- (10/3/2023)
- Sono passati solo sei giorni
dall'uccisione di Andrea Papi e sembra sia passata una vita. Un
coacervo, un ingorgo di emozioni, di sentimenti, di riflessioni.
Vent'anni di sciagurato progetto di reintroduzione degli orsi in
Trentino sono stati rivissuti collettivamente come in flash back
condensati, raggrumati. Tutto è stato molto doloroso perché,
oltre al senso di nausea per la cattiva fede, alle menzogne, reiterate
per anni di chi ha voluto reintrodurre gli orsi e li difende,
sono stati rivissuti i dolori delle otto vittime, alle quali sono stati
negati anche i risarcimenti. Abbiamo ripercorso le tappe di un percorso
che, mentre per alcuni erano di dolore, di paura, di libertà negata per
altri erano di cinico compiacimento, di prospettive di business.
Abbiamo ripassato in rassegna i Ponzio Pilato, i Don Abbondio della
politica, la sfacciata propaganda istituzionale, pagata dal
contribuente e avallata dalla Provincia. Ora, non solo vanno abbattuti
senza se e senza ma gli orsi pericolosi ma aperta una commissione
d'inchiesta su tutta la gestione della reintroduzione dell'orso in
Trentino.
- Oltre alla rabbia c'è, da parte
nostra, un
senso di frustrazione, di impotenza. Anche noi che, da tanti anni,
abbiano contestato Life Ursus, che abbiamo ribattuto punto su punto
alla propaganda del Parco naturale Adamello Brenta (PNAB) della
Provincia autonoma di Trento (PAT), degli "esperti" ben pagati, dei
frivoli intellettuali ecoprogressisti di grido, non potevano forse fare
qualcosa di più di più per smuovere l'inerzia di troppi che, in Trentino,
non hanno avuto il coraggio di assumere iniziative? E' frustrante aver
previsto da vent'anni come la situazione si sarebbe aggravata, aver
"profetizzato nel deserto" e non aver potuto scongiurare la tragedia.
Qui su Ruralpini (ma anche sulle pagine de l'Adige, quando mi è stato
concesso) ho sostenuto che è stato solo per delle circostanze veramente
fortunate se il morto non sia scappato prima. La politica ignava e
l'apparato tecnoburocratico infiltrato dalle ideologie
animal-ambientaliste, con alle spalle il sistema mediatico e tutta la
cultura mainstream, non hanno voluto prendere iniziative efficaci per
evitare le tragedie.
- Notizie "attutite" e dilazionate
- Le notizie sulla tragica, voluta,
morte di Andrea Paci, ragazzo di 26 anni, colpevole di correre a 3 km
dal paese (e di violare il sacro santuario del Dio orso, ovvero i
boschi di almeno un quarto del Trentino), sono filtrate a poco a poco.
Una strategia palese volta ad attutire l'impatto emotivo. Per giorni i
mezzi di informazione, mentre alcuni fornivano notizie esplicite
sull'aggressione da parte dell'orso, hanno continuato a usare un
ipocrita condizionale ("forse", "probabilmente", "si ipotizza"). Solo
dopo giorni si è saputo che, delle numerose ferite inferte al povero
ragazzo, nessuna poteva considerarsi mortale e che egli è stato
trascinato/inseguito vivo lungo tutto il suo breve ma terribile calvario. Sino al
punto in cui il corpo è stato ritrovato nella notte, appoggiato al tronco di un albero, finito, con un bastoncino nella mano. Così a
molti che leggeranno superficialmente e non continueranno a informarsi
resterà un dubbio. Sono le tattiche ben precise dell'arte della
disinformazione che gli animal-ambientalisti hanno da tempo saputo
coltivare. Nei loro manuali di disinformazione spiegano come affrontare
le "crisi" che possono compromettere i programmi di reintroduzione.
Oggi stanno mettendo in campo tutte le loro risorse per contrastare
l'effetto emotivo della morte di un ragazzo, per insinuare che se l'è cercata. Di consolante c'è che la
famiglia e la fidanzata, pur nel dolore di una morte atroce, voluta da
tanti (colpevoli attivi e complici) hanno la forza d'animo di ribattere
alle bestialità di certi personaggi dell'informazione "politicamente
corretta".
"Noi
viviamo nel bosco" (la fidanzata di
Andrea)
I giustificazionisti, quelli
che "l'animale ha sempre ragione" hanno sostenuto che Andreaè colpevole perché correva nel bosco. In tre km di tracciato sarebbe
rientrato in paese. In montagna, specie con l'abbandono
dell'agricoltura, il bosco è fuori di casa. Non potere andare nel bosco
equivale a non poter andare a fare quattro passi. Ma chi parla a vanvera non sa
che, in montagna, in campagna, il paese non è solo l'edificato ma tutto quello
spazio di campi, prati, boschi e pascoli che dava da mangiare, che era frequentato per lavoro.
Poi c'è stato un periodo in cui la montagna è stata meno frequentata, ma con il turismo (ma anche la rinnovata importanza
della risorsa legno) è tornata una frequentazione. Andare nel bosco per chi
sta in montagna è come non poter andare in piazza, al cinema, ai giardini pubblici per chi sta in città. Quando gli animalisti
di città straparlano si dovrebbe chiedergli: "Cosa direste se la gente
di montagna vi proibisse di uscire di casa di andare in piazza?". Non
si può vivere in montagna senza andare nel bosco. Allora si deve essere
franchi, togliersi la maschera, avere il coraggio di dire: "Non
dovete più vivere in montagna". Noi sosteniamo da vent'anni che dietro
la reintroduzione dei grandi predatori c'è la volontà di "pulizia
etnica" della montagna. Si vuole togliere di mezzo le comunità locali
per potere avere mano libera sulle risorse (acqua, con relative forme
di finanziarizzazione, risorse minerarie che tornano di grande
attualità, parchi solari ed eolici). Da qualche anno sta diventando
palese come soggetti come il WEF spingano anche per la riduzione del turismo
ad attività per straricchi da esercitare in poche stazioni gestite da
catene multinazionali mentre per il resto del territorio l'élite potrà
divertirsi con safari accompagnati da guardie armate, un risultato da
ottenere impoverendo il ceto medio ma anche precludendo la proprietà di
un mezzo di trasporto privato da scoraggiare in ogni modo. Agricoltura
e turismo, settori dove la piccola e media impresa sono insostituibili,
devono essere annientati (l'agricoltura sostituita dai cibi sintetici e
comunque ottenuti senza terra, il turismo ridimensionato nel suo modello diffuso). E quale miglior disincentivo per il
turismo che riempire le montagne di grandi predatori?
1 = dove è morto Andrea; 2
l'aggressione del 5 marzo di quest'anno a Cicolini; 3 l'aggressione ai
Misseroni (padre e figlio)
Una morte annunciata ma anche voluta (la sacralizzazione della Natura
l'orso come idolo)
- La mamma di Andrea lo ha detto
subito con la lucidità che, pur in frangenti che dovrebbero farla
perdere, caratterizza a volte i momenti più tragici. "La morte di
Andrea è stata voluta". Voluta non solo perché non si è fatto nulla per
evitarla ma anche perché il morto è funzionale al programma di
progressiva inibizione della frequentazione del territorio, di messa in
crisi del turismo, di fuga dalla montagna. Il morto, che poteva già
esserci stato da almeno dieci anni, serve a dimostrare che il progetto
di utilizzo dei grandi predatori, "grimaldello" e arma letale per mettere in
ginocchio la montagna dell'uomo, è più forte della resistenza delle
popolazioni montane, che può procedere anche di fronte ai morti, che -
al di là del cordoglio peloso - i decisori vanno avanti per la loro
strada. Intanto si vede subito che la difesa dell'orso non deflette di
fronte a un ragazzo morto, che nella più totale perdita di umanità
viene insultato ignorando il dolre della famiglia. L'umanità, il rispetto
per la persona umana sono messi da parte. Il totem dell'orso è più forte, l'idolo della
"rinaturalizzazione", dell'ideologia e della pratica della distruzione
della presenza dell'uomo non solo non si è incrinato ma, ricevendo questa
vittima sacrificale, tende a rafforzarsi. Passa l'idea che la vita dell'orso vale di più. Si dirà che gli animalisti sono dei
fanatici estremisti. Ma come ignorare che questa religione idolatrica
sta penetrando nel profondo, che tutta la cultura dominante la sta
assecondando, che i bambini sono catechizzati nella nuova religione?
... quando
la cristianità svanisce, e con essa la
trascendenza, è inevitabile che il sacro riappaia in una forma o
nell'altra. Va ricordato che la sacralizzazione della natura
costituisce la base religiosa più
primitiva e rudimentale, quella che viene, per così dire, da sola e in
qualsiasi società umana. Nel momento in cui la difesa dell'ambiente si
afferma come un dovere urgente ed evidente, la natura si vede allora
sacralizzata, cioè messa al riparo, stabilità al di sopra, resa
inviolabile. La
nuova religione ecologica è una forma di panteismo postmoderno la
natura
diventa oggetto di un culto, più o meno evidente. La madre terra
diventa una
specie di dea pagana (C.
Delsol, La fine della
cristianità e il ritorno del paganesimo. Cantagalli, Siena, 2022, p. 73).
Il culto dell'orso e del lupo
rappresentano una regressione da un cosmoteismo panteista a un livello
animista-totemico. E questo avviene in forme grottesche perché gli
adepti sono al tempo stesso seguaci di un rozzo razionalismo
meccanicista e scientista fermo a una modernità acerba. Non è comunque
fuori luogo vedere nella morte di Andrea l'offerta di un sacrificio
umano all'idolo della Natura e della sua espressione visibile e
simbolica: l'orso. Non dimentichiamo che i primi cristiani erano
martirizzati nel corso delle persecuzioni dandoli in pasto alle belve,
compresi gli orsi.
Tutto questo che si muove sullo sfondo: neoliberalismo rapace,
regressione religiosa va tenuto ben presente ma quando affermiamo che la
morte di Andrea è stata voluta affermiamo anche qualcosa di molto concreto e
che ha a che fare con il piano della politica, dell'amministrazione.
Life Ursus:
un progetto con gravi responsabilità
- Intanto il progetto Life
Ursus venne attuato sulla base di pessimi presupposti ma la politica
lasciò fare agli apprendisti stregoni e le cose sono andate di male in
peggio. L'arroganza, il pressapochismo e l'incompetenza degli
"scienziati" è evidente quando si pensi che i fatti hanno smentito le
previsioni. Solo due dei maschi si sono riprodotti e quindi si è
sviluppata una popolazione con bassa diversità genetica, le femmine non
si sono mai schiodate dalle aree del Parco naturale Adamello Brenta
(PNAB) e limitrofe. Solo ora sconfinano oltre il confine con la
Lombardia ma per un effetto di palese "affollamento". Gli "scienziati"
avevano previsto che gli orsi si sarabbero diffusi non solo su tutta la
provincia ma anche su aree delle provincie limitrofe (Brescia, Bolzano,
Verona). Avevano previsto che il numero obiettivo di 50 capi si sarebbe
rggiunto dopo decenni; invece fu raggiunto in meno di 10 anni. Hanno
sbagliato tutto e le conseguenze si vedono. La densità prevista era
molto più bassa di quella attuale. Chi ben sapeva che questi progetti
avventurosi di rentroduzione di specie estinte finiscono in un nulla di fatto o
in fortissimi conflitti sociale diceva "sono pazzi"

- Oggi gli orsi sono molto più dei
200 ammessi dal dr. Spagnoli (ex direttore del Parco dello Stelvio
ed ex dirigente ufficio fauna della provincia di Bolzano) ... e
Fugatti, dando retta a una Forestale trentina che ha sempre propalato
menzogne per proteggere gli orsi, che ha abusato della divisa per
intimidire le persone e mettere a tacere avvistamenti ed episodi minori -
ma non meno preoccupanti - di "incontri ravvicinati", crede alla favola
dei 100 orsi. Di fronte alla crescita della popolazione ursina e
all'impatto di essa sulle attività antropiche, la Forestale è
fortemente sospettata di aver operato sistematicamente la pasturazione
degli orsi per "tamponare" il problema, cercare di trattenerli dal
frequentare le aree abitate e coltivate. Nel 2015 a Ragoli un anziano
intervistato mi disse "i ghe fa la sua
mangiatoia" si riferiva ai forestali. Nel 2014
Sisinio Zanella, uno dei primi attaccati dall'orso, mai "registrato"
tra i casi ufficiali nonostante avesse riportato leggere ferite, da noi
intervistato l'anno successivo dichiarà che nelle feci
dell'orso (era maggio) aveva notato il mais. Non se l'era
certo procurato in un campo in quella stagione ma era stato
pasturato.
La tragicommedia degli orsi
trentini è costellata di tanti fatti inaccettabili. Non solo danni,
aggressioni, incontri ravvicinati da necessitare l'uso di psicofarmaci
per superare lo schock tenuti nascosti dai forestali ma anche
manipolazioni gravi della realtà da parte di funzionari pubblici che
dovrebbero essere leali e non operare contro i cittadini per difendere
le loro ideologie. Nella passata legislatura, il dr. Claudio Groff
dettava la linea. Vero che Rossi si prese la responsabilità di
abbattere Kj2 ma è doveroso ricordare che Dallapiccola si era chiamato
fuori di fronte all'ordinanza del presidente e che lo stesso assessore in quegli anni era il megafono di Grof,
di cui faveva da spalla negli incontri di propaganda. La coppia nel
caso degli aggrediti del 2015 (Molinari, Zadra, Metlicovez) si
era subito fiondata all'ospedale per raccogliere dalle vittime qualche
informazione, quando erano ancora fortemente scossi, da usare contro di
loro. E' successo con Zadra e con Metlicovez. Dallapiccola, un
personaggio senza pudore che oggi si dichiara contro gli orsi e i lupi
disse:
la
Provincia ha classificato l’episodio come un «falso attacco», ovvero un
incontro molto ravvicinato, ma non un attacco a freddo da parte
dell’animale. E’ lo stesso Dalla
piccola a spiegare che la Provincia non
considera preoccupante quanto avvenuto e non intende catturare
l’animale coinvolto: «Registriamo due o tre episodi di questo tipo
all’anno. Abbiamo già fatto un sopralluogo con i cani al quale ho
partecipato anche io, ma non sono emersi elementi per individuare
l’identità del’animale. Quello che è certo è che non abbiamo orsi
segnalati come problematici. Daniza aveva una sua storia di
incontri-scontri con l’uomo, ma non ci sono altri orsi così in
Provincia. Invece questo episodio non è preoccupante non si sa neanche
se c’è stato contatto. Quello che posso dire è che è imprudente andare
a correre di sera sulle pendici della Paganella da soli e senza far
rumore. (
fonte)
Questo detto in un anno con tre aggressioni. Però "è imprudente andare
a correre". Non sono un pericolo ma voi non potete più andare a
correre. Le stesse cose che sentiamo oggi. E fa rabbia. Claudio Groff,
il personaggio che, dal Progetto Life Ursus del PNAB, è passato assunto
stabilmente in Provincia e che è ancora dipendente del Servizio
faunistico, sfruttò quanto Metlicovez (senza l'assistenza di un
avvocato) gli dichiarò "amichevolmente" (era andato "per vicinanza") per fregarlo.

Groff quando io gli sottoposi casi di aggressioni mortali da orsi avvenute
in Europa provate da fonti scientifiche, ignorate nelle pagine provinciale dei "grandi carnivori", preferì restare fermo a uno studio svedese datato)
mi rispose sprezzantemente. Si sentiva forte, con le spalle coperte. Che un simile personaggio sia rimasto al suo posto con la giunta di
sinistra ci può stare. Che quella leghista non l'abbia licenziato è
grave, segno di debolezza e di mancanza di coraggio. E come
qualificare il "trattamento" riservato a Molinari? Walter Molinari a causa dell'orso
ha perso il lavoro e l'uso
di un braccio e delle dita di una mano (oltre che rimediare 208 punti
di sutura, 43 Metlicovez). E' stato "risarcito" dalla
Provincia matrigna e ipocrita con un posto di usciere. .

- Tutti questi casi di attacco con ferite anche gravi sono stati
classificati "falsi" dal dr. Claudio Groff perché le vittime se la sono
cavata, non ci hanno rimesso la pelle. Nel caso di Zadra l'attacco era
ancora più falso perché, secondo lui, non ci fu "contatto" la profonda
ferita al braccio il malcapitato se l'è procurata gettandosi con un
coraggio fuori dal comune in una forra. Ma l'interessato riferì che la
ferita, troppo profonda per essere causata da un ramo spezzato, è stata
provocata dall'artiglio dell'orso. Il casi di Zadra è quello in cui la
vittima ha rischiato maggiormente la vita. Le sue parole sono state
raccolte da Laura Zanetti, corrispondente trentina per Ruralpini e ve
le riproponiamo.
Nonostante il terrore, che ricordo come un
sentimento lucidissimo, mi rialzo rivolto verso l’orso, ormai accanto a
me: cerco di spaventarlo urlando, riparandomi il viso con le braccia. A
questo punto, dopo avere ricevuto una zampata sull’ avambraccio destro,
mi sono letteralmente buttato a capofitto nella scarpata procurandomi
una semilussazione alla spalla sinistra, ematomi ed escoriazioni
ovunque. Credo di essermi salvato perché mi sono sempre divertito a
percorrere i “giaroni” [ghiaioni] a balzi. Nel frattempo l’orso mi ha
inseguito per altri duecento metri grugnendo e ansimando giù per la
scarpata. Sentivo proprio il suo fiato sul collo. Per frenare la
discesa mi afferravo a tutto ciò che poteva salvarmi, esattamente come
Tarzan. Il terrore non era finito perché temevo che mi prendesse di
schiena, squarciandomela in due. Finito al limitare di una forra ho
preso tutto il coraggio che avevo in corpo e ho dato contro all' orso,
urlandogli tutta la mia contrarietà ad essere inseguito... ed ho
pensato: "mia figlia non può perdere suo
padre in questo modo assurdo,no,no di sicuro”. L’orso mi ha osservato, quasi fossi
un matto, poi ha deviato continuando a non perdermi di vista. Mi sono
comunque buttato nella forra, rischiando di ammazzarmi. Anche qui mi è
andata di lusso. Intanto il sangue colava dalla ferita.
-
- Per quelle brave persone di Groff e Dalla Piccola cosa doveva
fare Zadra per dimostrare che l'orso l'aveva ferito? Doveva capitargli
come a Metlicovez dalle cui carni fu estratto un artiglio? Queste
persone sono ancora in circolazione, purtroppo. Non sono certo gli
unici ma hanno non poco a che fare con la morte di Andrea.
Quanti
morti in Trentino per gli orsi prima di Andrea?
Marco Zadra si è salvato da un
orso che voleva ucciderlo o dai traumi di una caduta non controllata
nella forra solo per una grande presenza di spirito, solo per
l'allenamento atletico e la sua famigliarità con i giaroni. Ma quei
casi sospetti di morti trentini in fondo ai dirupi? Uno dei più
sospetti è quello di due ragazzini che precipitarono insieme in un
giorno sereno in un luogo ben conosciuto. Venne chiamata in causa la
mania del selfie o il calar delle tenebe (ipotesi a dir poco
autoescludentisi). Il magistrato non dispose nessuna indagine e vennero
sepolti in fretta senza autopsia. Tutte circostanze molto sospette. Nel
2010 due fungaioli furono trovati morti ai piedi di un dirupo alto 200
m sopra Tione. I cestini erano vicini ai corpi.

Chiedere
una Commissione d'inchiesta
- La gestione del "dopo Life Ursus" è stata caratterizzata da una
politica tesa a "barcamenarsi" mentre la situazione sfuggiva di mano,
cercando di negare la pericolosità degli orsi, tenendoli buoni con la
pasturazione, intimando alla gente di non parlare, manipolando le
stesse vittime, mentendo spidoratamente, nascondendo fatti. Ci sono
valanghe di ipotesi di reati e di illeciti. Continuati, in concorso tra
molte persone, in modo organizzato (si chiama associazione a
delinquere). Non meriterebbe una Commissione d'inchiesta del Consiglio
provinciale tutto questo? La morte di Andrea, ribadiamo, non è una
fatalità, ci sono responsabilità. Ma torniamo brevemente a Life
Ursus, progetto di reintroduzione degli orsi attuato tra la fine degli
anni Novanta e i primi anni Duemila. Chiariamo che l'orso trentino
autoctono si è estinto. Hanno fatto credere che si volesse
"rinsanguare" la popolazione residua ma rimanevano solo due maschi
anzianotti nella zona di Tovel. nessuno si è accoppiato con le femmine
slovene. Tutto è stato impostato dall'inizio come un progetto senza
scrupolo di "Ecologia spettacolo". I denari non mancavano (i famigerati
progetti Life che utilizzano i denari del contribuente italiano per
imporre politiche euroambientaliste). Gli esperti trentini che erano
stati messi da parte (il PNAB aveva chiamato, i soldi non
mancavano, uno "scienziato" da Monaco di Baviera) avevano criticato le
modalità (scelta di animali che frequantavano i carnai, potenzialmente
confidenti e pericolosi, stagione e luoghi di "lancio") con cui
avvennero i rilasci. Vennero messi a tacere. Tutto dipese da quei
peccati originali. Che non vennero mai ammessi.
Per
tutelare la popolazione e i turisti bisognerebbe vietare l'accesso alle
aree con maggiore presenza di orsi
- Non c'era e non c'è altra
alternativa tra l'operare un controllo e un significativo
ridimensionamento della popolazione e il chiudere l'accesso alle aree
più a rischio. Quello che ha fatto la Provincia, invece, per salvare
capra e cavoli ma peggiorando la situazione, è stato collocare dei
cartelli che invitano alla convivenza e a "comportarsi bene". Concepiti
in modo da non spaventare troppo i turisti, da non compromettere
l'attrattività del Trentino. Ma tutte queste ipocrisie, queste
"prudenze" (per l'economia, non per la vita dei trentini) non sono
fatti altrettanto dolosi se unite al numero elevatissimo di orsi e al
loro comportamento?
I
cartelli della provincia si limitano a segnalare la presenza dei
plantigradi e consigliano le "buone regole di convivenza" che
presuppogono, secondo la tesi aprioristica e falsata di ideologia del
"Servizio fauna - ufficio grandi carnivori" che l'orso non attacchi mai
l'uomo e che l'unico rischio (di "falsi attacchi") si corra solo se ci
se ci si avvicina ai cuccioli o si provochi .
Anche il consiglio di stare fermi in caso di "segni di aggressività"
(ma come non sono pacifici) può essere suicida se l'orso attacca e vi
sono vie di fuga (in discesa l'orso è meno veloce). Ma poi come si fa a chiedere tanta
prontezza di spirito di sperare che l'attacco non sia sferrato per andare a segno
Cartelli falsi
ma molto più "protettivi" di quelli veri
- La Provincia, anche dopo l'elezione
di Fugatti, non ha fatto né l'uno né l'altro, non ha sfoltito gli orsi
e non ha messo in guardia la gente dal frequentare i boschi. In compenso
gli interventi della Squadra speciale dei forestali si sono diradati.
Nel paese di Caldes un orso ha predato una pecora nei pressi del castello due settimane prima
della morte di Andrea. Non si è fatto nulla.
Ovviamente ha ragione Fugatti
quando parla di boicottaggio da parte dello stato centrale e degli animalisti ma
deve anche aggiungere che i ricorsi contro la Provincia sono stati
vinti e che Rossi, denunciato dall'Oipa (organizzazione ambientalista
internazionale) è stato assolto nel maggio dello scorso anno per
la morte dell’orsa KJ2, quella che aveva seminato il
panico fra turisti e residenti aggredendo due persone, i già ricordati
Molinari e Metlicovez, e spaventandone altre.

- Ribadiamo che ci sono tanti concorsi di colpa. Metlicovez sta ancora lottando contro una "giustizia" che gli ha
negato il risarcimento con la squallida motivazione che "c'erano i
cartelli" (quelli che invitano alla "convivenza" motivando anche che il
suo caso è stato "fortuito". Ma se ci sono stati già otto
aggrediti (nove con Andrea) oltre a casi minori tacitati e
derubricati. Può essere consderato "un caso fortuito" l'aggressione a Metlicozez se, nella stessa
zona, oltre ai casi di Molinari e Metlicovez vi era stato, nello stesso periodo, anche quello
di anche una ragazza si era dovuta gettare nella scarpata a lato di un
sentiero per sfuggire alla stessa orsa. Fugatti avrebbe dovuto
agire prima pur sapendo che lo stato centrale (ma oggi
non c'è più l'animalista Costa)
e gli animalisti non gli spianano certo la strada. Tanto è vero che,
dopo la morte di Andrea, la suddetta Oipa ha già diffidato la Provincia
dal rimuovere l'orso responsabile dell'aggressione.
La mappa degli
orsi radiocollati, prontamente rimossa dal sito dopo l'omicidio di
Andrea Papi. Il motivo è evidente: mentre Fugatti promette
abbattimenti, la struttura, il deep state su scala provinciale (ma
collegato ai settori "occulti" dell'apparato statale) si preoccupa di
tutelare gli orsi temendo che qualcuno reagisca alla tragedia di Caldes
andandoli a scovare ed eliminandoli
- Sono tanti i colpevoli
dell'omicidio di Andrea, un omicidio in cui l'orso è solo l'arma del
delitto. Un'arma che prima o poi doveva "sparare" ma che era da tempo carica. Basta guardare la
densità degli orsi in quel "triangolo della morte" rappresentato dalla Forse è più difficile trovare in
Trentino chi non ha nessuna colpa per questa morte annunciata e
voluta. Sì, perché, come dice la mamma di Andrea: "volevano il morto".
In questi giorni abbiamo
rivissuto, oltre alla tragedia di Andrea, della famiglia, della
fidanzata, i dolori delle otto vittime, alle quali sono stati negati
anche i risarcimenti, abbiamo ripercorso le tappe di un percorso che,
mentre per alcuni erano di dolore, di paura, di libertà negata per
altri erano di cinico compiacimento, di prospettiva di business, di
quieto vivere. Sono ricomparsi in rassegna come in un brutto sogno, i
vari Ponzio Pilato, i Don Abbondio della
politica, della parapolitica e della società civile (tanti, purtroppo).

- E' rivoltante sentire cosa dicono
in questi giorni personaggi come Trotter, il direttore del PNAB (il
parco dell'orso, responsabile di tutto) che hanno ancora la faccia
tosta di difendere i loro orsi in TV. Ma cosa dire di Rizzi, presidente
dell'Apt solandra (l'agenzia di promozione turistica della val di Sole)
che dopo l'aggressione di un mese fa (era il 5 marzo quando un orso,
forse lo stesso, a Rabbi, mandava all'ospedale un'altra persone)
esaltava ancora (13 marzo) gli orsi come attrattore turistico asserendo
che ancora più turisti sarebbero accorsi per cercare di fotografare gli
orsi. Parole deliranti e irresposabili ma non risulta che siano state
chieste le dimissioni, atto che sarebbe coerente e preliminare alla
proclamazione del lutto valligiano e all'esposizione delle bandiere a
mezz'asta per il giorno dei funerali (mercoledì 12, dopodomani). Almeno
Rizzi, però, ha tradotto in parole quello che chi è più ipocrita di lui
non osa dire ma pensa. Questa gente, che si fregava le mani quando i
milanesi si diceva accorressero più numerosi per via degli orsi, è
corresponsabile della morte di Andrea.

- Mi piace ricordare le
grandi e le piccole speculazioni, coloro che hanno venduto un evento,
un prodotto con l'immagine dell'orso. Come far finta di non vedere che
a ogni fermata del servizio di trasporto pubblico del Trentino c'è il logo
con l'artiglio dell'orso? Ma come può il popolo Trentino accettare
questo? Accettare che dopo tante aggressioni (e ora un morto), gli artigli
dell'orso rappresentino un brand provinciale? E' vergognoso e i trentini si giocano
la loro dignità se questo logo (costato la follia di 80 mila euro) non sparisce.
Tutte queste meschine (per qualcuno lucrose) iniziative
hanno concorso a creare le condizioni per mettere a tacere il dissenso,
per sconsigliare di prendere in mano una situazione che stava sfuggendo
di mano. Hanno taciuto i sindaci (quasi tutti), hanno taciuto (quasi sempre) le
organizzazioni di categoria, la chiesa. Ha taciuto la società civile.
Hanno montato, mantenuto, continuato ad alimentare il il circo
dell'orso anche quando appariva, ormai chiaro come il sole, che esso esponeva
la gente a sanguinose aggressioni e costrigeva tante persone
rinunciare alle proprie abitudini. Hanno ignorato e irriso al
sangue versato, gli attimi di terrore vissuti da persone innocenti che
hanno pagato letteralmente sulla loro pelle, nella loro carne, nelle
loro vite il baraccone mediatico pseudo ambientale, la retorica senza
pudore. Il conformismo, l'acquiescienza al sistema. Devono andare a casa. Chiedere scusa.
Abbiamo ripercorso le tappe di
una strategia di "accettazione della convivenza" fatta di propaganda
istituzionale della Pat, di progetti e iniziative affidate ad altri
enti pubblici, di intimidazioni, di verità occultate. Il tutto pagato dallo stesso contribuente
che, per paura, non può più andare a funghi nei boschi, non alleva più
animali, non va più a far legna. Sul
sito
della Provincia nelle pagine curate da Claudio Groff sui grandi
carnivori vi sono ancora le affermazioni buoniste a tutela degli orsi,
la colpevole minimizzazione dei rischi. Perché la mappa degli orsi
radiocollarati è stata prontamente rimossa dalla Provincia mentre le
assurdità di Groff (i "finti" e i "falsi" attacchi, la colpa degli
aggredito), offensive non solo per Andrea ma per tutti quelli finiti
all'ospedale, sono ancora lì. Non si vergogna Fugatti che si avventura
in promesse elettorali spericolate ("ridurremo della metà gli orsi") di
non aver fatto cose molto più innocue come cancellare le pagine di
Groff?
Gli orsi trentini su Ruralpini.
Orsi
trentini attaccano ancora. Turismo a rischio
11/3/2023) - Non ci sono fotografie di Alessandro Cicolini,
trentottenne di Pracorno di Rabbi (Tn) che, alle 8 di domenica 5 marzo,
attaccato da un orso (poi individuato in MJ5) mentre camminava con il
suo pastore tedesco su un sentiero a 1800, in una zona di malghe molto
frequentate dai turisti. L'uomo non è un "escursionista" , come hanno
riferito i media, ma è fratello del sindaco del paese, residente in una
delle frazioni del comune di valle. Cicolini non è neppure uno
sprovveduto che (come sempre dicono gli animal-ambientalisti per
accusare l'uomo e assolvere le loro bestie pericolose), non si è
comportato "scorrettamente" e non è colpa del cane se l'orso ha
attaccato. Era su un sentiero, l'orso l'ha visto ed ha caricato. La
soluzione logica è togliere gli orsi pericolosi ma i fanatici esigono
che gli orsi siano intoccabili anche se attaccano le persone. La
montagna deve diventare off limits per non disturbarli. Come abbiamo
sempre detto orsi e lupi sono il grimaldello per espropriare le
popolazioni dei loro territori. Molte responsabilità della cattiva
gestione degli orsi sono, però, anche delle autorità. Nell'articolo
documentiamo come a 5 km in linea d'aria dal luogo della reecente
aggressione, un orso fosse stabilmente presente la scorsa estate per
banchettare con i resti di animali che la speculazione sui pascoli
abbandona a sé stessi in condizioni inacettabili, esposti a incidenti e
predazioni. Tutti sanno, nessuno interviene
(24.06.20)
Orsi trentini. Ora basta minimizzare il pericolo.
Ieri i giornali trentini, che pure hanno ampiamente trattato del nuovo
grave incidente provocato dagli orsi, hanno incomprensibilmente
"dimenticato" il caso di Marco Zadra, un podista inseguito e ferito da
un orso. Un caso che, a suo tempo, aveva meritato le prome pagine degli
stessi organi di stampa. Perché? Si vuole ancora minimizzare per paura
di non "allarmare" i turisti? Certo che se si va a vedere il sito
ufficiale della PAT, la provincia autonoma, le cose sono ancora più
disperanti. E' fermo a due incidenti, si censurano diversi incidenti
mortali che pure erano avvenuti in Europa al tempo dell'aggiornamento
del sito (2015). Perché non è stato aggiornato? Per non dover dire la
verità, ovvero che le balle sull'orso che non è mai pericoloso "a meno
che non venga provocato" sono, appunto, balle. Balle di stato, ma pur
sempre balle. E' ammissibile che la nuova giunta lasci al suo
posto
chi (il responsabile grandi carnivori) accusava i feriti dall'orso di
averlo attaccato loro, contraddicendo anche l'ex presidente Rossi?
(14.07.17)
Rotto il tabù abbattuta l'orsa pericolosa.
È bastato, dopo due anni di teatrino, applicare finalmente
un'ordinanza. Un atto che il presidente della Pat (responsabile della
sicurezza pubblica) non poteva esimersi dall'emanare senza assumersi
pesanti responsabilità penali. Un colpo di fucile che segna una
discontinuità, che pone fine all'assurdo di un paese che, unico al
mondo, non sopprime animali pericolosi per le persone per la "paura
degli animal-ambientalisti". I mitici "grandi predatori" sono scesi dal
loro piedistallo di sacralità e inviolabilità e il potere di
interdizione del mondo animal-ambientalista ne esce sgonfiato.
(24.07.17)
Metlicovez : gravi colpe della PAT
Questa volta non basta alla Pat il gioco dello scaricabarile ("le
catture le deve autorizzare Roma"), né i giochi di parole ("non è un
vero attacco"). Se sarà accertato, come tutto lascia supporre, che ad
attaccare è stata Kj2, orsa catturata e poi rilasciata (e mai più
ritrovata) emergerebbe non solo l'incapacità delle strutture della
provincia a garantire la sicurezza delle persone, ma anche una
responsabilità dolosa nel provocare le gravi lesioni al pensionato di
Cadine.
(03.08.15)
L'orso visto da un Trentino "figlio di un dio minore" Ragoli,
Preore, Montagne, comuni di poche centinaia di abitanti della
"busa di
Tione" (che nell'ottica del Parco Adamello Brenta sono una "porta di
servizio" per entrare nel regno dell'orso creato con Life ursus).
Qui
l'orso si vede tutti i giorni ma - in compenso - non c'è la ricca
economia turistica di Pinzolo e Madonna di Campiglio
(21.07.15)
Hanno scambiato il Trentino con il Canada (e insistono) Oggi
politici ed "esperti" (ai quali i primi delegano tutto) hanno perso il
contatto con la realtà. Il progetto Life ursus è un esempio di delirio
tecnocratico e del trionfo dell'ignoranza mascherata da saperi
specialistici. Hanno scambiato il Trentino con un Wild North spopolato
(14.07.15)
Grigno (Valsugana) non vuole convivere con gli orsi Siamo
andati ad intervistare la gente di Grigno, paese della Valsugana, dove
lo scorso anno si sono verificati numerosi casi di predazione e l'orso
ha passeggiato tra le case. La gente ha paura ma non si fa
intimidire
e il sindaco non ha accettato che a informare sugli orsi
venissero gli ambientalisti.
(13.07.15)
Psicosi orsi in Trentino. Ma chi ne è affetto? La
provincia di Trento sugli orsi sta assumendo posizioni contraddittorie.
Basti dire che ora si ammette la pericolosità degli orsi e si chiede
(come noi facciamo da tempo) l'autorizzazione dello spray urticante. Ma
dentro la struttura gli irriducibili non rinunciano a negare l'evidenza
della presenza di orsi anche a Est dell'Adige.
(09.07.15)
Marco Zadra ringrazia Life Ursus per i "regali" elargiti ai
trentini (e ai turisti) Marco
Zadra, aggredito a Zambana lo scorso 29 maggio e sfuggito per miracolo
ad una tragedia, invia la seguente lettera che, purtroppo, non è stata
pubblicata sui giornali. Preghiamo perciò di diffonderla online al fine
di contribuire a quell'opera di informazione in grado di
contrastare
le manipolazioni di coloro che hanno sostenuto il progetto Life
Ursus.
(24.06.15)
... temevo mi prendesse alla schiena e me la spezzasse in due Marco
Zadra aggredito da un orso a pochi km da Trento (e a 700 m da un
abitato) racconta nei dettagli a Laura Zanetti di
l'allucinante
esperienza che ha vissuto il 29 maggio scorso. La
sua "colpa" è
di aver voluto andare a fare esercizio fisico su un sentiero a 500
m di
altitudine dopo il lavoro . Life Ursus ha deciso che i trentini
non
possono più vivere liberamente.
(19.06.15)
Parte la petizione per lo spray anti-orsoDopo
l'aggressione a Wladimir Molinari massacrato da un orso che lo ha
assalito a a freddo nulla è come prima. La gente sta prendendo coraggio
di reagire, la maggioranza silenziosa è stanca di subire politici,
animalisti, tecnocrati. Intanto è partita la petizione per chiedere
al Ministero dell'interno di autorizzare la libera vendita dello spray
anti-orso (200 ml contro i 30 di quello anti-stupro).
(18.06.15)
Orsi pericolosi: la provincia di Trento non sa decidersi a cambiare
dottrina
L'ultima
aggressione da parte di un'orsa (apparentemente senza cuccioli e
non
provocata) avvenuta in comune di Trento ha mandato il 9 giugno in
ospedale un uomo di 45 anni con prognosi di 30 giorni e il braccio
massacrato. Ma per la Provincia di Trento gli orsi continuano a non
essere pericolosi e si insiste a imporre una "convivenza" rifiutata
dalla stragrande maggioranza della popolazione.
(31.05.15) Uomo
ferito da orso su un sentiero in Trentino
Mentre
i Signori dell'orso gongolano per le sette cucciolate in Trentino gli
albergatori gongolano meno sapendo che in Italia si sta diffondendo la
notizia che un escursionista locale ha vissuto l'incubo di
un'aggressione da orso su un sentiero. Nonostante il racconto della
vittima e la ferita "compatibile con attacco da orso" secondo i
sanitari i Forestali per difendere i loro orsi parlano di "falso
attacco".
(29.09.14)
L'avv. Giuliano avverte la Provincia di Trento e i suoi super esperti
di orsi: vi assumete la responsabilità di omicidio volontario
Forte
di pareri di esperti internazionali sulla materia l'avv. Mario Giuliano
mette in guardia politici e tecnici che continuano a scherzare con il
fuoco. Negando la pericolosità degli orsi, omettendo la cattura di
quelli pericolosi, manipolando l'informazione, inducendo le persone a
sottovalutare la pericolosità degli orsi, essi si rendono responsabili
di omicidio volontario in caso di attacco mortale. Solo per pura
fortuna quest'anno due attacchi non sono stati tragici. Ma fino a
quando durerà la fortuna?
(13.09.14)
Vi spiego perché Life Ursus è un disastro annunciato (Daniza è solo
l'inizio...)
Perché
Life Ursus è un fallimento lo si capisce bene vedendo cosa succede a
Madonna di Campiglio dove il Parco dell'orso benedice la devastazione
dell'ambiente. Chi ha spinto sull'orso e la sua reintroduzione lo ha
fatto in modi sbagliati perché aveva interessi inconfessabili. Oggi tra
chi vuole eliminare gli orsi e chi ne fa un idolo non c'è possibilità
di mediazione e le istituzioni che hanno scherzato con il fuoco ora
pagano le conseguenze. Intanto i business proseguono.
(02.09.14)
Voci da Pinzolo. Cosa pensa la gente (allevatori e abitanti)
degli orsi (senza filtri)
Sabato
scorso la val Rendena è stata militarizzata per colpa
dell'ignavia
della provincia di Trento (cui è sfuggito di mano l'irresponsabile
progetto Life Ursus) e della protervia un pugno di animalisti di Roma
che pretendono di imporre ai trentini l'abbandono delle attività di
allevamento e di non mettere piede nei boschi. Sulla situazione la
nostra Laura Zanetti ha raccolto i commenti senza filtro di allevatori
trentini e veneti e degli abitanti della Rendena.
(28.08.14)
Animalisti decisi a marciare su Pinzolo sabato senza autorizzazione
(nella
foto Pinzolo) C'è di che riflettere per i guru del marketing
territoriale Trentino che hanno voluto il progetto Life
Ursus, sintesi
di integralismo 'conservazionista' e di affarismo. Ora l'estate
turistica trentina rimbalza sui media con l'immagine di manifestazioni,
schieramento di polizia antisommossa tensioni, denunce. Non basta la
crescente paura e disaffezione dei turisti che temnono l'orso. Ora si
aggiunge il timore di manifestazioni violente nel Trentino felix
turistico delle famiglie.
(26.08.14)Fuga
politica di Daniza agevolata da una provincia a metà tra ignavia e
macchiavellismo
Sono
passati 12 giorni dall'aggressione potenzialmente mortale dell'orsa a
un malcapitato abitante della val Rendena e l'orsa Daniza è stata
lasciata 'fuggire' per calcoli politici. La PAT non l'ha catturata
ma
ha, furbescamente e irresponsabilmente lasciata andare la
bestia oltre
il confine provinciale (un orso che aggredisce un uomo una volta può
rifarlo perché ha vinto ogni residua paura dell'uomo). Così ora se la
vedranno i bolzanini con l'orsa. Bravi, avanti così.
(26.08.14)
Il movimento dei genitori prende posizione contro la mancata
cattura di Daniza
Alla
provincia di Trento si credono furbi. Dicono che cattureranno l'orsa
responsabile di un'aggressione ad un uomo a Pinzolo ma non lo fanno per
calcoli politici (del PD). A Trento hanno giocato da apprendisti
stregoni con gli orsi. Ora sono sotto pressione da parte di
soggetti
economici, animalisti, politica di opposizione, Roma, valligiani e non
sanno che fare mentre i più scaltri politici di scuola
DC/PCI cercano
di trarne profitto. Quanto mai opportuno il monito del Movimento
genitori che denuncia la gravità della mancata cattura dell'orsa
(23.08.14)La
Provincia di Trento non sa più che pesci pigliare. Gli orsi sono patata
bollente politica
Ugo
Rossi, presidente del Trentino si copre di ridicolo. Con i suoi
autogol dimostra come la premiata fabbrica degli orsi (Life Ursus)
sia fuori controllo. Prima dice di voler limitare gli orsi con
catture
e abbattimenti, poi - inginocchiandosi agli animalisti - supplica le
altre regioni, e 'oltralpe' di subirsi un 'contingentamento' di
plantigradi da esportazione. I montanari delle regioni limitrofe
diranno: "Dividi l'autonomia e poi forse dividiamo gli orsi" e "Prima
sistemali nel Trentino orientale dove non ci sono o quasi, poi parliamo
di deportazioni in altre regioni". "Contingenti orsi". Come fossero
rifiuti speciali
(18.04.14)
Life Ursus di fronte alla realtà
Robi
Ronza commenta l'aggressione subita da un uomo in Trentino che ha
'osato' andare a cercare funghi in un bosco disturbando il sacro
territorio dei sacri orsi. La provincia di Trento non ne uscirà
facilmente da un ginepraio dove a metterla in croce ci sono anche
(oltre ad animalisti e valligiani furenti) anche il Ministero, la
regione Veneto (Zaia pro-orsi, l'assessore al'agricoltura
contro) .
Intanto a ferragosto in tutta Italia si sa che ad andar a funghi in
Trentino si rischia la vita. Ottima promozione per le famiglie. Grazie
Life Ursus da parte degli albergatori (che potevano anche loro pensarci
prima che la 'promozione' a suon di orsi era un boomergang).
(27.07.13)Dalle
parole ai fatti : Comitato antiorso
Quest'
anno le azioni del Comitato antiorso (diventato anche "e Grandi
Predatori") del Trentino si sono fatte più incisive. La campagna di
raccolta firme "per liberare il Trentino dagli orsi" prevede banchetti
informativi sui mercati dei paesi rivolti anche ai turisti. Sino
all'anno scorso vi era il timore di perdere il consenso degli
albergatori. Ora si teme anche per il turismo.
(03.07.13)Liberalizzare
lo spray anti orso
L'avvocato
Mario Giuliano di Trento, citando la casistica di incidenti
mortali
pubblicata da Ruralpini, scrive al ministro Alfano per chiedere che lo
spray utilizzato in America per difendersi dalle aggressioni degli orsi
non sia considerato come un'arma e posto in libera vendita.
(08.07.12)
Poveri orsi
Esibiti
come bestie da baraccone, sfruttati commercialmente, oggetto di
voyeurismo, spiati, radiocollarati, attirati da incoscienti fotografi,
disturbati da elicotteri, pallottole di gomma e petardi, narcotizzati,
catturati in trappole-tubo, uccisi "dai loro amici", "stirati"
dalle
automobili, castrati e imprigionati. Gli orsi trentini sono le prime
vittime della messa in scena della wilderness, sono vittime
dell'ipocrisia dominante, che impone la caduta dei confini tra
domestico e selvatico, la mitologia ribaltata dell' orso
"vegetariano"
e della "buona fiera", mescolando escatologia biblica, Disney e...
business. Nel mondo ecologista si impone una riflessione.
(24.05.12)
Strembo (Tn). Esplode la protesta per la strage degli asini. Nasce il
Comitato anti-orsi
È
stata una donna a dare finalmente il la alla protesta. Si è vista due
suoi asini "Beppo" e "Cirillo" sbranati dall'orso e ha reagito.
Non
solo ha portato personalmente la carcassa di Beppo davanti alla sede
del Parco (Adamello-Brenta) responsabile della reintroduzione degli
orsi in Trentino, ma ha anche lanciato un Comitato anti-orso che ha
subito avuto decine e decine di adesioni anche dalle provincie
limitrofe.
(12.05.12) Trentino:
Orso, sbagliato e dannoso reintrodurlo
Il
gestore del rifugio Carè alto di Pelugo in Val Rendena (TN) ha scritto
una lettera al quotidiano l'Adige dopo aver subito la perdita di
un'asina di 12 anni che faceva parte della sua famiglia; aiutava nei
trasporti in malga ma giocava anche con i suoi figli. Marco Bosetti non
risparmia giudizi taglienti agli "ecologisti da salotto" e a tutti
coloro che: a tutti coloro che hanno ritenuto e ritengono che il mio
asino sia meno importante del loro orso.
(29.05.12)
Gli orsi sono pericolosi per l'uomo?
In
Trentino, specie dopo il primo attacco a delle persone, infuria la
polemica sugli orsi e si chiede un "giro di vite" sugli orsi
potenzialmente pericolosi, senza esitare ad abbatterli. Ma gli
orsi
rappresentano un reale pericolo per l'uomo?
(14.02.11)
50 orsi in Trentino pronti a uscire dal letargo e a fare danni
In
vista del prossimo risveglio della popolazione ursina trentina - che
ogni anno si fa più numerosa - l'On. Fugazzi presenta una
interrogazione al Ministro dell'Ambiente. Cosa si fa per tutelare la
popolazione e ridurre i danni di una presenza che interessa da vicino
i centri abitati? Che ne è delle promesse di Dellai di 'rivedere'
la
demagogica politica conservazionista che penalizza chi vive nelle Terre
alte?
(18.10.10)
Orsi trentini. Dopo una estate di emergenze Giovanazzi lancia
iniziativa legislativa
Nerio
Giovanazzi (Amministrare il Trentino) dopo le petizioni presentate in
Consiglio provinciale lancia ora una coraggiosa proposta di legge
di
iniziativa popolare che modifica alcuni articoli della legge
provinciale sulla caccia. Vengono introdotti più congrui risarcimenti
e un controllo democratico (anche attraverso referendum locali)
sulle
misure di rimozione degli orsi problematici. Il progetto di legge viene
incontro alle istanze di componenti della popolazione che vedono
la
propria libertà di movimento e le proprie attività sempre più
condizionate dalla crescente presenza dei plantigradi
(05.08.10)
In Primiero (trentino)Dellai deve subire la contestazione dei
contadini esasperati per i danni provocati dagli orsi
Il
presidente della PAT, che si era recato in Primiero per problemi di
viabilità, ha dovuto affrontare la collera di una trentina di contadini
infuriati per l'imperversare delle predazioni da parte degli orsi che
solo negli ultimi giorni sono costate la vita a una ventina di pecore.
Il tutto mentre il consigliere provinciale centrista Giovanazzi
promuove una petizione per chiedere la cattura e l'abbattimento degli
orsi pericolosi.
Nello
stesso giorno viene annunciato dal capo del servizio forestale
Masé
che si procederà a uno studio per 'rivedere' tutta la questione...
(05.07.10) Baselga
del Bondone (Tn) Pecore e capre sbranate, frutteti distrutti, una
nonna terrorizzata.
Fino
a che punto la Provincia di Trento consente agli orsi di fare le loro
scorribande nei pressi dei paesi? Perché le 'regole di ingaggio' degli
orsi sono scritte da coloro che sostengono il ripopolamento ursino
e
ne traggono vantaggi? Le storie della pecora Meringa, guida dei
bambini, e della nonna che ha avuto un incontro molto ravvicinato e da
incubo con l'orsa Cindy
(30.04.10)(Trentino/Veneto)
Torna la fiera dell'orso.
Villaggi di montagna sotto assedio nel vicentino per la gioia degli
animalisti e ambientalisti di città.
M5
è un orso dal comportamento anomalo, imprevedibile e pericoloso. Gira
nel villaggi, torna a finire i pasti (di animali uccisi) i giorni
successivi nonostante le dissuasioni (petardi, sirene, pallottole di
gomma). Nei protocolli orso dei paesi civili sarebbe già
stata
classificato pericoloso e abbattuto. Da noi c'è
il Pacobace (protocollo
interregionale di gestione dell'orso scritto dagli esperti orsofili e
WWF) che tutela molto l'orso, pochissimo gli animali domestici e poco
anche l'incolumità delle persone. Dalla Romania alla Scandinavia gli
orsi uccidono, non solo pecore, galline e asini anche esseri umani. Ma
qui dicono che 'non fa male a nessuno'.