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Articoli correlati
La
politica "verde"
gestita
da burocratiignoranti
(i lupi nel Parco Ticino)
(8.07.17) Nell'esultare per la presenza del lupo nella valle del Ticino
al direttore del Parco lombardo, Claudio Peja, è sfuggita una
bestialità. L'arch. Peja ha dichiarato: "Dal Medioevo non c’è più
stato un lupo in pianura . Per noi è una grande notizia". Peccato che
ancora all'inizio dell'Ottocento i numerosi lupi della valle del Ticino
sbranassero non solo le pecore ma anche i fanciulli.
(17.03.17) Il
lupo e la politica (a Bergamo, e alta Italia, duecento anni fa)
Come
abbiamo
già avuto di osservare in altre occasioni, l'opera di Mario
Comencini sull'antropofagia del lupo ha messo bene in
evidenza come la radicata paura del lupo nella cultura rurale
fosse assolutamente giustificata. Giustificata dalla frequenza di
aggressioni, anche letali, agli umani, specie fanciulli. Il lupo
storico è nemico dell'uomo e pericoloso. E' il lupo ideologico "da
favola all'incontrario" degli animal-ambientalisti che costituisce un
mito.
(09.03.17)
La risposta della pastora agli animalisti
Anna Arneodo replica al qualunquismo animalista (quello del: "Tanto li
rimborsano, che c...o si lamentano sti pastori"?) e ribatte: "Vi
farebbe piacere che il lupo uccidesse il vostro barboncino e
comprarvene un altro con i soldi della regione che vi arrivano dopo un
anno?
(03.03.17) Il dna inchioda il partito del
lupo. Aveva ragione l'uomo aggredito nel torinese
Grazie alla prontezza del proprietario del cane ferito e
all'intervento della Federcaccia di Torino, dopo una serie di episodi
che avevano visto gli aggrediti trattati da millantatori questa volta
il partito del
lupo non ha potuto smentire il verdetto del dna. Ad
aggredire un cane e il suo proprietario alla borgata Tora di Giaveno
(To) il 10 gennaio sono stati purissimi lupi.
(28.02.17)
Ci uccidete senza sporcarvi le mani. J'accuse di una pastora
Ci uccidete con ipocrisia, camuffando il genocidio con il pretesto di
quella natura che state distruggendo e del lupo elevato a bandiera
(12.02.17) Mantenuta
la demagogica protezione "a
prescindere" del lupo. Cosa succederà?
Ai
presidenti delle regioni, che si sono comportati come conigli impauriti
di fronte alle proteste ambiental-animaliste contro possibilità (solo
teorica) di un controllo ultraselettivo del lupo, consigliamo la
lettura di un testo storico, pubblicato nel 2002, che - sulla base di
abbondantissima e inoppugnabile documentazione - descrive la strage di
centinaia di bambini ad opera dei lupi nelle zone tra Lombardia e
Piemonte tra XV e XIX secolo
(30.12.16) Piano
lupo: gli ambientalisti vittime delle loro bugie
Le
barricate dell'ambientalismo istituzionale hanno impedito che
proseguisse il suo iter e l'approvazione entro l'anno il "Piano
nazionale di conservazione del lupo", che doveva sostituire quello del
2002. Calendarizzato per il 7 luglio alla Conferennza stato-regioni il
Piano non è più stato inserito all'ordine del giorno.
(12.09.16)
Una settimana di proteste anti lupi degli allevatori della
Lessinia
La
protesta degli allevatori della Lessinia assume forme sempre più
clamorose. Quest'anno la strage ha riguardato ben 63 capi bovini.
Alcuni allevatori sono stati ripetutamente colpiti. Come Moreno Riva un
allevatore trentenne, che - alla quarta predazione avvenuta
martedì scorso - con l'appoggio e la solidarietà di colleghi e amici
che "hanno messo la faccia" ha caricato sulla pala del trattore
l’ultima manzetta dilaniata in malga dai lupi martedì e l’ha scaricata
in piazza, davanti al monumento ai Caduti.
(19.12.15)
Piano lupo: i lupocrati vogliono dettare legge ai pastori
Il Piano lupo conferma, se ce ne fosse bisogno, l'arroganza della
lobby che - almeno sino ad oggi - ha potuto operare su un piano di
totale autoreferenzialità finanziandosi con 18 progetti
LIFE. L'impostazione del Piano è molto pericolosa per i
pastori e gli allevatori in quanto mira in modo ormai scoperto ad
utilizzare il lupo per imporre una gestione dello spazio rurale che
escluderà l'uomo
(19.12.15)
La convivenza con il lupo è impossibile
È quanto emerso dal convegno di Saluzzo del 17 dicembre .
Il problema del lupo non è un qualcosa di isolato rispetto alle
varie minacce contro la montagna, le sue comunità, le sue attività
tradizionali. Il lupo è parte di un progetto politico di stampo
neocolonialista e tecnocratico che fa leva sui Parchi e l'attacco alle
autonomie locali.
(04.09.15)
Pastori francesi prendono in ostaggio i vertici di un parco
Dopo le minacce di blocco del Tour de France e le manifestazioni
non si ferma la lotta dei pastori contro le stragi ad opera dei
lupi. In Savoia (a 7 km in linea d'aria dalla Val di
Susa) sequestrano presidente, e direttore del Parco del
Vanoise. Il prefetto viene incontro alle loro richieste
autorizzando l'abbattimento di sei lupi. E in Italia?
Articoli per argomenti
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Il
lupo
causa gravi perdite a un gregge della Valbrembana
di Michele Corti
(11.08.17) A
Foppolo, in alta Valbrembana in alcuni giorni di ripetuti attacchi un
giovane lupo uccide 26 pecore. Ancora una volta l'onere della prova è a
carico del pastore che, per essere creduto, deve posizionare le
fototrappole dopo essere stato accusato di essere un bugiardo e un
simulatore da alcune delle guardie della polizia provinciale
intervenute per gli accertamenti. Dopo anni di presenza
"discreta" del grande carnivoro sulle Orobie anche qui il lupo
diventa un incubo per i pastori.
Nessuno tra i
pastori (parliamo di quelli veri) si faceva illusioni. Se la
presenza del lupo sulle Orobie non ha - almeno in base a quanto emerso
pubblicamente - impattato sul pastoralismo è solo per alune circostanze
favorevoli (abbondanza di prede selvatiche, presenza di greggi
custoditi). Oggi la "ricreazione" è finita: anche i pastori e i
malghesi delle Orobie si devono confrontare con quella dura realtà che
sperimentano da trent'anni i piemontesi e, da qualche anno, i veneti.
In Veneto l'arrivo del lupo ha subito dato inizio ad una serie di
sanguinosi episodi di predazione a carico anche di bovini da
latte con danni economici pesanti e la crazione di una situazione
di conflitto eslosivo. Oggi si parla di almeno cinque branchi sulle
montagne venete.
Un lupo fotografato nel 2014 nella zona del Mortirolo, il passo tra la
Valtellinba e l'alta Valcamonica
Una presenza che risale al
1999
Sono almeno 18 anni
che il lupo è tornato sulle Orobie ma solo da quest'anno un lupo ha
avuto una sigla (So M01, maschio n.1 della provincia di
Sondrio) e una carta di identità genetica. Mentre le predazioni degli
orsi provenienti dal Trentino hanno avuto, negli scorsi anni, ampia
pubblicità nelle valli bergamasche e in Valtellina, quelle del lupo o
sono state di minore entità o sono passate sotto silenzio per una sorte
di "convenzione" tra amici e nemici del lupo.
SoMO1 in un'immagine ottenuta mediante fototrappola nella primavera di
quest'anno
I primi fanno di tutto
per ridimensionare la presenza e i danni del predatore (in modo che
essa possa consolidarsi in assenza di conflitti), i secondi cercano di
mantenere il silenzio per attuare un controllo fai da te. Qualcosa si è
rotto in questo precario equilibrio.
I precedenti in Valbrembana messi a tacere
I sostenitori del ritorno
del lupo a tutti i costi ritengono che per la "giusta causa" qualche
bugia non sia peccato (o reato). Così i funzionari provinciali e
regionali hanno cercato di minimizzare in questi anni la presenza del
lupo, per non creare "allarmismo". In realtà perché seguono la dottrina
del tenere nascosta o ridimensionata la presenza dei grandi predatori
fin a che diventa consolidarta, un fatto irreversibile, che va
accettato e subito senza poter discutere. Nel 2015 una lupa era stata
fototrappolata ripeture volte in
zona monte Ortighera-Val Parina (territorio di Lenna). In alcune immagini si vedeva anche
l’animale con un cucciolo. Ma
la Regione tentava di tutto per negarlo. Una funzionaria della
direzione generale Sistemi verdi e Paesaggio della Regione
Lombardia laureata in agraria e senza competenze specifiche
sentenziava: "Potrebbe essere un cane randagio. Servono delle tracce
biologiche che, al momento, non abbiamo trovato".
La lupa fototrappolata in val Parina nel 2015
Un episodio grave che cade
in piena stagione d'alpeggio
Gli attacchi sono iniziati
alla fine di settimana scorsa, lunedì notte la mattanza peggiore con 16
capi uccisi (qualcuno in fin di vita poi deceduto). Vittime gli ovini
di un gregge di 600 capi che pascolano l'alpe Cadelle. Il gregge è in
carico a due ragazzi rumeni e a un giovane locale, Alessandro Gherardi,
figlio di una
comproprietaria dell'alpe che possiede 150 dei 600 ovini. Un ragazzo
giovane ma che la montagna la conosce bene. L'alpe è molto vicina
al paese.
All'inzio pareva che il
predatore non consumasse le sue vittime, poi qualche carcassa è
sparita. Vista la mal parata i due pastori rumeni si sono alzati alla
baita alta a oltre 2000 m dove l'assenza di vegetazione arbustiva ed
arborea (il pascolo è in mezzo alle rocce) rende più facile la
sorveglianza. Però il lupo ha attaccato ancora. Sapendo che le guardie
della provincia avrebbero - come di rito, -sostenuto che si trattava di
un cane, il pastore ha posizionato una fototrappola presso le carcasse
(opportunamente celate alla visione dei turisti). La mossa si è
rivelata vincente. Le immagini catturate - sottoposte a più di un (vero) esperto -
non lasciano spazio ai dubbi.
È
probabile che non si
tratti di SO MO1 ma di un soggetto più giovane. Forse nall'area del
Mortirolo c'è già un branco e questo è un soggetto in dispersione.
Nella strategia opaca adottata dalle istituzioni (Parchi e provincie)
dettata loro dalle lobby ambientaliste, e osservata in barba agli
obblighi di informazione dei cittadini e di imparzialità ideologica di
organi e funzionari pubblici, non c'è molto da meravigliarsi. Nel parco
del Ticino (vedi articolo di ruralpini) solo a giugno, dopo che un
pastore, vittima di attacchi, aveva documentato la presenza dei lupi, è
arrivata la mezza ammissione della presenza di una coppia. Ma più
segnalazioni da parte di cacciatori concorrono a indicare la presenza
di un branco (sono stati avvistati almeno quattro esemplari insieme).
Il pastore da vittima a
colpevole
Un comportamento grave
sarebbe stato tenuto da una delle guardie (le altre, per la verità si
sono comportate in modo corretto) che hanno proceduto alla verifica
della predazione. I nomi li conosciamo e, qualora servisse, li
pubblicheremo. Una delle guardie a subito messo in discussione
l'accaduto uscendosene anche con la parola truffa. Se queste
circostanze fossero confermate
saremmo di fronte ad una calunnia vera e propria con le aggravanti del
caso (pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni). Anche da
questo punto di vista nulla di nuovo. Il pastore, la vittima, viene
messo sistematicamente sul banco degli imputati per difendere il lupo.
Una tecnica da regime totalitario, ben esemplificata dalla denuncia per
"maltrattamento di animale" contro Angelo Metlicovez che, a luglio, in
comune di Trento è finito all'ospedale con ferite alle gambe e al
braccio in seguito all'attacco da parte di un'orsa. Dai
forestali (che per fortuna non esistono più tranne nelle provincie
autonome), da alcuni veterinari pubblici, da guardiaparco ecc. In barba
ai diritti civili, all'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge,
agli obblighi dei pubblici ufficiali.
Dalle lesioni sul
collo della povera pecora si può dedurre che la vittima è stata colpita
con modalità tipiche del lupo, sia pure con un "lavoro poco pulito"
(ovvero con presenza di lesioni non riconducibili a quella mortale). Un
quadro compatibile con un soggetto senza grossa esperienza, alle prime
armi che deve allenarsi (questo spiega l'overkilling) ovvero
l'uccisione di molto più capi rispetto a quelli consumati (che si
spiega anche con la frenesia ovinicida scatenata dal comportamento
delle prede).
Un
animale che non si lascia più intimidire dall'uomo (e che quindi
diventa un potenziale pericolo)
Ciò che ha colpito
il pastore, e che lo preoccupa, è la quasi totale assenza di timore per
l'uomo del soggetto responsabile della predazione. Il lupo, due notti
fa, è stato "dissuaso" con urla e un potente fascio di una torca ma si
è allontanato di poco. Il pastore l'ha anche "incontrato" lungo un
sentiero a distanza di 40 m. Facendosi forza non solo no è arretrato o
fuggito ma è avanzato urlando. Il lupo si è allontanato ma con tutta
calma e senza scomporsi. Esattamente com dicono gli amici pastori e
margari piemontesi che, quest'estate, stanno subendo una serie di
attacchi. C'è preoccupazione perché siamo a ferragosto e la montagna
non è mai popolata come in questi giorni. Sugli alpeggi sono presenti
anche famigliari e bambini che vengono in visita e si trattengono per
qualche magari per qualche giorno. Chi nasconde la presenza del lupo ,
diffonde notizie rassicuranti sul suo comportamento "sono secoli che
non mangia gli uomini" (cosa del tutto falsa perché molti bambini sono
stati sbranati in India pochi anni fa e in Spagna rapimenti e uccisioni
di bambini sono state registrate negli anno '70 del Novecento, senza
dimenticare che casi di bambini ucciso dai lupi si sono verificati in
Lombardia ancora agli inizi dell'Ottocento).
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