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Politica
Nella rete degli
inquirenti
i
truffatori dei pascoli
Sette
denunciati e mezzo milione di beni sequestrati per ordine dlel GIP del
Tribunale di Bergamo
(06.04.19) E'
arrivata alla
conclusione l'indagine dei cc forestali di Brescia avviata nel 2017 su
circostanze che erano state circostanziatamente denunciate nella
primavera scorsa da Ruralpini. Il comunicato stampa odierno del Gruppo
carabinieri forestali di Brescia (che riportiamo sotto integralmente)
informa che sette tra amministratori
comunali, uno pseudo-imprenditore (il comunicato parla di un
bergamasco), liberi professionisti devono rispondere
di varie ipotesi di reato legate alle truffe sui pascoli della
Valcamonica. Intanto, su ordine del Gip del Tribunale di Bergamo sono
stati sequestrati beni (case e auto di lusso) e conti correnti per 500
mil euro. Parecchi dettagli della vicenda, inclusi i nomi dell'
"imprenditore" bergamasco (già implicato in fallimenti di aziende
speculative di biogas) e degli amministratori del comuni di
Cimbergo, si trovano nel nostro articolo (vai
a vedere).
COMUNICATO
STAMPA
TRUFFA
AI DANNI DELLO STATO, RECUPERATI OLTRE 500 MILA EURO DI CONTRIBUTI UE
CONCESSI AD IMPRENDITORI AGRICOLI “FANTASMA
Concluse
le indagini sulla truffa degli alpeggi in Val Camonica, denunciati
una famiglia di imprenditori bergamaschi e amministratori locali.
Brescia,
06 aprile 2019 – Giunge a termine una complessa e prolungata
indagine avviata dai i militari del Gruppo Carabinieri Forestale di
Brescia nell’estate del 2017. L’attività investigativa,
abilmente condotta dai Carabinieri Forestali di Breno, trae origine
da sospette concessioni di alpeggi e malghe ad imprenditori della
bergamasca da parte di alcune amministrazioni locali a canoni di
locazione esorbitanti che di fatto escludevano la tradizionale
piccola imprenditoria locale che per anni aveva avuto in concessione
tali terreni per il pascolo estivo degli animali, creando un vero e
proprio cartello del malaffare.
In
particolare gli alpeggi interessati dall’indagine sono stati quelli
di Malga Zumella del Comune di Paspardo e Malga Frisozzo del Comune
di Cimbergo. Gli inquirenti attraverso numerosi sopralluoghi in loco,
acquisizioni documentali, analisi dei conti correnti ed attività di
intercettazione telefonica sono riusciti a scoprire un complesso
sistema finalizzato alla frode dei contributi europei. L’indagine,
coordinata in principio dal P.M. Ambrogio Cassiani della Procura di
Brescia e successivamente, a seguito del passaggio del fascicolo alla
Procura della Repubblica di Bergamo dal P.M. Fabrizio Gaverini, ha
portato a scoprire una serie di giovani prestanome, che avevano
accesso ai rilevanti vantaggi e alle agevolazioni previste dalla
normativa agricola settoriale. La frode è consistita nella fittizia
conduzione degli alpeggi, infatti quei terreni non anno mai visto
animali al pascolo, ma nonostante ciò sono piovuti dall’U.E. più
di 500 mila euro di contributi per i soli anni 2016 e 2017. Il
sistema inoltre prevedeva, attraverso apposite perizie giurate dal
contenuto sostanzialmente falso, l’aumento esponenziale delle
superfici dichiarate a pascolo, ad esempio alcuni terreni oltre i
2800 m.s.l.m. dichiarati pascolati avevano pendenze superiori al 50%,
impraticabili anche a provetti alpinisti.
Caduti
nella rete degli inquirenti 7 soggetti, tra pseudo imprenditori
agricoli, liberi professionisti e amministratori locali.
Grazie
all’’ordinanza del G.I.P. del Tribunale di Bergamo sono stati
recuperati e sottoposti a sequestro alla famiglia di imprenditori
truffaldini circa 500.000 euro tra case, auto di lusso e conti
correnti.
Il
reato contestato nei confronti di detti soggetti è la truffa
aggravata ai danni dello Stato, relativamente all’indebita
erogazione di contributi europei destinati all’agricoltura. Tra gli
altri indagati, per il reato di abuso di atti d’ufficio, spiccano
altresì soggetti appartenenti all’amministrazione comunale che in
virtù della propria posizione pubblica avrebbero di fatto agevolato
il sistema truffaldino.
Tali
indagini si auspica possano ristabilire una corretta concorrenza nel
già fragile tessuto produttivo di zone di alta montagna, favorendo
lo sviluppo di “vere” realtà locali che possano portare benefici
concreti al territorio.
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