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Mentre i sindaci evitano di prendere una posizione
netta a difesa delle loro comunità la Coldiretti e l'Associazione provinciale allevatori sono
chiari: l'orso JJ5 va catturato e trasferito (09.04.09)
A Bergamo i sogni di chi
desidera le montagne popolate di orsi si scontrano
contro l'opposizione degli allevatori
Il confronto
tra la Francia e ltalia è deprimente. Il sindaco di
Cusio (Val Brembana) dichiarava dopo gli episodi della
scorsa settimana "Penso che la presenza
dell'orso sia un segnale importante del fatto che il
nostro territorio ha un valore naturalistico elevato".
Dopo qualche giorno, però, fiutati i sentimenti
dei suoi cittadini cambiava registro (vedi Eco di
Bergamo di oggi 9.4.09) "meglio portarlo in
un ambiente che soddisfi le sue esigenze".
Un bel voltafaccia. Il Sindaco di Ornica, altro
villaggio visitato dall'orso in questi giorni, invece,
dichiarava serafico "speriamo che se ne vada".
Un bel modo di affrontare I problemi, non c'è che
dire.
Ben
diverso l'atteggiamento dei sindaci dei Pirenei
che, nel 2006, si sono messi alla testa del movimento
anti-orsi con il risultato che, in Francia, la reintroduzione
degli orsi è stata bloccata. Lì comunità e sindaci, si
sono stretti intorno agli allevatori
e ai pastori che , come in tutta la Francia, sono trattati con rispetto
e considerazione. Gli orsi
rilasciati nei Pirenei del resto hanno tutti subito incidenti di vario tipo, tanto
che ne rimangono pochissimi e ammaccati. Lì hanno deciso
di non subire la "convivenza" con l'orso imposta dai Signori
(burocrazia dei parchi, asperti faunisti, ambientalisti,
animalisti). Anzi li hanno mandati proprio a f......o.
Loro e i loro orsi.
Però
anche in Tèra de Bèrghem la reazione all'orso
è sempre più negativa e decisa. La Coldiretti
e l'Associazione provinciale allevatori (vedi sotto
il comunicato) hanno assunto una posizione limpida
e decisa. Ma anche molti valligiani possibilisti
stanno aderendo al "partito anti-orsi".
Merito
anche dell'esperto Dr. Meriggi, che proclama -
facendo imbufalire molti - che il plantigrado è un raccoglitore,
che non preda se non eccezionalmente ma che poi
- notare la
coerenza - dice anche che, se uccide 120 pecore in 6 mesi, è un fatto "normale" e che
la convivenza è comunque "possibile" (lo ha stabilito lui,
ovviamente, a priori). Non fanno imbufalire di meno
le dichiarazioni dei vari esponenti del "partito
dell'orso" che annunciano trionfanti che si
stima che 6-7 orse in Trentino siano gravide e che
una nuova leva di cuccioloni si irradierà presto.
Sognano già la fidanzata per JJ5. Ma più insistono
nel loro sogno di montagne bergamasche popolate
di orsi, più inducono la gente delle valli a chiudere
al più presto la vicenda JJ5. Se volevano far accettare
- nel lungo periodo - la convivenza con l'orso non
potevano comportarsi peggio. Insistendo nel tenere
JJ5, e lasciando intendere che agli orsi è concesso
farne di cotte e di crude, hanno creato terra bruciata.
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Comunicato
del 7 aprile
COLDIRETTI BERGAMO E A.P.A.: ORSO E AGRICOLTORI, UNA CONVIVENZA IMPOSSIBILEBergamo, 07 Aprile 2009. A seguito degli ultimi avvenimenti predatori dell’Orso JJ5 tornato a farsi vivo dopo il periodo di letargo e di dichiarazioni fatte a nome più personale che degli allevatori, vogliamo qui di seguito chiarire la posizione di Coldiretti e dell’Associazione Provinciale Allevatori di Bergamo in rappresentanza e tutela dei soci che operano nelle zone montane frequentate dal plantigrado. Più precisamente vogliamo evidenziare che la ns. posizione di netta contrarietà alla presenza dell’orso sulle nostre montagne scaturisce dalla inevitabile e legittima difesa dell’incolumita degli operatori che praticano l’alpeggio nella stagione estiva, e che vede spesso coinvolta tutta la famiglia, (bambini compresi).
Osserviamo ormai da diversi anni la continua diminuzione delle aziende agricole disposte a svolgere attività di alpeggio e in generale dell’attività agricola in zone montane, che richiede enormi sacrifici e che deve essere difesa in quanto unanimamente riconosciuta come unica garanzia di tutela e gestione naturalistica dei luoghi montani, che altrimenti continuerebbero nel loro progressivo deterioramento.
Non riteniamo eticamente sostenibile che un solo Orso attiri attenzioni e sperpero di denaro pubblico mentre qualche decina di allevatori che mantengono ettari e ettari di territorio con la loro attività vengano messi nella condizione di non poterlo più fare.
E’ di questi giorni la notizia che a seguito delle ripetute visite dell’Orso nel Comune di Cusio in Valle Brembana, dove sono state uccise 4 capre rinchiuse in un recinto di 2 metri d’altezza, una nostra allevatrice Erica Mazzola di Cusio si trova costretta a dormire in auto per vigilare il proprio allevamento. Vogliamo difendere strenuamente il lavoro di selezione genetica faticosamente costruito in anni di attività e che nessun tipo di risarcimento economico potrà ricolmare. L’uccisione di 120 pecore nel 2008 e l’elevato rischio degli operatori agricoli non vale quanto la tutela di un orso?
Le opere e strumenti di prevenzione proposti dall’Università di Pavia dall’esperto Dott. Meriggi Alberto nell’ambito della convenzione sottoscritta col Parco delle Orobie Bergamasche, quali ad esempio il contenimento degli animali in appositi recinti, risultano indeguate e inapplicabili sulle nostre montagne e soprattutto in contrasto con le normative sul benessere degli animali, sulla corretta gestione dell’Alpeggio, lo smaltimento delle carcasse,ecc. che ogni allevatore è tenuto a rispettare.
A differenza di quanto sostiene qualcuno riteniamo JJ5 un Orso problematico, due suoi fratellastri JJ3 e Bruno sono stati abbattuti in Svizzera e Baviera perchè pericolosi. Ci chiediamo se sono irresponsabili gli svizzeri e i tedeschi che abbattono senza necessità o gli italiani che lasciano scorazzare un orso pericoloso? Non chiediamo di arrivare a tanto, ma almeno che venga trasferito in luoghi più idonei. Oggi pomeriggio alle 14,00 nell’ufficio zona di Coldiretti verrà fatto un Consiglio per fare il punto della situazione e decidere eventuali iniziative a tutela degli allevatori.
Concludendo chiediamo agli enti pubblici preposti (Parco, Regione, Provincia) che si esprimano chiaramente in merito alla scelta di tutela dell’attività allevatoriale montana oppure alla tutela dell’orso perché è ormai chiaro a tutti che la convivenza di entrambe le realtà è oggettivamente impossibile e che dicano chiaramente chi avrà la responsabilità qualora dovessero verificarsi episodi a danno di persone
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