La finta vendita di Esino Lario: Piccoli
comuni usati e dileggiati
Sono tutte amare le
riflessioni su quella che è stata definita "provocazione" o, con minore
benevolenza, la "pagliacciata" di Esino
Lario. Purtoppo è qualcosa di peggio e di più grave. Comunità e
istituzioni (è stata coinvolta anche la Regione Lombardia) sono state
usate per la spregiudicata campagna di marketing di una società
privata, avallandone un ruolo di benefattrice dei piccoli comuni, e
consentendole di realizzare
una grandiosa campagna promozionale a buon mercato. C'è da riflettere
su sindaci che amministrano piccoli paesi alla ricerca di visibilità
personale, anche al costo di coinvolgerli in operazioni spregiudicate e
divisive che non contribuiscono certo a una buona immagine verso
l'esterno. È soprattutto triste constatare che, se una "provocazione" come quella di
Pietro Pensa (sindaco) e di Luca Spada (ad di Eolo) ha avuto successo, è perché oggi,
in una società dominata dall'ideologia neoliberale che abbatte i
confini tra realtà e virtualità, che trasforma tutto in spettacolo (a
pagamento), che non prevede più nessuna forma di rispetto per nulla,
dove tutto può diventare merce e non c'è nulla di sacro, la vendita di
un paese a pezzi, come item di un
catalogo di e-commerce, è stata presa sul serio da tanta gente e
anche
dai media. Siamo in presenza della stessa arroganza che abbiamo
rilevato, non più tardi di pochi giorni fa, nel caso del megaconcerto
di Jovanotti e del WWF in alta montagna (vai a
vedere).
di
Michele Corti
Una campagna istituzionale
da sindaco-feudatario
(18.04.19)
La
"bomba" della finta vendita all'asta di pezzi importanti del paese di
Esino Lario (provincia di Lecco), scoppia sui media venerdì 5 aprile.
Il consiglio comunale non ne sapeva nulla, i cittadini tanto meno.
Sarebbe
interessante conoscere gli atti formali, predisposti dal sindaco e
della giunta, che hanno impegnato l'istituzione nella pagliacciata
orchestrata dall'agenzia creativa Dude per conto della società Eolo.
Una pagliacciata sgradevole proprio perché architettata in modo "serio"
(condizione per essere efficace dal punto di vista comunicativo), con
una facciata di credibilità che, oltre tutto, ha sfruttato, con raro
cinismo, i precedenti di altri comuni. Parliamo di quei comuni
italiani, realmente vittima di spopolamento, che hanno messo in vendita
online immobili al prezzo simbolico di un euro.
La dimostrazione che i "villaggi in vendita" hanno rappresentato, anche
negli ultimi mesi, una notizia giornalistica non passata inosservata,
la può fornire anche
Ruralpini che, ai primi di febbraio di quest'anno,
commentata la vendita di un intero villaggio alpino per poche centinaia
di migliaia di lire (vai
a vedere).
Pensa, Spada, i creativi della Dude sono stati cinici.
Pensa, poi, ha fatto di peggio: si è prestato a certificare, con un
appello lanciato in qualità di primo cittadino e con dei comunicati
ufficiali del comune (ancora on line sul sito del comune di Esino
Lario), che le risorse potenzialmente ricavabili dalla vendita di
"pezzi di comune" erano da considerarsi indispensabili per la
sopravvivenza del paese afflitto dallo spopolamento. Peccato poi che,
in altre circostanze, ma anche nella stessa comunicazione
della "vendita", il sindaco sottolinei con soddisfazione che a Esino:
c'è un
arrivo volontariato, non c'è calo demografico, vi sono aziende
metalmeccaniche in attività, c'è una amministrazione all'avanguardia
(ovviamente secondo Pensa, i suoi parenti e i suoi amici) che ha
portato in paese, nel 2016, un evento internazionale come Wikimania. Il
sindaco,
evidente desideroso di fare concorrenza a personaggi come Mimmo
Lucano, lusingato dall'idea di porsi come il leader dei piccoli
comuni, presenta Esino come "la guida e un'ispirazione per la spinta
imprenditoriale di migliaia di piccoli comuni italiani". Resta da
capire in cosa consista la spinta imprenditoriale.
Comunicati
seri, quindi, un discorso struggente del sindaco, paginoni di giornali
acquistati per diffondere la clamorosa "vendita del paese", hanno
indotto i media a cascare nella trappola. Peccato che il primo aprile
fosse già passato da qualche giorno e che, chi fa scherzi del genere,
dopo quella data dovrebbe risponderne.
D'altra parte va anche osservato che, se tutto ciò rappresentava una
messinscena,
l'asta, ovvero l'apertura di una procedura di manifestazioni di
interesse, seppure non vincolanti, era vera. L'unico indizio che, per
evitare di spingersi in un gioco troppo pesante e quindi
rischioso, poteva mettere una pulce nell'orecchio ai potenziali
compratori consisteva in alcuni dettagli francamente goliardici e
parodistici della vendita con modalità e-commerce (tipo le panchine in
vendita 3x2 o i "pezzi di panchina" o le mega etichette con il
prezzo). Ci si chiede, però sino a che punto sia lecito "scherzare" con gli
atti amministrativi o produrre atti amministrativi finti.
COMUNICATO
STAMPA - ESINO IN VENDITA
PARTE
DA ESINO LARIO LA SFIDA ALLO SPOPOLAMENTO DEI PICCOLI COMUNI ITALIANI
IL
SINDACO PENSA:“METTO
IN VENDITA I LUOGHI SIMBOLICI DEL COMUNE PER FINANZIARE LA NOSTRA
SOPRAVVIVENZA, L’ITALIA E L’EUROPA CI LASCIANO SOLI”
Oltre
al comune di 747 abitanti, sono circa 5.500 i borghi italiani con meno
di 5.000 abitanti che ogni giorno sono da soli a lottare contro
spopolamento, mancanza di fondi e lontananza delle istituzioni
Esino
Lario (LC), 5 aprile 2019 –Pietro
Pensa, Sindaco di Esino Lario (LC), ha annunciato oggi l’apertura di
una procedura di manifestazioni d’interesse non vincolante per la
vendita di alcuni luoghi simbolo del Comune al fine di reperire le
risorse necessarie per la sopravvivenza dello stesso e per combattere
la piaga dello spopolamento, che affligge circa 5.500 piccoli comuni in
tutta Italia.
Esino
Lario è un comune italiano di 747 abitanti in provincia di Lecco già
alla ribalta della cronaca mondiale quando nel 2016 ha ospitato il
Raduno Internazionale di Wikipedia, che ha visto la partecipazione di
oltre 1500 persone provenienti da tutto il mondo.
Un’impresa
organizzativa che testimonia come, quando coraggio e voglia di fare
coesistono, nessun obiettivo è davvero impossibile, neanche per i
piccoli comuni che ogni giorno si attivano per non restare esclusi dai
cambiamenti del Paese. Nonostante i risultati positivi delle
singole
attività, anche Esino Lario patisce la condizione di dover affrontare
da solo lo spopolamento e la mancanza di fondi, con le istituzioni
nazionali ed europee lontane.
“La
vita in un piccolo paese è difficile, e non possiamo biasimare le
persone che decidono di trasferirsi in centri abitativi più grandi. Ma
così facendo, perdiamo la ricchezza dell’artigianalità, della cultura
turistica ed enogastronomica, e il valore delle centinaia di tradizioni
diverse che fanno dell’Italia il paese più bello del mondo. Come
amministratori dobbiamo lottare ogni giorno per assicurare ai nostri
concittadini di non rimanere esclusi dalle innovazioni che interessano
il resto d’Italia. Con una decisione forte metto in vendita alcuni dei
luoghi simbolo del nostro paese, per poter disporre di nuove risorse
economiche che ci consentano di proseguire nei progetti di sviluppo e
innovazione.” - commenta Pietro Pensa, Sindaco di Esino Lario – “Sono
convinto che il futuro del nostro Comune possa essere garantito solo
attraverso maggiori risorse e una maggiore apertura al mondo, anche se
questo vuol dire sacrificare parte del nostro amato patrimonio. Con
questa proposta mi faccio portavoce di una situazione che accomuna
circa 5.500 amministrazioni locali con meno di 5.000 abitanti nel
nostro Paese.”
Sul
sito vendesiesino.it sono infatti disponibili a manifestazioni di
interesse alcuni elementi del Comune, come il palazzo del Municipio, la
Piazza delle Capre e la Via Crucis.
Il
ricavato di questa iniziativa garantirà le risorse necessarie a
rivedere o creare alcuni servizi fondamentali per i cittadini: “Le
voci di spesa per un comune che vuole rimanere competitivo e attrattivo
sono tante, dal garantire il miglioramento delle infrastrutture, come
strade e ferrovie, ad un numero maggiore e più efficiente di strutture
pubbliche dedicate alla formazione, come le scuole, o infine alla
possibilità di accedere in modo più semplice ed immediato a servizi di
connessione a internet più veloci, per riuscire anche noi ad evolverci
verso i concetti più innovativi di città smart” – conclude il
Sindaco Pensa.
#Esinoinvendita
Per
ulteriori informazioni e per il video del Sindaco Pietro Pensa visitare
il sito vendesiesino.it
Anche la
navigazione del sito (prudentemente silenziato dopo la rivelazione
della provocazione, ora rimanda alla campagna di Eolo) era stata
comunque pensata per non allontanare subito l'impressione che
la vendita fosse vera.
Per esempio poteva
essere credibile l'adozione di una via del "piccolo comune in via di
spopolamento". Essa si rifà alla dilagante moda delle adozioni di ogni
cosa.
Dove il Pensa e i suoi spindoctors hanno fatto un passo falso è stata
la via Crucis. Vero che, a differenza di tutto ciò che riguarda la
religione islamica, oggi il dileggio del cristianesimo e dei suoi
simboli è del tutto sdoganato anche nei paesi ex-cattolici, ma
l'arroganza del pensiero unico neoliberale degli ispiratori della
campagna non ha fatto i conti con la sensibilità di chi si ostina a
ritenere che sia ancor oggi valido il detto che si possa scherzare con
i
fanti ma sia meglio lasciare stare i santi. C'è un confine che Pensa e
i suoi hanno superato nel loro "gioco" offendendo il parroco e i
parrocchiani.
La
via Crucis dell'artista artista
Michele Vedani, realizzata nel 1939-1940, è un'opera d'arte e una
testimonianza di fede ma, oltretutto, è di proprietà della parrocchia e
non del comune. Non si è
per nulla divertito don Franco Galimberti a quella che, da tutti i
punti di vista, appare come una "provocazione nella provocazione",
degna di quell'avo Pietro Pensa, garibaldino che è il capo della
dinastia Pensa dalla quale sono usciti una bella serie di sindaci.
Anticlericali, sulla scorta del garibaldino, poi fascisti, con podestà
Giuseppe Pensa, poi democristiani e ora
neoliberali con un Pietro, che, però, non è nipote dell'omonimo parente,
il
più famoso dei Pensa, che, oltre che sindaco, fu anche primo presidente
della Comunità montana. L'attuale sindaco è comunque vicino alla
famiglia Pensa che ha esercitato, ed
esercita tutt'oggi, il ruolo di famiglia più influente di Esino.
Peraltro a Esino, da generazioni, i Pensa vengono solo a fare
vacanza e, per il resto del tempo ,risiedono altrove; l'attuale Pietro a Busto Arsizio dove,
casualmente, sta anche lo Steve Jobs italiano, al secolo Luca Spada il
fondatore e ad di Eolo. La
famiglia Pensa (ramo dei sindaci e di chi conta in paese) è tutt'ora
attiva sulla scena con Iolanda, regista dell'evento Wikimania 2016
(presentato dal sindaco pro tempore in carica come "organizzato dal
basso, dalle associazioni", pensando forse a quelle controllate dai
Pensa). Iolanda è anche è coordinatrice dell'Ecomuseo delle Grigne
nonché direttrice artistica del Museo delle Grigne e dell'associazione
Amici del medesimo, sua madre,
Catherine de Serarclens, è vice-sindaco e assessore alla cultura, il
padre Carlo Maria, figlio di Pietro Pensa, è stato sindaco (ereditario)
e assessore alla comunità montana e oggi è presidente degli Amici
dell'ecomuseo delle Grigne/Fondazione Pensa.
Pietro Pensa
Foto Wikipeodia
I Pensa, per decenni, hanno dato lavoro agli esinesi con le loro
officine (che però vennero poi trasferirte a Colico), un fatto che
comporta, ovviamente, duratura riconoscenza e deferenza, anche non si
può
non ricordare che lo sviluppo industriale mise in ombra le potenzialità
agricole e turistiche del paese (quegli interessi diffusi che ai Pensa
non interessava sostenere, anzi). E qui viene da chiedersi: una
dinastia che non ha mai avuto a cuore il turismo (basta vedere come
funziona il parcheggio del Cainallo), per quali fini lancia iniziative
tipo Wikimania e l'attuale "provocazione"?
Wikimania ha creato un effimero "albergo diffuso" che è servito ad
alloggiare a "prezzo politico" i partecipanti dell'evento, con tutto
vantaggio di Wikipoedia, ma senza duraturi vantaggi per il paese.
Oggi la grande notorietà derivante dalla finta vendita del paese, che
ha comportato anche grande
derisione e denigrazione, che vantaggi porterà al paese?
Dal momento che non
c'è (a parte le solite proposte che circolano ovunque) nessuna idea forte di rilancio turistico di Esino, cosa
guadagna il paese dalla sceneggiata del sindaco Pensa? È
subito detto: il
paese avrà il grande onore di essere in cima alla lista dei piccoli
comuni beneficiati da Eolo. Grazie alla visibilità ottenuta il comune è
primo in una classifica di 180 mila
votanti, in pole position per spartirsi il milione di euro messo a
disposizione da Eolo. Qualche decina di migliaia di euro per
completare la banda larga (lascito di Wikimania, alla quale era
peraltro
indispensabile per realizzare l'evento stesso) e per ultimare il
cinema. Chiunque può arrivare a capire che partecipando a bandi della
Regione Lombardia o della Fondazione Cariplo sarebbe stato possibile
ottenere le risorse necessarie. Così, però, Pensa si accredita come un
possibile "guida" dei piccoli comuni mentre la sua comunità subisce le
beffe della finta vendita del paese a pro di una grande società
commerciale.
Nella società neoliberale del buonismo e dello spettacolo (mai
gratis), il business ha imparato che deve sempre
mimetizzarsi dietro presunte azioni dettate da responsabilità sociale.
Il vantaggio è duplice: da una parte c'è chi si fa sfruttare e spennare
quasi soddisfatto, convinto di contribuire a nobili cause (in questo le
Ong sono maestre, anche se le altre corporation stanno imparando bene
da loro), dall'altra si contribuisce a delegittimare le istituzioni
politiche, quelle che - almeno in teoria - rappresentano tutti. Si
sottolinea come gli enti politici, dallo stato in giù, siano "senza
risorse", appesantiti dalla burocrazia, lenti e inefficienti per
favorire l'azione di "supplenza" di organizzazioni che, al di là della
facciata e dei proclami, fanno l'interesse del management e degli
azionisti (del solo management nel caso delle Ong). Eolo non "salva" i
piccoli comuni. Innanzitutto i "regali" sono in larga misura collegati
ai servizi offerti (fixed wireless ultra broadband che, tradotto,
vuol dire internet veloce senza cavi non da satellite ma da un sistema
di antenne che ritraspettono il segnale). In secondo luogo i "regali"
stanno creando una pubblicità strepitosa che sarebbe costata molto di
più con mezzi tradizionali. Su un fatturato di 130 milioni di euro e
7,3 milioni di utili netti, un milioncino di pubblicità per un'azienda
rampante (con qualche inconveniente come l'arresto di Spada dello
scorso anno per uso
illegittimo di frequenze) non è un'enormità(meno dell'1% del fatturato).
Dello spopolamento non me ne
frega un cazzo (firmato Sgarbi)
Coinvolto nella vicenda,
l'onnipresente Sgarbi si è aggregato all'iniziativa di "svelamento"
dell'arcano dietro la vendita di Esino Lario. Per quanto a volte
sgradevole, al personaggio va riconosciuta una certa dose di sincerità.
Ovviamente lui si preoccupava (a parte il desiderio compulsivo di
visibilità) delle opere d'arte di Esino e, venuto a conoscenza delle
motivazioni buoniste di Eolo e di Pensa, ha dichiarato con candore:
"dello spopolamento non me ne frega un cazzo". Forse anche disgustato
della retorica melensa sui "piccoli comuni che muoiono" che ha
accompagnato la conferenza stampa con Massimo Castelli (rappresentante
dell'associazione piccoli comuni) e il sindaco di Esino. Alla fatidica
conferenza stampa dell'11 aprile in Regione Lombardia ha fatto, per
fortuna, mancare
all'ultimo momento la sua presenza il presidente Fontana,
provvidenzialmente avvisato da qualche uccellino che gli ha bisbigliato
all'orecchio che stava per cadere in una trappola. Altrimenti avremmo
avuto il vertice dell'istituzione a fare pubblicità a Eolo.
Fare
pubblicità a Eolo sarebbe stato grave per la Regione perché avrebbe
significato abbassarsi al livello di Pensa che, con Eolo ha un trait-d'union dai tempi di Wikimania, essendo stato
Eolo uno degli sponsor principali. Eolo non fa un servizio sociale, si
è infilato intelligentemente in una nicchia lasciata libera dal sistema
tlc. Con l'operazione Esino Lario si è fatta conoscere da un sacco di
potenziali clienti che, è bene ricordare, non regalano i loro servizi
(carucci per molti abitanti dei piccoli comuni di montagna) tanto è
vero che fanno buoni utili.
Da tutta questa storia vorremmo che risultasse demistificata anche la
credenza che la banda larga ferma lo spopolamento. È tipico
dell'ideologia neoliberale far credere che i problemi sociali si
risolvano con la tecnologia, acquistando servizi, consumando in modo
"giusto" (basta pensare come lo stesso accada con i problemi
ambientali, che sarebbero risolti consumando i prodotti con i bollini
del panda e di Legambiente e sviluppando tecnologie "verdi"). La
banda larga aiuta chi vuole restare in montagna se è sorretto da
motivazioni, ha progetti, ha supporti. Se la burocrazia e il fisco
continuano ad applicare le stesse regole che valgono per le imprese
metropolitane, se la politica spinge ancora per la denatalità, se le
norme ambientali mettono i bastoni tra le ruote a chi vuole coltivare,
allevare, gestire i boschi, se paghi la multa se tagli le piante che
mangiano i prati e stringono d'assedio gli abitati, se orsi e lupi -
mascotte dei metropolitani - restano idoli intoccabili e si
moltiplicano (insieme ai cinghiali e agli altri ungulati), possiamo
portare le bande più larghe del mondo in montagna ma non ritardiamo di
un giorno la sua morte.
Montagna
sfregiata
(09.04.19)
Jovanotti, montagna emercificazione
neoliberale
Messner interviene contro il mega concerto estivo
di Jovanotti/ WWF sulle Dolomiti (Plan de Corones) e
gliambientalisti si offendono. Se lo fanno un cantante buonista
ecomondialista e il WWF allora anche un concerto pop a 2275 m
diventa sostenibile e guai a chi contesta.
(03.04.14)
Firma contro il vandalismo motorizzato sulle montagne lombarde
(superate 20 mila firme oggi)
Il Cai Lombardia ha lanciato una petizione
online che viaggia verso 30 mila firme. Si tratta di far capire al
Consiglio Regionale che le deroghe che allargano i paletti della
normativa, peraltro già poco rispettata, possono avere un effetto
deleterio. I costi del transito motorizzato illegale su pascoli,
mulattiere e sentieri sono ingenti. Esso compromette la fruizione e
l'immagine di una montagna che può e deve rilanciarsi in una
prospettiva di ecoturismo rurale
(17.01.14)
A Gromo (BG) va in rovina un complesso architettonico di proprietà
comunale
La Lombardia fa di tutto per cancellare la sua storia
e la sua identità. Nel 1984 la prima Comunità Montana della
Valseriana Superiore aveva censito un enorme e prezioso patrimonio
rurale vernacolare. Ma poi per il suo recupero e la valorizzazione i
soldi non ci sono mai (per la speculazione immobiliare cammuffata da
industria sciistica e le biomasse invece si)
(14.01.14)
La Lombardia merita una rete sentieristica
Intollerabile il ritardo di una regione "avanzata" in materia di
valorizzazione di una infrastruttura così importante come la rete
sentieristica. Per di più da parte di una regione largamente confinante
con la Svizzera, paese che dal 1985 ha varato la rete federale e
cantonale dei sentieri . Una politica miope che continua a trascura la
mobilità lenta per puntare ancora su sci e autostrade
(30.10.2013)
Il marcio dietro il Luna Park bianco
Lo scandalo della società comunale Sviluppo Turistico Lizzola minaccia
la stagione sciistica in alta Valseriana. Un torbido vortice di soldi,
di firme false, di bilanci aggiustati. Un sindaco-bancariolicenziato
dalla banca e accusato di appropriazione indebita aggravata. Compensi
al di là della legge per gli amministratori. Il fallimento annunciato.
E una centrale a biomasse che doveva salvare i bilanci e lo
affondadefinitivamente
(06.10.13)
TAV violenza contro le valli
Mentre in val di Susa anche la vendemmia è
militarizzata, in val Scrivia (Liguria) è in atto la resistenza agli
espropri del "Terzo Valico" una linea ancor più inutile della
Lione-Torino che serve ad accontentare banche e imprese escluse dalle
tratte principali. Intanto si assimila il movimento al terrorismo
(15.01.13)
Il retro triste del Luna Park (Orobie) Un
rifugio che già da diversi anni era dato per "temporaneamente chiuso",
una specie di discarica, un cadavere insepolto,
vandalizzato. In mezzo alle piste
(28.01.13) E lo chiamano ecotunnel (Madesimo/Piuro)
(SO)
Ancora progetti hard di "sviluppo sciistico" nella
montagna lombarda. Si progetta un tunnel di 3,5 km per raggiungere una
valle dove oggi si arriva a piedi o in funivia e con gli sci. E si
prende anche la scusa di favorire gli alpeggi. In una Valle Spluga con
alpeggi sottocaricati e abbandonati anche quando serviti da strade
(19.09.12) Val Seriana Superiore (Bg). Non è solo Luna
Park, c'è di peggio
L'immagine delle valli bergamasche che oggi La Stampa
fornisce ai propri lettori è desolante. Ruralpini e
diversi amici della Val Seriana che amano la montagna hanno
lanciato un allarme sul "Luna Park Orobie", sull'uso sempre più
massivo di mezzi motorizzati su sentieri, mulattiere e pascoli.
Amministratori (non tutti), operatori turistici, politici hanno
risposto sdegnati: "si ingigantiscono fatti marginali", "si getta
discredito gratuitamente", "polemiche inutili e pretestuose". Ma di
fronte ad una lettera (privata) dello scrittore Davide Sapienza - che
denunciava una domenica di ordinario Luna Park (e peggio) per di più
'giustificato' strumentalizzando i disabili - un redattore del
quotidiano torinese ha chiesto di pubblicarla. Una promozione
all'incontrario su cui gli operatori locali farebbero bene a riflettere
e una denuncia che dovrebbe spingere il Cai ad una posizione un po' più
coraggiosa
(02.09.12)
Orobie: Orso, Neviland, e... mattone
Yvan Caccia, il neo presidente leghista del Parco
delle Orobie bergamasche definisce "provocazioni" i rilievi sulla
trasformazione della montagna orobica in un Luna Park. "Prima di tutto
c'è l'uomo". In realtà dietro la demagogia c'è una malissimo celata
difesa del mattone e del progetto Comprensorio sciistico
Colere-Lizzola/Neviland. Intanto lancia il nuovo simbolo ruffiano del
Parco: l'orso leggi
tutto
(21.08.12)
Montagna Luna-Park in Val Seriana (Bg)
Questa estate Son e Lumière alle
cascate del Serio. Le cascate sono uno spettacolo di per sé con i loro
315 m, reso evento "tradizionale" dallo sfruttamento idroelettrico che
concedeva un tempo solo due volte all'anno il deflusso naturale. Ora
l'Enel, per esigenze di immagine, apre 5 volte, anche in notturna.
E già che ci siamo: fuochi d'artificio e musica. Ma è inseguendo
emozionalità pura e spettacolarizzazione che si valorizza la
montagna? Intanto in Val Seriana si va avanti per questa strada: si
promuove l'uso dell'elicottero come fosse una giostra e si progetta di
portare masse escursionistiche sulla vetta della Presolana. leggi
tutto
(19.08.12)
Aggressione legalizzata (o tollerata) alla montagna (Bg)
In questi giorni su certi sentieri dell'alta vel
Brembana ho incrociato più moto che escursionisti. Una pratica vietata
ma tollerata. Se poi pensiamo che mei prossimi giorni si organizzeranno
anche delle gare di enduro e motocross... Tutte cose non solo tollerate
ma anche incoraggiate dalle amministrazioni (che poi si riempiono la
bocca di ambiente e sostenibilità). E gli ambientalisti dove sono?
(03.02.12)
Valtellina: Patrizio del Nero, il politico della "montagna da
bere" al capolinea
L'articolo di ieri su La Provincia ha avuto l'effetto
di un rintocco di campane a morto per Patrizio Del Nero. Sfiduciato
quale presidente del consiglio provinciale (anche a seguito della
vicenda del Parco eolico) ora è sfiduciato anche come "manager" dal Cda
del Distretto agroalimentare per via del fallimento della Mostra del
Bitto. E come se non bastasse c'è la vicenda di Fly emotion il Luna
Park della montagna con la ditta trentina che non è mai stata pagata
per il lavoro eseguito
(29.02.12) NO TAV: quando la montagna è espropriata
anche della protesta
Il movimento No TAV è diventato un pretesto per gli
estremisti in servizio permanente effettivo. Chi imbratta i muri
di Milano (foto mia a fianco) o organizza i blocchi a Lecce parla in
nome di una valle che non sa nemmeno dove si trovi. Le Terre alte le
loro battaglie le vogliono combattere con la partecipazione e la non
violenza
(12.01.12)
Circo bianco a tutti i costi. Proteste in alta val Seriana
(BG) ma anche a Milano
Una stagione con poca neve e temperature elevate
riapre la discussione sulla sostenibilità dell'industria dell"oro
bianco". Una monocoltura che ha imposto un modello di sviluppo
distorto e dipendente alla montagna. La protesta degli abitanti di
Cassiglio e Valbondione che si vedono "rubare" le neve per portarla
assurdamente in una Milano dalle temperature di inizio primavera
diventa il simbolo di una reazione (che va ben al di là di 5mile mc di
neve artificiale).