, un "fantastico" ripopolamento con
i lupi della montagna veneta e del Trentino. Da 0 a 100 lupi in un
quinquennio. Un record mondiale. Ma per i lupisti il lupo sulle Alpi è
"vulnerabile", "ancora a rischio di estinzione". Quanti
lupi vogliono? La risposta è semplicissima: abbastanza da cancellare le
forme tradizionali di allevamento alpino, abbastanza da costringere la
zootecnia nelle stalle a consumare mangimi industriali e da lasciare
libero lo spazio già agro-silvo-pastorale quale nuova "riserva
naturale" per i nuovi feudatari che, con il pretesto della
"conservazione della natura" intendono assumere il controllo delle Alpi
per gestire lucrosi business (diritti sull'acqua, crediti di carbonio,
pagamenti per servizi ecosistemici, tutti asset che possono alimentare
strumenti finanziari e relative speculazioni). Lo scontro sociale,
politico, ideologico intorno a questi temi è di quelli epocali.
Note
(1) Linnell, J.D.C., Andersen, R., Andersone, Z., Balciauskas, L., Blanco, J.C., Boitani, L.,
Brainerd, S., Breitenmoser, U., Kojola, I., Liberg, O., Löe, J., Okarma, H., Pedersen, H.C.,
Promberger, C., Sand, H., Solberg, E.J., Valdmann, H. and Wabakken, P. 2002. The fear of
wolves: A review of wolf attacks on humans. NINA oppdragsmelding 731. 65 pp.
(2) M. Comincini, A.Oriani, "Microstorie", in M. Comincini (a cura di)
(2002). L’uomo e la “bestia antropofaga”. Storia del lupo nell'italia
settentrionale dal XV al XIX secolo, Unicopli, Milano, pp. 193-253
(3) M. Comincini, "L'antropofagia del lupo nelle fonti storiche", M. Comincini (a cura di)
(2002). L’uomo e la “bestia antropofaga”. Storia del lupo nell'italia
settentrionale dal XV al XIX secolo, Unicopli, Milano, p.p.7-37 (p. 30).
|
APPENDICE - Aggressioni da parte di lupi in Europa
dal 1918 con conseguenti morte e
lesione delle persone attaccate. Sono state escluse la Russia europea,
la Bielorussia, la Turchia, il Caucaso. |
Vittima
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conseguenze
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età
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sesso
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data
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rabbia
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località
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circostanze
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Lydia
Vladimirovna |
ferite
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70
|
F
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19.01.2018
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SI
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Villaggio
di Omyt, distretto di
Zarechni regione di Rivne Ucraina
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Il lupo ha attaccato la donna nel cortile
quando era impegnata nelle faccende domestiche. Prima le ha il
braccio destro e poi provò a morderla alla gola. Proteggendosi con un
secchio la donna si è salvata la vita mentre l'animale lo strappava
furiosamente. Un vicino ha sparato al lupo che è risultato affretto da
rabbia silvestre. La signora si è sottoposta alle cure mediche e si è
salvata.
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Anna
Lushchik,
Vladimir Kiryanov , Lyubov Gerashchenko, Lina Zaporozhets |
ferite
|
63, 59,
53, 14 |
M,
F,
F,
M
|
04.01.2018
|
|
Villaggio
del distretto di Koropsky
, regione di Chernihiv , Ucraina
|
2-3 lupi hanno attraversato un piccolo
villaggio. Nel giro di 10 ore, a partire dalle 21, uno di loro ha
attaccato e ferito 4 persone. Lina Zaporozhets è stata salvata dal suo
computer portatile addentato dal lupo mente lei riusciva a fuggire
entrando nel cortile di casa. I feriti furono trattati nell'ospedale
del distretto centrale di Koropsky. Uno dei lupi è stato abbattuto a
fucilate nel centro del villaggio e sottoposto all'esame per la rabbia.
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Celia
Hollingworth |
morte
|
63
|
F
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23.09.2017
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Regione
di Maroneia, NE Grecia
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I resti smembrati sono stati trovati da
vigili del fuoco dopo due giorni dalla scomparsa. La frammentazione
delle ossa risulterebbe incompatibile con il consumo da parte di cani o
sciacalli. I lupi sono presenti nella zona. Da oltre 8 mesi dall'evento
non si hanno ancora gli esiti degli esami sul Dna, circostanza che
desta ragionevoli sospetti sull'insabbiamento del caso da parte del
lupismo internazionale.
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Donna
anziana
|
ferite
|
|
F
|
01.08.2017
|
|
Villaggio
di Makrohori Reg. Korrestia Kastoria, Macedonia occ., Grecia |
L'anziana
stava recandosi a foraggiare le proprie pecore quando venne assalita
all'improvviso da un lupo. Trasportata d'urgenza all'ospedale di
Kastoria le furono praticate le prime cure. |
Tre
uomini adulti
|
ferite
|
|
M,
M,
M.
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05.02.2017
|
SI
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Villaggio
di Zaderiyivka , regione di Chernigiv, Ucraina
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Due
grardie di frontiera, durante il turno di riposo sopraggiunte alle
grida di soccorso di un uomo, poi risultato gravemente ferito, lo hanno
salvato utilizzando i loro coltelli e riportando a loro volta delle
ferite. Tutti sottoposti a vaccinazione e cure mediche.
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Un
pastore
|
ferite
|
|
M
|
30.01.2016
|
|
Batinci,
Skopje, Macedonia |
Il
pastore è riuscito a uccidere con un'ascia il lupo penetrato
nell'ovile,
pur rtiportando ferite che hanno richiesto cure mediche presso
l'ospedale di Skopje.
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Dijanu
Kurtović |
ferite
|
33
|
F
|
26.09.2014
|
|
Drnis,
contea di
Sibenik-Knin, Dalmazia, Croazia
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Un
lupo ha attaccato la donna che passeggiava con il cane mordendole la
mano e provocando ad essa gravi lesioni. Con l'aiuto del cane la donna
è riuscita ad allontanare il lupo ed è stata poi sottoposta a cure e
vaccinazione.
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Quattro
persone
|
morte
(1) e ferite (3)
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77,
?,
15,
30
|
M,
M,
F,
F.
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17.06.2012
|
|
Parco
faunistico di Kolmården Wildlife Park, presso Norrköping, Svezia
|
La
vittima era una giovane addetta al parco che lavorava da tre anni come
addetto al branco di lupi di Kolmården. Era entrata da sola nel recinto
dei lupi. In precedenza erano state ferite tre altre persone, tra cui
una ragazza di 15 anni.
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Mirko
Marcella
|
ferite
|
45
|
M
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06.11.2011
|
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Farindola,
Pescara, Abruzzo, Italia
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Il
pastore alla ricerca di capi dispersi per attacchi da parte dei lupi è
stato accerchiato e morso a un polpaccio e si è sottratto all'attacco
arrampicandosi su un albero. leggere ferite.
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Ahmed
Sabic
|
ferite
|
25
|
M
|
22.12.2009
|
|
Cista
Velika, regione di Imotski, Dalmazia, Croazia
|
In
seguito all'attacco di tre lupi ad un gruppo di bovini, condotto presso
la propria abitazione, il mandriano è uscito di casa per cacciare i
lupi. Uno di loro ha immediatamente attaccato l'uomo che ha riportato
diverse lacerazioni. E' stato poi vaccinato e medicato presso
l'ospedale di Imotski |
Uomo
adulto
|
ferite
|
|
M
|
12.12.2009
|
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Pyhäjärvi,
Liittoperä,
Finlandia
|
Nel
mentre stava sistemando delle attrezzature forestali l'uomo è stato
attaccato all'improvviso dal lupo che si allontanava dopo essere stato
colpito dall'uomo che riportava serie ferite al braccio che hanno
richiesto cure in ospedale.
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Galina
Solyanik, Zoe Rybalko e un'altra donna
|
ferite
|
|
F,
F,
F.
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11.02.2008
|
|
Bohoyavlenka,
Donetsk Oblast, Ucraina
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Galina
e le due amiche stavano raggiungendo l'azienda agricola alle 4 del
mattino quando sono state attaccate da un lupo. Tutte sono state
ricoverate nell'ospedale centrale del distretto.
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Donna
anziana
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morte
|
|
F
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1982
|
SI
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Villaggio
di Mahtra, Estonia
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Il
lupo ha attaccato e ucciso l'anziana donna
|
Bambino
|
morte
|
|
M
|
13.08.1977
|
|
Dalmenhorst,
Germania
|
Il
lupo veniva trasportato ad un parco faunistico. Riusciva a scappare e
rimase libero per quattro giorni.
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Javier
Iglesias Balbin
|
morte
|
3
|
M
|
10.07.1974
|
|
Rante, Spagna
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Il
piccolo, strappato a un'anziana che lo custodiva da una lupa è stato
rinvenuto morto in una macchia boschiva a 250 m di distanza dal
luogo del rapimento
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Jose
Tomas Martinez Perez
|
morte
|
1
|
M
|
04.07.1974
|
|
Rante, Spagna
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La
lupa ha rapito il piccolo che stava sdraiato presso alcuni adulti e
bambini più grandi e lo ha trasportato sino a un gruppo di cespugli
dove, inseguita dagli adulti, lo ha abbandonato moribondo.
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Uomo
adulto
|
|
|
M
|
1961
|
SI
|
Slovacchia
|
|
Manuel
Sar Pazos
|
ferito
|
4
|
M
|
21.06.1959
|
|
Villaggio
di Tines, Castrelo, Spagna
|
Il
bambino stava giocando con un amico quando è stato attaccato e morso
dal lupo alla schiena prima di aggredire il secondo bambino. Il lupo è
stato scacciato dagli adulti e successivamente ucciso.
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Luis
Vasquez Perez
|
morte
|
5
|
M
|
25.06.1957
|
|
Villaggio
di Vilare, castrelo, Spagna
|
Il
bambino che giocava in strada con un amico è stato attaccato e ucciso
da una lupa in lattazione. La lupa ha aggredito un altro ragazzo e si è
avvicinata a una ragazza di 15 anni prima di essere scacciata dagli
adulti. Il corpo del bimbo ucciso è stato rinvenuto dopo un'ora in un
cespuglio con morsi sulla testa, sul torace e sulla gambe.
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Una
bambina
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morte
|
6
|
F
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inverno
1932
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Puumalan,
Uikkaala, Finlandia
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La
bambina era andata a far visita a dei vicini e non era tornata. Furono
trovati solo resti di ossa e di brandelli di carne.
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Uomo
adulto
|
morte
|
|
M
|
marzo
1923
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|
Mugello,
Italia
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Il
contadino aveva saccheggiato la tana e fu ucciso morso alla gola dalla
lupa che rientrava
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Uomo
adulto
|
morte
|
|
M
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10.02.1918
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|
Chȃlus,
Francia |
L'uomo
è stato ucciso e divorato presso la propria abitazione
|
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