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Articoli correlati
Gran
formaggio d'alpe orobico (per
una storia)
(21.02.17) Il valore di una grande tradizione casearia
Il
Dizionario del bitto ribelle (01.01.17) Un 'regalo' di
inizio anno agli amici dello 'storico ribelle' (il bitto della
tradizione).
Lo
storico ribelle che porta benefit alla società e all'ambiente
(23.12.16)
Dal 29 novembre la Società Valli del Bitto (meglio nota come
"ribelli del bitto") è bcorp. Una formula che impegna le società a
promuovere vantaggi (in inglese "benefit") per la società, la comunità
locale, l'ambiente. Riducendo, attraverso le sue attività (e nonla
beneficienza) gli impatti negativi per le persone e l'ambiente e
determinando impatti positivi.
Valtellina
che gusto... industriale
(23.11.16) Uno
stile industriale di marketing del fasullo per promuovere un
agroalimentare industrializzato, banalizzato, omologato. Sperperando i
soldi di chi paga le tasse. Ma non basta. Dopo aver espropriato
il bitto storico del nome "bitto" la promozione "ufficiale", continua a
mimetizzare il bitto "legale" ovvero quello "Nuovo omologato" con
lo "Storico ribelle" (il vero bitto che si fa come secoli fa).
Ribellarsi
è giusto e paga (17.11.16)
Lo storico ribelle, liberatosi del nome "bitto" che ormai procurava
solo grane (ed esponeva alla minaccia permanente di denuncia per "lesa
dop") va meglio di prima. Chi ragiona restando nelle coordinate della
vecchia politica pensava che fosse un salto nel buio. Invece i
sostenitori aumentano e lo storico ribelle sbarca in nuovi prestigiosi
templi del gusto.
Varrone
e Biandino cuore di ferro e formaggi (28.08.16)
28.08.16 Nei giorni cruciali in cui l'ex bitto storico cambia nome
approfondiamo alcuni aspetti sinora poco messi a fuoco della storia e
della geografia di questo mito caseario
È ormai bittexit
e fa paura ai nemici del bitto storico (17.07.16)
I nemici del bitto storico
non potranno più utilizzarlo come "traino" di una dop
massificata . Non sarà più possibile giocare sull'equivoco di
due produzioni "simili".
E con la fuga del vero bitto dalla dopsi
profila una figuraccia di grandi proporzioni
per la Valtellina
(13.06.16)
Commercianti si spacciano per l'ex bitto storico
Se si danneggiano i ribelli del bitto si può usare del
tutto impropriamente la denominazione "Bitto storico" e
illegittimanente quella "Bitto".
La storia di una degustazione organizzata in
Umbria da un'incolpevole Ais con il "bitto storico" ...
senza che vi fosse l'ormai ex bitto storico presidio Slow food
(29.04.16)
Assemblea a difesa delbitto storico il 7 maggio a Gerola
Lo Storico formaggio prodotto sugli alpeggi delle
Orobie, da secolo noto come formaggio del Bitto non può essere più
chiamato con il proprio nome. Dopo vent'anni le lobby
politico-burocratico-industriali sono riuscite ad espropriare i
produttori storici. Ma la società civile sta preparando la
mobilitazione
(14.04.16) Il
formaggio Storico dei ribelli del bitto da Peck
Lo Storico formaggio prodotto sugli alpeggi delle
Orobie è in vendita da Peck . Quello dell' estate
2015) a 92€ al kg, quello del 2009 a 26€ all'etto. Il bitto dop
dei mangimi e dei fermenti , prodotto senza latte di capra, a
volte in condizioni semi-industriali, continua a calare di prezzo
Bitto storico:
rivoluzione permanente (2.10.15)
A Cheese ques'anno il tema era il formaggio dei pascoli e, complice
anche l'indignzione per il tentativo di imporre il formaggio senza
latte, il bitto storico non poteva che essere al centro dell'attenzione
in quanto "campione" della resistenza casearia. Ma l'attenzione è stata
anche per la sua "rivoluzione dei prezzi"
(08.09.15) Nuovi
documenti storici incoronano il formaggio Vallis Biti (bitto
storico)
Cirillo Ruffoni ci ha segnalato nuovi documenti storici che consacrano
già nel Cinquecento il formaggio delle Valli del Bitto. Già
allora riconoscibile rispetto ai formaggi prodotti in altre
zone, tanto da costituire per loro anche un termine di paragone.
Scusate se è poco
(02.09.15) Bitto
storico: un autunno di decisioni e novità
La stagione d'alpeggio 2015 si sta chiudendo con un bilancio molto
negativo in termini di quantità prodotta, causa della
siccità di luglio. Sul fronte dei rapporti con le istituzioni
l'accordo siglatonel novembre 2014 si sta rivelando un bluff.
Stimoli per i "ribelli del bitto" per rilanciare con forza
l'originalità delle loro esperienza facendo leva
sui suoi punti di forza
(23.08.15)
Siccità sugli alpeggi. Colpiti i pascoli più sostenibili
La grave siccità che ha colpito gli alpeggi a luglio non è
rimasta senza conseguenze. Ma chi soffre di più per il calo di
produzione di latte è chi non usa i mangimi, ovvero chi rispetta il
pascolo e l'ambiente. Così solo i "puristi" si sono fatti sentire
(22.08.15) Bitto
storico rivoluzionario
Attraverso la creatività commerciale contadina i ribelli del bitto sono
riusciti a imporre per il proprio prodotto un prezzo etico. Esso
consente un equilibrio economico compensando gli elevatissimi
costi di una produzione che va contro gli schemi della società
industriale e consumistica (che si sono imposti anche
nella produzione agroalimentare)
Articoli per argomenti
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Forme ribelli
Un fatto di costume
(14.05.17) Tra
creatività commerciale e nuova modalità comunicativa ed espressiva. Un
fenomeno nuovo e interessante in cui il cibo si conferma uno strumento
per comunicare, per costruire simboli. Ma restando cibo, creando valore
aggiunto, anche economico.
Le
forme di storico ribelle, ormai sono raccolte a centinaia nel "caveau"
del Centro del bitto (il riferimento è al torrente, ) di Gerola alta.
Comunicano la sensibilità sociale di un'epoca di rapida trasformazione
in cui il cibo è al centro di conflitti e opposte visioni della società
e del suo futuro. La forma personalizzata che fa da supporto alla
veicolazione di un contenuto comunicativo è di per sé l'antitesi della
serializzazione, una rivolta dell'artista-artigiano-maestro contro il
cibo industriale, il formaggio di plastica "vestito" da Mulino bianco,
la semantica della menzogna industriale. Una rivolta che stringe in una
complicità 'buona' chi produce e chi co-produce.
La
'galleria' delle forme in dedica è un libro aperto, un flusso narrativo
collettivo, come gli ex voto dei santuari. Con la differenza che qui
c'è un turn-over naturale perché la forma in dedica in esposizione dopo
qualche anno è destinata a tornare ad essere cibo. E qui è la sua forza
e la sua efficacia. Non puro simbolo ma cibo simbolico, cibo che
racconta.
Dopo
una onorata
carriera
di simbolo, di icona, di supporto di messaggi che - a loro volta -
esprimono valori, idee, speranze, gioie, ironia una forma di storico
ribelle in dedica viene ritualmente aperta e consumarta. In occasione
di un anniversario, di un matrimonio, di una riunione importante di
un'associazione, di un gruppo di amici.
Questa
collezione di forme in dedica, questa raccolta, esprime qualcosa si
personale, sentito, partecipato dalle tante persone che sono passate di
qua. E che qui hanno lasciato qualcosa di sé. Proprio come gli
ex-voto.
Quando
questo santuario a suo modo veramente sacro viene chiamata "casera", o
anche "museo", viene un po' da ridere. Qui la gente arriva perché
spinta da convinzioni abbastanza precise, che qui, trovano conferme,
chiarimenti, espressioni. Qui si lascia qualcosa. Ma si incontrano
anche spunti di riflessione.
Il
prezzo della forma di formaggio è anche un'offerta al santuario, ai
valori che simboleggia, alla sua perpetuazione, ma molto concretamente
a quel sistema di economia morale che si è costruito intorno allo
"storico ribelle" e che qui trova il suo centro simbolico e concreto.
Nel
linguaggio delle forme in dedica si osservano i più svariati registri:
da quello goliardico a quello lieve ed ironico a quello militante. Sì
perché oggi la 'politica' è depoliticizzata (è il regno delle lobby),
mentre il cibo ed altre sfere della vita sociale si caricano di
politicità (in senso buono: di discorso sui valori comuni, sulle scelte
della comunità, sulla polis).
La
forma in dedica qui accanto grida di una rivolta. Che subisce anche
sconfitte. The last Trona soliva. L'ultima forma di storico ribelle dal
mitico alpeggio dove solo pochi anni fa era al lavoro, instancabile
alla soglia degli ottanta Mosè, il patriarca del bitto storico (che si
poteva chiamare ancora così). L'uomo anteponeva il benessere dei suoi
animali e la cura del pascolo al suo e a quello dei suoi. E operava
ancora come i 'vecchi', in modo naturale, perché ancora immerso in un
mondo di riferimenti 'organici'. Erano semplicemente criteri diversi da
quelli 'moderni' (senza con questo poter dare giudizi di valore).
Trona
era l'alpeggio dei calecc' e
delle capre orobiche, un altro 'libro' che raccontava di un passato
lontano tanto da essere divenuto oggetto di studio di archeologia (tesi
dell'Università di Zurigo). La famiglia Manni, per problemi famigliari,
ha ceduto. Il comune di Gerola, proprietario dell'alpe, impegnato
insieme alle lobby e alle istituzioni provinciali a combattere i
ribelli del bitto e lo 'storico ribelle', farà ovviamente in modo che
la produzione dell'alpeggio rientri nella DOP, nell'alveo del bitto
'istituzionale'.
Come
tutti gli alpeggi che sono stati costretti ad abbandonare la ribellione
(attraverso lo strumento della concessione in affitto da parte dei
comuni o quello dello spauracchio del mancato ritiro della produzione
invernale da parte della latteria di Delebio) anche Trona, per un po',
fingerà di produrre un bitto 'storico'. Poi la sirena dei carri
mungitura, dei mangimi, dei fermenti finirà - come si è puntualmente
verificato per gli altri alpeggi che hanno "disertato" dal campo
ribelle - per prevalere.
Ma
ci saranno nuovi ribelli a prendere in mano la bandiera. Fuori dalle
valli del Bitto dove i comuni, la comunità montana, il Parco, la camera
di commercio, ecc. agiscono di conserva da anni per "soffocare la
ribellione". Ovvero usando carote e bastoni per 'normalizzare' gli
alpeggi ribelli che erano usciti dalla dop e avevano aderito prima al
'bitto storico', poi allo 'storico ribelle'. Le valli del bitto e
Gerola in particolare, piegando la testa alle lobby e al bitto dop
prodotto a Madesimo e a Livigno, hanno tradito la grande tradizione dei
casari del bitto. Il bitto/branzi/formaggio grasso della Valvarrone e
Valsassina era un prodotto delle Orobie. Vuole dire che chi,
nell'ambito orobico, seguirà la filosofia dello 'storico ribelle' sarà
il benvenuto. Il blasone di nobiltà delle valli del Bitto e di Gerola
in particolare è stinto.
Messa
sotto assedio dalle lobby, camuffate da enti e istituzioni, la
ribellione del bitto ha trovato nuovi e formidabili appoggi da parte di
imprenditori illuminati fuori dai giri delle cricche e decisi a operare
a favore del territorio, impedendo che la preziosa risorsa dello
'storico ribelle' vada dispersa. Nel resoconto dell'assemblea del 14
maggio che pubblicheremo a breve renderemo conto della grande novità
consistente nell'apertura di una nuova sede a Morbegno in un palazzo
storico nel cuore antico della "città del bitto".
Intanto
vi facciamo vedere come nasce una 'forma in dedica'. Questa è 'nata'
oggi. E a vergarla una ragazza del gruppo dei 'soci' che l'hanno
acquistata.
Ogni
forma significa un acquisto anticipato e quindi un concreto sostegno ai
ribelli del bitto. Se lo vediamo dal punto di vista del co-produttore
è però anche
un buon investimento. Il costo per il mantenimento della forma nella
sua 'casa d'origine' ( il caveau con climatizzazione naturale) è
di
soli 10€ all'anno.
Considerato che una forma pesa oltre 10 kg e
che per ogni anno di invecchiamento
il prezzo sale di 5/10€, l'anticipo
consente di acquistare forme stravecchie al prezzo di quelle di meno di
un anno di vita. Certo bisogna aver pazienza. Però la soddisfazione di
venire a vedere la propria
forma di storico ribelle è un valore aggiunto che spiega perché questa
modalità di ' consumo etico' si stia consolidando.
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