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8 marzo: cosa fanno oggi le pastore? Semplice: le pecore devono mangiare anche oggi

di Michele Corti


Ruralpini non ha mai "celebrato" l'8 marzo. Non per spirito "patriarcale" (nelle radici della cultura rurale c'è tanto il patriarcalismo quanto il matriarcalismo) ma perché queste giornate sono occasione di fastidiosa retorica.

Quest'anno rompo la tradizione perché ).

Qualche giorno fa Anna Arneodo di Coumboscuro (una piccola frazione in val Grana) ha affidato a Ruralpini un breve scritto "Ci uccidete senza sporcarvi le mani", un atto di accusa contro la società urbana che con la burocrazia, la globalizzazione, il lupo eretto a bandiera, sta attuando la "pulizia etnica" delle nostre montagne, in modo meno cruento di quello dei nativi in Amazzonia o in altre parti del mondo.

La lettera di Anna, postata il 28 febbraio  è stata visualizzata 35.909 volte  ad adesso e ha ottenuto  9,6 mila condivisioni su facebook. E' stata anche ripresa da Repubblica e da molti siti. Così Anna, che ha ricevuto una valanga di email (quasi tutte di solidarietà) da cittadini ma anche da pastori e pastore, sta lavorando con Marzia Verona che è capraia ma anche blogger e scrittrice (il sui blog pascolovavante è notissimo tra allevatori e pastori ed è divenuto anche un libro pubblicato da Laterza) e con Anna Kauber, la regista che da due anni lavora a una straordinaria videoinchiesta attraverso l'italia su Pastore: femminile plurale. Un progetto che l'ha portata a conoscere da vicino 100 pastore in tutta Italia e che ora ha provato una casa di produzione e diventerà un film. Queste donne, insieme ad altre come Laura Zanetti, redattrice di Ruralpini e fondatrice dalla Libera associaizone malghesi e pastori del Lagorai e ad altre pastore dalla Lessinia alla Maremma senza ignorare nessuna regione italiana, stanno pensando di rivolgersi da donne all'opinione pubblica e - in qualche modo - anche a quelle istituzioni che sono troppo sovente sorde di fronte ai gravi problemi del mondo agricolo e rurale (ma inveve attente a compiacere animalisti e forti lobby economiche).

Cosa fanno l'8 marzo le pastore?  Anche oggi le pecore devono mangiare

E l'8 marzo cosa c'entra? Anna Arneodo per l'8 marzo mi ha detto: "mettiamo solo questa frase per l'8 marzo: «Cosa fanno oggi le pastore?  Anche oggi le pecore devono mangiare».

Rispettando l'idea di Anna finisco qui. Ricordando solo che se l'8 marzo nasce come celebrazione dello sfruttamento delle donne da parte dell'industria è anche bene ricordare che le donne in tutta la fase della prima industrializzazione hanno spesso continuato a lavorare in campagna, ad accudire gli animali, i piccoli, gli anziani. E quando gli uomini abdavano in fabbrica o in emigrazione stagionale (miniere, boscaioli, edilizia) a loro restava la carretta delle mini "aziende" agricole da tirare avanti. Alle donne contadine andrebbe un riconoscimento doppio, alle pastore triplo perché si sono dovute muovere (e tutt'oggi si muovono) in un ruolo spesso di appannaggio patriarcale, sperimentando una difficile autosufficienza rispetto alle componenti maschili.

A loro, alle donne contadine, pastore, montanare l'omaggio delle foto dell'amico Giampiero Mazzoni che nel 2001 con la sua piccola casa editrice Progea ha pubblicato foto dall'interno del mondo rurale alpino. Che, più in profondo e con maggior vicinanza rispetto a quelle di più celebrati fotografi, ci hanno consegnato un mondo che non va dimenticato.








 

 

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