schiscia/clicca
"mi piace"
Ti
interessa una forma in dedica di storico ribelle ? vai a
guardare qui
Articoli correlati sullo "STORICO
RIBELLE"
Forme
in dedica:un
fatto di costume
(14.05.17)
Assume i contorni del fenomeno di costume il successo delle forme in
dedica adottate da consumatori-coproduttori. Non solo una forma di
commercializzazione etica e creativa ma anche modalità nuove di
comunicare attraverso il cibo idee e valori
Gran
formaggio d'alpe orobico (per
una storia a tutto tondo)
(21.02.17) Riflettendo
su una storia di differenziazioni e perimetrazioni più o meno
artificiose, sovrapposizioni, scambi di identità, emerge l'esigenza di
una riconsiderazione complessiva di una vicenda casearia che ha spinto
a concentrare l'attenzione (spesso conflittuale) sulle denominazioni:
"branzi", "bitto", "formai de mut" (ma si potrebbero aggiungere anche i
cru monoalpeggio, di cui il "camisolo" è stato precursore).
Il
Dizionario del bitto ribelle (01.01.17)
Un 'regalo' di inizio anno agli amici dello 'storico ribelle' (il
bitto della tradizione).
Lo
storico ribelle che porta benefit alla società e
all'ambiente
(23.12.16)
Dal 29 novembre la Società Valli del Bitto (meglio nota come
"ribelli del bitto") è bcorp. Una formula che impegna le
società a promuovere vantaggi (in inglese "benefit") per
la società, la comunità locale, l'ambiente. Riducendo, attraverso
le sue attività (e nonla beneficienza) gli impatti negativi per le
persone e l'ambiente e determinando impatti positivi.
Valtellina
che gusto... industriale
(23.11.16) Uno
stile industriale di marketing del fasullo per promuovere un
agroalimentare industrializzato, banalizzato, omologato. Sperperando
i soldi di chi paga le tasse. Ma non basta. Dopo aver
espropriato il bitto storico del nome "bitto" la promozione
"ufficiale", continua a mimetizzare il bitto "legale"
ovvero quello "Nuovo omologato" con lo "Storico
ribelle" (il vero bitto che si fa come secoli fa).
Ribellarsi
è giusto e paga
(17.11.16)
Lo storico ribelle, liberatosi del nome "bitto" che ormai
procurava solo grane (ed esponeva alla minaccia permanente di
denuncia per "lesa dop") va meglio di prima. Chi ragiona
restando nelle coordinate della vecchia politica pensava che fosse un
salto nel buio. Invece i sostenitori aumentano e lo storico ribelle
sbarca in nuovi prestigiosi templi del gusto.
Varrone
e Biandino cuore di ferro e formaggi (28.08.16)
28.08.16
Nei giorni cruciali in cui l'ex bitto storico cambia nome
approfondiamo alcuni aspetti sinora poco messi a fuoco della storia e
della geografia di questo mito caseario
È
ormai bittexit e fa paura ai nemici del bitto storico (17.07.16)
I nemici del bitto storico
non potranno più utilizzarlo come "traino" di
una dop massificata . Non sarà più possibile giocare
sull'equivoco di due produzioni "simili".
E con la fuga del vero bitto dalla dopsi
profila una figuraccia di grandi proporzioni
per la Valtellina
(13.06.16)
Commercianti si spacciano per l'ex bitto storico
Se
si danneggiano i ribelli del bitto si può usare del
tutto impropriamente la denominazione "Bitto storico"
e illegittimanente quella "Bitto".
La storia di una degustazione organizzata
in Umbria da un'incolpevole Ais con il "bitto
storico" ... senza che vi fosse l'ormai ex bitto storico
presidio Slow food
(29.04.16)
Assemblea a difesa delbitto storico il 7 maggio a
Gerola
Lo Storico formaggio
prodotto sugli alpeggi delle Orobie, da secolo noto come
formaggio del Bitto non può essere più chiamato con il
proprio nome. Dopo vent'anni le lobby
politico-burocratico-industriali sono riuscite ad espropriare i
produttori storici. Ma la società civile sta preparando la
mobilitazione
(14.04.16)
Il formaggio Storico dei ribelli del bitto da
Peck
Lo Storico formaggio
prodotto sugli alpeggi delle Orobie è in vendita
da Peck . Quello dell' estate 2015) a 92€ al
kg, quello del 2009 a 26€ all'etto. Il bitto dop dei mangimi e
dei
fermenti , prodotto senza latte di capra, a volte in condizioni
semi-industriali, continua a calare di prezzo
Bitto
storico: rivoluzione permanente (2.10.15)
A
Cheese ques'anno il tema era il formaggio dei pascoli e, complice
anche l'indignzione per il tentativo di imporre il formaggio senza
latte, il bitto storico non poteva che essere al centro
dell'attenzione in quanto "campione" della resistenza
casearia. Ma l'attenzione è stata anche per la sua "rivoluzione
dei prezzi"
(08.09.15)
Nuovi documenti storici incoronano il formaggio Vallis Biti
(bitto storico)
Cirillo
Ruffoni ci ha segnalato nuovi documenti storici che consacrano già
nel Cinquecento il formaggio delle Valli del Bitto. Già
allora riconoscibile rispetto ai formaggi prodotti in
altre zone, tanto da costituire per loro anche un termine di
paragone. Scusate se è poco
(02.09.15)
Bitto storico: un autunno di decisioni e novità
La
stagione d'alpeggio 2015 si sta chiudendo con un bilancio molto
negativo in termini di quantità prodotta, causa della
siccità
di luglio. Sul fronte dei rapporti con le istituzioni l'accordo
siglatonel novembre 2014 si sta rivelando un bluff. Stimoli per
i "ribelli del bitto" per rilanciare con forza
l'originalità delle loro esperienza facendo leva
sui suoi
punti di forza
(23.08.15)
Siccità sugli alpeggi. Colpiti i pascoli più sostenibili
La
grave siccità che ha colpito gli alpeggi a luglio non è
rimasta senza conseguenze. Ma chi soffre di più per il calo di
produzione di latte è chi non usa i mangimi, ovvero chi rispetta il
pascolo e l'ambiente. Così solo i "puristi" si sono fatti
sentire
(22.08.15)
Bitto storico rivoluzionario
Attraverso
la creatività commerciale contadina i ribelli del bitto sono
riusciti a imporre per il proprio prodotto un prezzo etico. Esso
consente un equilibrio economico compensando gli elevatissimi
costi di una produzione che va contro gli schemi della società
industriale e consumistica (che si sono imposti anche
nella produzione agroalimentare)
Articoli per argomenti
|
E' ufficiale: lo "storico " formaggio
si sposta a Morbegno
di Michele Corti
(10.07.17) Con un comunicato
ufficiale della società valli del
Bitto benefit, a firma del presidente Paolo Ciapparelli, è
stato annunciato un importante avvenimento che avrà luogo entro il
2017: l'apertura della nuova sede dello "storico ribelle" presso lo
storico Palazzo Folcher di Morbegno.
Coerente con la sua storia lo "storico
ribelle" ha sempre fatto affidamento sulla generosità e sulla
lungimiranza dei privati cittadini . L'apertura di una sede a Morbegno
rappresenta la realizzazione di un sogno: il formaggio storico trova
"casa" in una sede prestigiosa, con secoli di storia alle spalle, in un
contesto che rappresenta un riferimento noto e importante nella città.
Grazie alla generosità e agli illuminati intendimenti della famiglia
Colombini, gli attuali proprietari, che si sono assunti
l'onere di un impegnativo restauro conservativo e che concederanno in
uso alcuni spazi alla società valli del Bitto benefit. Essa, da parte sua, si impegna a realizzare
un ambizioso progetto di valorizzazione dell'immobile ma anche della
porzione urbana in cui inserito, della città e del mandamento.
I
locali dell'attuale "casera" di Gerola (foto sopra l'esterno)
verranno comunque utilizzati
sino alla scadere del contratto, nel 2033. I canoni d'affitto, sono
stati infatti corrisposti anticipatamente al comune di Gerola. Gli
orari e i giorni di apertura saranno però, una volta aperta la sede a
Morbegno, riconsiderati alla luce delle esigenze della società .
Il Giorno del 4 luglio 2017
A
Morbegno perché il territorio di riferimento va oltre le valli del Bitto
La
scelta dello spostamento a Morbegno
del cuore dell'attività dello "storico ribelle" è legata alla volontà
di allargere il territorio di riferimento di questa storia affascinante
di formaggi e di alpeggi oltre la "ridotta" delle valli del Bitto.
Morbegno, storicamente legata alla commercializzazione del formaggio
bitto anche di un'area più vasta, rappresenta la sede naturale per un
nuovo ciclo di una storia antica.
La Provincia del 3 luglio 2015
Dove si
va? Una collocazione che non potrebbe essere più bella: il Palazzo
Folcher
Il palazzo, ristrutturato nel XVIII
secolo (come denuncia la facciata), presenta una struttura originaria
medioevale costituita da ambienti sotterranei voltati adibiti a
cantine e magazzini e da stanze, collocate al piano terreno e a
quello
soprastante, utilizzate come botteghe e abitazioni. Originariamente
l'area dove sorsero le strutture originali era rappresentata da una
porzione urbana caratterizzata dalla presenza di case-botteghe. Lo
spazio sul quale si affaccia l'attuale palazzo era chiamato "Piazza
grande" poi, dal Seicento, "Trivio del mercato". Il tutto a
sottolineare la funzione commerciale legata alla posizione tra il
nucleo urbano centrale e le vie di comunicazione (il vicino ponte sul
torrente Bitto).
Il palazzo
attuale prese forma anche annettendo strutture
vicine. Esso assunse nel complesso un aspetto signorile in coerenza con
le trasformazioni del periodo che vide la crescita d'importanza della
zona per la presenza di altri palazzi nobiliari, edificati da eminenti
famiglie (palazzo di vicolo Scenaia, palazzo Melzi). Non cessò, però,
di svolgere funzioni anche di tipo commerciale e di rappresentare un
elemento riconoscibile per la città, specie nell'Ottocento con
l'importanza del caffè che vi trovò sede e che nel Novecento, divenuto
"caffè-pasticcieria Folcher" ebbe il suo apogeo nella belle époque, ma restando a lungo l’elegante ritrovo della
borghesia locale. Esso rappresentò un luogo accogliente per gli
intellettuali, una specie di caffé letterario, con tanto di biblioteca
a disposizione degli avventori.
Ci piace vedere nel racconto del Folcher
fatto di storia, signorilità, operosità commerciale e artigiana,
cenacolo intellettuale un elemento di grande auspicio, un solco già
tracciato, anche una sorta di premonizione, che per lo "storico" rappresenta una sfida impegnativa ma
anche una fantastica opportunità di cogliere una grande eredità e di svilupparla.
Il nome attuale del palazzo risale agli
inizi del Novecento. Nella seconda metà del XIX
secolo si susseguirono vari proprietari: l'edificio
passò dapprima dalla famiglia Calderari agli Oreglia d'Isola, poi fu
venduto nel 1899 a Giacomo Folcher. La famiglia Folcher proveniva dai Grigioni
ed era (ed è rimasta) ben radicata a Morbegno, da essa uscirono,
canonici, cancellieri, ufficiali dell'esercito, medici. Essa operò il restauro
dell'edificio al piano terra del palazzo settecentesco.
Grazie
ai valori storici (come
si deduce dalle brevi note sopra riportate) , a quelli di
integrità archettonica esterna ed interna, alla preziosità degli
apparati
decorativi, alla complessa e pregiata architettura, la Direzione
per i
beni culturali e artistici della Lombardia ha decretato
(7.11.2014) che il bene "Casa Folcher e giardino" è da
considerare "di
interesse storico-artistico e storico-relazionale particolarmente
importante" ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del
Paesaggio. Ciò significa che il bene è sottoposto a tutte le
disposizioni di tutela (vincoli) contenuti nel
Codice stesso.
La
ricca facciata, a buona integrità dell'assetto
interno e del
suo apparato decorativo permettono di segnalare l'edificio
quale
notevole esempio dell'arte e della storia della città di Morbegno .
|
Vediamo allora come si presenta la
struttura dell'edificio (che era al tempo stesso destinato ad
abitazione e ad attività comemrciali) . Esso si
sviluppa su tre livelli. Un ampio androne immette su una corte
porticata sulla quale si affacciano vari ambienti. Due ampi
locali dei vari appartamenti di cui si componeva
l'edificio sono di particolare pregio: uno presenta un soffitto
con decorazioni a stucco con motivo
araldico centrale, databile agli anni
'70-'80 del XVIII secolo. Un
secondo ambiente, collegato al
precedente, permette l'uscita su
una terrazza affacciata sul giardino. Anch'esso
presenta pareti e
soffitto interamente dipinti.
Come
verranno utilizzati gli spazi
Lo "storico ribelle"
utilizzerà un'ampia sala a piano terra con accesso diretto dal cortile
principale, sala che presenta dei dipinti di natura floreale che ben si
intonano con l'ampio giardino verso il Bitto a cui si accede
direttamente con apposita scala. In questo spazio verrà allestito il
punto di degustazione e vendita dei prodotti tipici. L'apertura di
questo spazio consentirà di valorizzare al meglio non solo lo "storico"
ma anche tutti i prodotti dei casari-alpigiani dello storico formaggio
d'alpeggio e quelli dei produttori che, in Valtellina e nelle Orobie,
si stanno
mettendo in rete con i "ribelli del bitto". Saranno valorizzati i
prodotti (non solo caseari) di contadini (singoli o associati) che
credono nei valori di
una nuova agricoltura etica e resistente, aperta all'innovazione e alla
cooperazione ma anche salda nella tradizione, capace di porsi come
espressione della cultura e dell'economia del territorio e di
interagire in modo virtuoso con altri operatori del commercio e del
turismo.
La corte interna in fase
di ristrutturazione
Non a caso nel progetto di
valorizzazione degli spazi concessi nell'ambito del Palazzo Folcher si
parla esplicitamente di presidi Slow Food (non solo "storico
ribelle" ma anche i prodotti della capra orobica e il costituendo
presidio del formaggio invernale prodotto in azienda, con latte crudo ,
senza fermenti e dal latte di sole razze alpine. Non si venderanno solo
formaggi ma, operando in modo
molto selettivo la scelta dei produttori, anche altri prodotti a
partire da quelli degli amici del grano saraceno di Teglio e
di alcune cantine valtellinesi particolarmente "eroiche". A fianco del
punto vendita sarà attiva, su prenotazione, la possibilità - per gruppi
di 20-30 persone - di assistere a filmati e degustazioni guidate in un
contesto solenne e di straordinaria valenza architettonica. Come
nell'antico caffé vi saranno libri e altri materiali da consultare. Si
punterà
sull'arrivo di gruppi interessati e motivati, come del resto
avviene già a Gerola (con la differenza che sarà possibile accogliere
un flusso maggiore di visitatori in considerazione della migliore
accessibilità).
Oltre
agli spazi
descritti, lo
"storico ribelle" utilizzerà, dando loro nuova vita, due ulteriori
piani delle sottostanti cantine di costruzione tardo medioevale.
Gli spazi si
sviluppano su una superficie di 200 mq di ambienti voltati in pietra
naturale. Le cantine saranno accessibili dal giardino e dalla scala
principale e serviranno per lo stoccaggio e la stagionatura dello
"storico ribelle" con la possibilità di accesso al pubblico, anche
internazionale, per visite
guidate in quello che sarà un vero e proprio museo, al tempo stesso
vivo, ma anche ricco di documenti storici e suggestioni. L'allestimento
sarà finalizzato al racconto di quella che sembrava (in
apparenza) una storia di contadini di montagna del passato e che sta
diventando, come è stata definita da giornalisti venuti dal Giappone,
una storia di Maestri del futuro.
Le strutture
saranno
mantenute integralmente nella loro conformazione e con i materiali
originari che testimoniano secoli di storia.
Le cantine
del Folcher,
risalenti almeno al XV secolo, si sviluppano su più livelli, creando la
possibilità di una suggestiva ambientazione, un circuito di visita del
"museo del formaggio e della storia" senza alterare minimamente le
strutture nè la primitiva funzione commerciale. Un nuovo impulso per lo
"storico ribelle", ma anche per la città di Morbegno
L'aspetto emozionante, che non
mancherà di far presa sui visitatori, è che le
cantine sono coeve del periodo in cui il formaggio della valle del
Bitto assumeva le caratteristiche conservate sino ad oggi dallo
"storico ribelle". Non sappiamo per certo se in queste cantine (che
probabilmente in alcuni periodi della loro storia erano anche aperte al
pubblico) si stagionava il formaggio, ma è molto probabile. Quello che
sappiamo è che le ricche famiglie valligiane (proprietarie di alpeggi e
miniere) spostarono nel tempo la loro attività a Morbegno nel contesto
di una intensa circolazione di persone, famiglie, imprse, capitali che
interessava il Lario, la Valsassina, la Valbrembana. Sappiamo anche
che il commercio del Bitto (anche se in volumi inferiori a quelli
esitati sulla piazza dei Branzi in Valbrembana) coinvolgeva Morbegno
anche ben prima del boom degli inizi del Novecento, con l'apertura della
casera sociale e l'avvio della mostra dei formaggi valtellinesi. Non è
escluso che nuove indagini storiche gettino nuova luce su questi
aspetti di storia morbegnese.
In
ogni caso a Gerola i
muri della
"casera" erano stati costruiti di fresco e sono stati valorizzati dalle
teste e dal cuore di coloro che li hanno arredati e abitati, dalle
storie con l'anima
che essi hanno saputo raccontare e ricostruire. Al Folcher sarà
diverso: le teste saranno le stesse ma saranno gli stessi muri
storici ad incrementare il valore del progetto, a "parlare" ad entrare
in risonanza con le forme di "storico", i suuoi profumi, i racconti.
Un punto di riferimento culturale oltre che
di eccellenza gastronomica
Coerentemente con
la propria mission la società valli del Bitto benefit si prefigge di
organizzare, al di là dell'attività commerciale e della gestione del
museo, anche eventi particolari di carattere culturale e gastronomico.
A
tal fine la proprietà gli spazi concederà anche l'utilizzo
dell'affascinante sala delle feste, anch'essa collegata (come lo spazio
vendita) direttamente al giardino di 400 m2, con affaccio sul Bitto e
sulla biblioteca dell'architetto Caccia Dominioni.
La Sala delle feste in
fase di restauro
La rete di relazioni che
lo "storico ribelle" (e ancor prima il bitto storico) hanno saputo
intessere non solo con importanti protagonisti dell'agroalimentare di
eccellenza, enogastronomi, giornalisti ma anche con esponenti del
mondo artistico e letterario, con associazioni quali il Fai consentirà
di rinverdire i fasti del Folcher quando era punto di riferimento anche
culturale della vita morbegnese. Si parlerà di cibo ma intrecciandolo
alla storia, all'arte, alla letteratura, ai temi dell'ecologia e di una
nuova etica (ed estetica) della terra e del cibo.
Per alcuni
eventi particolari vi sarà la possibilità di utilizzare il giardino con
affaccio sul torrente Bitto
Al di là del valore di "officina" di
idee e di iniziative ricvolte
alla città del Bitto, il progetto di
valorizzazione del Folcher all'insegna dello "storico ribelle" si
prefigge di attirare a Morbegno da una vasta area della Lombardia un
pubblico interessato alla qualificatissima offerta di prodotti
agroalimentari attento ai temi proposti attraverso
le proposte culturali e gastronomiche. Dal momento che la società valli
del Bitto non si propone di esercitare attività commerciali su ampia
gamma merceologica né, tantomeno, quelle di ristorazione, le attività
che verranno innescate apriranno ampi spazi di
collaborazione, e complementarietà, con gli operatori del settore del
commercio,
della ristorazione, dell'ospitalità alberghiera, con l'auspicio di
contribuire
alla costruzione di un polo di eccellenza nel turismo gastronomico
capace di catalizzare l'attenzione ad una platea internazionale e di
relazionarsi con attività ed eventi a Milano, Bergamo ed altre città.
In tutto questo potrà
svolgere un'azione positiva anche l'amministrazione comunale che ha già
dimostrato interesse al progetto attraverso la partecipazione al
convegno dell'11 marzo presso il Museo civico promosso dalla società valli del Bitto benefit e
dalla rete "Territori del cibo" e patrocinando
il successivo convegno di Bergamo della rete "Territori del cibo".
Quando?
Entro il 2017. Intanto,
però, lo
"storico ribelle" ha bisogno dell'aiuto di tutti coloro che lo ammirano
e credono al significato dei valori e dei modelli che incarna. Si può aiutare in tanti modi.
-
Partecipare alla
campagna di azionariato popolare.
Dopo
il cambio di statuto per divenire Società Benefit, secondo la
nuova legge in vigore dal 1 gennaio 2016, la Società Valli del
Bitto riapre la campagna di azionariato popolare. Società benefit
è quella che non mira solo al proprio utile ma a vantaggi per la
società, il territorio, l'ambiente.La Società Valli del Bitto punta
solo alla sostenibilità economica e non al lucro. Senza di essa non
potrebbe conseguire i propri scopi che sono in primo luogo garantire -
attraverso la valorizzazione economica - la sopravvivenza del formaggio
"storico ribelle" (ex-bitto storico) con tutto il suo sistema di
produzione in alpeggio che rappresenta un monumento di cultura e di
biodiversità. Lo "storico ribelle" è Presidio Slow Food, il
presidio che - a detta di Slow Food - incarna forse al meglio il
principi del cibo "buono - pulito - giusto". Tutti possono partecipare
a questa Società che incarna l'ideale dell'agricoltura etica sostenuta
dalla comunità che, a sua volta, sostiene il territorio. Si diventa
soci anche solo con 150€ ( con un tetto di 20 mila €). A tutti i soci
viene riconosciuto un "dividendo etico" in natura pari al 2% del
capitale sottoscritto e uno sconto del 10% sul prodotto Tutti i soci
partecipano all'assemblea e al pranzo sociale. Per sapere come
associarsi: TEL. 334
332 53 66 info@formaggiobitto.com
- Adottare
una forma in dedica vai a
guardare qui
- Offrirsi
come volontari per le varie attività culturali e sociali svolte dalla
società valli del Bitto Benefit e per costituire un'associaizone
di sostenitori dello storico ribelle (scrivete a redazione@ruralpini.it)
|