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Lupi


La Germania applica
nuove regole sul lupo


In Germania, nella Bassa Sassonia, un lupo è stato abbattuto legalmente qualche giorno fa per tutelare gli allevamenti dai gravi e ripetuti attacchi predatori. È la prima volta che accade. Quello che appare un fatto “eccezionale” è l’anticipazione di un auspicabile ritorno alla normalità (come sottolineato dallo stesso ministro dell'ambiente della Bassa Sassonia), un ritorno al buon senso che suggerisce che animali pericolosi e dannosi non possono essere lasciati proliferare con “licenza di predazione”. In Italia, che non è un paese "normale", occorrerà ancora del tempo.

di Michele Corti



(24/02/2021) L'11 febbraio, il primo ministro della Bassa Sassonia ha annunciato che, la notte precedente, era stata legalmente abbattuta una lupa presso Löningen, una località non lontana dal confine con l’Olanda.



 

Per tutto il Novecento i lupi in Germania sono stati assenti; solo all'inizio degli anni 2000, sono riapparsi nella regione della Lusazia, nella Germania orientale, a cavallo degli stati del Brandeburgo e della Sassonia. Da allora, provenienti dalla Polonia, si sono diffusi in diversi altri stati, tra cui Brandeburgo, Sassonia-Anhalt, Meclemburgo-Pomerania occidentale e Bassa Sassonia. In quest’ultimo land vi sarebbero, secondo il monitoraggio ufficiale  35 branchi sui 138 presenti in tutta la Germania. 




Nel frattempo, in Baviera, sulle Alpi, apparivano lupi provenienti da Sud e, nel 2017, anche in questo stato vi era la prima cucciolata. Dalla Germania i lupi sono passati in Danimarca, Olanda e Belgio e si assiste ormai a una “libera circolazione di lupi” di diversa origine che si mescolano tra loro. Esiste ormai un’unica meta popolazione con uno scambio genetico tra lupi iberici, appenninici, balcanici, carpatici e dell’Est. Un risultato che è ingenuo considerare “spontaneo” perché auspicato da tempo dalla lobby del lupo che ha promosso progetti di “corridoi".




Parlare di specie a rischio è grottesco ma sappiamo quanto questo stato eternizzato di "pericolo di estinzione" abbia fatto la fortuna della lobby lupista, il cui potere è cresciuto in modo smisurato in tutta Europa. Anche in Germania non esistono stime ufficiali sulla consistenza dei lupi. Le autorità divulgano i dati dei monitoraggi che riguardano il numero dei branchi accertati (con sicurezza). Questi dati sono affetti dai limiti dei metodi di monitoraggio e dal ritardo nell’elaborarli ma la lobby pro-lupo li fanno passare per dati reali di consistenza, “per non creare allarmismo”, ovvero per frenare le iniziative politiche volte al contenimento della specie. Le stime del mondo venatorio indicano un numero di lupi tra 1000 e 2000.




Come nel caso del ritorno del lupo in Francia e sulle Alpi, non pochi ritengono che la veloce colonizzazione del territorio tedesco sia stata “aiutata” da reintroduzioni illegali. Nel febbraio 2014 la rivista Jäger pubblicava un’inchiesta in cui si riferiva di un camion fermato alla frontiera con la Polonia poiché trasportava illegalmente esemplari di lupo. Conoscendo il fanatismo di certi lupisti la cosa non è inverosimile.




Il lupo in Bassa Sassonia

La Bassa Sassonia anche se densamente abitata (in media meno, però, della Germania nel suo complesso) presenta anche ampie superfici boschive (310 mila ha di boschi statali) e di brughiere. Tra i 14 parchi vi è il grande Lünebunger Heide, la famosa (per il paesaggio dell'erica fiorita) Landa di Lunenburgo. Il lupo ha trovato un habitat favorevole in relazione alle zone boschive e alla presenza di allevamenti ovini.


Gli ovini contribuiscono al mantenimento del paesaggio aperto della brughiera ma la presenza dell'ericacea rende difficile l'approntamento delle recinzioni mobili per la difesa dal lupo. Oltre tutto gli ovini autoctoni appartegono ad una delle razze, tipica del Lunenburgo, del piccolo gruppo delle "pecore delle brughiere". Paesaggio e pecore autoctone costituiscono un insieme indissolubile, minacciato dai lupi.  




Così una parte del mondo ambientalista ha iniziato a riconsiderare le posizioni di protezione del lupo "a prescindere".  Vi sono anche allevamenti di cavalli di pregio che utilizzano il pascolo e hanno iniziato a essere oggetto anch'essi di predazioni. Il coinvolgimento degli allevamenti equini e gli episodi di cavalieri seguiti dai lupi e fortemente impauriti hanno notevolmente contribuito a modificare l'atteggiamento della popolazione nei confronti del lupo.  Un giornale locale della Bassa Sassonia ha svolto di recente un sondaggio. La domanda era: “È giusto che i lupi vengono uccisi?”. Il 60,6 % si è dichiarato d'accordo. Solo il 32.2% risultavano contrari mentre un 7,2% ha dichiarato di non sentirsi in grado di esprimersi sull’argomento in quanto “sono una persona di città”.

Solo nel 2019 i lupi nel land hanno ucciso 762 animali da reddito. Il branco oggetto delle misure di controllo è quello noto come “branco dell’Herzlaker”, che si muove tra i distretti di Emsland, Cloppenburg and Osnabrück e si è reso responsabile di oltre 500 predazioni dalla fine del 2018 causando, ad un singolo allevatore, danni per 50 mila €. Il land, da parte sua ha sostenuto a causa di questo branco spese per 40 mila € a causa delle predazioni. Gli ultimi attacchi si erano registrati nel novembre 2020. L’autorizzazione all’abbattimento era stata concessa sin da settembre con validità sino ad aprile (epoca delle cucciolate).




Operazioni condotte nella segretezza

A spiegare i dettagli dell’operazione è stato il ministro dell’ambiente della Bassa Sassonia, il socialdemocratico Olaf Lies (sopra) che, riguardo alle modalità dell’operazione (tenuta segreta sino all’ultimo per evitare le “passeggiate nei boschi” degli animal-ambientalisti” decisi a impedire, disturbando i cacciatori l’attuazione dell’ordinanza di abbattimento. Per evitare minacce e ritorsioni il nome del cacciatore è stato ovviamente tenuto nascosto. Lies ha però precisato che l’azione è stata coordinata dal maestro di caccia responsabile del distretto venatorio. Mentre Lies ha sottolineato come l’uccisione del lupo significhi il ritorno alla normalità, a una situazione in cui gli animali domestici allevati vengono in qualche modo difesi anche in modo attivo (non normale è, semmai, la “licenza di predazione”), la parte ambientalista, incurante del reale stato di conservazione del lupo che rende ormai ingiustificabile, assurda, lontana da ogni buon senso e norma di equità, la condizione di “specie intoccabile” del lupo, ha messo in scena la sua scontate proteste.

Il partito dei Verdi, il WWF e la Nabu (l’Unione per la conservazione della natura e della biodiversità, associazione ambientalista fondata nel 1899, una delle più antiche e delle più grosse della Germania) hanno messo in dubbio la legalità dell’abbattimento. Lo fanno, ovviamente, senza convincimento, solo per giustificare, davanti ai loro ingenui sostenitori, come gli stipendi di cui godono per fare i salva lupi di professione siano meritati. Sanno che il tabù del lupo non può resistere all’infinito. Siccome, però, anche in Germania, intorno al lupo sono fioriti centri di ricerca, associazioni, lobby, si cerca di prolungare al massimo la condizione di super-protezione del lupo dalla quale per l’ambientalismo organizzato derivano molti vantaggi.



La normativa in Germania

In realtà il quadro legale di applicazione delle deroghe alla super-protezione del lupo è molto chiaro e, in questo caso, tutte le circostanze previste dal BNatSchG, la legge federale sulla conservazione della natura del 2010 come modificata, relativamente al lupo, nel dicembre 2019 (e da un successivo emendamento del marzo 2020). Le modifiche alla normativa, introdotte dopo la formazione del nuovo governo di coalizione consentono di attuare il controllo in presenza di un danno economico grave. In precedenza solo in caso di pericolo per la sicurezza delle persone e di ibridi era possibile procedere agli abbattimenti. Per procedere agli abbattimenti oltre alla gravità dei danni economici deve essere presente la reiterazione degli attacchi (per due anni). Ovviamente, ma è la stessa possibilità di applicazione delle deroghe alla direttiva europea che lo impone, devono essere anche essere messe in atto delle misure di protezione (cani e recinti) ed esse si devono essere dimostrate insufficienti a impedire le predazioni.

Nel provvedimento di autorizzazione all’abbattimento viene indicato un determinato esemplare di lupo (cosa che comporta il monitorggio e l'indentificazione degli esemplari) ma ciò non toglie che, come nel caso del lupo abbattuto qualche giorno fa in Bassa Sassonia, possa essere prelevato un diverso soggetto del branco. Gli abbattimenti possono proseguire fino a che continuano i danni, anche se ciò comporta l’eliminazione dell’intero branco.

Le nuove disposizioni, che hanno consentito di applicare in Germania le deroghe previste dalla Direttiva Habitat, erano state anticipate dai chiari orientamenti programmatici del governo di “larghe intese” composto dalla CDU (cristiano democratici della Merkel) e dall’SPD (socialdemocratici). Questi partiti “di centro” si sono dimostrati sensibili alle preoccupazioni degli allevatori ma anche a quelle della popolazione rurale. Per una più drastica politica di controllo dei lupi si è espresso AFD (il partito di destra). Posizioni ondeggianti esprimono i liberali (FDP) e la sinistra (Die linke).  Un panorama politico, in ogni caso, ben diverso da quello italiano che vede, sia a destra che a sinistra, buona parte dello schieramento politico impegnato a lisciare il pelo all’animal-ambientalismo.

I partiti della coalizione di governo si erano espressi nei seguenti termini, dimostrando una sensibilità ben diversa di quella dei politici italiani che antepongono la “sensibilità ambientalista” non solo verso i danni subiti dagli allevatori (spesso costretti a rinunciare alla propria attività o a stravolgerla profondamente) ma anche verso la sicurezza delle comunità rurali:

Quando si tratta di lupi, la sicurezza umana ha la massima priorità. Chiederemo alla Commissione UE di rivedere lo stato di protezione del lupo a seconda del suo stato di conservazione. Al fine di ridurre la popolazione richiesta. Indipendentemente da ciò, il governo federale collaborerà con gli stati federali per sviluppare un adeguato catalogo di criteri e misure per il prelievo dei lupi. A tal fine, lavoreremo con la comunità scientifica per sviluppare criteri adeguati agli abbattimenti. Vogliamo che siano rimossi i lupi abbiano superato le recinzioni dei pascoli o che possano diventare pericolosi per la popolazione.

Nel sito del ministero federale dell’ambiente il tema lupo viene affrontato senza mai dimenticare anche gli altri interessi coinvolti e, soprattutto, il ruolo ambientale dell’allevamento estensivo (del tutto misconosciuto dall’ambienta- lismo all’italiana).

In particolare, gli animali al pascolo forniscono un prezioso contributo alla manutenzione del paesaggio e alla conservazione della natura. Il Ministero federale dell'ambiente vuole contribuire a garantire questo anche in futuro in presenza del lupo. Una questione chiave da risolvere è come la protezione del lupo e la protezione della mandria possano essere reciprocamente giustificabili. La protezione del bestiame deve essere ulteriormente migliorata e i costi per misure di protezione e danni devono essere compensati rapidamente e al 100% dal punto di vista del Ministero federale.


Una diversa cultura ambientalista

Alla differenza di approccio, in tema di lupo, della politica tedesca rispetto a quella italiana, corrisponde anche una differenza di atteggiamenti nell’opinione pubblica. A differenza dell’Italia, dove le idee animal-ambientaliste hanno una grande presa ma in forme superficialmente emotive, in Germania l’ambientalismo ha radici ben più profonde e influenza il comportamento elettorale. In Italia prima della Seconda guerra mondiale il conservazionismo era praticato da pochi aristocratici che ritenevano più snob creare i parchi nazionali e proteggere gli orsi che cacciarli. L’ambientalismo italiano è un fenomeno di importazione anglo-sassone, male assimilato, in Germania, invece, l’ambientalismo è “autoctono” e si riallaccia all’eco-nazionalismo, strettamente intrecciato al culto della natura, della foresta, degli alberi, mescolando impulsi libertari e autoritari (per l'ambiguità del culto della foresta, con riferimenti alla Germania vedi qui su Ruralpini). Culto della foresta e del lupo sono ovviamente legati.



Monumento a Odino ad Hannover


La Germania nazista si dotò per prima al mondo di una legge sul benessere animale e proibì, nel 1936, la caccia del lupo (peraltro estinto da tempo). Il risultato è che in Germania per impedire l’abbattimento dei lupi si mobilitano truppe che invadono i boschi anche di notte. Nulla di simile in Italia dove l’amante del lupo è per lo più un pantofolaio che si nutre di documentari televisivi. Paradossalmente, però, in Germania, dove il movimento ambientalista è politicamente fortissimo (al governo in diversi land) e c’è un animal-ambientalismo militante “di massa” ( ben al di là dei gruppetti fanatici italiani), la politica si dimostra meno condizionata dalle pressioni della lobby del lupo. Come mai? Probabilmente per la diversa considerazione che il bauer ha in Germania rispetto all’Italia. In Italia la cultura è rimasta ferma al disprezzo per il contadino e il mondo rurale della civiltà comunale (ovvero dal XII secolo ad oggi), mentre in Germania, insieme al mito della foresta anche il bauer, con le sue doti morali, il suo senso di indipendenza, il suo patriottismo “naturale”, è diventato sin dai primi dell’Ottocentesco, una componente imprescindibile dell’identità nazionale tedesca. Il contadino non ha quindi quei complessi di inferiorità che, in Italia, impediscono al mondo rurale di far valere i propri punti di vista, di contestare apertamente ciò che lo danneggia.  In Germania dove di lupi ce ne sono forse dieci volte meno che in Italia le pubbliche proteste anti-lupo sono decisamente più frequenti e si è attivato un vero e proprio movimento.



La Germania, grande potenza industriale, ha sempre difeso i produttori agricoli mentre l’Italia, ai tempi del boom economico, per esportare frigoriferi, calava le braghe regolarmente quando si trattava di difendere i suoi contadini (allora ancora numerosi), considerati sempre i villici da disprezzare, opprimere, sfruttare. Oggi da lasciare in balia dei lupi.


L’organizzazione della lobby pro-lupo in Germania


NABU (Berlin)


Verein Deutsche Wolfsgemeinschaft Wolfsregion Lausitz (Rietschen)


DBBW, die Dokumentations- und Beratungsstelle des  Bundes zum Thema Wolf


German Wolf Association 


International Wolf Center – Germany







































































































































































































































































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