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Orso e lupo

Il dna inchioda il partito del lupo. Aveva ragione l'uomo aggredito nel torinese


di Michele Corti


(03.03.17) Grazie alla prontezza del proprietario del cane ferito
e all'intervento della Federcaccia di Torino, dopo una serie di episodi che avevano visto gli aggrediti (pastori, allevatori, frequantatori della montagna) trattati da millantatori questa volta il partito del lupo non ha potuto smentire il verdetto delle analisi del dna. Ad aggredire un cane e il suo proprietario alla borgata Tora di Giaveno (To) il 10 gennaio sono stati purissimi e "italianissimi" lupi. Non solo non si è potuto quindi addossare la responsabilità dell'attacco ai "cani vaganti" ma nemmeno agli ibridi  (e neppure a lupi "esotici").  Il fatto è importante perché il partito del lupo che - grazie ai progetti UE - gestisce de facto la politica del lupo, sostituendosi agli organi pubblici territoriali.

Negli ultimi anni si sono verificati non pochi episodi di attacchi a pastori o semplici cittadini da parte dei lupi. Ma mancava sempre la prova e la conclusione era sempre la stessa: "la vittima spaventata ha scambiato cani per lupi" o "saranno stati ibridi". Così il partito del lupo è riuscito a non far riconoscere nessun episodio quale "documentato e accertato". Vediamo un caso interessante verificatosi nell' appennino parmigiano, agosto 2016. Di seguito la cronaca del l'Eco di Parma (vai all'articolo originale).

Momenti di terrore per un allevatore di Solignano, attaccato dal lupo che cercava di cacciare via. L’animale, invece di scappare all’arrivo dell’uomo, come accade di solito ai lupi, gli si è avventato contro, facendolo prima cadere e addentandogli poi uno scarpone. Protagonista della storia raccontata oggi da Gazzetta di Parma, Michele Pierati, 38 anni, che vive a Case Molinari, sulle colline di Solignano.
Tutto è accaduto lunedì mattina verso le 7, quando l’uomo è uscito di casa perché non riusciva a far smettere di abbaiare furiosamente i suoi pastori maremmani. Pierati ha quindi visto uno dei suoi cani saltare lo steccato e due lupi che lo hanno subito inseguito. Poi uno dei lupi ha ingaggiato una zuffa con il grosso cane, mentre l’altro è fuggito via. L’allevatore a quel punto sarebbe intervenuto temendo conseguenze per il suo pastore, ma il lupo, invece di scappare, gli si è rivoltato contro e lo ha aggredito, strappandogli persino i pantaloni fino al ginocchio. Nonostante l’uomo da terra cercasse di difendersi scalciando. Attimi di terrore ai quali hanno messo fine gli altri pastori maremmani dell’uomo, intervenuti tutti insieme per difendere il loro padrone. Hanno prima costretto il lupo a mollare la presa e poi lo hanno aggredito, facendolo fuggire. Se non ci fossero stati i cani, insomma, non si sa come sarebbe andata a finire questa storia. Secondo molti, alcuni lupi si avvicinerebbero all’uomo perché non puri, ma frutto di incroci con cani, animali abituati alla presenza umana.

In omaggio al politically correct l'articolista inserisce due elementi tali da tranquillizzare (o, meglio, anestetizzare) il lettore: 1) il comportamento del lupo è strano perché "di solito" non attacca; 2) i lupi si avvicinano agli abitati perché non sono puri.
Sono assunti del tutto arbitrari. La storia e l'etologia del lupo dicono che in teterminati contesti il lupo attacca l'uomo (poi qualche volta consuma la vittima, altre no).
Sia nel caso di Parma che in quello di Torino (Giaveno) un lupo, quello più audace del branco, attacca l'uomo. Si tratta di una chiara escalation di pericolosità del predatore. Essa è preceduta da una serie di episodi (ormai innumerevoli) in cui i lupi prima si limitano a non fuggire in presenza dell'uomo, poi non solo restano fermi ad osservare ma iniziano ad avvicinarsi ulteriormente e a ringhiare e mostrare i denti se l'uomo accenna a una reazione. Questi episodi preludono alle prime aggressioni a vuoto (i pantaloni e le scarpe bucate sono espressione non della non pericolosità intrinseca ma della necessità del lupo di "fare esperienza" sulla preda umana). Dopo ci sono le aggressioni che conducono a ferite leggere, in ultimo le aggressioni con uccisione della vittima umana.

Il lupo deve stabilire il territorio


Quando il lupo diventa davvero pericoloso' Quando gli ambiti antropizzati vengono percepiti dal lupo non più come pericolosi e da evitare ma come il proprio territorio. A questo punto l'uomo, se non si fa rispettare, è un animale come gli altri e quindi una possibile preda. Gli attacchi ai cani a ridosso delle abitazioni sono ormai usuali. L'odore dell'uomo non è più un deterrente. Sempre nel Torinese (ma i casi si sono registrati anche nel cuneese, in Lessinia, sull'Appennino) il 28 febbraio i lupi hanno sbranato un cane nella cuccia davanti a casa. L'episodio è avvenuto in val di Lanzo.



Il proprietario (nella foto mentre mostra le macchie di sangue) riferisce che del suo volpino "scuoiato  a morsi" sono rimaste un po' di ossa e dei ciuffi di pelo rossiccio. La cuccia è stata spostata di tre metri. Sotto un labrador (Tommy) predato nei pressi dell'abitazione a Bosco Chiesanuova (Verona) nel dicembre 2014. La foto è stata censurata da facebook perché "cruenta".



Ma sono più preoccupanti le predazioni dei cani alla porta di casa o quelle di vacche e cavalli a cento metri? Forse le seconde (nella foto sotto un torello predato nell'abitato in Lessinia).



Torniamo però ancora un po' sul caso di Giaveno. Nella foto sotto si vede il padrone della cagnetta  ferita sul dorso (con due fori  inequivocabili). Il signore della foto è un cacciatore (era stato quindi tacciato con ancora più veemenza di essere un millantatore), è un esperto frequentatore della montagna ed è grande e grosso. Quando hanno aggredito la sua bestiola è intervenuto con decisione brandendo un bastone e non si lasciato intimorire dal lupo più coraggioso del gruppo che lo ha attaccato. Anzi l'ha colpito con il bastone. Domanda: se invece di una persona decisa c'era un anziano, un ragazzo come andava a finire?
 
Sono stati interessanti anche i commenti del partito del lupo (Wolf Alp) che si trova nella comoda situazione di essere una parte interessata ma anche l'unico soggetto non solo ben finanziato ma anche "titolato" a censire i lupi, a dare direttive. Una vera "autorità del lupo" che si cercava di istituzionalizzare con il Piano lupo (ma l'ostinata opposizione dello organizzazioni animal-ambientaliste alla solo possibilità teorica di abbattimenti legali ha rimesso tutto in discussione). Ultima osservazione: se il partito del lupo non ha potuto barare è perché è intervenuta la Federcaccia che ha fatto in modo che i materiali biologici e i campionamenti fossero adeguatamente trattati e conservati (e quindi sapendo che c'era una parte diligente a controllare era impossibile barare sulle analisi del dna).

Numeri "creativi"

L'episodio di Giaveno, che era seguito ad altri liquidati come "fantasie", ha costretto Wolf Alp ad ammettere che anche in quella zona così contigua all'area urbana torinese vi sono dei branchi che prima non erano censiti. Con la grande serietà scientifica che distingue il partito del lupo (che essendo autoreferenziale può raccontare qualolo che vuole) gli "esperti" hanno rettificato i dati sulla presenza di lupi nel torinese portandola a 50 esemplari. Un dato che mette in luce la cattiva fede di Wolf Alp che cntinua a parlare di "massimo 80 lupi in tutto il Piemonte". Siccome a Cuneo ve ne sono più che a Torino i conti non tornano. La Federcaccia di Torino stima in 100 esemplari quelli presenti sul territorio della provincia e va detto che qualche anno fa la stessa Marucco, leader di Wolf Alp e vertice della lupologia on Piemonte, prevedeva sulla base delle caratteristiche ambientali un rapido aumento sino a 300 esemplari della popolazione lupina piemontese. Purtroppo la politica delega alla lobby del lupo la politica del lupo e la lobby continuerà a "dare i numeri" che le fanno comodo: minimizzare, minimizzare, minimizzare. Basti pensare che prima che la stima ufficiale della popolazione lupina italiana fosse portata a 2000 capi per vent'anni la stima si è assestata su 600-800-1000. Un dato "politico" che era smentito dal fatto che nelle poche regioni per le quali erano disponibili delle stime, la somma delle popolazioni di 3-4 regioni superava quella nazionale. Miracoli della lupologia che è sempre riccamente fnanziata per ... dare i numeri, ovverpo per mantenere la più totale opacità sul fenomeno lupo.

Il lupo adesso è "poco pericoloso"

A seguito dell'episodio la dottrina di Wolf Alp non è più "il lupo non attacca l'uomo" ma è stata corretta in: "il lupo attacca l'uomo in circostanze anomale e in ogni caso senza serie conseguenze".
La strategia di disinformazione sistematica alla KGB praticata dal partito del lupo (illustrata anche nei loro manuali e la si coglie nei loro forum) è semplice: quando arrivano i lupi va negato che ci siano, così quando si sono ormai installati il gioco è fatto e i villici se li devono tenere.
E poi: "Negare sempre che il lupo rappresenti un pericolo per l'uomo e dare del cretino a chi lo sostiene facendo leva sull'autorità scientifica (tanto gli sprovveduti non sanno che ci sono veri esperti che dicono che il lupo è, a volte, pericoloso per l'uomo). Quando succede qualcosa e non si può far finta di nulla o insabbiare la cosa dite che sono cani o ibridi o che c'è qualcosa di strano". Ora siano arrivati ad ammettere che il lupo non attacca l'uomo in quanto "focalizzato" sulla nostra specie ma lo fa quando l'uomo si frappone tra il lupo e le vittime designate. Vero,  sino ad oggi i lupi non attaccano l'uomo per predarlo.
Però qualcuno potrebbe rmetterci la pelle per difendere il suo cane. Però, di questo passo, una morsicatina oggi, una domani,  impareranno a farlo.  Se continuano a farla franca, se possono avvicinarsi alle case, ammazzare i cani e non subire danni. Se la gente è anestetizzata e resa impotente dalla dottrina politicamente corretta del "dogma del lupo innocuo".

Un pericolo grave, incombente e reale


Ci sono ormai tutti i segnali che i lupi si stiano predisponendo, aggiando opportunamente le reazioni e le difese umane, a una presa graduale di possesso del territorio. Quando essa si realizzerà l'uomo non sarà più in sicuro in quanto animale-preda appartenete al lupo, dentro il territorio del lupo. I lupi si "allargano" sino a che l'uomo li lascia fare. Il giorno che si allargheranno ancora entreranno nelle case (come succedeva in passato). 


prof. Valerius Geist

Su sette stadi attraverso i quali si perviene agli attacchi agli umani da parte dei lupi ne abbiamo percorsi già 5-6

Vediamo cosa dicono i veri esperti. Gente come i canadesi dell'Università di Calgary (Alberta) la più "immersa" in una realtà di regioni con importanti presenze di orsi e di lupi. Valerius Geis. Professore emerito di detta università, nel 2007 ha scritto un saggio del titolo: "When do wolves become dangerous to humans"
un testo molto istruttivo che, tra l'altro consente di prevedere attraverso il monitoraggio di diversi segnali quando ci si sta avvicinando alla situazione di pericolo. La progressione è la seguente:

Stadio
Descrizione
 in Italia
1
Le prede all'interno del territorio occupato dai branchi diventano scarse, sia per l'intensa predazione da parte dei lupi che dell'abbandono in massa dell'area da parte delle prede stesse. Alternativamente i lupi frequentano sempre di più le discariche, durante la notte.Superato
2
I lupi in cerca di cibo si avvicinano alle case ma solo di notte. I cani abbaiano. Quelli da difesa delle greggi ingaggiano con i lupi abbaiando continuamente. I lupi ululano anche di giorno.Superato
3
I lupi si fanno vedere anche di giorno e osservano a una certa distanza le persone che sono impegnate nelle loro attività. Si avvicinano alle case anche di giorno.Superato
4
Piccoli animali domestici e d'affezione sono predati vicino alle abitazioni anche durante il giorno. I cani sono vittime preferite e vengono inseguiti sino alle verande delle case. Le persone devono difendere i cani da uno o più lupi ma questi ultimi non si focalizzano sull'uomo ma attaccano gli animali con determinazione anche se cercano di spaventare mostrando i denti e ringhiando l'uomo che difende i cani o si avvicina a una carcassa di un animale ucciso dai lupi. Gli attacchi non sono ancora decisi e spesso le persone riescono a salvare i cani. In questa fase i lupi stanno cercando di stabilire il loro territorio.Superato
5
I lupi iniziano a "saggiare" gli animali di grossa taglia (afferrandoli per la coda, tentando di prenderli ai garretti). Si verificano i primi gravi ferimenti di bovini che devono essere soppressi. Quindi si verificano le prime uccisioni di bovini e cavalli nei pressi delle case e dei ricoveri dove cercavano di rifugiarsi.  I lupi inseguono gli animali e li circondano, sin dentro le verande e iniziano a guardare dalle finestre sin dentro le case.Arrivati (in gran parte)
6
Il lupo dirige la sua attenzione all'uomo inizialmente osservandolo da vicino per diversi minuti. Da questo punto in poi il lupo ha stabilito il suo territorio e l'uomo è diventato una preda. Inizialmente i lupi sono incerti e gli attacchi sono condotti quasi per gioco mordendo e strattonando gli abiti e mordicchiando gli arti e il torso. Si allontanano quando affontati. Difendono con decisione le prede dall'uomo andandogli incontro ringhiando a distanza di 10 m.Arrivati (in parte)
7
I lupi attaccano l'uomo. Inizialmente l'attacco è maldestro perché il lupo non sa ancora come attaccare la nuova preda. Così spesso le vittime riescono a sfuggire. Quindi gli attacchi vanno a segno e le persone possono essere uccise.




Se questa è la progressione, nella quale in Italia siamo pericolosamente avanzati, essa va compresa e interpretata alla luce delle condizioni che la determinano.

Le probabilità di attacchi all'uomo da parte del lupo sono praticamente nulle quando si verificano le seguenti circostanze:
Circostanza
 in Italia
la popolazione lupina è assente o estremamente ridottaNO
il  lupo è oggetto di forte azione venatoria e il suo comportamento diventa estremamente schivo mentre i lupi che si avvicinano ai siti abitati vengono prontamente rimossiNO
vi è abbondanza di prede selvatiche e il lupo non ha possibilità di utilizzare comode fonti di cibo quali discariche, avanzi di cucina, siti di campeggioSI/NO
il lupo ha ampia possibilità di predare animali domesticiSI
vi sono scarsi rischi di contrazione della rabbia e di ibridazione con il caneNO
viene perseguita una politica di gestione tale da ridurre i rischi di attacco e si mettono in condizione le persone di riconoscere i segnali di una situazione pericolosaNO
le persone che incontrano il lupo evitano comportamenti che denuncino paura e debolezza ma si mostrano calme e pronte ad affrontare il lupo affrontandolo e non scappandoSI/NO

Anche in questo caso c'è da preoccuparsi. Su una scala di potenziale pericolo da 0 a 7 lo score della realtà italiana (nelle zone "calde") è pari a 5.
Vediamo ora, sempre sulla scorta del prof. Geist come siamo messi in Italia dal punto di vista delle condizioni che predispongono al verificarsi di attacchi da parte dei lupi:

la popolazione lupina è numerosaSI
Il lupo è protetto de iure e de factoSI/NO
vi è una diminuzione dell'abbondanza e della varietà di prede selvatiche*NO
i lupi hanno la possibilità di nutrirsi comodamente di avanzi di cucina, rifiuti di discarica o possono disporre con facilità di prede domestiche (animali di allevamento e da affezione)SI
la popolazione di animali domestici è poco abbondante e poco densa**SI/NO
gli "esperti" sostengono che il lupo è innocuo e illudono la popolazione sull'innocuità del lupoSI
i lupi si avvicinano senza conseguenze alle abitazioni, si avvicinano agli esseri umani che praticano attività ricreative e possono ferire ed uccidere gli animali domestici facendola franca;
SI
i lupi non vengono dissuasi dall'attaccare le persone ma vengono solo temporaneamente allontanati e le vittime vengono criticate, accusate di comportamento scorretto mentre il comportamento "anomalo" del lupo viene spiegato con qualche pretesto "scientifico"SI
le persone attaccate dal lupo scappano, guardano altrove, girano la schiena al lupo, mostrano paura, insicurezza, malessere***NO

* in generale, ma localmente i banchi hanno ridotto le popolazioni di ungulati selvatici

** anche in questo caso vi sono forti diversità locali
*** sinora sono state attaccate persone "selezionate", (cacciatori, pastori) che operano nel contesto montano e sostanzialmente ben attrezzate a reagire



Nella scala di 9 punti in questo caso il livello di pericolosità è di 6 ma con maggiore disparità di condizioni locali. Per esempio localmente si registra una rarefazione di ungulati (caprioli in particolare) che porterebbe lo score a 7. Variazioni si hanno anche nell'abbondanza e accessibilità di prede domestiche.

Conclusione

Valutati gli episodi dove è certa la responsabilità di lupi puri della popolazione italica nell'aggressione a persone che difendevano i loro animali e la verifica delle condizioni di potenziale pericolosità del lupo per l'uomo, sulla base degli schemi del prof. Geist, obbligano a concludere circa la sussistenza di un imminente rischio (nei prossimi anni) di attacchi all'uomo da parte dei lupi.
Il rischio si concretizzerà  se non verrà corretta la politica di protezione de iure e di anaestetizzazione disinformativa del pubblico praticata in perfetta cattiva fede dal partito del lupo. Si raggiungerà infatti presto il passaggio dagli stadi attuali 5-6 nella scala del rischio allo stadio 7 che prevede gli attacchi mirati all'uomo.
Le attuali politiche del lupo evidenziano un comportamento non solo irresponsabile ma palesemente doloso, tale da determinare le condizioni per la messa a repentaglio di vite umane. Le associazioni e le amministrazioni locali che rappresentano gli interessi di chi opera e risiede nelle aree a rischio dovrebbero prevedere sin d'ora azioni politico-legali tali da inchiodare alle responsabilità gravissime, non solo morali ma anche legali, il partito del lupo e quella parte ignava e opportunista della politica  e delle istituzioni che continua a sostenerlo.














 

 

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