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[Info regioni]

 

Febbraio  Gennaio  2008


 

 

Marzo

 

ALTA VALTELLINA (22.03.09)

PARCO DELLO STELVIO OFF LIMITS, ESCURSIONI PROIBITE SINO AL 15 MAGGIO  

Lombardia - Sondrio - Parchi - Fauna selvatica

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VALTELLINA (21.03.09)

UN NUOVO GIORNALE SATIRICO: "LA VOCE DEI CAPANNONI"

Lombardia - Sondrio

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FELTRINO (BL) (17.03.09)

SI SVILUPPA LO SCAMBIO DEI SEMI NELL'AMBITO DI "COLTIVARE CONDIVIDENDO"

Veneto - Ruralismo

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VARESE (16.03.09)

UN ALTRO PROGETTO INTERREG SULLA CAPRA VERZASCHESE.

Lombardia - Varese - Capre

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TRENTO (13.03.09)

GLI OSPEDALI NON RISPONDONO ALL'APPELLO PER IL LATTE TRENTINO

Trentino - Latte- km 0

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 MILANO (06.03.09)

UNA SETTIMANA A SOSTEGNO DEL BITTO STORICO

Lombardia - Formaggi - Bitto

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CHIAVENNA (07.03.09)

IN UN SEMINARIO A CHIAVENNA LE "TESTE D'UOVO" DELL'UNCEM E DINTORNI PROSPETTANO PER LA MONTAGNA UNA ECONOMIA DA GREEN ECONOMY. SONO CREDIBILI?

Politica - ambiente

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ALTA VALTELLINA (22.03.09)

PARCO DELLO STELVIO OFF LIMITS, ESCURSIONI PROIBITE SINO AL 15 MAGGIO

A causa dei "poveri cervi" debilitati dal "rigido inverno" (ma quando mai? è sempre nevicato, anche di più!) ogni escursione a piedi, con le ciaspole e con gli sci è vietata nel Parco Nazionale dello Stelvio, settore lombardo, sino al 15 maggio. Lo ha stabilito un Decreto del presidente del Consorzio di gestione (n. 6). Va detto che il Parco ammette che la causa di questa misura senza precedenti è legata alla "eccessiva densità" faunistica che ha causato un clamoroso peggioramento della popolazione, caratterizzata da individui con taglia sotto la media delle specie e privi delle normali riserve di grasso (sono troppi e la competizione tra loro è forte). Le carcasse si stanno accumulando (per la gioia del Gipeto si consolano i verdi)

Ma di chi è la colpa? Quanti anni ha aspettato il Parco a prendere il coraggio di deliberare un piano di abbattimenti?  Intanto, mentre bisogna evitare di "disturbare" i cervi, per impedire che consumino le loro misere riserve energetiche, i signori del WWF nonostante le evidenze della situazione di grave sovrapopolamento, insistono a chiedere di non procedere con gli abbattimenti e  di "aspettare l'arrivo dei lupi". La visione di questi signori è più simile ad una scena teatrale che a un discorso sull'ecologia. E' una scena popolata di attori metafisici Il Grande Predatore - L'Avvoltoio Spazzino (col cavolo, gli agnelli li ghermisce vivi e vegeti!), l'Erbivoro. Se tutto si svolgesse in un gioco da play station passi, ma loro vogliono giocare in scala naturale con il loro giocattolone preferito: Il Parco (altro soggetto metafisico). Nel gioco il personaggio Uomo non c'è, disturba. Le rappresentazioni simboliche della wilderness che questi signori vogliono imporre (per legittimare sé stessi e il potere acquisito) interferiscono non poco con la vita reale di chi in montagna vive e lavora e, perché no, ha tutto il diritto a farsi un escursione. Follie di un inverno normale causate da ideologie urbane non normali. Qui si chiude il Parco, altrove, in Veneto, hanno messo i cervi in "pensionato invernale". Chiusi in "stazioni di soccorso" e foraggiati come pecore. Sarà normale? E allora che differenza fa tra animali allevati e i nobili Selvatici (con la S maisucola, si intende) se vengono ridotti a mendicare fieno in cattività?

 

VALTELLINA (21.03.09)

UN NUOVO GIORNALE SATIRICO "LA VOCE DEI CAPANNONI"

Esce La voce dei capannoni, un nuovo foglio satirico per raccontare temi d'attualità locale. Sarà nelle nelle edicole dal 21 marzo come allegato gratuito al numero 8 de "Le Montagne Divertenti" .... (Ogni riferimento allo squallore del fondovalle valtellinese devastato dalla capannonite è ovviamente non casuale) http://www.lemontagnedivertenti.com/

 

FARRA DI FELTRE (18.03.09)

AVVIATO LO SCAMBIO DEI SEMI, NELL'AMBITO DI "COLTIVARE CONDIVIDENDO". PRESTO UNA GIORNATA SI SCAMBIO IN PIAZZA

L’ incontro di martedì 17marzo organizzato nell’ ambito di “coltivare condividendo” ha visto giungere a Farra di Feltre molte persone provenienti da bellunese, feltrino, primiero e trentino. Gran parte della serata (intitolata “porta i tuoi semi”) è stata ovviamente dedicata proprio allo scambio di semi e al raccontare di questo “immenso patrimonio” locale del bellunese. Una ricchezza fatta di tantissimi semi diversi, ognuno con una storia e delle caratteristiche (organolettiche, culturali, storiche ecc.). Grazie alle conoscenze di S. Sanson e di diversi coltivatori ci si è soffermati a lungo a parlare di fagioli e di mais (coltivazioni che spesso vengono associate). Prodotti come i “Fasoi bonei de Fondaso”, “i fasoi dalet”, “le bale rosse del feltrino  meritano di essere non solo salvate e tutelate ma anche fatte conoscere per le loro eccezionali qualità. Tra le tante varietà merita una menzione una varietà di “fasol dall ocio”, scoperta dal Prof. Gazzi, che ha incuriosito tutti Stesso discorso vale anche per i tanti mais da sempre coltivati nelle valli del bellunese (su tutti il mais sponcio e il marano) Non ci si è nemmeno dimenticati delle zucche, di fave, orzo e grano. L'appuntamento è per una giornata di scambio di semi da organizzare prossimamente in una località del feltrino sulla scorta del successo di quella di Fiera di Primiero nel vicino Trentino.

 

VARESE (16.03.09)

UN ALTRO PROGETTO INTERREG SULLA CAPRA VERZASCHESE.

La grande attenzione della Comunità Montana delle valli del Luinese nei confronti dell'allevamento della capra autoctona Verzaschese stride con la scarsità di iniziative a favore dalle altre razze caprine autoctone lombarde. Siamo al terzo progetto Interreg su questa razza che essendo "transfrontaliera" è un obiettivo naturale di progetti con la Svizzera. Ma la stessa capra Verzaschese è allevata anche nelle valli comasche, anch'esse al confine con il Canton Ticino da cui questa razza proviene; anzi, a Como, vi sono molti più capi e aziende che a Varese. Sempre nelle valli lariane e nella Valchiavenna sono allevati ceppi di "capra alpina comune". Sono l'espressione più autentica della popolazione di tipo alpino tradizionale, Essa, fino al XIX secolo, non era standardizzata e presentava sì caratteri comuni, ma colore del mantello e lunghezza del pelo variabilissime. A Como questa popolazione "che-più-autoctona-non-si-può" è riconosciuta come Lariana, quella valchiavennasca ("Ciavenasca"), invece, non ha neppure avuto il riconoscimento della Regione (nonostante gli studi eseguiti e l'evidenza che queste aree della Lombardia  rappresentino storicamente un'area di elezione dell'allevamento caprino).

In Canton Ticino e nei Grigioni non mancano ceppi analoghi alla Lariana e Ciavenasca. In Valchiavenna e Valtrellina è poi allevata la Frisa, parente della Striata grigionese, Non mancherebbero insomma, sia nel comasco, che in Valchiavenna e Valtellina, occasioni di iniziative transfrontaliere a sostegno delle popolazioni caprine autoctone. Va ricordato che, in Lombardia, sono le capre a fare la parte del leone nell'ambito delle razze autoctone (oltre ad esse vi è solo la vacca Varzese - in stato di reliquia - le pecore Bergamasca e Brianzola).

Se, da una parte, è fondamentalmente giusto che di questo patrimonio si interessino gli enti locali, dall'altra c'è da chiedersi quanto sia opportuno che la conservazione e la valorizzazione di questo patrimonio siano legati a scelte di amministratori locali che preferiscono dedicare le attenzioni e i progetti a quattro ulivi o ad altri prodotti ritenuti più "signorili" ma che sono sicuramente meno importanti dal punto di vista del mantenimento della realtà sociale e dell'ambiente rurali. A maggior ragione va apprezzata la scelta della Comunità Montana di Luino di fare della capra un asse strategico di sviluppo rurale.

 

TRENTO (13.03.09)

GLI OSPEDALI NON RISPONDONO ALL'APPELLO PER IL LATTE TRENTINO

«Darò direttive precise alle aziende sanitarie ed alle case di riposo. Saranno aggiornati i metodi degli approvvigionamenti alimentari. Rispetteremo le regole, ma privilegeremo i prodotti locali». L'assessore alla sanità, Ugo Rossi, è dovuto intervenire con queste parole di fronte alla notizia che l'ospedale di Borgo Valsugana aveva disdettato la fornitura del Latte Trento per rivolgersi al latte in polvere francese (per fornire colazioni liofilizzate!) e che al Santa Chiara di Trento si consuma Granarolo. L'appello di Dellai (presidente della provincia autonoma), lanciato a fine gennaio, pare rimasto nascoltato. Eppure mense e ospedali dovrebbero essere i primi a fornire il buon esempio.

Intanto nella polemica emergono, inevitabili, i soliti confronti con i "cugini" della provincia autonoma di Bolzano dove, negli ospedali, si consuma latte MILA nella misura dell'85%. Mentre dalla parti della giunta provinciale si pensa a come far si che le mense si riforniscano di latte trentino e a come invogliare albergatori e I ristoratori ad acquistare "made in Trentino", viene spontanea una riflessione: ma perché alla fine il discorso sul "cibo locale" a Trento finisce sempre sul Latte (Trento)? Il dubbio che Dellai, con il suo proclama dal sapore vagamente autarchico, fosse più preoccupato della crisi del "Polo bianco" piuttosto che folgorato sulla strada del "km0", ora diventa quasi certezza.

Ma la crisi del settore zootecnico e caseario trentino dipende - come ormai sostengono anche voci della maggioranza - da una politica sbagliata della provincia che si accinge a ripetere gli stessi errori e ad elargire 22 milioni per dare ossigeno a Fiavè, l'altro cardine - insieme a Latte Trento - del Polo bianco. Gli appelli al "buy local" sarebbero più credibili se, alle spalle, non ci fosse stata la politica della chiusura dei caseifici locali e delle piccole stalle, se fossero accompagnati da una svolta a sostegno delle fileiere locali artigianali e se non nascondessero solo un puntello ad un sistema industriale in crisi.

 

 MILANO (06.03.09)

UNA SETTIMANA A SOSTEGNO DEL BITTO STORICO

Un programma denso di iniziative organizzato dai Produttori delle Valli del Bitto (i famosi "ribelli del Bitto") con l'adesione di Slow Food, Caseus/Anfosc, Ruralpini e molti altri. Giornalisti, chef, produttori, sostenitori del cibo buono pulito e giusto mobilitati per una iniziativa politico-cultural-gastronomica lunga una settimana che si concluderà con un "treno del Bitto" per portare gli amici del Bitto "storico" sino al "tempio del Bitto" a Gerola alta (SO). Nel corso della settimana si susseguiranno eventi gastronomici in locali stellati e nelle Osterie Slow Food, vi sarà una presenza in piazza dei produttori del Bitto (e del gruppo tradizionale di Gerola alta) con tanto di salotti gastronomici. E'previsto anche un convegno aperto alle testimonianze dei sostenitori della campagna e degli stessi produttori nonché al confronto politcio con I rappresentanti della Regione Lombardia.  Programmi dettagliati su Ruralpini nei prossimi giorni.

 

CHIAVENNA (07.03.09)

IN UN SEMINARIO A CHIAVENNA LE "TESTE D'UOVO" DELL'UNCEM E DINTORNI PROSPETTANO PER LA MONTAGNA UNA ECONOMIA DA GREEN ECONOMY. SONO CREDIBILI?

Al convegno "Tra stato e mercato c'è la montagna" tenutosi a Chiavenna lo scorso 20 febbraio organizzato dall'Uncem, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani l'assessore al bilancio della Regione Lombardia, Romano Colozzi, ha dichiarato che la Lombardia sarà un baluardo a difesa delle Comunità Montane che - dopo essere state ridimensionate ma confermate dalla finanziaria 2008 - rischiano di essere svuotate dalla diminuzione delle risorse che in prospettiva saranno quasi azzerate. Morte per inedia pianificata di direbbe (holodomor?). Da qui la necessità di reagire recuperando un ruolo attivo di agenzie per lo sviluppo territoriale. In realtà la deriva burocratica-amministrativa che hanno subito questi enti rischia di far dimenticare che le Comunità Montane erano nate nel lontano 1971 proprio per porsi come "nuovi" soggetti dinamici della programmazione socio-economica.

In realtà con parole nuove ("governance", "agenzie di sviluppo", "realizzare dal basso concrete e misurabili attività di investimento e sviluppo sul territorio") non si fa che ribadire quello che avrebbe dovuto essere il ruolo di questi enti. Fin qui, pertanto, parole nuove, ma nulla di nuovo nella sostanza se non l'ammissione di un fallimento.  Di nuovo c'è la proclamazione che "lo sfruttamento della “risorsa montagna” non sarà più sinonimo di cementificazione selvaggia e impianti sciistici". Bello sentirlo dire, ma intanto i programmi di cementificazione sulle Alpi non si arrestano, anzi, basta vedere cosa sta succedendo alla Marmolada per capire che la "svolta" non è certo nell'aria. In alternativa, però, si prospetta una green economy dai contorni tutt'altro che chiari e rassicuranti. Si parla infatti di "cicli integrati dei rifiuti", "gestione di biomasse", impianti idroelettrici, "trading di crediti di carbonio".

Si tratta di chiarire bene cosa significhino questi slogan perché in materia di gestione rifiuti e biomasse sappiamo bene quale sia il rischio di trasformare la montagna in una pattumiera (vedasi le vicende della Valsugana anche con riferimento all'impianto di compostaggio o i progetti di maxi impianti di produzione di biogas delle Giudicarie). Quanto allo sfruttamento idroelettrico che presuppone, falsamente, che l'acqua sia risorsa "rinnovabile"  la speculazione sui crediti verdi ha scatenato la corsa alle captazioni dell'ultima goccia d'acqua . Caso eclatante è la provincia di Sondrio in quanto il suo territorio è sè il più sfruttato a livello idroelettrico di tutta Italia. Il 90% dei torrenti della provincia di Sondrio ha subito captazioni per lo sfruttamento idroeletttrico causando preoccupanti segnali di scarsità idrica in alcune zone del territorio. E' green economy. Prima di proporre di lanciarsi verso le nuove frontiere di una ambigua green economy di cui si vedono già molti aspetti deteriori e speculativi bisognerebbe far valere di più i diritti dei territori di montagna sullo sfruttamento idroelettrico in essere

 

 

 

 

Febbraio

 

LOMBARDIA - VALCAMONICA (26.02.09)

FORAGGIANO I "POVERI BAMBI" A FINE INVERNO

Nei giorni scorsi a Ponte di Legno sono andati a dare balle di fieno ai "poveri Bambi". A parte il fatto che, come abbiamo già avuto modo di sostenere più volte, se sono selvatici devono arrangiarsi da soli (altrimenti che wilderness sarebbe?) e a parte il fatto che per mantenere in equilibrio la popolazione o ci pensano i rigori dell'inverno o gli schioppi, andare adesso - a fine inverno -a foraggiare i cervi metterà in pace le coscienze delle anime belle, ma non aiuta gli "interessati". Indeboliti dall'inverno rigido (ma normale) i cervi non riescono ad utilizzare il fieno anche perché la microflora ruminale non ha la possibilità di adattarsi al nuovo alimento. Così moriranno di fame con la pancia piena a causa delle difficoltà digestive e l' "abbuffata" contribuirà ad aggravare le loro condizioni di salute.

Inutile dire poi che, se pensiamo alla salute della popolazione e non a quella dei singoli individui, questi foraggiamenti, da tempo condannati come pratica scorretta e antinaturalistica, determinano concentrazioni anomale di capi con accentuato rischio di trasmissione di patologie (parassitosi e malattie infettive quali paratubercolosi che è già molto diffusa).

 

TRENTINO - VALSUGANA (26.02.09)

NUOVO BLITZ ALLA DISCARICA DI RONCEGNO

Dopo le scoperte del deposito di rifiuti abusivo a dicembre nella cava di Roncegno in questi giorni ci sono stati nuovi sopralluoghi. Cosa sta saltando fuori dalle dicariche abusive? Si teme la presenza di rifiuti inquinanti provenienti persino da Marghera e di fusti sospetti interrati nell'area. La Valsugana, già alle prese con le indagini sulle acciaierie di Borgo e sulle pericolose emissioni inquinanti delle medesime (a Borgo ci sono 18 casi di leucemia) appare come una valle-pattumiera. Intanto il giorno 22 si sono riuniti a Telve vari comitati per discutere le iniziative da intraprendere.

 

VENETO - FELTRINO (22.02.09)

DEVASTAZIONE A CESIOMAGGIORE PER LA MELINDA

Una collina spianata, asporti di terreno. Nonostante le proteste e le petizioni. Guarda il video su You Tube link al video

 

LOMBARDIA - VAL SERIANA (18.02.09)

PECORE SOTTO ACCUSA: SPORCANO LA PISTA CICLABILE E DIVORANO LE PIANTINE

La transumanza delle greggi da e per gli alpeggi dell'alta Valseriana è documentata da mille anni, ma è probabile che esistesse già in epoca romana e anche prima. Dagli anni 80 con il costante e continuo consumo di suolo gli spazi per il passaggio delle greggi lungo il Serio si sono via via ristretti. In ultimo è arrivata la pista ciclopedonale, lodevole iniziativa, ma che in qualche modo sancisce che non vi è più alcuno spazio "naturale". Quanto non utilizzato dagli insediamenti residenziali, produttivi, commerciali e occupato dai sedimi delle infrastrutture di comunicazione, può rimanere solo se si giustifica una funzione ricreativa, realizzando l'ennesima "infrastruttura" (sia pure "leggera" e destinata a scopi "sostenibili"). In questo contesto, però i pastori sono stati costretti ad utilizzare la pista ciclopedonale per il transito delle loro greggi. Le pecore "maleducate" hanno divoratomigliaia di piantine messe a dimora dalla comunità montana e dai comuni, ad abbellimento della pista.

Peccato che il progetto per l'identificazione di alcune aree idonee per il transito e la sosta (mandratura) delle greggi - che pure era stato avviato - sia rimasto lettera morta. Nel frattempo le aree demaniali libere lungo il fiume o nei pressi sono quasi tutte scomparse.

Oltre allo spreco di denaro pubblico per le piante messe a dimora ci si lamenta anche di un altro grave problema: le feci che i ciclo-pedoni- turisti devono clapestare, l'odore e quant'altro. La conclusione è facile da immaginare: verrà emesso un regolamento, verranno attuate restrizioni, verranno comminate multe; in sostanza il clima da guerra che si è registato in Piemonte tra i pastori e il Parco del Po si manifesterà anche qui. La transumanza, che esisteva ben prima delle fabbriche, delle superstrade, delle piste ciclabili si trova stretta tra l'eccessiva urbanizzazione del fondovalle (dove tutte le esigenze antropiche - tranne quelle della pastorizia - devono essere soddisfatte) e la realtà dell'alta valle dove I pastori devono vedersela con l'orso. Qui l'uomo (e le pecore) rappresentnano un disturbo alla wilderness, a valle l'uomo pastore e le sue pecore rappresentano un disturbo all'invadenza delle attività antropiche. Il pastore e la pecora pagano le contraddizioni di una società schizofrenica e nichilista che ha perso la bussola. Difendere la pastorizia non è "nostalgia bucolica" ma un richiamo necessario a ritrovare un po' di equilibrio tra l'uomo e il suo ambiente. (leggi un commento in FORUM)

 

LOMBARDIA  (19.02.09)

UNA VERA MOBILITAZIONE PER IL BITTO " SIMBOLO DELLA "RESISTENZA CASEARIA"- SI PREPARA UN EVENTO A MILANO

La campagna a sostegno del Bitto "storico", iniziata a novembre, invece che affievolirsi si allarga sempre di più. La petizione online ( http://probittostorico.com/ ) è arrivata a 3.000 firme grazie al forte sostegno di Slow Food, che ha fatto appello ai propri soci di tutta Italia affinché la sottoscrivamo. Ma c'è di più: Slow Food, Ruralpini, Caseus/Anfosc insieme a noti chef e giornalisti enogastronomici, stanno pensando di organizzare a Milano - con tutti gli amici del Bitto "storico" - un importante evento - al tempo stesso politico, culturale e gastronomico - consacrato al Bitto delle Valli del Bitto. A testimoniare dell'impegno dei più consapevoli giornalisti enogastronomici a favore del Bitto Valli del Bitto ci sono le prese posizione di Beppe Bigazzi alla "Prova del cuoco" e le dichiarazioni di Paolo Marchi che da tempo parla del Bitto Valli del Bitto come del "Bitto che mi piace" e che oggi sulla Newsletter di "Identità golose" scrive a proposito della prospettiva di impedire al Bitto Valli del Bitto di chiamarsi Bitto:  "Sarebbe come se esistesse solo il Balsamico e quello Tradizionale dovesse cercarsi un altro nome per non dare fastidio al caramello della grande industria".

Lo scopo è della campagna è quello di portare a conoscenza dell'opinione pubblica regionale e nazionale le ragioni dei "ribelli del Bitto" (simbolo nazionale e non solo della "resistenza casearia") e chiamare i responsabili politici regionali ad un confronto pubblico. 

Intanto le condotte di Slow Food si mobilitano. Quella di Legnano (MI) ha annunciato che alla prossima edizione di "Formaggiore - formaggi tipici e d' alpeggio" - un evento che coinvolge una settantina di produttori caseari e che si svolgerà a Cerro Maggiore il 9 e 10 maggio - al posto dello stand della "Latteria sociale Valtellina" (presente nelle prime quattro edizioni ed ora esclusa) ci sarà quello dell' "Associazione Produttori Valli del Bitto/Presidio Slow Food" e si raccoglieranno firme a loro sostegno. La "guerra del Bitto" - in assenza di una  volontà di soluzione politica - esce dalla Valtellina.

 

SUDTIROLO (07.02.09)

IL SUDTIROLO SEGUE A RUOTA IL TRENTINO SULLA STRADA DELL'AUTARCHIA.

Bolzano segue Trento nell'appello al "buy local": «Il miglior pacchetto anticrisi lo abbiamo pronto in casa, se gli altoatesini acquistano prodotti altoatesini ». Lo ha detto l'assessore provinciale all'Agricoltura Hans Berger inaugurando il giorno 6 a Bolzano il secondo convegno dedicato all'agricoltura di montagna. All'appello del Sudtirolo fa da contrappunto il silenzio dei politici lombardi di centro-destra che forse si vergognano di fare altrettanto (per un complessi di inferiorità che li costringe ad essere politically correct?).

 

SUDTIROLO (07.02.09)

UN ESPERTO UE DICE CHE CON LE QUOTE LATTE LIBERE IL REDDITO DELLE AZIENDE DI MONTAGNA E' A RISCHIO E PROPONE (SIA LODATO!) UN "ASSE" PER L'AGRICOLTURA DI MONTAGNA

Per discuterne del tema è giunto a Bolzano Klaus-Dieter Borchardt, del gabinetto del commissario Ue Mariann Fischer Boel che (nel convegno di cui alla notizia qui sopra) ha illustrato le strategie della politica agraria dell'Ue fino al 2013 e le misure che Bruxelles sta già delineando: "Per ciò che concerne il sistema della quote latte abbiamo potuto constatare in tutti questi anni che non ha portato ad una stabilità dei prezzi". L'esperto ha annunciato che si vule fare pressione per aggiungere un quinto asse nel Fondo di sviluppo rurale dedicato all'agricoltura di montagna. Gli stati membri dell'Ue dovranno in tal caso mettere a disposizione determinati mezzi e un contributo minimo a favore di quest'asse». Chi ha orecchie per intendere intenda.

 

Gennaio

 

LOMBARDIA (10.1.09)

PER  IL WWF IL MONTANARO E' L'INTRUSO

Prosegue la campagna del WWF contro il piano di controllo dei cervi: Nell'appello ad aderirvi inoltrato agli iscritti di Bolzano e ripreso dal Corriere dell'Alto Adige dell'11.01,09 si legge che "l'aumento della popolazione è una scusa per riprendere a sparare" e che "Il parco è una zona protetta che dovrebbe garantire alle specie non umane un ambiente sicuro dall’ intrusione umana". Il guru Pratesi sulla vicenda ha detto che non bisogna sparare ai cervi perchè altrimenti non si lasciano più avvicinare dai turisti. Se ne deduce che gli "intrusi", la specie nociva sono  i montanari, specie se contadini, pastori, boscaioli. 60.000 ettari solo in Lombardia con decine di alpeggi da mettere sotto la campana di vetro. Questi sono i Verdi e questa è la loro ideologia.

 

TRENTINO (05.01.09)

SI STA COSTITUENDO L'ASSOCIAZIONE "ALTA VAL DI NON FUTURO SOSTENIBILE"

Mentre prosegue la raccolta di firme contro l'ulteriore espansione della coltivazione intensiva delle mele Melinda i promotori e i sostenitori del Comitato stanno pensando di costituirsi in associazione per dare continuità e incisività alla loro azione. L'obiettivo è di salvare le aree a prato dell'alta Val di Non e in particolare i Pradiei, che i melicoltori si stanno preparando a trasformae in meleti, per realizzare un parco di agricoltura naturale. Anche gli operatori del turismo iniziano a temere che l'ulteriore dilagare della melicoltura con le conseguenti irrorazioni di pesticidi e monotonia del paesaggio possa compromettere l'economia turistica locale. Intanto in bassa valle chiude con l'anno nuovo il caseificio di Lover di Campodenno a causa della chiusura delle stalle e dell'espansione della monocoltura della mela Melinda. Insieme al caseificio sociale attivo da quarant'anni chiude anche l'unica rivendita di alimentari del paese. Una storia emblematica di come non si fa nulla per tutelare la ruralità alpina che vice di diversificazione, di interazione tra attività produttive agricole, artigianato, piccolo commercio e piccoli esercizi turistici diffusi.

 

 

LOMBARDIA (03.01.09)

ANIMALISTI E CACCIATORI UNITI PER SOCCORRE I "POVERI BAMBI" CHE SOFFRONO PER LE NEVICATE

Alta Valtellina. Dopo tanti anni di magra ecco un anno che nevica. Dopo le polemiche sugli abbattimenti dei cervi in esubero nel Parco dello Stelvio si torna a parlare di ungulati selvatici. Pare proprio che la schizofrenia nella referenza con l'animale sia arrivata al limite. "Non possono mangiare, sono vittima di slavine". Ma come tanto strepito per la wilderness e adesso i "selvatici" li volete soccorre. Si sa che sono le avversità climatiche, le slavine, le malattie a controllare le popolazioni (altro che i grandi predatori e la mitologia della catena alimentare!). La neve c'è sempre stata (anzi ce n'era di più). Questi selvatic sono sempre più semi-domestici e la selvaticità sempre più una costruzione sociale. Inutilmente i tecnici (che vengono ascoltati solo quando fa comodo) hanno detto che il foraggiamento è una prassi sbagliata. Se si porta il foraggio usando le vecchie capannine si cerano interazioni con l'uomo e una forte concentrazione di capi (con rischio aumentato di trasmissione di patologie ingettive e parassitarie). E gli elicotteri? Una spesa elevata e ingiustificata e ancora una volta conventrazioni di animali anomale e rischiose.

 

Notizie del 2008

 

TRENTINO (20.12.08)

VALSUGANA PATTUMIERA AMBIENTALE: ANALISI IN CORSO ALLA DISCARICA DI SARDAGNA

Metalli pesanti nei campi dove sono stati distribuiti i fanghi del biocompostaggio, radioattività alle acciaierie, idrocarburi (e forse ceneri radioattive)nellediscariche di inerti. Il caso della discarica di Sardagna con il blitz del Corpo Forestale e i relativi arresti fa scoperchiare la pentola di una valle che stride con l'immagine del Trentino felix: acciaierie di Borgo, elevate , impianto di compostaggio di Campiello di Levico in un'area dove si coltivano mele e fragole, le stesse fragolaie con elevati usi di funghicidi, impatto della superstrada. Nell’ex cava Monte Zaccon di Marter, comune di Roncegno ci dovevano andare solo materiali inerti e invece - stando alle accuse - ci sono finiti 123 mila tonnellate di rifiuti pericolosi, alcuni anche cancerogeni. Tutto questo sarebbe avvenuto fuori da ogni controllo dell’ente pubblico.

 

LOMBARDIA (21.11.08)

FINALMENTE UN PIANO DI CONTROLLO DEI CERVI DEL PARCO

Il Parco dello Stelvio programma 1700 abbattimenti per 3 anni. Finalmente si risolve una situazione di sovrapopolazione patologica del tutto innaturale con mancata rinnovazione forestale, "sofferenza" della stessa popolazione di cervi , incidenti stradali a go-go, raccolti di fieno dimezzati. Ma il WWF protesta e chiede "Valutazioni di inpatto ambientale"? Ma lo sanno quali sono le densità faunistiche massime compatibili? Li vedono I boschi?

 

LOMBARDIA (18.11.08)

SLOW COOKING PUNTA ALLA BRIANZA

L'associazione Slow Cooking sta allargandosi dalla Valtellina e Valchiavenna alla Valsassina e alla Brianza. Una notizia veramente buona (in tutti i sensi!).

L' incontro di presentazione della nuova rete allargata si è svolto il giorno 17.11 presso l'agriturismo-azienda vitivinicola la Costa di Perego (Lc). Maggiori notizie a presto

 

LOMBARDIA (21.10.08)

IN CONSIGLIO LA MOZIONE CONTRO GLI OGM

Doveva essere discussa ieri la mozione bipartisan di 20 consiglieri per una "Lombardia libera da OGM". E' stata rinviata ma potrebbe essere discussa in settimana. E' un fatto politico estrememente significativo perchè nella Lombardia dell'agroindustria e nella Milano delle lobby biotech con il mondo accademico e industriale compattamente schierato a favore degli OGM la politica dimostra di sapere resistere agli interessi forti dell'industria e alle pressioni ideologiche tescoscienzacratiche.

 

TRENTINO (settembre)

MELE SENZA PESTICIDI A "KM 0" O MONOCOLTURA?

IL COMITATO PER LA SALUTE VAL DI NON DENUNCIA LE CONSEGUENZA DELLA MONOCOLTURA INVASIVA DI MELINDA

Sostenuta da incessanti e massicce campagne promozionali la mela "Melinda" della Val di Non comporta un sistema intensivo di coltivazione che occupa ogni superficie disponibile. Il paesaggio è segnato da pali di cemento e reti antigrandine ma ciò che più conta è che le mele delle varietà più commerciabili (ovviamente belle grosse, calibrate e sorbevoli a lungo) richiedono anche molti trattamenti con pesticidi. Il Comitato per la salute ha speso 3.000 euro di tasca propria per effettuare con criteri rigorosi analisi dei residui sulle superfici private. Il risultato è che residui di pesticidi si trovano nei guardini e persino all'interno delle abitazioni. Melinda ha messo fuori mercato le coltivazioni locali di mele in diversi distretti ortofrutticoli italiani contribuendo al declino delle varietà locali "rustiche" (che richiedono meno trattamenti chimici) e all'aumento dei trasporti di mele da un capo all'altro della penisola. Adesso Melinda vuole espandersi nella montagna belluense dove è già stata spianata una collina per far posto ai nuovi impianti. Ma consci della situazione della Val di Non gli abitanti si oppongono strenuamente.

 

VENETO

APPROVATA LA LEGGE SUL KM 0

II Consiglio Regionale Veneto ha approvato il 9 luglio la legge sul km 0 ovvero la legge di iniziativa popolare n. 255 contenente "Norme per orientare e sostenere il consumo dei prodotti agricoli di origine regionale" link

 

PIEMONTE/VALSESIA

INCONTRO RURALPINO (4°)

Il 6-7 settembre si terrà a Carcoforo (alta val Sesia) il 4° incontro RURALPINO organizzato da AmAMont. Il programma è alla pagina Incontri Ruralpini. L'incontro è aperto a tutti con prenotazione.

 

PIEMONTE/VALSESIA

INCONTRO RURALPINO (4°)

Il 6-7 settembre si terrà a Carcoforo (alta val Sesia) il 4° incontro RURALPINO organizzato da AmAMont. Il programma è alla pagina Incontri Ruralpini. L'incontro è aperto a tutti con prenotazione.

 

LOMBARDIA/ VARESE:

RINASCE LA TRADIZIONE AUTENTICA DEL FORMAGGINO DI CAPRA

A Curiglia con Monteviasco (Va) si è costituita una Comunità del cibo Slow Food che comprende piccoli allevatori di capre e ha recuperato le tradizioni di caseificazione locali (frumagìt de cavra e furgagg de ségia)(fotoracconto in preparazione, sul prossimo numero di Caseus la scheda del frumagìt).

 

LOMBARDIA/ VALTELLINA

RICONOSCIUTO L'ECOMUSEO DELLA VALGEROLA (13.08.08)

Tra I 18 ecomusei lombardi freschi di riconoscimento da parte della Regione vi è quello dell Valgerola. E' un ecomuseo più che mai vivo e legato alla produzione agropastorale oltre che alla cultura rurale. Comprende il Centro del Bitto con la stagionatura e gli spazi per le degustazioni, i mitici calec', le casere e le vie di collegamento agli alpeggi. Ha creato il marchio della Maschèrpa d'alpeggio delle Valli del Bitto vai al fotoracconto e ne sta promuovendo il riconoscimento. Si occuperà attivamente della salvaguardia della capra di Valgerola (Orobica). Si sta preparando la semina della segale (c'è un mulino antico) e la lavorazione e valorizzazione della lana (c'è' un bellissimo telaio in legno funzionante). A presto ulteriori info su questo sito.

 

LOMBARDIA/ VALBEMBANA:

LA FIERA DI S.MATTEO FA UN SALTO DI QUALITA' E DIVENTA UN APPUNTAMENTO INTERREGIONALE

a Branzi  Alta Val Brembana (Bg), patria del Branzi e del Formai de Mut: 1°concorso dei formaggi d'alpeggio dell'Arco Alpino il 27-28 settembre organizzato dalla Fiera di S. Matteo e da AmAMont (con collaborazione ONAF). Sono aperte le iscrizioni.

Regolamento

Scheda adesione

 

TOSCANA:

SEGNALI DI RESISTENZA RURALISTA  

Cibo locale addio! Rassegnazione o risposta ruralista? Leggi il Documento appello dei gruppi dei piccoli produttori biologici toscani apri


 


 

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