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La festa dei cani pastore (a Cusio)
(28.08.17)
Agosto è mese di feste in montagna e da diversi anni gli alpeggi sono
protagonisti di iniziative finalizzate ad avvicinare chi fruisce la
montagna per relax, sport, turismo. Tra le varie iniziative vi sono
anche delle gare dedicate ai cani pastore e ai loro conduttori. Gare
particolari, perché la prova di lavoro non è, come di regola con i
cani, su ovini, ma su bovine da latte. Hanno ben poco a che fare
con il mondo della cinofilia, delle competizioni Enci. Occasione per
ricordare il lavoro insostituibile dei cani da conduzione queste gare
sono prima di tutto una festa della montagna, un'occasione per
avvicinare pastori e malghesi di valli vicine e lontane.
Articoli per argomenti
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Il cane pastore della
Lessinia/Lagorai verso il riconoscimento Enci
di Michele
Corti
(07.05.18) Il riconoscimento da parte della cinofilia ufficiale di una
razza canina utilizzata a tutt'oggi dai pastori, e malghesi, del Nord
Italia rappreseneta un importante contributo alla valorizzazione del
patrimonio di diversità biologica e culturale associato al pastoralismo.
In Italia sono 16 le razze canine
riconosciute dalla cinofilia (Enci, Italian Kennel Club); tra queste vi
sono due razze pastorali: il maremmano/ abruzzese (da guardiania) e il
bergamasco. Quest'ultima razza presentava una prevalente attitudine per
la conduzione di greggi/mandrie ma lo standard non prevede prove di
lavoro e si è verificata una completa divaricazione tra i cani del
libro genealogico e quelli dei pastori. Se, da una parte, i cinofili
hanno privilegiato le caratteristiche estetiche (il mantello "lanoso"),
tanto da orientare la razza verso una ipertipicità che incontra il
favore degli show ma che la allontana dall'attitudine al lavoro e, più
in generale, da caratteristiche funzionali, dall'altra i pastori hanno
privilegiato la produzione di meticci al fine di ottenere soggetti di
maggiore potenza.
Bergamasco da esposizione
La tendenza all'utilizzo di incroci, in passato eseguiti con pastore
tedesco e pastori belgi, interessa oggi anche l'altra tipologia di cane
da conduzione presente nel Nord Italia: quello che viene chiamato
"pastore della Lessinia e del Lagorai). La grande diffusione di border
collie e australian shepherd (sia tra i postori che tra i cinofili) sta
minacciando questa razza non ancora riconosciuta, ma sicuramente
importante e antica.
Pastori della Lessinia e Lagorai a uno dei
primi raduni non ancora ufficiali
Il "pastore della Lessinia e del Lagorai" viene anche definito il
"border collie italiano" per le sue spiccate attitudini di intelligenza
e agilità. Rispetto allla razza britannica il nostro è però più antico
perché le sue radici affondano nei contatti tra i pastori transumanti
trentini, veneti, friulani, lombardi, piemontesi e dell'Appennino
settentrionale. Nel "catino" padano (dove le polveri
sottili hanno sostituito la nebbia) avveniva, in inverno,
la sovrapposizione di parecchie correnti di transumanza:
dalla Lessinia veronese i pastori scendevano nel mantovano e
nella bassa bresciana dove si incontravano con i pastori
delle valli bresciane e del trentino. I pastori
nell'estremo nord della Toscana (sopra la linea La Spezia -
Rimini che definisce la demarcazioni culturale-linguistica tra area
settentrionale e centrale) con le loro pecore massesi si spingevano
nelle pianure emiliane, ma anche oltre il Po incontrando i pastori
veneti. Non meraviglia quindi che affinità morfologiche e attitudinali
si riscontrino tra il pastore della Lessinia e del Lagorai e quelli
della val Camonica e delle valli bresciane anche se, specie nel caso
camuno, vi è la presenza di soggetti con caratteristiche intermedie con
il bergamasco (lunghezza del pelo, portamento del padiglione
auricolare). Non meraviglia neppure che siano stato definiti un "pastore
di Oropa" (Alpi biellesi) e un "pastore delle Apuane".
Pastore di Oropa
merle
Pastore di Oropa
nero
La prima campagna di valutazione delle distanze genetiche tra questi
tipi ha messo in evidenza una scarsa sovrapposizione. Non c'è da stupirsi: le relazioni di un tempo tra le aree pastorali
alpine e dell'appennino tosco-emiliano si sono allentate con la fine o
il forte declino della transumanza. L'identità genetica dei cani
allevati un tempo dai transumanti si è inevitabilmente avvicinata a
quella delle popolazioni canine stanziali mentre parte dell'originalità
è andata perduta attraverso l'erosione genetica (incroci incontrollati
o con razze come le belghe, il pastore tedesco, lo stesso border
collie).
Cani di Sebastian Verbiz utilizzati per lavoro
Ora si sta cercando di salvare la razza (o il "cluster" di popolazioni) censendo i capi,
definendo lo standard
e ottenendo l'apertura del libro genealogico.
Dopo alcuni raduni non ufficiali e una campagna di analisi genetiche, la
possibilità di ufficializzazione è legata al successo del raduno del 27
maggio a Fara Gera d'Adda in provincia di Bergamo, località scelta per
la sua posizione baricentrca rispetto ai vari gruppi riconducibili al
"pastore dei transumanti" e presenti a Trento, Friuli, Veneto,
Brescia, Biella, Massa Carrara. L'affluenza di un consistente
numero di soggetti rappresenterà condizione essenziale per l'avvio del
percorso di inserimento del pastore tra le razze ufficiali italiane e
internazionali riconosciute. Per partecipare è necessario iscriversi
come da locandina qui sotto riportata.
Una razza che vuole
rimanere pastorale non solo di nome
Un aspetto interessante dell'attività sin qui svolta dall'associazione
è rappresentato dalla volontà di collaborazione con i pastori e dal
desiderio di non "esonerare" la razza dalle prove di lavoro (come si è
fatto nel caso del pastore bergamasco divenuto cane da esposizione).
Non pochi tra i soggetti che si spera possano costituire il "nucleo di
fondazione" della nuova razza (nuova , ovviamente, dal punto di vista
dell'ufficialità cinologica), appartengono a pastori o sono stati
ceduti come cuccioli da pastori ad appassionati. Una bella premessa che
ci auguriamo non venga meno.
Il "pastore della lessinia e del Lagorai"
(così come i tipi ad esso connessi) ha pelo di
media lunghezza,
orecchie erette, muso allungato (lupoide). In comune al bergamasco
ha spesso l'occhio azzurro (uno o entrambi). Il colore dell'occhio è
associato alla colorazione del manto, caratterizzata da un modello di
diluizione della pigmentazione (effetto "pezzato" o
"arlecchino") determinata dal gene "merle". Nel caso del bergamasco, a
fianco di un tipo prevalente, con manto grigio non mancano i "merle"
anche se il disegno è meno riconoscibile in forza della lunghezza del
pelo.
Pastore delle Apuane con pecore massesi
Un manto bellissimo, ma
attenzione agli accoppiamenti
Il gene "merle" (a dominanza
incompleta) allo stato omozigote ("doppio merle") comporta
carenze visive (cecità crepuscolare) e uditive
anche molto serie, ragion per cui non è possibile stabilizzare una
popolazione
omogena dal punto di vista delle caratteristiche di colore del manto.
Non è possibile non avere nella razza anche soggetti con manti neri e
bruni.
Non a caso nello standard del pastore bergamasco la presenza di
un occhio azzurro ("gazzuolo") e di uno scuro (eterocromia) è
considerata un difetto, mentre la presenza di entrambi gli occhi
azzurri comporta la squalifica. Il tipo più comune di mantello nel
pastore della Lessinia e del Lagorai è il blu merle (nero
e grigio) ma ci
sono anche quelli con modelli di distribuzione delle aree a diversa
pigmentazione più complessi, ovvero con aree tipicamente depigmentate o
pigmentate in rosso sul collo e sulle estremità degli arti.
Un bell'esemplare di pastore della Lessinia e
del Lagorai con pecore bergamasco-biellesi
I
caratteri del mantello e della pigmentazione dell'iride, per quanto
maggiormente diffusi in razze di cani da pastore (compreso lo stesso
border collie), non devono trarre in inganno: non presuppongono
necessariamente vicinanza genetica e comune origine. Non è un carattere
esperiore o un gene che definisce una razza, anche se nella storia
della
zootecnia molto spesso si è creduto il contrario. Ecco perché per costituire una razza,
specialmente oggi con la grande diffusione di tante razze, è necessario
un studio genetico preliminare.
Un cane pastore dell'Alvernia
Un cane polivalente
Il nostro "pastore della lessinia e del Lagorai" è un cane in grado di
lavorare sia con ovicaprini che con bovini. Le doti di intelligenza e
di agilità si sono sviluppate attraverso il lavoro di conduzione, una
specializzazione che è stato possibile sviluppare quando sono venute
meno le esigenze di difesa dal lupo.
In precedenza erano maggiormente
utili e diffusi cani da difesa o in grado di svolgere entrambe le
funzioni (tanto è vero che nelle raffigurazioni artistiche di scene
pastorali si rinvengono invariabilmente grossi cani con collari
antilupo). La funzione di "conduzione pura" ha affinato un tipo di cane
che oggi può essere adibito a prove di agility, ricerca, pet teraphy,
oltre che - ovviamente - sheep-dog. Se l'appassionato può essere
attratto dal border collie, anche per via di una componente di
esterofilia, il pastore (che, specie con grossi greggi preferisce un
cane che abbaia), ma anche altri utilizzatori professionali o
"amatoriali evoluti", hanno buone ragioni per preferire la nostra bella
razza di cane pastore.
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