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La Malga del Legnun

(di G.Giovannoni)


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(22.01.11) Voci ruralpine. Espressioni vive e dirette di una cultura espressione di anzieni e di giovani, che sa di avere valore anche senza bisogno di riconoscimenti 'da fuori', che sa dare il giusto riconoscimento al passato ma senza nostalgia.  

Vivere l'alpeggio (da dentro)

Alfredo Mazzoni, di Albaredo, è un casaro storico del Bitto anche se per qualche anno ha esercitato ai Piani di Bobbio (Valsassina) ai quali si riferiscono i versi liberi qui riportati. Alfredo è anche un divulgatore, un pubblicista, un polemista (scrive su alcuni siti di informazione valtellinesi ( labos.valtellina.net/gazetin/s201012.html  www.tellusfolio.it/ ). Sua la benemerita proposta di realizzare una SCAM (scuola pratica di agricoltura di montagna). Più ruralpino di così. Qui lo scopriamo anche in veste di 'poeta sociale'

 


 

Note lessicali:

 

sponde = versanti;

renta vac = accudire le vacche al pascolo;

calecc = capanna di caseificazione in basso muro a secco con copertura telonata;

cristoni e madonne = varianti di bestemmie ;

regiure = vacche ‘regine’ (leader);

buascia = mete (torte di sterco fresco di vacca);

ciucche = ubriacature;

piir gherb = pere acerbe;

bacüc = pianta commestibile;

festa e fraa = bisboccia;

snarigiando = soffiandosi il naso con le nude mani;

pelande = puttane (che fanno disperare);

bronze campane di fusione dal tono argentino

trügn = campanacci di lamiera dal suono sorso;

stagioni = stagioni d'alpeggio;

tiradi de tet = interminabili mungiture

scuadi ‘n facia = frustate (‘codate’) in faccia;

cascii  = pastorelli;

casci = sinonimo di cascin;

cascii brüsegaa di seti = cascin fulminati dalle saette;

'n scena = durante il pascolamento serale;

segia:secchio di legno per la mungitura;

 

VITA DE MUUT (ANCA  FÒ ‘N BÖBI)*

… E DI LIVIDE E VIVIDE ALBE AL SUON DELLA SEGIA**

 

*Vita d'alpeggio. Anche ai Piani di Bobbio - ** secchio di legno per la mungitura

 

Da migliaia d’anni, a metà giugno, si va in alpeggio, su tutti gli alpeggi e si continuerà ad andare! Anche sull’Alpe di Bobbio.

 

E’ un modo come un altro per guadagnarsi da vivere ed essere contenti. .. da vecchi.

 

E lassù sulle “sponde” arse dal sole di luglio, a rentà vac, … la si sognava e la si sogna ancora …spesso!!!

 

Conosco gente che c’è nata nel calecc, gente che ci va da settant’anni; vecchi alpigiani, baldi giovani, uomini maturi; donne con… due palle e due tette… e muscoli d’acciaio.

 

Storie di vita e di vite vissute, di immani fatiche e di avventure, di sconcissime barzellette, vecchi proverbi e modi di dire; di bestemmie e “cristoni e madonne” e …qualche pater.

 

Storie di armenti: di capre, di vacche, cavalli, pecore, cani, muli, asini, tacchini, galline, maiali.

 

Mitiche figure di casari o capi malga, di regiure: in epici scontri “cornuti”, e lacrime e latte versati.

 

E mosche e tafani e vipere, rane e ragni. Aquile e corvi, marmotte e lepri, caprioli e camosci. Di tanta fame, freddo, fumo e fatica e fatica… tanta.  

 

Di tanta buascia e acqua giù per le spalle, di stivali bucati e ombrelli rotti. Di calze puzzolenti e di indigestioni di piir gherb e bacüc.

 

Di buon formaggio, polenta, salame e pizzoccheri, vino, ciucche e …pippe.

 

Amici, parenti e scassapalle che ti ricorderanno comunque per tutta la vita. Settanta, novanta, cento giorni, dormendo, mangiando e “ingrassando i prati”... assieme.

 

Di giorno di notte, festa e fraa, cantando a squarciagola e contando i giorni …“all’alba”.

 

Sputando, snarigiando, scoreggiando, ruttendo, pisciando, in piena libertà e in qualsiasi momento e in qualsiasi posto.

 

Parlando di Milan e Inter, di figa e Ferrari e vacche “a toro” e vacche “pelande”, di bronze e di trügn.

 

Di “stagioni” passate e di quelle che verranno… della mamma e della morosa, dei nonni e degli avi, di montagne, di piante e di erba…sognando.

 

Di neve e tempesta, di grandi tiradi de tet, e calci di vacche, e scuadi ‘n facia.

 

Di cascìn che scappano per la nostalgia di casa, e di casci che sono entrati nella leggenda e di cascii sbrüsegaa di seti.

 

Della nostalgia e della solitudine, ammirando gli infiniti tramonti ‘n scena, e, per sempre: di livide e vivide albe al suono della segia: tum, tum-tum, tum-tum-tum, tum, tum-tum, tum-tum-tum …

 


 

                   

 

pagine visitate dal 21.11.08

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