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conigli impauriti di fronte alle proteste ambiental-animaliste contro
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consigliamo la lettura di un testo storico, pubblicato nel 2002, che -
sulla base di abbondantissima e inoppugnabile documentazione - descrive
la strage di centinaia di bambini ad opera dei lupi nelle zone tra
Lombardia e Piemonte tra XV e XIX secolo
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Articoli per argomenti
|
Orso
e lupo
Il dna inchioda il partito del lupo. Aveva
ragione l'uomo aggredito nel torinese
di
Michele Corti
(03.03.17) Grazie alla prontezza del
proprietario del cane ferito e all'intervento della Federcaccia
di Torino, dopo una serie di episodi che avevano visto gli aggrediti
(pastori, allevatori, frequantatori della montagna) trattati da
millantatori questa volta il partito del lupo non ha potuto smentire il
verdetto delle analisi del dna. Ad aggredire un cane e il suo
proprietario alla borgata Tora di Giaveno (To) il 10 gennaio sono stati
purissimi e "italianissimi" lupi. Non solo non si è potuto quindi
addossare la responsabilità dell'attacco ai "cani vaganti" ma nemmeno
agli ibridi (e neppure a lupi "esotici"). Il fatto è
importante perché il partito del lupo che - grazie ai progetti UE - gestisce
de facto la politica del lupo, sostituendosi agli organi pubblici
territoriali.
Negli ultimi anni si sono verificati non
pochi episodi di attacchi a pastori o semplici cittadini da parte dei
lupi. Ma mancava sempre la prova e la conclusione era sempre la stessa:
"la vittima spaventata ha scambiato cani per lupi" o "saranno stati
ibridi". Così il partito del lupo è riuscito a non far riconoscere
nessun episodio quale "documentato e accertato". Vediamo un caso
interessante verificatosi nell' appennino parmigiano, agosto 2016. Di
seguito la cronaca del l'Eco di Parma (vai
all'articolo originale).
Momenti di terrore per un allevatore di
Solignano, attaccato dal lupo che cercava di cacciare via. L’animale,
invece di scappare all’arrivo dell’uomo, come accade di solito ai lupi,
gli si è avventato contro, facendolo prima cadere e addentandogli poi
uno scarpone. Protagonista della storia raccontata oggi da Gazzetta di
Parma, Michele Pierati, 38 anni, che vive a Case Molinari, sulle
colline di Solignano.
Tutto è accaduto lunedì mattina verso le
7, quando l’uomo è uscito di casa perché non riusciva a far smettere di
abbaiare furiosamente i suoi pastori maremmani. Pierati ha quindi visto
uno dei suoi cani saltare lo steccato e due lupi che lo hanno subito
inseguito. Poi uno dei lupi ha ingaggiato una zuffa con il grosso cane,
mentre l’altro è fuggito via. L’allevatore a quel punto sarebbe
intervenuto temendo conseguenze per il suo pastore, ma il lupo, invece
di scappare, gli si è rivoltato contro e lo ha aggredito, strappandogli
persino i pantaloni fino al ginocchio. Nonostante l’uomo da terra
cercasse di difendersi scalciando. Attimi di terrore ai quali hanno
messo fine gli altri pastori maremmani dell’uomo, intervenuti tutti
insieme per difendere il loro padrone. Hanno prima costretto il lupo a
mollare la presa e poi lo hanno aggredito, facendolo fuggire. Se non ci
fossero stati i cani, insomma, non si sa come sarebbe andata a finire
questa storia. Secondo molti, alcuni lupi si avvicinerebbero all’uomo
perché non puri, ma frutto di incroci con cani, animali abituati alla
presenza umana.
In
omaggio al politically correct l'articolista inserisce due elementi
tali da tranquillizzare (o, meglio, anestetizzare) il lettore: 1) il
comportamento del lupo è strano perché "di solito" non attacca; 2) i
lupi si avvicinano agli abitati perché non sono puri.
Sono assunti del tutto arbitrari. La storia e l'etologia del lupo
dicono che in teterminati contesti il lupo attacca l'uomo (poi qualche
volta consuma la vittima, altre no).
Sia nel caso di Parma che in quello di Torino (Giaveno) un lupo, quello
più audace del branco, attacca l'uomo. Si tratta di una chiara
escalation di pericolosità del predatore. Essa è preceduta da una serie
di episodi (ormai innumerevoli) in cui i lupi prima si limitano a non
fuggire in presenza dell'uomo, poi non solo restano fermi ad osservare
ma iniziano ad avvicinarsi ulteriormente e a ringhiare e mostrare i
denti se l'uomo accenna a una reazione. Questi episodi preludono alle
prime aggressioni a vuoto (i pantaloni e le scarpe bucate sono
espressione non della non pericolosità intrinseca ma della necessità
del lupo di "fare esperienza" sulla preda umana). Dopo ci sono le
aggressioni che conducono a ferite leggere, in ultimo le aggressioni
con uccisione della vittima umana.
Il lupo deve stabilire il
territorio
Quando il lupo diventa davvero pericoloso' Quando gli ambiti
antropizzati vengono percepiti dal lupo non più come pericolosi e da
evitare ma come il proprio territorio. A questo punto l'uomo, se non si
fa rispettare, è un animale come gli altri e quindi una possibile
preda. Gli attacchi ai cani a ridosso delle abitazioni sono ormai
usuali. L'odore dell'uomo non è più un deterrente. Sempre nel Torinese
(ma i casi si sono registrati anche nel cuneese, in Lessinia,
sull'Appennino) il 28 febbraio i lupi hanno sbranato un cane nella
cuccia davanti a casa. L'episodio è avvenuto in val di Lanzo.
Il
proprietario (nella foto mentre mostra le macchie di sangue) riferisce
che del suo volpino "scuoiato a morsi" sono rimaste un po' di
ossa e dei ciuffi di pelo rossiccio. La cuccia è stata spostata di tre
metri. Sotto un labrador (Tommy) predato nei pressi dell'abitazione a
Bosco Chiesanuova (Verona) nel dicembre 2014. La foto è stata censurata
da facebook perché "cruenta".
Ma sono più preoccupanti le predazioni dei cani alla porta di casa o
quelle di vacche e cavalli a cento metri? Forse le seconde (nella foto
sotto un torello predato nell'abitato in Lessinia).
Torniamo però ancora
un po' sul caso di Giaveno. Nella foto sotto si vede
il padrone della cagnetta ferita sul dorso (con due fori
inequivocabili). Il signore della foto è un cacciatore (era stato
quindi tacciato con ancora più veemenza di essere un millantatore), è
un esperto frequentatore della montagna ed è grande e grosso. Quando
hanno aggredito la sua bestiola è intervenuto con decisione brandendo
un bastone e non si lasciato intimorire dal lupo più coraggioso del
gruppo che lo ha attaccato. Anzi l'ha colpito con il bastone. Domanda:
se invece di una persona decisa c'era un anziano, un ragazzo come
andava a finire?
Sono stati interessanti anche i commenti del partito del lupo (Wolf
Alp) che si trova nella comoda situazione di essere una parte
interessata ma anche l'unico soggetto non solo ben finanziato ma anche
"titolato" a censire i lupi, a dare direttive. Una vera "autorità del
lupo" che si cercava di istituzionalizzare con il Piano lupo (ma
l'ostinata opposizione dello organizzazioni animal-ambientaliste alla
solo possibilità teorica di abbattimenti legali ha rimesso tutto in
discussione). Ultima osservazione: se il partito del lupo non ha potuto
barare è perché è intervenuta la Federcaccia che ha fatto in modo che i
materiali biologici e i campionamenti fossero adeguatamente trattati e
conservati (e quindi sapendo che c'era una parte diligente a
controllare era impossibile barare sulle analisi del dna).
Numeri "creativi"
L'episodio di Giaveno, che era seguito ad altri liquidati come
"fantasie", ha costretto Wolf Alp ad ammettere che anche in quella zona
così contigua all'area urbana torinese vi sono dei branchi che prima
non erano censiti. Con la grande serietà scientifica che distingue il
partito del lupo (che essendo autoreferenziale può raccontare qualolo
che vuole) gli "esperti" hanno rettificato i dati sulla presenza di
lupi nel torinese portandola a 50 esemplari. Un dato che mette in luce
la cattiva fede di Wolf Alp che cntinua a parlare di "massimo 80 lupi
in tutto il Piemonte". Siccome a Cuneo ve ne sono più che a Torino i
conti non tornano. La Federcaccia di Torino stima in 100 esemplari
quelli presenti sul territorio della provincia e va detto che qualche
anno fa la stessa Marucco, leader di Wolf Alp e vertice della lupologia
on Piemonte, prevedeva sulla base delle caratteristiche ambientali un
rapido aumento sino a 300 esemplari della popolazione lupina
piemontese. Purtroppo la politica delega alla lobby del lupo la
politica del lupo e la lobby continuerà a "dare i numeri" che le fanno
comodo: minimizzare, minimizzare, minimizzare. Basti pensare che prima
che la stima ufficiale della popolazione lupina italiana fosse portata
a 2000 capi per vent'anni la stima si è assestata su 600-800-1000. Un
dato "politico" che era smentito dal fatto che nelle poche regioni per
le quali erano disponibili delle stime, la somma delle popolazioni di
3-4 regioni superava quella nazionale. Miracoli della lupologia che è
sempre riccamente fnanziata per ... dare i numeri, ovverpo per
mantenere la più totale opacità sul fenomeno lupo.
Il lupo adesso è "poco
pericoloso"
A seguito dell'episodio la dottrina di Wolf Alp non è più "il lupo non
attacca l'uomo" ma è stata corretta in: "il lupo attacca l'uomo in
circostanze anomale e in ogni caso senza serie conseguenze".
La strategia di disinformazione sistematica alla KGB praticata dal
partito del lupo (illustrata anche nei loro manuali e la si coglie nei
loro forum) è semplice: quando arrivano i lupi va negato che ci siano,
così quando si sono ormai installati il gioco è fatto e i villici se li
devono tenere.
E
poi: "Negare sempre che il lupo rappresenti un pericolo per l'uomo e
dare del cretino a chi lo sostiene facendo leva sull'autorità
scientifica (tanto gli sprovveduti non sanno che ci sono veri esperti
che dicono che il lupo è, a volte, pericoloso per l'uomo). Quando
succede qualcosa e non si può far finta di nulla o insabbiare la cosa
dite che sono cani o ibridi o che c'è qualcosa di strano". Ora siano
arrivati ad ammettere che il lupo non attacca l'uomo in quanto
"focalizzato" sulla nostra specie ma lo fa quando l'uomo si frappone
tra il lupo e le vittime designate. Vero, sino ad oggi i lupi non
attaccano l'uomo per predarlo.
Però qualcuno potrebbe rmetterci la pelle per difendere il suo cane.
Però, di questo passo, una morsicatina oggi, una domani,
impareranno a farlo. Se continuano a farla franca, se possono
avvicinarsi alle case, ammazzare i cani e non subire danni. Se la gente
è anestetizzata e resa impotente dalla dottrina politicamente corretta
del "dogma del lupo innocuo".
Un pericolo grave,
incombente e reale
Ci sono ormai tutti i segnali che i lupi si stiano predisponendo,
aggiando opportunamente le reazioni e le difese umane, a una presa
graduale di possesso del territorio. Quando essa si realizzerà l'uomo
non sarà più in sicuro in quanto animale-preda appartenete al lupo,
dentro il territorio del lupo. I lupi si "allargano" sino a che l'uomo
li lascia fare. Il giorno che si allargheranno ancora entreranno nelle
case (come succedeva in passato).
prof.
Valerius Geist
Su sette stadi attraverso
i quali si perviene agli attacchi agli umani da parte dei lupi ne
abbiamo percorsi già 5-6
Vediamo cosa dicono i veri esperti. Gente come i
canadesi dell'Università di Calgary (Alberta) la più "immersa" in una
realtà di regioni con importanti presenze di orsi e di lupi. Valerius
Geis. Professore emerito di detta università, nel 2007 ha scritto un
saggio del titolo: "When
do wolves become dangerous to humans" un testo molto istruttivo che, tra
l'altro consente di prevedere attraverso il monitoraggio di diversi
segnali quando ci si sta avvicinando alla situazione di pericolo. La progressione è la seguente:
Stadio
| Descrizione
| in
Italia
| 1
| Le
prede all'interno del territorio occupato dai branchi diventano scarse,
sia per l'intensa predazione da parte dei lupi che dell'abbandono in
massa dell'area da parte delle prede stesse. Alternativamente i lupi
frequentano sempre di più le discariche, durante la notte. | Superato
| 2
| I
lupi in cerca di cibo si avvicinano alle case ma solo di notte. I cani
abbaiano. Quelli da difesa delle greggi ingaggiano con i lupi abbaiando
continuamente. I lupi ululano anche di giorno. | Superato
| 3
| I
lupi si fanno vedere anche di giorno e osservano a una certa distanza
le persone che sono impegnate nelle loro attività. Si avvicinano alle
case anche di giorno. | Superato | 4
| Piccoli
animali domestici e d'affezione sono predati vicino alle abitazioni
anche durante il giorno. I cani sono vittime preferite e vengono
inseguiti sino alle verande delle case. Le persone devono difendere i
cani da uno o più lupi ma questi ultimi non si focalizzano sull'uomo ma
attaccano gli animali con determinazione anche se cercano di spaventare
mostrando i denti e ringhiando l'uomo che difende i cani o si avvicina
a una carcassa di un animale ucciso dai lupi. Gli attacchi non sono
ancora decisi e spesso le persone riescono a salvare i cani. In questa
fase i lupi stanno cercando di stabilire il loro territorio. | Superato
| 5
| I
lupi iniziano a "saggiare" gli animali di grossa taglia (afferrandoli
per la coda, tentando di prenderli ai garretti). Si verificano i primi
gravi ferimenti di bovini che devono essere soppressi. Quindi si
verificano le prime uccisioni di bovini e cavalli nei pressi delle case
e dei ricoveri dove cercavano di rifugiarsi. I lupi inseguono gli
animali e li circondano, sin dentro le verande e iniziano a guardare
dalle finestre sin dentro le case. | Arrivati
(in gran parte)
| 6
| Il
lupo dirige la sua attenzione all'uomo inizialmente osservandolo da
vicino per diversi minuti. Da questo punto in poi il lupo ha stabilito
il suo territorio e l'uomo è diventato una preda. Inizialmente i lupi
sono incerti e gli attacchi sono condotti quasi per gioco mordendo e
strattonando gli abiti e mordicchiando gli arti e il torso. Si
allontanano quando affontati. Difendono con
decisione le prede dall'uomo andandogli incontro ringhiando
a distanza di 10 m. | Arrivati
(in parte)
| 7
| I
lupi attaccano l'uomo. Inizialmente l'attacco è maldestro perché il
lupo non sa ancora come attaccare la nuova preda. Così spesso le
vittime riescono a sfuggire. Quindi gli attacchi vanno a segno e le
persone possono essere uccise.
|
|
Se questa è la progressione, nella quale in Italia siamo
pericolosamente avanzati, essa va compresa e interpretata alla luce
delle condizioni che la determinano.
Le probabilità di attacchi all'uomo da parte del lupo sono praticamente
nulle quando si verificano le seguenti circostanze:
Circostanza
| in
Italia
| la
popolazione lupina è assente o estremamente ridotta | NO
| il
lupo è oggetto di forte azione venatoria e il suo comportamento diventa
estremamente schivo mentre i lupi che si avvicinano ai siti abitati
vengono prontamente rimossi | NO
| vi
è abbondanza di prede selvatiche e il lupo non ha possibilità di
utilizzare comode fonti di cibo quali discariche, avanzi di cucina,
siti di campeggio | SI/NO
| il
lupo ha ampia possibilità di predare animali domestici | SI
| vi
sono scarsi rischi di contrazione della rabbia e di ibridazione con il
cane | NO
| viene
perseguita una politica di gestione tale da ridurre i rischi di attacco
e si mettono in condizione le persone di riconoscere i segnali di una
situazione pericolosa | NO
| le
persone che incontrano il lupo evitano comportamenti che denuncino
paura e debolezza ma si mostrano calme e pronte ad affrontare il lupo
affrontandolo e non scappando | SI/NO
|
Anche in questo caso c'è da preoccuparsi. Su una scala di potenziale
pericolo da 0 a 7 lo score della realtà italiana (nelle zone "calde") è
pari a 5.
Vediamo ora, sempre sulla scorta del prof. Geist come siamo messi in
Italia dal punto di vista delle condizioni che predispongono al
verificarsi di attacchi da parte dei lupi:
la
popolazione lupina è numerosa | SI
| Il
lupo è protetto de iure e de facto | SI/NO
| vi
è una diminuzione dell'abbondanza e della varietà di prede selvatiche* | NO
| i
lupi hanno la possibilità di nutrirsi comodamente di avanzi di cucina,
rifiuti di discarica o possono disporre con facilità di prede
domestiche (animali di allevamento e da affezione) | SI
| la
popolazione di animali domestici è poco abbondante e poco densa** | SI/NO
| gli
"esperti" sostengono che il lupo è innocuo e illudono la popolazione
sull'innocuità del lupo | SI
| i
lupi si avvicinano senza conseguenze alle abitazioni, si avvicinano
agli esseri umani che praticano attività ricreative e possono ferire ed
uccidere gli animali domestici facendola franca;
| SI
| i
lupi non vengono dissuasi dall'attaccare le persone ma vengono
solo temporaneamente allontanati e le vittime vengono criticate,
accusate di comportamento scorretto mentre il comportamento "anomalo"
del lupo viene spiegato con qualche pretesto "scientifico" | SI
| le
persone attaccate dal lupo scappano, guardano altrove, girano la
schiena al lupo, mostrano paura, insicurezza, malessere*** | NO
|
* in generale, ma localmente i banchi hanno ridotto le popolazioni di
ungulati selvatici
** anche in questo caso vi sono forti diversità
locali
*** sinora sono state attaccate persone "selezionate",
(cacciatori, pastori) che operano nel contesto montano e
sostanzialmente ben attrezzate a reagire
Nella scala di 9 punti in questo caso il livello di pericolosità è di 6
ma con maggiore disparità di condizioni locali. Per esempio localmente
si registra una rarefazione di ungulati (caprioli in particolare) che
porterebbe lo score a 7. Variazioni si hanno anche nell'abbondanza e
accessibilità di prede domestiche.
Conclusione
Valutati gli episodi dove è certa la responsabilità di lupi puri della
popolazione italica nell'aggressione a persone che difendevano i loro
animali e la verifica delle condizioni di potenziale pericolosità del
lupo per l'uomo, sulla base degli schemi del prof. Geist, obbligano a
concludere circa la sussistenza di un imminente rischio (nei prossimi
anni) di attacchi all'uomo da parte dei lupi.
Il rischio si concretizzerà se non verrà corretta la politica di
protezione de iure e di anaestetizzazione disinformativa del pubblico
praticata in perfetta cattiva fede dal partito del lupo. Si raggiungerà
infatti presto il passaggio dagli stadi attuali 5-6 nella scala del
rischio allo stadio 7 che prevede gli attacchi mirati all'uomo.
Le attuali politiche del lupo evidenziano un comportamento non solo
irresponsabile ma palesemente doloso, tale da determinare le condizioni
per la messa a repentaglio di vite umane. Le associazioni e le
amministrazioni locali che rappresentano gli interessi di chi opera e
risiede nelle aree a rischio dovrebbero prevedere sin d'ora azioni
politico-legali tali da inchiodare alle responsabilità gravissime, non
solo morali ma anche legali, il partito del lupo e quella parte ignava
e opportunista della politica e delle istituzioni che continua a
sostenerlo.
|