Ruralpini resistenza rurale
Condividi
Lupo


Il lupo dilaga nella pianura padana
 

Segnalazioni di presenza di lupi, anche in branchi, arrivano in questo finale di inverno dal Piemonte, dalla Lombardia, dall'Emilia, dal Veneto. I lupi sono stati visti sin nei comuni capoluogo o in grossi centri. Nel lodigiano c'è voluto il solito investimento del predatore, dopo un attacco dentro un ovile, per "certificare" la presenza del lupo. Ma da anni sul basso corso dell'Adda, nel parco del Ticino, nel delta del Po vi sono dei branchi. Per la lupologia "non esistono" e le aree di pianura sono state escluse dal monitoraggio del lupo. Si ammette solo la presenza di soggetti "in dispersione". La palese, sistematica, disinformazione da parte di organi pubblici sulla presenza del lupo, la gravissima assenza di protocolli (che esistono nel caso dell'orso) per la gestione del lupo nei centri abitati, dovrebbero spingere le istituzioni elettive ad avviare delle inchieste. In compenso vengono dispensati "Vademecum" per spiegare che il lupo non è pericoloso ma...  bisogna chiudere al sicuro gli animali domestici ecc. Ai cittadini si nega, il diritto all'informazione e alla sicurezza, in barba alla democrazia e alla legalità, da parte di un "deep state" incistato dentro le istituzioni (polizie provinciali, parchi, servizi faunistici, cc forestali, servizi parchi regionali) che obbedisce a centrali lobbystiche di parte.

inviateci le vostre segnalazioni precisando data e luogo con precisione a : redazione@ruralpini.it   whatsapp 3282162812  telegram @ruralpino



di Michele Corti



Il lupo investito nella notte tra giovedì e venerdì 19 marzo a Maleo (bassa lodigiana)


(21/03/2021) I lupi non sono arrivati quest'inverno ai margini della pianura padano-veneta o, in alcuni casi, anche nel cuore stesso della pianura, sulle rive del Po. No, sono arrivati da almeno 2-3 anni. Ma vi è una congiura del silenzio, un patto di omertà ai danni della verità, ai danni della democrazia. Prima si negano gli avvistamenti ("sono cani, CLC"), poi, quando la presenza del lupo non può più essere celata, perché ci sono le analisi del Dna dei tamponi prelevati alle carcasse degli esemplari investiti sulle strade o sulle loro vittime, allora si nega che ci siano i branchi. Ma i branchi ci sono, sono stati anche ripetutamente fotografati. Non solo si nega che ci siano i branchi sul Po, sull'Adda, sul Ticino (dove allevatori e cacciatori stimano la presenza di una ventina di lupi), ma si tiene nascosto il carattere di fenomeno generale assunto dalla "calata dei lupi". Non stiamo parlando di quelle "calate" un po' leggendarie di cui ci parla la storia dei secoli passati (sino all'inizio dell'Ottocento), quando inverni particolarmente rigidi facevano riapparire i lupi nelle pianure. No, parliamo di calate che stanno avvenendo oggi e che si traducono in una stanzializzazione dei lupi. Seguendo gli argini dei fiumi affluenti del Po essi arrivano agevolmente sino al grande fiume. Corridoio ideale è il parco del Ticino. Fenomeno generale, che coinvolge Piemonte, Lombardia, Emilia, Veneto, Romagna e non lascia indenne il Friuli. Ma non se ne parla come fenomeno generale. Tutte le notizie restano confinate nella cronaca locale. Quando un fenomeno locale, però, interessa tante realtà di un ambito unico, dalla somma emerge qualcosa di qualitativamente diverso: un fenomeno preoccupante che interessa, per ora, le fasce pedemontane e qualche ambito fluviale ma che potrebbe generalizzarsi alla pianura intera, con impatti impensabili. Pensiamo alle conseguenze non solo per i grandi greggi transumanti (che in pianura hanno difficoltà, per via dei continui spostamenti, a dotarsi di mute di cani da guardiania) ma anche per i tanti allevamenti che si ritenevano, sino a ieri, non minacciati dal lupo.

Che il fenomeno sia generale lo testimonia una mappa che abbiamo realizzato utilizzando le segnalazioni apparse nell'ultimo mese (dalla fine di febbraio) sulla stampa e due (pervenuteci ieri 20 marzo), relative, queste ultime, ad avvistamenti di cui la  stampa e i siti locali di informazione non hanno dato notizia. 



Mappa, non certo esaustiva, relativa all'ultimo mese. In blu gli avvistamenti. In verde gli investimenti, in rosso le predazioni. Se invece dell'ultimo mese invernale avessi considerato l'intero inverno 2020-2021 avremmo dovuto riportare avvistamenti in tutte le provincie piemontesi e nelle restanti provincie emiliano-romagnole


Iniziamo a riferire di questi avvistamenti, punta di un iceberg di dimensioni sconosciute. Quanti, infatti, tra coloro che avvistano un lupo mandano foto o video ai giornali e ai siti? Quante di queste segnalazioni vengono rese pubbliche? Ma poi: quanti avvistano un lupo e non riescono a filmarlo o fotografarlo? Quanti lupi scorazzano senza essere visti nelle nostre pianure?

Cominciamo dalla prima segnalazione di ieri, relativa alle campagne di Zignasco, in Lomellina pochi km a SO di Pavia, fuori dal parco.

20 marzo, un lupo nelle campagne della Lomellina (Zinasco)

Questa segnalazione non sorprende. La presenza del parco del Ticino è consolidata anche se il parco nega. Nel parco rientra Torre d'Isola, località dove il lupo è stato avvistato più volte ai primi del mese, tanto che il sindaco si è sentito in dovere, oltre alla recita della solita litania politically correct: "Il lupo non è pericoloso" di raccomandare ai cittadini di fare attenzione ai cani e ai bidoni dei rifiuti. Per l'amministratore, come tanti altri colleghi ignavi e immemori dei loro doveri (sono loro i primi organi della sicurezza pubblica sul territorio), è normale che gli animali domestici debbano essere esposti al rischio di attacchi quando invece sarebbe normale allontanare i lupi dai centri abitati e dai loro dintorni.

Più preoccupante è l'avvistamento di un lupo nella bassa bresciana, sulle rive del Chiese, in comune di Castenedolo (confinante con il capoluogo). 


20 marzo: lupo nelle campagne di Castenedolo nei pressi del fiume Chiese

Sarebbe una segnalazione inedita per la bassa bresciana. Però non così sorprendente considerando le segnalazioni dalla vicina bassa veronese e da altre zone pedemontane.

Anche in pianura il lupo non si limita alla dieta con le nutrie ma si concede pasti di carne ovicaprina. Il fatto più grave è avvenuto pochi giorni fa in una cascina di Somaglia (basso lodigiano). Vittime dei morsi e del soffocamento determinato dal panico del tentativo di fuga 22 caprini chiusi in un caprile dove il predatore è riuscito a penetrare.



Ad aggravare i sospetti sulla responsabilità di un lupo per la strage, è arrivata dopo tre giorni la notizia di un investimento di un "canide", che gli esami hanno classificato lupo, sulla strada provinciale a Maleo, a pochi km di distanza dal sito della predazione multipla. Va però detto che in Lombardia non sono attuate rigorose procedure per stabilire l'attribuzione della predazione al lupo (tamponi, esami autoptici, verbali di predazioni con schede da compilare). In assenza di procedure definite, e della determinazione ad accertare i fatti, c'è chi ha buon gioco nel continuare a scaricare sui "cani randagi" la responsabilità degli episodi.




Una predazione in pianura, nei pressi di Torino è avvenuta a carico di pecore al pascolo a Poirino pochi giorni fa, il 18 marzo (foto sotto), segnalata puntualmente dal Nuovo cacciatore piemontese, blog di Alessandro Bassignana che sta svolgendo un'opera meritoria di segnalazione dei lupi trovati morti sulle strade, che ha costretto la centrale del lupismo (WolfAlps) a prende atto di una realtà dalle dimensioni non più facilmente celabili e negabili. Una bella lezione sul valore delle segnalazioni dei cittadini.

In Piemonte vi sono state altre segnalazioni. A Cuneo sono stati avvistati lupi nel Saluzzese (nei pressi di Staffarda) e, molto vicino al capoluogo, a Beinette.


Nell'episodio di Beinette, il lupo è stato fotografato a distanza ravvicinata. Si vede subito che non è un CLC, ma gli espertoni del lupismo istituzionale, anche in questo caso si riservano gli accertamenti. Peccato che con questo sistema il risultato arriva dopo mesi, a volte anni (chissà perché mandano il Dna in America quando ci sono laboratori italiani, a partire da quello dell'Ispra in grado di fornire risultati in tempi rapidi). Sulla cortina di fumo che il lupismo alza su tutti gli episodi di avvistamento è interessante leggere quello che si dice a proposito del novarese. Nessuno osa più dire che Cuneo e Torino non siano provincie infestate dai lupi, ci provano ancora con quelle con presenza meno densa.  Il titolo con le dichiarazioni dei soli esperti. Chiariamo  che per essere esperti di lupi servono due requisiti fondamentali: 1) dichiarare che il lupo non è pericoloso per l'uomo; 2) mettere sempre in dubbio che il "canide" avvistato, investito su una strada, responsabile di una predazione sia un "vero lupo". Allora sei un "vero esperto". Ebbene in questo caso l'esperto è un consigliere provinciale di Novara (di FdI), Maurizio Nieli,  sindacalista della Filca-Cisl (edilizia e affini) con delega alla caccia e alla pesca. Nessuna preparazione specifica in materia ma in possesso dei due requisiti di cui sopra.  Con le sue competenza, ovvero orecchiando WolfAlps e l'Ispra, il Nieli sentenzia che i lupi sono pochi e non sono un pericolo. Oltre a ribadire pappagallescamente che "il lupo è un animale elusivo" (infatti non lo vede nessuno!), il Nieli, nell'intento di rassicurare i cittadini informa che

le segnalazioni e i campioni sono attualmente allo studio presso il Centro Grandi Ungulati [si tratta ovviamente del centro Grandi Carnivori] del Parco Alpi Marittime: i risultati saranno pubblicati nella prossima primavera-estate. I risultati di un precedente studio concluso nel 2018 davano la presenza del lupo in provincia di Novara come sporadica mentre, attualmente, sembra che vi sia [ecco l'altra frase pass partout] la presenza di esemplari in dispersione.



Potrebbe interessarti: https://www.novaratoday.it/attualita/lupi-novara-campagna-pericolo.html


Così sappiamo che le segnalazioni fatte in inverno saranno confermate o meno ... in estate. Quando ormai nessuno si ricorderà più nulla e non farà notizia. La solita tattica della cortina fumogena nel totale disprezzo dei cittadini che pagano le tasse per essere trattati da sudditi senza diritto di conoscere la realtà su un grave fenomeno (ricordiamo che i progetti pro lupo sono finanziati anche da fondi degli enti locali che vi partecipano e che gli stessi "fondi europei" non sono regalati ma, anzi la UE restituisce 12,3 miliardi dei 14,2 che l'Italia versa)
Le rituali rassicurazioni del consigliere delegato della provincia diNovara seguivano un avvistamento con tanto di riprese fotografiche di un lupo a pochi chilometri dalla città.






La progressione della colonizzazione da parte del lupo di
nuovi territori: la strategia della menzogna


Verità "ufficiale"

Verità
I
Il lupo non c'è. Quelli avvistati sono cani scambiati per lupi
Presenza sistematica di lupi in dispersione e formazione di coppie
II Presenza di soggetti in dispersione Insediamento dei branchi
III Insediamento dei branchi nel territorio orio ma non non si avvicinano ai paesi Presa di possesso del territorio ed esplorazione delle aree più antropizzate (il lupo "saggia" la reazione dell'uomo)
IV I lupi entrano occasionalmente nell'abitato ma solo per inseguire la fauna in inverno ma non c'è pericolo
I lupi predano animali domestici anche di affezione all'interno dei centri abitati e nei cortili delle case, persa la paura per l'uomo reagiscono all'uomo che si interpone con le prede
V I lupi non attaccano l'uomo ma  gli animali domestici vanno tenuti chiusi, girare con il cane anche al guinzaglio può essere pericoloso 
I lupi hanno imparato a considerare anche i centri abitati parte del loro territorio, l'uomo è diventato un concorrente o una preda e può essere oggetto di attacchi predatori
VI I lupi possono attaccare l'uomo Si verificano attacchi all'uomo da parte di lupi sani

Per capire in quale situazione ci si trova basta fare riferimento alle menzogne ufficiali degli "esperti". Oggi molti territori, anche di pianura, sono nella fase IV o V. L'anticamera della tragedia. Il lupismo conta sull'effetto assuefazione, sull'effetto della rana bollita che viene abituata poco a poco all'aumento della temperatura. Si arriva così al punto irreversibile (la rana non può più saltare fuori dalla pentola dove viene lessata viva perché intorpidita dal calore). Anche per le popolazioni e gli allevatori si rischia di arrivare al punto irreversibile: quando la presenza del lupo diventa così distruttiva e le forze in grado di reagire sono così indebolite che alla gente non resta che abbandoare l'attività agricola e/o trasferirsi in città.
Dell'Emilia Romagna si parla meno a  proposito di lupi  rispetto al Piemonte e alla Toscana, forse anche meno del Veneto. Eppure la presenza del lupo è fortissima. Pesa un sistema politico settantacinquennale che è riuscito ad evitare una temuta discontinuità.  Un articolo di ieri parla di numerosi avvistamenti a Roccabianca e sulle rive del Po.



A Modena il lupo è stato visto alla periferia della città e il commento dell'articolista è significativo: "era dal 1513 che non si registrava un avvistamento in città". Erano tempi grami, infuriavano le "guerre d'Italia" (è del 1513 la battaglia di Novara con la vittoria degli svizzeri), causa di assedi e carestie... e i lupi ne approfittavano. Anche oggi sono tempi grami: i lupi approfittano dei lockdown, del disarmo morale di parte della società, del venir meno delle istituzioni alle proprie responsabilità abdicate ai poteri forti di big tech, big pharma, Davos ecc. e alle lobby strumentali al potere finanziario mondiale come quelle animal-ambientaliste.


Nell'ultimo mese ci sono stati diversi avvistamenti nella pianura reggiana. Un fatto che ha spinto la Coldiretti a chiedere che si tenga conto della necessità delle aziende di far fronte al problema. Un problema che, secondo la Coldiretti, potrebbe ripercuotersi sul Parmigiano Reggiano. 


Sul fatto che il Psr venga utilizzato per stanziare risorse per mettere in condizione gli allevatori di difendersi dal lupo, risorse anche per interventi di tipo strutturale (le stalle aperte e gli animali al pascolo, anche quando si tratta di bovini, sono a rischio) e non solo i quattro soldi per le reti. Dalla montagna alla pianura si richiedono interventi costosi (per es. sugli alpeggi nuove piccole ma dignitose costruzioni per il ricovero dei pastori costretti a non abbandonare mai il gregge).

Del resto non sono gli allevatori che vogliono il lupo, loro lo eliminerebbero volentieri. Lo vuole una parte di società urbana che per ora riesce a imporre la propria volontà.  Non a caso la UE ha ribadito nelle linee guida sugli aiuti di stato che ai danni provocati dalle specie super-protette (orso e lupo) non si applicano i criteri delle altre specie. Gli stati (ma le regioni italiane fanno orecchio da mercante) sono tenuti a rimborsare al 100% tutte le spese dirette e indirette connesse ai danni da predazione ai costi della prevenzione (incluso il lavoro in più). In ogni caso ogni difesa dal lupo diventa impossibile e con costi stratosferici se non si contiene il predatore mettendo in atto le deroghe previste dalla stessa Direttiva Habitat. Rivedere il piano lupo - come chiede la Coldiretti di Modena, significa prevedere una gestione da attuare attraverso il prelievo selettivo (ovvero un piano di abbattimenti dove si concentrano i danni degli attacchi).


Tra le province emiliano-romagnole interessate dagli avvistamenti dell'ultimo mese c'è anche Ravenna. 


... e Piacenza 


... dove lo scorso autunno un agricoltore  aveva denunciato di essere stato attaccato da due lupi

... dove nell'invernno erano stati documentati branchi.


Quanto a Ferrara, nell'ultimo mese non vi sono stati avvistamenti ma nella provincia anche gli "esperti" confermano una presenza stabile di branchi. Stendiamo un velo pietoso sul sindaco di Ferrara (Lega, questa volta il "sistema emiliano" non c'entra) che poeticamente ispirato assegna a una lupa il nome di Beatrice. Povero Dante.

Vanno male le cose in Emilia-Romagna, ma non vanno meglio in Veneto. La popolazione lupina veneta è recente ma si vede che la montagna si è saturata in fretta e le apparizioni in pianura si sprecano. Prima del periodo da noi considerato era apparso il lupo sui colli Euganei (che sorgono in mezzo alla pianura). I lupi della Lessinia, moltiplicatisi in modo prodigioso, stanno già scendendo ad esplorare la pianura. Uno scout è stato avvistato a Castel d'Azzano, località a 10 km a S di Verona.




Il primo marzo è stato investito un lupo a Castelfranco Veneto, in pianura a una quindicina di km dai colli.


Ai piedi dei colli l'avvistamento a Marostica di un lupo che girava .



Il lupo ha scorazzato a Marostica, che non è un paesino ma una cittadina di 14 mila abitanti in pieno giorno. Come al solito la reazione delle "autorità" è rassicurante: "la situazione è monitorata". Ma cosa significa, cosa fanno concretamente? Hanno applicato un radiocollare all'animale? Conoscono e studiano le mosse di tutti i lupi della zona? Niente di tutto ciò. "Monitorare" è diventato il sinonimo per nascondere l'inerzia delle istituzioni. Per queste istituzioni delegittimate l'unica soluzione è il coprifuoco per gli animali domestici. Normale chiudere in casa (per sempre?) cani e gatti, normale che i lupi corrano  o in pieno giorno per le vie cittadine. Un tempo pensavamo che se i lupi avessero scorazzato per le vie di una grande città qualcosa sarebbe cambiato. Oggi non siamo più così fiduciosi. Pare che la mente collettiva delle "istituzioni" sia paralizzata da un incantesimo. Il lupo è innocuo, il lupo può entrare e stazionare di giorno nei paesi (vedi Arvier in val d'Aosta). Un mondo alla rovescia, Non così nei paesi normali come la Germania, il cui parlamento ha affidato a un comitato scientifico il compito di studiare la pericolosità dei lupi per l'uomo (si vede che al dogma del "lupo innocuo" non ci credono troppo). Le autorità dei lander sono anche pronte, oltre che ad abbattere i lupi che causano gravi danni economici agli allevamenti (vedi la Bassa Sassonia e il nostro articolo in proposito qui), a intervenire sui lupi che seguono minacciosamente le persone o si avvicinano troppo ad esse.

Considerata la situazione diventa indifferibile mettere di fronte politici e istituzioni alle loro responsabilità. I punti su cui è necessario ottenere risposte chiare sono i seguenti:

1) Attivazione di sistemi di monitoraggio trasparenti che partano dalle segnalazione dei cittadini e, in tempi reali, aggiornino la mappa delle predazioni e degli avvistamenti su una app accessibile a tutti:

2) Predisposizione di protocolli per l'allontanamento dei lupi dai centri abitati con tutti i mezzi dissuasivi oggi consentiti (ovvero i mezzi non letali):

3) Attivazione della deroga al divieto di abbattimento e cattura come attuato dagli altri stati per contenere la proliferazione del predatore qualora metta a rischio l'esistenza stessa degli allevamento e la sicurezza dei centri abitati che si deve intendere compromessa anche quando i lupi sbramano cani e gatti nelle pertinenze delle abitazioni e delle aziende e/o costringono i genitori a tenere sigillati in casa i bambini (succede in val d'Aosta) o a far intervenire i cc  per proteggere le scuole (succede in valle Anzasca, Vco).



ARTICOLI SULLO STESSO TEMA

La Germania applica nuove regole sul lupo
(24/02/2021)
In Germania, nella Bassa Sassonia, un lupo è stato abbattuto legalmente qualche giorno fa per tutelare gli allevamenti dai gravi e ripetuti attacchi predatori. È la prima volta che accade. Quello che appare un fatto “eccezionale” è l’anticipazione di un auspicabile ritorno alla normalità (come sottolineato dallo stesso ministro dell'ambiente della Bassa Sassonia), un ritorno al buon senso che suggerisce che animali pericolosi e dannosi non possono essere lasciati proliferare con “licenza di predazione”. In Italia, che non è un paese "normale", occorrerà ancora del tempo.

Prof. Cavallero: troppi lupi
(23/02/2021) A cosa sono servite, si chiede l'autorevole agronomo torinese, tante acquisizioni scientifiche, tanti studi sui pascoli e sulla loro gestione se poi si deve sacrificare tutto alla crescita senza freni del lupo? E chiarisce che, nel contesto alpino, il grande predatore rappresenta una minaccia per la biodiversità alpina

Non solo Covid. In montagna emergenza lupi
(21/02/2021) Enzo Bacchetta del Comitato salvaguardia allevatori ossolani, già amministratore locale di Bannio Anzino, in valle Anzasca, denuncia l'insostenibile situazione della sua valle (ma è lo stesso in tante altre). La politica ha lasciato degenerare la situazione per colpevole, vergognosa , dolosa abdicazione dei poteri pubblici alla lobby del lupo

Contenere il lupo si può (le norme vigenti)
Basta alibi.  Le regioni hanno il diritto/dovere di monitorare e controllare la fauna (ancorché iper-protetta), anche il lupo e l'orso. Nei modi previsti dalle normative. Vediamole e facciamo chiarezza leggi tutto 

Cuneo. Colpo di mano della banda del lupo
(11/02/2021) Istituiti nel 2019, uno per una farfalla, l'altro per il Bosso (la comune pianta delle siepi), i SIC (varietà di area protetta) di Comba di Castelmagno e del Vallone dell'Arma a Demonte ora diventano "aree di protezione assoluta delle cucciolate di lupi" introducendo pesanti vincoli che mettono una camicia di forza alle attività forestali, pastorali, turistiche. Sotto il controllo (anche poliziesco) del Parco Alpi Marittime (WolfAlps). I comuni hanno pochi giorni per poter opporsi (chiamala democrazia) leggi tutto


Loup e vourp. Il colpo alla nuca alla montagna
(08/02/2021) Anna Arneodo torna a parlare di cultura alpina e di lupo. Ripercorrendo le tappe della progressiva "resa" delle Terre alte.  Per esse il lupo è il colpo di grazia, sparato consapevolmente e cinicamente, per quanto nascosto da spesse cortine di ipocrisia, a una vittima già a terra.  leggi tutto

Un parco contro WolfAlps

(29/01/2021) Mauro Deidier, neo presidente del parco delle Alpi Cozie (Torino), parco partner di Wolf Alps, ha scritto alla "centrale" del progetto-istituzione, il parco delle Alpi Marittime, per manifestare il suo dissenso.  Nella sua circostanziata e densa lettera, rileva come Wolf Alps operi in modo poco trasparente e impieghi una quota sostanziosa della pioggia di milioni ricevuti per consulenze e comunicazione, una "comunicazione" che viene effettuata, come loro stessi riconoscono, in forma di manipolazione, anche dei bambini. Dall'articolo link alla lettera integrale del dr. Deidier leggi tutto


In Piemonte il lupo è un problema sociale e politico
(19/01/2021) Alcuni comuni e unioni montane delle provincie di Torino e Cuneo chiamano in causa la regione Piemonte in tema di lupo. Contestano la sua inerzia e l'appiattimento sulle posizioni delle lobby animal-ambientaliste. Il vice presidente Carosso risponde sostenendo che in Italia il lupo è gestito bene, che ci sono poche predazioni e tutto andrà bene dopo che saranno noti i risultati del censimento dei lupi orchestrato dal solito Wolf Alps. Abdicazione della politica (come volevasi dimostrare) 
 
leggi tutto

I danni del lupismo
(21/12/2020) Due fatti di cronaca mettono in evidenza come il lupismo rappresenti una patologia sociale con gravi conseguenze. Dalla donna sbranata dai simil-lupi cecoslovacchi (reincociati con il lupo?) alla fuga di sette lupi neri canadesi del luna park del lupo francese al confine con la provincia di Cuneo  leggi tutto

Si allarga alla Valsesia il movimento NO LUPI
(29.07.20) "O noi o i lupi". WolfAlps  -  sempre più autority del lupo istituzionalizzata - e Regione Piemonte sono stati contestati anche in Valsesia in nome della resistenza rurale (dopo la protesta in Ossola di un mese fa). Nessuna fiducia nell'opportunismo della politica e delle istituzioni. Va intensificata la protesta per rompere la cappa di piombo di censura e manipolazione   leggi tutto

CAI: che brutta figura (il lupo da alla testa)
(19.07.20) Il GGC (gruppo grandi carnivori del Cai) fiancheggiatore di WolfAlps,  con il "bando" per "allevatori virtuosi" (a favore della convivenza con il lupo) ha rimediato una magra figura. Il bando ha raccolto solo 23 domande in tutta Italia. Non solo, ma il Cai ha fatto orecchio da mercante  quando Nina Liebhardt, una pastora ossolana, ha rifiutato il premio per non prestarsi a una strumentalizzazione contro i pastori.  L'abbiamo intervistata all'alpe Ratagina in val Agarina in questi giorni leggi tutto

sISCRIVITI AL NOSTRO CANALE

redazione@ruralpini.it