Lupo
Michele Corti, 26 novembre, 2022
Nessuna vera buona notizia dall'Europarlamento
(26/11/2022)
- Mentre i media di regime fanno credere alla prossima apertura della
"caccia" al lupo, la realtà è che nella risoluzione (che - non va
dimenticato - alla fine è solo un invito alla Commissione) non è stato
inserito il punto decisivo: il passaggio del lupo dall'allegato IV
della Direttiva Habitat all'allegato V, quello delle specie
"normalmente protette". Vi spieghiamo la risoluzione venduta come una
"svolta" è una delusione, soprattutto per l'Italia. Un
compromesso parecchio al ribasso che è difficile vendere come una vittoria. Tra l'altro si
auspica il rifinanziamento dei progetti Life (Life Wolf Alps) per la
"coesistenza". E l'impronta generale è quella della persistente ricerca della "coesistenza", dei continui
monitoraggi, non
riconoscendo che l'aumento della presenza e degli impatti sta portando
a una situazione insostenibile e che, mentre si mena il can per l'aia come vogliono i lupisti, l'allevamento estensivo sta morendo. Che dire: pochissimi progressi, grande
ambiguità.
La
richiesta di spostamento del lupo dall'Allegato IV all'Allegato V della
Direttiva Habitat è stata avanzata da anni da chi si batte in tutta
Europa per la difesa del mondo rurale e pastorale . Chi si interessa al
problema sa bene che solo scardinando questo meccanismo giuridico sarà
possibile attuare una difesa efficace degli allevamenti e delle
popolazioni rurali. Per questo motivo la richiesta in tal senso
del Parlamento alla Commissione europea era contenuta nel testo
della risoluzione del
gruppo ECR (Conservatori e riformisti, cui appartiene FdI) ma, nelle
trattative per unificare i testi dei diversi gruppi, essa era caduta a
favore di una versione più vaga. Il gruppo ID (Identità e democrazia,
cui appartiene la Lega) ha allora presentato un emendamento per
inserirla. L'emendamento è stato però bocciato con i voti determinanti
della sinistra (italiana in prima fila). ID, ritenendo che la
risoluzione, senza il preciso riferimento agli allegati perdesse buona
parte del suo significato, ha votato contro la risoluzione. Tutto molto
diverso da quello che è stato riferito dai media quindi. Il fatto è
che, nell'indeterminatezza del testo approvato, può facilmente passare
l'interpretazione che era contenuta nel testo originario del PPE
(Partito popolare = democristiani), ovvero che la valutazione dello
stato di conservazione tale da giustificare l' "allentamento" del
livello della protezione debba essere valutato "localmente". E allora
sarà facile per la lobby del lupo mantenere la protezione assoluta in
diversi paesi, paradossalmente anche in Italia. Il rapporto
degli esperti della LCIE (Large carnivore initiative Europe),
predisposto per la segreteria permanente della Convenzione di Berna,
attesta relativamente all'Italia - parte scritta dall'IEA = Boitani -
che, in Italia, il paese con la massima densità di lupi al mondo e con
una popolazione in forte crescita (il monitoraggio Ispra del 2020-2021
attestava una crescita annuale del 30% nelle Alpi) , sussistono rischi
di estinzione sia sulle Alpi che sugli Appennini (per farlo,
ovviamente, Boitani deve arrampicarsi sui vetri). Una barzelletta se
non fosse un rapporto "scientifico".
Paese |
Lupi |
Superficie |
Densità |
|
|
mln kmq |
lupi/100 kmq
|
Canada |
60000 |
9.98 |
0.60 |
Russia |
40000 |
17.1 |
0.23 |
Kazakistan |
30000 |
2.72 |
1.10 |
Stati Uniti |
20000 |
9.63 |
0.21 |
Mongolia |
15000 |
1.57 |
0.96 |
China |
6000 |
9.6 |
0.06 |
Turchia |
7000 |
0.78 |
0.90 |
Ukraine |
2000 |
0.6 |
0.33 |
Bielorussia |
1650 |
0.21 |
0.79 |
Romania |
2000 |
0.24 |
0.83 |
India |
1500 |
3.29 |
0.05 |
|
|
|
|
Italia |
5000* |
0.38 |
1.32 |
*Il monitoraggio
Ispra 2020/2021 escludeva, per ammissione dell'Istituto, le aree di
neocolonizzazione e indicava un aumento molto forte sulle Alpi (30%
all'anno e più contenuto sugli Appennini). La cifra è quindi
assolutamente prudenziale e certamente sottostimata.Testo approvato8. invita la Commissione a svolgere valutazioni periodiche dei dati scientifici affinché sia
possibile adeguare lo status di protezione delle specie non appena sia stato raggiunto lo
stato di conservazione auspicato in conformità dell'articolo 19 della direttiva Habitat;Testo originariamente predisposto dal gruppo ECR (FdI)6. invita
la Commissione a proporre, senza indugio e conformemente all'articolo
19 della direttiva Habitat, la modifica necessaria per adeguare gli
allegati al progresso scientifico sullo stato di conservazione del
lupo, facendo passare la specie di lupo dalla protezione rigorosa di
cui all'allegato IV alla tutela di cui all'allegato V e, inoltre, a
sviluppare una procedura di valutazione periodica per consentire che lo
stato di protezione delle popolazioni delle specie venga modificato
regolarmente, non appena sia stato raggiunto lo stato di conservazione
desiderato, conformemente all'articolo 19 della direttiva Habitat;
Testo emendamento bocciato presentato da Panza (Lega) e altri (Gruppo ID - Identità e democrazia)5 bis. invita la Commissione a proporre,
senza indugio e conformemente
all'articolo 19 della direttiva Habitat, la
modifica necessaria per adeguare gli
allegati al progresso scientifico in materia
di stato di conservazione del lupo,
spostando la specie del lupo dalla rigorosa
protezione di cui all'allegato IV a specie
protetta nell'allegato V e, inoltre, a
sviluppare una procedura di valutazione
periodica per consentire di modificare
regolarmente lo stato di protezione delle
popolazioni di specie non appena sia stato
raggiunto lo stato di conservazione
desiderato, conformemente all'articolo 19
della direttiva Habitat;Può essere utile sapere quali sono i parlamentari italiani che hanno votato contro l'emendamento decisivo :LEGA
: Cinzia Bonfrisco (animalista che anche in altre occasioni vota in dissonanza). PD:
Bartolo , Cozzolino , Gualmini , Majorino (candidato del
centro-sinistra a presidente della Regione Lombardia), Picierno ,
Roberti , Smeriglio , Tinagli;
Azione-Italia Viva : Danti , Ferrandino; VERDI Indipendenti : Corrao , D’Amato Rosa , Pedicini;
Movimento 5 Stelle : Pignedoli , Ferrara, Furore; Non iscritto Indipendente: Giarrusso Dino.
Ma analizziamo il testo ufficiale della risoluzione (può essere scaricato qui) nel suo complesso.
Il
testo, peraltro, contiene - non si può negare - molti riconoscimenti
rispetto a ciò che i rappresentanti dei settori dell'allevamento
estensivo e che ha a cuore le aree montane e interne e le loro
popolazioni va sostenendo da anni. Dal punto di vista politico tutto
ciò non è senza importanza ma se si analizza bene, le "ciliegine" sono
controbilanciate da un'ambiguità di fondo. Le premesse, le
considerazioni preliminari, lascerebbero qualche margine ottimistico,
che viene però smentito dalla parte propositiva. Il testo, nelle
premesse, riporta infatti le valutazioni della IUCN (Unione
internazionale per la conservazione della natura) e della LCIE (Large
carnivore initiative europe) che attestano come in Europa lo stato di
conservazione del lupo sia fortemente migliorato, il suo areale
aumentato. Si riconosce che: i pastori devono
sostenere ingenti costi a causa della predazione delle loro mandrie. Si riconosce anche che:
il rapido aumento della popolazione di lupi e degli attacchi contro il
bestiame rende difficile per gli amministratori nazionali agire in modo
efficace e
risoluto con gli strumenti attualmente a loro disposizione" (un
problema che non esiste per l'Italia che non vuole utilizzare neppure i
mezzi a disposizione). E poi che: gli animali domestici, in particolare nei pascoli e nei sistemi di
pascolo aperto, sono maggiormente esposti al rischio di predazione (a seconda delle
misure messe in atto e della loro efficacia) a causa della crescente presenza di grandi
carnivori; che ciò vale in particolare nelle regioni montane e scarsamente popolate in
cui il pascolo è necessario per conservare questi habitat prioritari; che in alcune zone
densamente popolate, dove scarseggiano le prede naturali per i grandi carnivori,
potrebbe sussistere anche un rischio maggiore per gli animali domestici. Dulcis in fundo si riconosce anche che: le pratiche tradizionali di allevamento che prevedono un elevato
livello di protezione del bestiame dai predatori, quali l'uso di pastori, di cani da guardia
del bestiame e di ricoveri notturni per garantire la sorveglianza diretta e continua del
bestiame da pascolo, sono utilizzate da secoli in Europa, ma sono state gradualmente
abbandonate a causa della significativa diminuzione degli attacchi dei predatori;
considerando che può risultare difficile tornare pienamente a queste vecchie pratiche su
larga scala in alcune regioni a causa del cambiamento di destinazione dei terreni con un
approccio più multifunzionale nelle zone agricole, della crescente importanza del
turismo e dell'attuale pressione socioeconomica che l'agricoltura sta affrontando
nell'UE, con una significativa diminuzione del numero di agricoltori e salari inferiori
alla media;Questo
per quanto riguarda le considerazioni in premessa. Quando, però, si
passa alle proposizioni, agli inviti alla Commissione si osserva,
invece, un forte margine di ambiguità. Il
punto 1. pare scritto dagli animal-ambientalisti in quanto inneggia
alla "coesistenza" e sostiene che la direttiva Habitat prevede già la
"flessibilità necessaria" per gestire i "compromessi". Come dire: e
allora possiamo tenere le cose come stanno.. Questo punto è uno
schiaffo agli allevatori.1. prende atto dei risultati positivi delle politiche in materia di biodiversità per quanto
riguarda il ripristino delle grandi specie di carnivori nell'UE e prende atto dei loro effetti
sul funzionamento e la resilienza degli ecosistemi, sulla conservazione della biodiversità
e sui processi ecologici, nonché sull'allevamento; sottolinea l'importanza di garantire
una coesistenza equilibrata tra esseri umani, bestiame e grandi carnivori, in particolare
nelle zone rurali, e sottolinea la necessità di riconoscere che i cambiamenti nei livelli di
popolazione di talune specie possono comportare una serie di sfide ambientali, agricole
e socioeconomiche; riconosce che l'articolo 2, paragrafo 3, della direttiva Habitat
prevede già la flessibilità necessaria per affrontare e gestire con efficacia tali sinergie e
compromessi ed è ritenuto idoneo allo scopo; osserva che tali flessibilità dovrebbero
essere ulteriormente studiate;Il punto 2. è espressione di buonismo ipocrita e peloso:
2. deplora l'impatto che gli attacchi dei grandi carnivori hanno sul benessere degli animali,
compresi le lesioni, l'aborto, la riduzione della fertilità, la perdita di animali o intere
mandrie e la morte di cani da guardia e invita la Commissione e gli Stati membri a fare
tutto il possibile per prevenire sofferenze e danni agli animali da allevamento;Il
punto 3. è in contrasto con le considerazioni in premessa. Se gli
"esperti" dicono che già ora il lupo non è più a rischio di estinzione
in Europa, che senso ha "coontinuare a valutare ecc."? Nasconde
l'intenzione di menare il can per l'aia a nostro avviso3. invita la Commissione a continuare a valutare i progressi compiuti nel conseguimento di
uno stato di conservazione soddisfacente per le specie sulla base di prove scientifiche, al
fine di valutare e monitorare adeguatamente la popolazione e le dimensioni dei grandi
carnivori, compresi i loro effetti sulla natura e sulla biodiversità; Un
colpo al cerchio e uno alla botte per accontentare tutti. Si dichiara
che è giustificato un allentamento dello stato di protezione, bene, e
poi?4. accoglie con favore il fatto che il punto "Proposta di modifica: declassamento del lupo
(Canis lupus) dall'allegato II all'allegato III della Convenzione" sia stato iscritto
all'ordine nell'ordine del giorno della 42ª riunione del comitato permanente della
Convenzione di Berna; sottolinea che lo stato di conservazione del lupo a livello
paneuropeo giustifica un allentamento dello stato di protezione e di conseguenza
l'adozione della modifica proposta;Anche
il punto 5. rappresenta un'ammissione positiva rispetto alla narrazione
del partito del lupo (l'unica presente sui media) che nega gli attacchi
mortali del lupo all'uomo. Sì ma poi?5. riconosce che gli attacchi di grandi carnivori sono in aumento in tutta Europa e che essi
hanno già causato la perdita di vite umane e hanno determinato effetti negativi per gli
allevatori;Il
punto 6. riguarda l'invito a tenere sotto controllo gli ibridi, il
punto 7. ribadisce che la Direttiva Habitat consente agli stati di
intervenire già ora (quindi? va bene così e non facciamo altro?).
Il punto 8. (già visto) è quello cruciale che riguarda l'adeguamento
dello status di protezione ed è formulato in modo fumoso. Il punto 9, è
un'altra esortazione alla "coesistenza". Il punto 10. invita la
Commissione a riferire sugli impatti dei grandi predatori. Il punto 11.
invita invece la commissione a rifereire sulle "minacce" ai grandi
predatori. Ma come se aumentano, se fanno danni crescenti, ci si deve
amcora preoccupare delle minacce per loro e non di quelle che sono
costituite da loro? Un colpo al cerchio e uno alla botte. Il
punto 12. sostiene quello che noi, inascoltati, andiamo dicendo da anni: 12. sottolinea che gli allevamenti di bestiame nelle zone montane, in particolare la regione
alpina, sono particolarmente vulnerabili ai crescenti danni causati dai grandi predatori;
ricorda che le aziende agricole in tali regioni sono spesso di piccole dimensioni e sono
soggette a costi aggiuntivi elevati, e dovrebbero essere tutelate e incoraggiate nella
misura in cui possono contribuire alla protezione dei paesaggi montani e alla
salvaguardia della biodiversità in regioni inospitali; sottolinea che le zone come le
formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane e i
prati calcarei alpini e subalpini sono particolarmente meritevoli di conservazione ai
sensi della direttiva Habitat; osserva che tali habitat si sono formati in presenza di
predatori selvatici e sottolinea che un fattore chiave per la conservazione di tali aree è il
pascolo estensivo, ad esempio di bovini e cavalli o di greggi controllate da pastori;
invita la Commissione a proteggere e preservare le pratiche agricole tradizionali, come
la pastorizia, il modello di pascolo controllato, la pratica della transumanza riconosciuta
dall'UNESCO e lo stile di vita degli allevatori che si dedicano alla pastorizia, attraverso
soluzioni concrete; riconosce che alcune di queste pratiche possono rientrare nell'elenco
proposto di potenziali pratiche agricole finanziate da regimi ecologici;Il
punto 13. riconosce che le misure di difesa passiva (intendendo anche i
cani, perché la difesa attiva signifa sparare al predatore) sono spesso
troppo costose e inefficaci3. invita la Commissione e gli Stati membri a riconoscere che le misure di prevenzione
attualmente disponibili, comprese recinzioni e cani da guardia, che hanno avuto
successo in alcune regioni dell'UE, possono comportare oneri finanziari e di lavoro
aggiuntivi per gli agricoltori, non sono sempre sostenute da fondi UE o nazionali e la
loro efficienza ed efficacia variano a seconda delle condizioni locali1 2
; sottolinea, a tale
proposito, che il sostegno finanziario per le misure preventive dovrebbe essere
accompagnato da una consulenza, al fine di garantirne l'attuazione completa e
tempestiva; sottolinea che, nell'attuare le misure preventive e nell'esaminare le deroghe,
si dovrebbe tener conto della conformazione del terreno, delle condizioni geografiche,
dei precedenti di coesistenza con i grandi carnivori e di altri fattori predominanti, come
ad esempio il turismo, che sono essenziali per le zone interessate; invita la
Commissione e gli Stati membri a riconoscere, nei casi in cui le popolazioni di grandi
carnivori sono in espansione, l'importanza di sviluppare e attuare strategie di
mitigazione in modo proattivo in linea con la direttiva Habitat, sulla base di prove
scientifiche;il punto 14. riguarda la SpagnaAl punto 15 cascano le braccia perché si caldeggia il (ri)finanziamento dei progetti come Life Wolf Alps15. invita la Commissione e gli Stati membri a individuare e sostenere scientificamente le
migliori misure preventive possibili per ridurre gli attacchi e i danni causati dalla
predazione del bestiame da parte dei grandi carnivori, tenendo conto delle caratteristiche
regionali e locali degli Stati membri, e a sostenere gli agricoltori nella richiesta di tali
misure preventive per moltiplicare e ampliare gli approcci di successo; chiede inoltre la
loro effettiva inclusione nei servizi di consulenza e di divulgazione; chiede un aumento
dei finanziamenti LIFE per i progetti volti a conseguire la coesistenza con i grandi
carnivori. Al punto 16. si invita gli Stati membri a elaborare e attuare piani d'azione globali per le specie (ditelo alla lobby del lupo che in Italia blocca da sette anni il Piano lupo).Al punto 17. si fa un altro favore alla lobby , avida di finanziamenti per i monitoraggi 17. sottolinea la necessità di un monitoraggio periodico delle popolazioni di grandi
carnivoriAl punto 18. si auspica un regime più equo per gli indennizzi agli allevatori ma sempre in un quadro di "coesistenza"18. invita la Commissione e gli Stati membri a individuare opportunità di finanziamento
sufficienti e a lungo termine destinate a misure preventive appropriate e un adeguato
indennizzo per gli agricoltori, non solo per le perdite subite e i costi sostenuti a causa
degli attacchi dei grandi carnivori, ma anche per le misure di mitigazione attuate, al fine
di garantire la coesistenza dei grandi carnivori e pratiche di allevamento sostenibili;
sottolinea che i regimi di risarcimento, concepiti in modo tale che l'allevamento e la
presenza di grandi carnivori non comportino una perdita di profitti per gli agricoltori,
dovrebbero coprire i costi diretti e indiretti associati agli attacchi dei predatori e
dovrebbero essere integrati con misure preventive per la massima efficienza; evidenzia
l'importanza di risarcire in modo equo e completo le perdite di animali da allevamento
causate dai grandi carnivori, comprese le specie ibride; invita gli Stati membri e le
regioni a migliorare l'accesso al risarcimento pecuniario; invita la Commissione a
riconoscere che il numero crescente di attacchi sferrati dai grandi carnivori comporta un
aumento anche delle risorse destinate alla protezione degli animali addomesticati e al
pagamento degli indennizzi; si rammarica del fatto che gli indennizzi versati agli
allevatori dopo un attacco variano da uno Stato membro all'altro; invita la Commissione
a valutare la possibilità di modificare i suoi orientamenti agricoli per facilitare il
risarcimento dei danni provocati dai grandi predatori nell'ambito di aiuti di Stato.
Articoli correlati
(12/11/2022)
- In vista della riunione della segreteria permanente della Convenzione
di Berna (quella che nel lontanissimo 1979 decretò il regime di super
protezione a favore del lupo), il gruppo degli esperti europei dei
grandi carnivori (LCIE - Large carnivore initiative Europe) ha redatto
un report nel quale sono costretti ad ammettere che la crescita del
lupo è un fenomeno generale in Europa, che solo in qualche paese
balcanico, dove sono comunque molto numerosi, è in diminuzione. Che
nella maggior parte dei paesi è in atto una forte crescita che non
accenna a diminuire. Il report è disponibile da tempo ma i media e la
politica pare non se ne siano accorti. La Convenzione di Berna e la
Commissione Europea non possono però ignorare un quadro demografico che
fa venir meno i presupposti dello lo status giuridico di super
protezione della specie. La spinta della lobby a favore di una
protezione "a prescindere" è fortissima e come testimoniano anche le
prime timide e impacciate dichiarazioni dei nuovi ministri del governo
italiano, ben lungi dal riconoscere che c'è un'emergenza e che non si
può perdere tempo nell'attivare piani di contenimento. leggi tutto
La notizia, divulgata dalle agenzie di stampa russe è stata ripresa
anche dal settimanale americano Newsweek (Washington Post). Il fatto è
avvenuto il 28 luglio in uno dei distretti più montagnosi del Daghestan
(una repubblica autonoma della Russia europea), sul versante nord del
Caucaso, al confine con la Georgia. Tre bambini sono stati attaccati da
un lupo uscito dal bosco presso il villaggio di Kidero. Quello di 8
anni è rimasto ucciso (e trascinato a una certa distanza dal lupo) per
difendere il fratellino di 6 anni. Quest' ultimo è stato comunque
graveremente ferito al collo e agli arti, il terzo bambino è fuggito
incolume. Gli abitanti segnalano l'aumento del numero dei lupi
nell'area a seguito del minore impegno delle autorità nel controllo
della specie. La notizia non è stata riportata da nessun organo di
informazione italiano e in Francia e Germania solo da siti di caccia .
La mafia del lupo è efficiente. Per poter negare che i lupi
rappresentino un pericolo per l'uomo censurano le notizie. E le
istituzioni e i media si allineano ai poteri occulti (altro che
democrazia e libertà di informazione).
leggi
tutto
Il
lupo colpisce in alta Valseriana
(22/07/2022) Bergamo - All'alpe Fontanamora, in alta Valseriana si
registra una predazione di 12 ovini. Il fatto è avvenuto la notte del
15 luglio. Gli animali presentano inequivocabili lesioni alla gola. La
gravità della notizia consiste nel fatto che tutto intorno all'alpe vi
è lo storico comprensorio d'alpeggio del pastoralismo bergamasco con 10
mila ovini caricati. Perchè si tiene nascosto l'accaduto? Perchè non si
allertano i pastori? L'alpe Fontanamora fa parte del pompatissimo
progetto Pasturs attuato dalla coop Eliante (WWF), con il sostegno del
Parco delle Orobie Bergamasche e della Coldiretti, purtroppo. Per anni
il progetto Pasturs è stato venduto come dimostrazione della
"convivenza" con il lupo. Una propaganda che approfittava del fatto che
il lupo ... non c'era. Ora, nonostante la presenza di "personale
appositamente formato" il lupo arriva e colpisce. L'altra
considerazione riguarda il comportamento opaco degli organi competenti:
polizia provinciale e corpo forestale che si guardano bene
dall'avvisare i pastori dell'arrivo del predatore (per "proteggere" il
lupo). Nessuna considerazione e nessun rispetto per i pastori da parte
di organi istituzionali che hanno sposato in modo fazioso e ideologico
la causa del lupo e del rewilding
leggi
tutto
Dallapiccola:
un camaleonte in Trentino
(12/07/2022) Laura Zanetti,
storico esponente dell'associaizione
malghesi e pastori del Lagorai interviene stigmatizzando il
trasformismo di Dallapiccola, un politico capace di passare
dall'orsolupismo a ua strumntale difesa degli allevatori (ma solo
perché ora è all'opposizione e deve attaccare la giunta che lo ha
scalzato da assessore).
leggi
tutto
In Svezia il lupo è animale da gestire,
in Italia solo ideologia
In concomitanza con gli esiti del "censimento" italico del lupo, che si
è fermato a contare 3300 esemplari (hanno mandato in giro tutti orbi?),
comunque non pochissimi anche se non se ne parla neppure di attivare le
famose "deroghe" e iniziare un contenimento, il governo svedese fa
sapere che intende ridurre i "suoi" lupi da 480 a 170, applicando le
indicazioni del parlamento. Il confronto tra quello che avviene in
Svezia e in Italia in tema di lupo ci consente di analizzare gli
aspetti sociali e politici del problema. Dietro il "sacro lupo" c'è
evidentemente tanta ideologia e la realtà di un mondo rurale non
rappresentato, non tutelato, preso a calci in faccia (in barba alle
belle parole dell'uguaglianza dei cittadini, della difesa dei diritti
fondamentali ecc.)leggi
tutto
25/4/2022
- Lupo. Per troppo tempo la politica ha abdicato alle sue funzioni,
quelle più importanti. Sinora ha lisciato il pelo a un'opinione
pubblica emotivamente pro lupo (disinformata e montata dalla propaganda
ben finanziata - con soldi pubblici - della potentissima lobby). Le
regioni si sono nascoste dietro un dito anche se le loro competenze
sono chiare come il sole. Dietro la farsa ignobile del "Progetto lupo",
bloccato da sette anni, , un comodo alibi per la conferenza
stato-regioni, per le regioni, per il ministero per lasciare marcire la
situazione. Alla lobby del lupo va alla grande, gli allevatori chiudono
le aziende, i cittadini dovranno scappare dai centri abitati dove i
lupi entrano in casa. Ma sino a che punto si possono ignorare le
esigenze costituzionalmente garantite di sicurezza, tutela della
libertà e dell'economia dei territori? In vista del convegno del 7
maggio in val d'Ossola, la prima iniziativa forte iniziativa
organizzata da allevatori e montanari vittime dell'incontrollata
proliferazione del lupo sulle Alpi, torniamo sul tema dei lupi
pericolosi (già affrontato in precedenti articoli qui su Ruralpini) e
chiediamo ai politici: perché mettete ancora la testa nella sabbia e
non vedere che siamo già arrivati a situazioni giudicate di pericolo da
studiosi e da istituzioni pubbliche che si occupano di fauna nella
vicina Svizzera? leggi
tutto