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Un
progetto per fare incontrare i territori (cibo e cultura)
(08.11.16) Sono già
due gli incontri realizzati a Cà Berizzi, a Corna Imagna nell'ambito di
un itinerario attraverso le culture contadine e pastorali e le
loro espressioni culinarie. Un itinerario che ha vià toccato la val
Vibrata (Teramo) e la valle del Belice (Trapani) e che questa settimana
toccherà la montagna genovese. Questo primo ciclo, inserito nel
Festival del pastoralismo di Bergamo 2016, rappresenta solo un inizio.
Il progetto, avviato dal Centro studi valle Imagna e dal Festival del
pastoralismo prevede una prossima rassegna di "Cucina delle Alpi" e poi
ancora nuovi cicli spaziando da Nord a Sud dove esistono realtà di
continuità e rinascita delle tradizioni agroalimentari e gastronomiche
ancorate alla ruralità, alla storia del luogo, orgogliose di farne una
risorsa per un nuovo sviluppo. Iniziative
culturali - Cibo
territoriale
Al
Festival del pastoralismo 2016 la mostra "La vacca dei poveri"
(08.11.16) La mostra
approfondisce lo “strano caso” della capra, animale oggetto di cicliche
ondate di spregio e di considerazione in relazione alle vicende delle
società e culture umane. Aperta da dal 5 al 27 novembre, cerca di
trovare una spiegazione legata al ruolo della capra nei diversi
contesti rurali e agronomici, ai simbolismi di cui è stata caricata, ai
conflitti sociali e agli orientamenti ideologici che ne hanno sancito
lo status. vengono esplorati aspetti poco conosciuti della storia
sociale dell’allevamento caprino utili a comprendere il revival di
questo intrigante animale a partire dal ’68.
Capramica (da sabato 8 la mostra a
Bergamo alta)
(04.10.16)
La mostra consiste in un percorso didattico, la scoperta di una
lunga storia di simbiosi tra l’uomo e un animale. La capra ha
accompagnato e assecondato la colonizzazione umana del pianeta, ha
svolto un ruolo chiave per la sopravvivenza di molte comunità ma è
stata anche stigmatizzata quale animale “nocivo”. Questi
paradossi aiutano a riflettere sul ruolo svolto dagli animali
nell’evoluzione delle società umane guardando attraverso il passato
l’oggi (con il revival “postmoderno”della capra. Il percorso
prevede il "dialogo" tra la mostra (pannelli e oggetti) e dei
laboratori. Info all'articolo
A
Monno, in alta Valcamonica Fenfesta 7a edizione
(08.08.16) Con la settima edizione la Fenfesta
di Monno, nata nel 2008, si conferma quale esperienza di
riferimento nelle alpi lombarde. Altre località hanno organizzato
eventi analoghi ma senza continuità. L'interesse per la
falciatura a mano con la ranza/fòlc è però in crescita e si
pensa a organizzare un circuito coordinato, in collegamento con
iniziative in altre vallate lombarde
Una
cultura che si mette lo zaino in spalla (28.06.16)
Con il
"Cammino dei bergamini", grazie all'iniziativa di diversi attori
locali, si è sperimentata una formula di un evento culturale
itinerante per scoprire in profondità un territorio e la sua storia
attraverso quella di coloro che ne furono i protagonisti
Articoli per argomenti
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Capre solidali (le capre di Tecla)
di
Michele Corti
Le
capre di Tecla rappresenta un'iniziativa che unisce cultura, arte,
solidarietà e che verte sulle capre. Il
Festival del pastoralismo a Bergamo, che quest'anno ha avuto per
tema la capra, è venuto a conoscenza della meritoria iniziativa. E vi è
l'intenzione di collegare le mostre sulla capra del Festival con nuove
edizioni di Le capre di Tecla.
(12.12.16) Le
capre di Tecla
(Tecla è suor Tecla Forchini, una missionaria di Lovere da 18 anni
in Bangladesh), è il titolo di
un'iniziativa di solidarietà creativa e intelligente nata nel 2007
da un’idea dello scultore bergamasco Pierantonio Volpini e organizzata
di anno
in anno dal gruppo "I Fratelli di Capra" e dal Museo
Cividini (antica zecca di Bergamo in via Donizetti).
Una
mostra in divenire
Nel
2007, durante una cena fra artisti, nel retro del Museo Cividini,
prese vita su proposta di Pierantonio Volpini (curatore del Museo) il
desiderio di aiutare Suor Tecla nella sua meritevole attività, con
un evento artistico. In concreto ogni artista dona un opera a tema
“la capra”. L’allestimento della mostra, ovvero la collezione
delle opere, si completa durante tutto periodo espositivo man mano
che l'autore le invia. I cataloghi prodotti hanno le opere dell'
edizione prevedente. Le opere in mostra vengono poi battute all’asta.
La base d’asta di ciascuna opera ed i rilanci corrispondono al
valore di una capra (15 euro), a prescindere dalle quotazioni
dell’artista. L'intero ricavato delle aste viene devoluto al Saint
Mary Hospital di Khulna in Bangladesh dove opera Suor Tecla
Forchini
insieme ai medici volontari che offrono assistenza sanitaria gratuita
a gran parte della popolazione. Per ogni 15 euro raccolti Suor Tecla
potrà acquistare e donare ad una famiglia di Khulna una capra da
latte che diventerà un importante mezzo di sostentamento. Con
questo canale di finanziamento sono stati trasmessi a suor Tecla
alcune migliaia di euro.
La
prima mostra coinvolse più di 40 artisti e creativi che donarono le
loro opere a tema “la capra” da tutta Italia e dall’estero. Tra
gli artisti ve ne erano degli sconosciuti ma anche alcuni affermati e
ci fu chi "per poche capre" si portò a casa opere d'arte
di indubbio valore anche sul mercato. Fu allestita al Museo
Cividini, sede dell'antica zecca di Bergamo, dal 9 dicembre
2007 al 27 gennaio 2008. Con i proventi,
consegnati direttamente a suor Tecla che li investe totalmente per lo
scopo per i quali sono donati, venne finanziato
l'acquisto e la donazione di 135 caprette da latte.
La seconda edizione, venne
organizzata
dal 1°
al 31 Maggio 2009 presso il Bo.Po di Ponteranica, uno spazio dove si
organizzano eventi di musica dal vivo.
Una terza edizione si è
svolta
aal 31 gennaio al 7 febbraio 2010 al ristorante "da Giorgio"
di Ardesio (alta Valseriana) nel contesto della Fiera delle capre di
Ardesio. La Fiera delle capre, arrivata alla sedicesima edizione,
ènata dal soprannome che hanno gli abitanti di Ardesio: i cavree
de Ardees .
Suor
Tecla
Suon Tecla è entrata a 22 anni nella
congregazione delle suore di Maria Bambina che hanno alle spalle una
lunga attività di missione. Era il lontano 186, quando da Lovere
cinque suore e una laica risposero alla chiamata dei padri del Pime.
Si insediarono prima nei pressi di Calcutta; poi, dopo pochi anni, le
suore, risalito il corso del Gange, si stabilirono a Gessore,
nell’attuale Bangladesh. Operano tuttora nel paese dove, negli anni
'90, hanno realizzato una struttura ospedaliera,Il Saint
Mary Hospitale, a Khulna. Qui operano
missioni di chirurgia provenienti dall’Italia, che si succedono
regolarmente con equipe di chirurghi generici, plastici e ortopedici,
urologi, pediatri, ginecologi. Altri ospedali pediatrici
attrezzati per certi interventi si trovano solo a Dacca, dove però
come in tutto il paese l’assistenza sanitaria è a pagamento e
quindi un lusso riservato a pochi. Vi è poi da sottolineare come il
sistema delle caste impedisce ai membri di quelle inferiori di
accedere facilmente alle strutture pubbliche. Suor Tecla
Forchini , che è infermiera, svolge la sua attività assistendo in
particolare mamme e bambini. Va però precisato che se il suo
impegno missionario - che incontra anche localmente le crescenti
difficoltà legate alla diffusione dell'islamismo radicale - è
rivolto al piano pastorale (è provinciale dell'ordine cui appartiene
e deve tenere i rapporti non solo tra le sorelle ma anche con la
chiesa locale).
Come accadeva nelle nostre campagne
fino a una
cinquantina di anni fa, le capre ancora oggi rappresentano un mezzo
di sostentamento molto importante nella vita rurale del Bangladesh,
specie per lo svezzamento dei bambini considerata la miglior
tollerabilità e digeribilità del latte caprino. Suor Tecla con soli
15 euro provvede ad acquistare una piccola capra da latte di tipo
locale e la consegna ad una delle numerose famiglie da lei assistite,
per le quali quella cifra invece è proibitiva.
Una storia così, ben si
presta a
mettere in evidenza l'utilità della capra, il suo ruolo nella
sussistenza dei contadini poveri di tante parti del mondo. Oggi il
benessere, dopo un periodo piuttosto effimero di trance consumistica,
è in declino anche da noi. Ma la differenza di ricchezza con i paesi
poveri, e quindi è grande la possibilità di fare "molto con
poco" per aiutare - a casa loro - tante popolazioni rurali del
mondo. Si tratta di una solidarietà che npon viene frenata ma
stimolata dal ricordo ancora vivo della poverà, della preziosa
utilità della capra "vacca del povero" anche nelle nostre
valli. Si tratta quindi di una solidarietà "legata al
territorio", non solo per la vocazione missionaria e
solidaristica di lunga data e molto forte della terra bergamasca, ma
di una una solidarietà diretta, non mediata, attuata nella
forma concretissima del dono di una capretta da latte che si
ricollega all'esperienza alla memoria di popolo della nostra gente. E
che, oltretutto, contribuisce a quella rimozione dei pregiudizi
anticapre ancora diffusi. Sulla base di tutto ciò, il Festival del
pastoralismo intende legare la presentazione delle due mostre sulle
capre "Capramica" e la "Vacca dei poveri" a nuove
edizioni in divenire delle "Capre di Tecla". Forse già a
partire dalla Fiera delle capre di Ardesio. Vi terremo informati.
Museo Cividini: via Donizetti, 18a
Città Alta -
Bergamo tel. 035244071 - www.museocividini.com/exhibition.asp
Qui la
capretta bianca (famosa in pittura grazie a Chagal), la capretta che
simboleggia la "capra di casa", quella che, tenera e generosa,
allattava i bambini direttamente alla sua tetta, è colta in
quell'atteggiamento di curioso e affettuoso avvicinamento agli umani
che la distingue da altri animali domestici per un suo particolare
antropo-tropismo. Dopo tanta demonizzazione (ma l'immagine del diavolo
in forma capresca si è consolidata e generalizzata solo nel XVIII
secolo, quando la modernità illuministica ha scatenato la "guerra alle
capre) la capra "assolta" sul piano scientifico dalle accuse che le
erano state rivolte torna ad assumere un ruolo positivo
nell'iconografia
religiosa.
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