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Tangenziale di Tirano:
l'ultimo sfregio
La Tangenziale di Tirano in Valtellina, arrivata alla fase del progetto
esecutivo, rischia di danneggiare pesantemente il paesaggio e
l'agricoltura. Tutto perché, per quattro km di tracciato, si vuole tagliare
a metà una piccola area agricola intatta. Ma ci sono due varianti
possibili che forse ridurrebbero i costi oltre agli impatti. Intanto
l'azienda più penalizzata, constatato che le prescrizioni degli enti
non sono state rispettate, ha deciso di ricorrere al Tar. La politica
ha fretta di arrivare all'avvio dei lavori di un'opera che ridurrà i
tempi di collegamento con il comprensorio turistico forte dell'alta
valle e desidera comprimere i costi. Gli interessi deboli
dell'agricoltura
(29.05.19)
La Valtellina è stata irrimediabilmente compromessa dalla disordinata
urbanizzazione lineare del fondovalle che, sino a Sondrio, in fregio
alla statale 38, ha visto il sorgere di una distesa di capannoni e
centri commerciali. Il desiderio del turista, è comprensibile, è di
lasciarsi alle spalle questo paesaggio metropolitano oltre le cui
quinte, sul versante, scorrono in lontananza splendidi vigneti, alte
montagne coperte di scure abetaie, cime innevate, paesi di mezza costa
che hanno conservato la loro fisionomia, chiese. Tutte cose bellissime;
purtroppo viste dalla 38 sono solo un fondale e la visione, sempre più
cinetelevisiva, con la quale guardiamo la realtà, ce le fa sembrare
ancora più lontane. Non è una bella impressione, quella di chi viene in
Valtellina per la prima volta, e il confronto con altre valli alpine è
penalizzante. Chi è diretto verso l'alta valle (la Contea di
Bormio e Livigno), ambiti turistici "pregiati", con una
sviluppata industria turistica (basata prevalentemente sulla neve) ha
sempre desiderato poter correre, come in val d'Aosta, su un'autostrada
a quattro corsie e raggiungere rapidamente la meta. Ovviamente
questa è sempre stata anche l'idea degli albergatori (dell'alta
valle). Peccato che la valtellinesità, nella sua specificità di
paesaggi, architetture, nuclei antichi, gastronomia, la si coglie al
meglio tra Sondrio e Tirano, con Chiuro, Ponte, Teglio, Tirano.
Per gli abitanti e gli esercizi commerciali dei centri "bypassati"
dalla "Nuova 38" le cose stanno diversamente: da una parte le
tangenziali (quella di Morbegno è stata inaugurata l'autunno scorso)
liberano dalla paralisi delle code interminabili che ogni domenica,
quasi tutto l'anno, affliggono/affliggevano la "Vecchia 38" negli
attraversamenti cittadini, dall'altra significano un calo di presenze
turistiche. Se non c'è una forte e precisa motivazione alla visita, il
risucchio della strada veloce induce a saltare una sosta che poteva
essere interessante anche se legata a una fermata occasionale.
Nel caso di Tirano, con la tangenziale ancora da realizzare e le forti
polemiche sul suo tracciato in atto, l'effetto di liberazione
dalle code interminabili che bloccano il vialone tra il centro e il
prezioso Santuario sarà controbilanciato non solo da una perdita di
turisti ma
anche da un vulnus paesaggistico.
A essere devastata dalla tangenziale è la sponda retica a Sud dell'Adda
(in alto nella foto sotto), una zona agricola intatta caratterizzata da
coltivazioni
di mele e pere in buona parte esportate nella vicina Svizzera. Una zona
dove sono presenti solo aziende agricole e fabbricati rurali. Il
passaggio della tangenziale è tanto più grave perché compromette
entrambe le sponde (a Nord dell'Adda c'è la zona industriale). Il
"taglio" del nastro d'asfalto si vedrebbe sin dalla Svizzera arrivando
con il trenino del Bernina (da diversi anni patrimonio Unesco) e dai vigneti
dell'opposta sponda retica (candidati Unesco, ma penalizzati dai
capannoni).
Ben diverse le cose sino a qualche
decennio fa, quando la piana era occupata solo dai campi. Il fatto
singolare è che il grosso dell'impatto della tangenziale di Tirano è
legato a quattro chilometri di
tracciato. Sarebbe una tragedia spostare un po' il tracciato, visto e
considerato che si risparmierebbe sugli espropri?
L'impatto interessa i terreni del conoide
di deiezione fitte di meleti, ma
le criticità maggiori potrebbero essere eliminate con variazioni che
non sconvolgono il tracciato attualmente previsto. In un incontro
recente, svoltosi a marzo presso il comune di Tirano, di fronte
all'Anas che intendeva trattare solo di dettagli di minima sugli
espropri e sull' accessibilità dei fondi, i contadini hanno fatto
presente
che, senza modifiche, la Tangenziale provocherà gravi danni
all'agricoltura. Va precisato che, a causa della forte frammentazione
dei fondi, le lettere di esprorio inviate dall'Anas sono state ben 1200.
L'attuale
tracciato tra la località San Bernardo e la località Ganda, passa a un
km dal fiume, tagliando a metà la fascia agricola tra il fiume stesso e
il bosco. In particolare viene penalizzata la stessa località San
Bernardo (dove esiste una struttura ricettiva) con la chiesetta del
XVII secolo che verrebbe quasi lambita dalla futura tangenziale.
A soffrire, in particolare, sarà, l'azienda Paganini, con la
distruzione di 40 mila mq di frutteti specializzati ad alta
densità (mele igp Valtellina e pere) che, per la raccolta, danno
lavoro a 50 persone del posto, senza contare l'indotto di attività di
trasporto, trasformazione, commercializzazione, stimato in 140 persone.
L'azienda vede i suoi terreni tagliati a metà dal tracciato e relativo sedime per un km. Perché
insistere con un
tracciato che penalizza paesaggio e agricoltura, ripetiamo? Ci sono
infatti due varianti alternative: la prima consiste nello spostare il
tracciato lungo il fiume, su
viadotto (riducendo gli espropri per la roronda di Stazzona e Tirano di circoa 80 mila mq), la seconda, che
salvaguarderebbe il paesaggio e che era quella originaria, prevista nel
progetto del 2004,
la seconda nel spostarlo al margine del coltivo, realizzando una
galleria finestrata.
Il tracciato, che spacca a metà il piccolo ma pregiato territorio
agricolo, era stato pensato
per
avere lo spazio per realizzare gli svincoli sopraelevati, che poi sono
stati eliminati nel progetto per ridurre l’ impatto ambientale e
sostituiti da rotonde di raccordo, per cui non c’è più alcun motivo
stringente per
non schiodare da lì il tracciato.
Va precisato che, ad essere danneggiato, non è solo Paganini; altri
coltivatori più piccoli hanno i terreni tagliati a metà. Un allevatore
si vedrà radere al suo suolo la stalla (foto sotto). Essa è stata
valutata 14 mila euro, indennizzo previsto nel piano espropri, ma se il proprietario desidera continuare
l'attività dovrebbe sborsare oggi circa 50 mila euro per avere uno spazio
analogo (prezzo di ricostruzione).
Analoghe valutazioni al ribasso sono state effettuate per gli altri
fabbricati rurali destinati alla demolizione. Trattandosi di piccoli
coltivatori, spesso part-time, gli interessati, per quanto numerosi e
notevolmente indispettiti, non
se la sono sentita di affrontare un costoso ricorso al TAR. Per lo
stesso motivo non sono ancora riusciti gli sforzi (tutt'ora in corso) per coagulare in un comitato le loro
sacrosante proteste. Resta il ricorso di Paganini a far valere le
ragioni legali degli oppositori.
L'argomento principale su cui si basa il ricorso di Paganini riguarda
il mancato accoglimento delle prescrizioni che diversi enti (Regione
Lombardia, comuni) avevano formalmente richiesto come condizione per il
passaggio alla progettazione esecutiva.
Elio Paganini, il coltivatore
maggiormente danneggiato
L’ attuale tracciato di progetto, del 2009, non appare adeguato alle prescrizioni pubblicate in Gazzetta Ufficiale, n 237 del 11 ottobre 2018 pag. 21 e seguenti (Allegato 1), che prescrivono di apportare modifiche al tracciato previsto nel progetto, ribadendo
quanto già prescritto dal Ministero delle infrastrutture e dei
trasporti – progetto definitivo SS 38 “Accessibilità Valtellina”
lotto 4 – doc.5 foglio Condizioni - Allegato A - Prescrizioni del
16/02/2018 .
Date le criticità territoriali e ambientali [...] sia ulteriormente
affinata la valutazione della possibilita’ di realizzare maggiori
tratti in galleria naturale tendenzialmente
avvicinandosi alla originaria
soluzione progettuale (2004) anche attraverso un più dettagliato
bilancio dei costi delle opere di mitigazione e compensazione
ambientale necessarie a fronte della soluzione ora proposta .
Si
individuino e perseguano miglioramenti progettuali atti a ridurre la
frammentazione del territorio agricolo nel tratto di circa 1 km a monte
della loc. San Bernardo,rispetto al rapporto tra la nuova viabilità e
la riqualificazione di quella esistente.
Valutare
la
possibilità di spostare il tratto della nuova strada in progetto tra
la rotatoria di Stazzona e la contrada San Bernardo posizionandola più
a ridosso dell’ attuale strada prov. (Stazzona/Tirano) fino ad
inglobarla.
Aspetti del
paesaggio che verrà devastato dalla tangenziale
Notiamo, incidentalmente, che la soluzione delle gallerie al margine
del
fondovalle era prevista anche per il tratto di "Nuova 38" della bassa
valle (da Fuentes a Morbegno). Una soluzione abbandonata
per il maggior costo, scartata a favore del tracciato attuale che
taglia
il territorio coltivato (ma tanto in Lombardia di suolo agricolo per
autostrade se ne consuma poco...). Costi elevati, certo, nel caso delle
soluzioni meno impattanti, ma fa rabbia che la
Lombardia - con un residuo fiscale di 54 miliardi annui - non possa
permettersi di evitare ulteriori impatti alla sua più grande valle
alpina regalando turisti alle altre regioni alpine (che godono
dell'autonomia).
Il tracciato che si teme venga realizzato presenta anche
criticità idrologiche e idrauliche. Esso attraversa la fascia A
(di massimo vincolo) del PAI (Piano dell'assetto idrogeologico del
fiume Po). Il Consiglio superiore dei lavori pubblici , nell'adunanza
del 14.12.2017 esprimeva in proposito il parere che gli aspetti idrologici e
idraulici manifestano tuttora criticità che possono avere un impatto
rilevante sul dimensionamento delle opere. Le integrazioni sviluppate
non possono in
sostanza essere considerate risposte completamente
soddisfacenti e
adeguate alle osservazioni già formulate in
precedenza.
Il parere proseguiva mettendo in discussione i criteri di calcolo
delle sollecitazioni idrologiche (eventi meteorici eccezionali desunti
da serie storiche). Infine si precisava come il progetto non chairisse
in modo esauriente l'interferenza con la gestione delle aree di
espansione delle piene con riferimento alle opere di protezione dal
rigurgito delle piene eccezionali. Ora cosa succederà? Sarà il
TAR a giudicare se la progettazione esecutiva può tirare diritto, senza
tenere conto delle prescrizioni.
Peccato, però, che si cerchi di tutelare le buone ragioni della parte
agricola (ma anche altri interessi importanti) ricorrendo alla
giustizia amministrativa, mentre la politica, senza alcun motivo, ha disatteso le prese
di posizione in materia di impatto dell'opera delle stesse istituzioni.
Allegato (per approfondire)
Lettera del
Geom. Santo Spavetti in risposta alle dichiarazioni dell'ass. regionale
alla montagna, Massimo Sartori, in tema di tangenziale, apparse sul
quotidiano La Provincia del 12 maggio 2018
La lettera (apri il PDF) entra nel dettaglio di tutti gli aspetti toccati nell'articolo
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Montagna
sfregiata
Quattro
schiaffi alla montagna
(06.05.19) Fa riflettere la concomitanza di quattro iniziative, quattro
schiaffi alla montagna, promossi dagli stessi ambientalisti e
coinvolgenti anche aree protette. Debole, però, la protesta, proprio
perché la mancanza di rispetto, lo sfregio vengono presentati, in più
casi, come azioni ambientaliste. L'invito è a reagire all'ipocrisia
dominante, al buonismo, alle parole vuote cui seguono fatti di ben
altro segno. In tre casi su quattro sono già state attivate delle
petizioni online che invitiamo a sottoscrivere
La
finta vendita di Esino Lario: Piccoli comuni usati e dileggiati
(18.04.19) Sono tutte amare le riflessioni su quella che è stata
definita
"provocazione" o, con minore benevolenza, la "pagliacciata" di Esino
Lario. Purtoppo è qualcosa di peggio e di più grave. Comunità e
istituzioni (è stata coinvolta anche la Regione Lombardia) sono state
usate per la spregiudicata campagna di marketing di una società
privata, avallandone un ruolo di benefattrice dei piccoli comuni, e
consentendole di realizzare una grandiosa campagna promozionale a buon
mercato
Jovanotti,
montagna e mercificazione
neoliberale
(09.04.19) Messner interviene contro
il mega concerto estivo diJovanotti/ WWF sulle Dolomiti (Plan de Corones) e gliambientalisti si offendono. Se lo
fanno un cantante buonista ecomondialista e il WWF allora anche
un concerto pop a 2275 m diventa
sostenibile e guai a chi contesta
(03.04.14)
Firma contro il vandalismo motorizzato sulle montagne lombarde
(superate 20 mila firme oggi)
Il Cai Lombardia ha lanciato una petizione
online che viaggia verso 30 mila firme. Si tratta di far capire al
Consiglio Regionale che le deroghe che allargano i paletti della
normativa, peraltro già poco rispettata, possono avere un effetto
deleterio. I costi del transito motorizzato illegale su pascoli,
mulattiere e sentieri sono ingenti. Esso compromette la fruizione e
l'immagine di una montagna che può e deve rilanciarsi in una
prospettiva di ecoturismo rurale
(17.01.14)
A Gromo (BG) va in rovina un complesso architettonico di proprietà
comunale
La Lombardia fa di tutto per cancellare la sua storia
e la sua identità. Nel 1984 la prima Comunità Montana della
Valseriana Superiore aveva censito un enorme e prezioso patrimonio
rurale vernacolare. Ma poi per il suo recupero e la valorizzazione i
soldi non ci sono mai (per la speculazione immobiliare cammuffata da
industria sciistica e le biomasse invece si)
(14.01.14)
La Lombardia merita una rete sentieristica
Intollerabile il ritardo di una regione "avanzata" in materia di
valorizzazione di una infrastruttura così importante come la rete
sentieristica. Per di più da parte di una regione largamente confinante
con la Svizzera, paese che dal 1985 ha varato la rete federale e
cantonale dei sentieri . Una politica miope che continua a trascura la
mobilità lenta per puntare ancora su sci e autostrade
(30.10.2013)
Il marcio dietro il Luna Park bianco
Lo scandalo della società comunale Sviluppo Turistico Lizzola minaccia
la stagione sciistica in alta Valseriana. Un torbido vortice di soldi,
di firme false, di bilanci aggiustati. Un sindaco-bancariolicenziato
dalla banca e accusato di appropriazione indebita aggravata. Compensi
al di là della legge per gli amministratori. Il fallimento annunciato.
E una centrale a biomasse che doveva salvare i bilanci e lo
affondadefinitivamente
(06.10.13)
TAV violenza contro le valli
Mentre in val di Susa anche la vendemmia è
militarizzata, in val Scrivia (Liguria) è in atto la resistenza agli
espropri del "Terzo Valico" una linea ancor più inutile della
Lione-Torino che serve ad accontentare banche e imprese escluse dalle
tratte principali. Intanto si assimila il movimento al terrorismo
(04.01.13) Alagna
(Vc). Blocco della pista da sci contro i gatti delle nevi e i cannoni
Devono intervenire i carabinieri per interrompere la
protesta contro i cannoni, i battipista che disturbano una borgata di
case walser del XVII secolo. Ed emerge tutta l'ipocrisia delle
"bandiere" e delle certificazioni di comodo
(15.01.13)
Il retro triste del Luna Park (Orobie)
Un
rifugio che già da diversi anni era dato per "temporaneamente chiuso",
una specie di discarica, un cadavere insepolto,
vandalizzato. In mezzo alle piste
(28.01.13) E lo chiamano ecotunnel (Madesimo/Piuro)
(SO)
Ancora progetti hard di "sviluppo sciistico" nella
montagna lombarda. Si progetta un tunnel di 3,5 km per raggiungere una
valle dove oggi si arriva a piedi o in funivia e con gli sci. E si
prende anche la scusa di favorire gli alpeggi. In una Valle Spluga con
alpeggi sottocaricati e abbandonati anche quando serviti da strade
(19.09.12) Val Seriana Superiore (Bg). Non è solo Luna
Park, c'è di peggio
L'immagine delle valli bergamasche che oggi La Stampa
fornisce ai propri lettori è desolante. Ruralpini e
diversi amici della Val Seriana che amano la montagna hanno
lanciato un allarme sul "Luna Park Orobie", sull'uso sempre più
massivo di mezzi motorizzati su sentieri, mulattiere e pascoli.
Amministratori (non tutti), operatori turistici, politici hanno
risposto sdegnati: "si ingigantiscono fatti marginali", "si getta
discredito gratuitamente", "polemiche inutili e pretestuose". Ma di
fronte ad una lettera (privata) dello scrittore Davide Sapienza - che
denunciava una domenica di ordinario Luna Park (e peggio) per di più
'giustificato' strumentalizzando i disabili - un redattore del
quotidiano torinese ha chiesto di pubblicarla. Una promozione
all'incontrario su cui gli operatori locali farebbero bene a riflettere
e una denuncia che dovrebbe spingere il Cai ad una posizione un po' più
coraggiosa
(02.09.12)
Orobie: Orso, Neviland, e... mattone
Yvan Caccia, il neo presidente leghista del Parco
delle Orobie bergamasche definisce "provocazioni" i rilievi sulla
trasformazione della montagna orobica in un Luna Park. "Prima di tutto
c'è l'uomo". In realtà dietro la demagogia c'è una malissimo celata
difesa del mattone e del progetto Comprensorio sciistico
Colere-Lizzola/Neviland. Intanto lancia il nuovo simbolo ruffiano del
Parco: l'orso leggi
tutto
(21.08.12)
Montagna Luna-Park in Val Seriana (Bg)
Questa estate Son e Lumière alle
cascate del Serio. Le cascate sono uno spettacolo di per sé con i loro
315 m, reso evento "tradizionale" dallo sfruttamento idroelettrico che
concedeva un tempo solo due volte all'anno il deflusso naturale. Ora
l'Enel, per esigenze di immagine, apre 5 volte, anche in notturna.
E già che ci siamo: fuochi d'artificio e musica. Ma è inseguendo
emozionalità pura e spettacolarizzazione che si valorizza la
montagna? Intanto in Val Seriana si va avanti per questa strada: si
promuove l'uso dell'elicottero come fosse una giostra e si progetta di
portare masse escursionistiche sulla vetta della Presolana. leggi
tutto
(19.08.12)
Aggressione legalizzata (o tollerata) alla montagna (Bg)
In questi giorni su certi sentieri dell'alta vel
Brembana ho incrociato più moto che escursionisti. Una pratica vietata
ma tollerata. Se poi pensiamo che mei prossimi giorni si organizzeranno
anche delle gare di enduro e motocross... Tutte cose non solo tollerate
ma anche incoraggiate dalle amministrazioni (che poi si riempiono la
bocca di ambiente e sostenibilità). E gli ambientalisti dove sono?
(03.02.12)
Valtellina: Patrizio del Nero, il politico della "montagna da
bere" al capolinea
L'articolo di ieri su La Provincia ha avuto l'effetto
di un rintocco di campane a morto per Patrizio Del Nero. Sfiduciato
quale presidente del consiglio provinciale (anche a seguito della
vicenda del Parco eolico) ora è sfiduciato anche come "manager" dal Cda
del Distretto agroalimentare per via del fallimento della Mostra del
Bitto. E come se non bastasse c'è la vicenda di Fly emotion il Luna
Park della montagna con la ditta trentina che non è mai stata pagata
per il lavoro eseguito
(29.02.12) NO TAV: quando la montagna è espropriata
anche della protesta
Il movimento No TAV è diventato un pretesto per gli
estremisti in servizio permanente effettivo. Chi imbratta i muri
di Milano (foto mia a fianco) o organizza i blocchi a Lecce parla in
nome di una valle che non sa nemmeno dove si trovi. Le Terre alte le
loro battaglie le vogliono combattere con la partecipazione e la non
violenza
(12.01.12)
Circo bianco a tutti i costi. Proteste in alta val Seriana
(BG) ma anche a Milano
Una stagione con poca neve e temperature elevate
riapre la discussione sulla sostenibilità dell'industria dell"oro
bianco". Una monocoltura che ha imposto un modello di sviluppo
distorto e dipendente alla montagna. La protesta degli abitanti di
Cassiglio e Valbondione che si vedono "rubare" le neve per portarla
assurdamente in una Milano dalle temperature di inizio primavera
diventa il simbolo di una reazione (che va ben al di là di 5mile mc di
neve artificiale).
redazione@ruralpini.it
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