La scorsa estate, sul Grappa, un lupo
radiocollarato, monitorato nell'ambito del contesto del progetto di
telemetria di Apollonio e Berzi, che si era avvicinato numerose volte a
un pastore a distanze molto ravvicinate, è stato colpito da agenti
della polizia provinciale di Vicenza con proiettili del tipo rubber
baton (a palla unica) per fucili a canna liscia di cal. 12. Monitorato
nei suoi spostamenti, ha dimostrato di aver "inteso la lezione": si è
dedicato prevalentemente a prede selvatiche e si è tenuto lontano
dall'uomo. La prova è promettente anche se non si può ignorare che è
stata realizzata nel contesto di un sistema complesso e costoso che non
può certo divenire di routine. Per il lupismo ideologico che continua a
recitare il mantra: "bastano le reti, i cani e la sorveglianza, il
resto è inutile e dannoso" e che proclama che i proiettili di gomma
sono pericolosi e inutili, è stato un bello smacco. Che avrà
conseguenze politiche.
Munizione
a palla unica "rubber baton"
(16/11/2021) Quando, nel 2018, la
Regione Veneto aveva avanzato la richiesta di utilizzo di proiettili di
gomma come deterrente per i lupi, le organizzazioni
animal-ambientaliste avevano subito organizzato una mini-crociata.
"Ai lupi non si spara. Mai. Neanche con la gomma". "Giù le mani
dai lupi". "No alle armi contro i lupi". Il solito coro del lupismo
ideologico e strumentale. Sulla base di argomenti "scientifici" come
quello che per sparare il proiettile di gomma ci vuole in fucile che,
di per sè, è un oggetto demoniaco (nell'immaginario verde
associato ai cacciatori profanatori della Dea Natura). Non gli sfiora
la mente che le armi in sé non sono ne buone né cattive e che comunque
salvano anche tante vite che verrebbero minacciate dai criminali e dai
terroristi. L'argomento più "serio" contro l'uso di fucili e proiettili
non letali è che... dalla gomma si passa al piombo.
Ma il piombo, è già
ampiamente
utilizzato per arginare la proliferazione dei lupi e se parliamo di
legalizzazione del controllo ci devono essere di mezzo protocolli,
pareri vincolanti dell'Ispra, studi, monitoraggi. Come è possibile che
si "scivoli" dalla gomma al piombo con tutto il castello di procedure
previsto da una legislazione super garantista? Loro devon dire di no
apriori a qualsiasi cosa che possa ledere il vitello d'oro, il loro
totem. Quel totem di cui gli stessi sono gli interessati sacerdoti e
vestali (l'economia del tempio, specie nell'antichità insegna parecchio
a proposito).
Il problema della lobby lupista è che, specie in Italia, ha il gioco
facile. Il ministro animalista dichiarato e militante Costa, in men che
non si dica, anche prima che potessero arrivare le interrogazioni
parlamentari, all'uscita dei comunicati animalisti, ha subito
dichiarato che no. Giammai. La gomma contro il lupo non si deve usare.
Altra vittoria per la lobby. Ma oggi il clima
politico è un po' diverso (un cicinino, almeno). Cingolani ha parlato
della "catastrofe degli ambientalisti radical-chic" ma pensava al
nucleare, mica al lupo. Scontro di lobby che sul lupo sono disposte a
mettersi d'accordo (sulla pelle del mondo rurale, dei "villici").
Intanto, però, Cingolani non è disposto a sputtanarsi come
ambiental-animalista come Costa. E quando l'Ispra si pronuncia a favore
dell'uso del proiettile di gomma, sulla base di una documentatissima
relazione (frutto della telemetria, ovvero dell'uso del radiocollare),
il ministro non ha nulla da dire. Così si andrà avanti.
A meno che le regioni, che hanno dimostrato più volte di genuflettersi
agli animalisti (vedi la farsesca vicenda del Piano Lupo), non facciano
anche su questo terreno, marcia indietro. Toscana e Veneto paiono
decise a utilizzare l'opportunità delle pallottole di gomme; le regioni
che WolfAlps tiene in pugno attraverso il suo "giro" lobbystico di
funzionari e dirigenti fedeli alla lobby più che all'istituzione
probabilmente staranno ferme aspettando ordini da WolfAlps (pare
ridicolo, sconcertante, scandaloso, ma è così).
Intanto il gruppo Apollonio-Berzi ha divulgato i risultati della prova.
Al di là dell'ottimo risultato (che andrebbe
confermato su altri esemplari), il risultato è anche politico e
psicologico. Il conflitto non si riduce à la WolfAlps puntando solo su
mezzi di difesa che caricano di oneri e costi i pastori (sai che roba
regalare qualche rete e qualche cane di dubbia idoneità), ma mostrando
ai pastori che c'è un impegno attivo nel cercare di modificare il
comportamento dei predatori. E tra tanti mezzi di dissuasione il colpo
di un proiettile di gomma è indubbiamente tra i più efficaci. Secondo Shivik (Shivik, J. A. 2004. Non-lethal alternatives for predation
management. Sheep and Goat
Research Journal 19: 64–71), più che scoraggiare il lupo a
frequentare un'area di pascolo, la deterrenza con il proiettile di
gomma insegna al lupo a stare alla larga da chi gli ha tirato. E' già
qualcosa se qusto chi è un pastore. recentemente, però, al parco
nazionale di Yellowstone, una casistica di 47 lupi "curati" con i
proiettili di gomma ha evidenziato come la maggioranza si sia poi
tenuta lontana dai turisti, come si sperava. I pochi recidici sono
stati prelevati (in un parco nazionale, si badi bene e senza nessuna
protesta animal-ambientalista). I conservazionisti, quelli
scientifici (dai quali vanno esclusi quelli di WolfAlps che è un gruppo
di potere spregiudicato), sanno bene che i mezzi di deterrenza non
letale sono comunque a tutto vantaggio del lupo. Va comunque chiarito che non è facile ed
è comunque molto costoso mettere in atto un apparato di dissuasione
fatto di sensori di prossimità, radiocollari (intanto bisogna
acciuffarlo il lupo per metterglielo), personale specializzato. A
frenare gli entusiasmi è anche bene specificare anche che le
circostanze in cui è avvenuto l'intervento di deterrenza sono estreme.
Il lupo, un maschio alfa, spesso in presenza di altri membri del
branco, si è avvicinato ben 18 volte al pastore, a distanze tra 150 e
10 m. Non si allontanava nonostante urla, suoni, luci, presenza dei
cani. Il tutto documentato dal gruppo di ricerca. Quando domani un
pastore chiederà un intervento analogo potrà documentare tutto ciò.
Servirà che il lupo gli si avvicini così tante volte? Servirà
dimostrare di avere usato tutti quei mezzi per farlo allontanare? Di
disporre di mute di cani e di recinti invalicabili? Vediamo però anche
il bicchiere mezzo pieno: si è aperta la strada ad interventi attivi.
Un principio è stato stabilito.
I costi sostenuti dalla Regione Veneto per il progetto nell'ambito del
quale sono stati utilizzati i proiettili di gomma rappresentano, in
ogni caso, una frazione infinitesima di quanto costa WolfAlps (che
spende buona parte dei soldi per propaganda ideologica). Il
gruppo coordinato dalla Regione Veneto che, sotto la pressione degli
allevatori ha avuto la buona idea di sottrarsi all'abbraccio mortale di
WolfAlps, ha ottenuto risultati importanti e concreti. Se si volessero
generalizzare i metodi di dissuasione "mirata" si deve essere
consapevoli dei costi elevati. Ma, a parte i costi, le polizia
provinciali sono ridotte a nulla e impiegare per un servizio del genere
in modo sistematico il loro personale è impensabile. O cu si
affida a personale complementare delle guardie (pastori e
cacciatori) e/o a un nuovo corpo regionale di polizia faunistica o il
compito di vigilare sui greggi a rischio e di intervenire sparando
(gomma) è impossibile.
Il già citato Shivic ha messo in evidenza tutto ciò con un semplice, ma
eloquente grafico. Quando una specie è a rischio di estinzione vale la
pena risolvere il conflitto con le attività umane con mezzi mirati, che
prendono in considerazione singoli esemplari, come il lupo Sirio,
oggetto dell'intervento a colpi di rubber
baton sul Grappa. Ma quando, come sta succedendo in Italia, il
lupo dilaga ... e si ibrida, facendo crollare il suo valore di
conservazione, è il caso di pensare se affontare costi in crescita
esponenziale per vantaggi conservazionistici in caduta verticale.
Tradotto in parole povere: quando i lupi sono tanti si deve passare a
quote serie di prelievo. All'uso del piombo (o altro metallo meno
inquinante) per rimuovere alcuni branchi. Togliere un solo esemplare,
come ripetono gli animalisti, non serve perché destruttura il branco,
si deve decidere quanti branchi possono starci in un ampio
comprensorio, quale livello di danni è sostenibile senza azzerare
un'intero comparto di attività preziose per il mantenimento del
territorio ed eliminare i branchi in sovrannumero.
Ma per gli animal-ambientalisti, i nuovi preti del nuovo culto di
regime, nessuna considerazione economica e sociale conta. Non conta la
sofferenza fisica, morale e psicologica degli allevatori, non conta la
paura di chi si vede predare i cani a domicilio mentre le autorità non
pensano neppure a introdurre delle regole, regole che esistono già per
l'orso. Se il plantigrado si avvicina all'uomo, si cerca di dissuaderlo
con petardi e pallottole di gomma, se insiste - e si avvicina ancora di
più - si cattura e si spara. Per la parte animal-ambientalista
conta solo il principio "il lupo è sacro". Con la postilla che il lupo
è innocuo e quindi non c'è bisogno di protocolli. Cosa c'entri con
l'ecologia e lo stesso conservazionismo ciò è palese: nulla. Specie se
si tiene conto che WolfAlps e C. sanno benissimo che il problema dei
"lupi spavaldi" è ormai emergenza sociale. Essi, però, cercano
accuratamente di evitare che non si faccia nulla aspettano che
l'attuale progetto arrivi a scadenza per eternizzare, presentando un
nuovo progetto sui lupi "problematici", WolfAlps stesso quale
nuova potente autority e istituzione al di sopra delle istituzioni.
Quando sindaci e politici regionali se ne accorgeranno sarà proppo
tardi.
16 novembre 2021. A Premia, in Ossola,
avvistato un evidente ibrido. Il già noto "tipo biondo"
Ma di cosa stamo discutendo?
Mentre in Italia, il fronte dell'animal-ambientalismo ideologico si
oppone all'uso della deterrenza con pallottole di gomma, il Gruppo lopo
svizzero (ma la cosa vale per tante altre organizzazioni di altri
paesi) giudica necessario ... il piombo. In un comunicato stampa del
mese scorso gli animal-ambientalisti svizzeri scrivono:
Una convivenza a bassa conflittualità
tra lupi e animali di interesse zootecnico si basa sulla protezione dei
greggi e delle mandrie, una remunerazione sufficiente per i pastori, il
sostegno finanziario ad allevatori e ricercatori, la consulenza,
il dialogo e il riconoscimento del lavoro svolto dagli allevatori.
Inoltre, dal punto di vista delle organizzazioni di conservazione, sono
accettabili anche interventi mirati ed ecologicamente giustificabili
sulla popolazione di lupi. Tiri
inevitabili. Potrebbero rendersi necessari abbattimenti legali di lupi
particolarmente dannosi (abitudine ad attacchi ad animali da
allevamento, diversione dei mezzi ufficiali di protezione, ecc.) e
interventi in branchi di lupi con comportamento problematico
(regolamento). Nell'attuale quadro giuridico, Groupe Loup Suisse, WWF,
Pro Natura e BirdLife dicono sì a queste misure.
Di certo le misure alle quali gli animal-ambientalisti svizzeri dicono
di sì sono estrememente restrittive, "omeopatiche", ma è il principio
che conta nel confronto con i nostri lupisti, il fatto di riconoscere
che, sopra una certa soglia di conflitto sociale, di danno alle
attività umane, in un contesto in cui la specie, anche se oggetto di
controllo, non hada temere alcuna minaccia (se continua a crescere e ad espandere l'area come fa ad essere in pericolo?).
Riducendo le asprezze del conflitto, contribuendo a ridurre i danni a
carico delle attività umane e l'allarme sociale per l'avvicinamento dei
lupi alle abitazioni, l'introduzione delle
pallottole di gomma potrebbe ridurre il ricorso (per disperazione) ai
bocconi, agli ami, al piombo, ai vari sistemi ai quali varie categorie
di una popolazione rurale esasperata finiscono per ricorrere, specie di
fronte all'evidenza che le istituzioni non sono bipartisan ma sono
quasi sempre spudoratamente sbilanciate a favore delle lobby
animal-ambientaliste. Ma ai lupisti importa qualcosa del lupo? La
domanda si deve porre non solo a proposito della loro pregiudiziale
opposizione alle pallottole di gomma, ma anche davanti alla
proliferazione (rispetto alla quale restano impassibili, salvo - a
intermittenza stracciarsi le vesti o negare l'esistenza del problema
come nel caso del guru maximo Boitani). Questa estate gli avvistamenti
di ibridi sulle Alpi, non si sono registrati più solo nel Piemonte
occidentale e in Friuli ma anche nel Piemonte settentrionale e nel
Veneto. Il sospetto (per qualche ricercatore è da tempo certezza) che
la maggior parte dei "lupi" siano ibridati è sempre più forte.
E allora perché insiste in una super protezione? La risposta è
semplice: perché il lupo è solo lo strumento del potere
animal-ambientalista e del rewilding, la pulizia etnica della specie
umana dalle montagne e aree rurali, perché le organizzaizoni
animal-ambientaliste si sono fatte imprenditrici politiche di una
politica emozionale del "non si tocca un pelo al lupo" nella quale
restano intrappolate anche se volessero cambiare linea.
Sollecitato il fondamentalismo ambiental-animalista presso fasce di
publbico sprovviste di strumenti culturali per controbilamciare
messaggi estremamente pericolosi, si fa strada tra le masse urbane
semicolte l'idea che è l'uomo la specie da
controllare e da ridurre, altro che i grandi carnivori. E per chi non
si piega alle misure liberticide, alla stretta sui consumi, al divieto
di uso del contante, ai pass e al grande fratello che opera attraverso
il web e
internet delle cose (con le scuse del virus, del clima, dell'evasione
fiscale, del "è per il vostro bene") ci sono le "bastonate" non
metaforiche. Oltre alle manganellate, si sparano pallottole di gomma
ben più "invasive" di quelle utilizzate contro il lupo. Le cronache
parlano di
persone gravemente ferite e sfigurate. Ma sono solo umani.