Nuovo Header

Lupo

Michele Corti, 16 novembre, 2021

Sparare al lupo? Con i proiettili di gomma, ora si può

La scorsa estate, sul Grappa, un lupo radiocollarato, monitorato nell'ambito del contesto del progetto di telemetria di Apollonio e Berzi, che si era avvicinato numerose volte a un pastore a distanze molto ravvicinate, è stato colpito da agenti della polizia provinciale di Vicenza con proiettili del tipo rubber baton (a palla unica) per fucili a canna liscia di cal. 12. Monitorato nei suoi spostamenti, ha dimostrato di aver "inteso la lezione": si è dedicato prevalentemente a prede selvatiche e si è tenuto lontano dall'uomo. La prova è promettente anche se non si può ignorare che è stata realizzata nel contesto di un sistema complesso e costoso che non può certo divenire di routine. Per il lupismo ideologico che continua a recitare il mantra: "bastano le reti, i cani e la sorveglianza, il resto è inutile e dannoso" e che proclama che i proiettili di gomma sono pericolosi e inutili, è stato un bello smacco. Che avrà conseguenze politiche. 



Munizione a palla unica "rubber baton"

(16/11/2021) Quando, nel 2018, la Regione Veneto aveva avanzato la richiesta di utilizzo di proiettili di gomma come deterrente per i lupi, le organizzazioni animal-ambientaliste avevano subito organizzato una mini-crociata.



 "Ai lupi non si spara. Mai. Neanche con la gomma". "Giù le mani dai lupi". "No alle armi contro i lupi". Il solito coro del lupismo ideologico e strumentale. Sulla base di argomenti "scientifici" come quello che per sparare il proiettile di gomma ci vuole in fucile che, di per sè, è un oggetto demoniaco  (nell'immaginario  verde associato ai cacciatori profanatori della Dea Natura). Non gli sfiora la mente che le armi in sé non sono ne buone né cattive e che comunque salvano anche tante vite che verrebbero minacciate dai criminali e dai terroristi. L'argomento più "serio" contro l'uso di fucili e proiettili non letali è che... dalla gomma si passa al piombo.


Ma il piombo, è già ampiamente utilizzato per arginare la proliferazione dei lupi e se parliamo di legalizzazione del controllo ci devono essere di mezzo protocolli, pareri vincolanti dell'Ispra, studi, monitoraggi. Come è possibile che si "scivoli" dalla gomma al piombo con tutto il castello di procedure previsto da una legislazione super garantista? Loro devon dire di no apriori a qualsiasi cosa che possa ledere il vitello d'oro, il loro totem. Quel totem di cui gli stessi sono gli interessati sacerdoti e vestali (l'economia del tempio, specie nell'antichità insegna parecchio a proposito).


Il problema della lobby lupista è che, specie in Italia, ha il gioco facile. Il ministro animalista dichiarato e militante Costa, in men che non si dica, anche prima che potessero arrivare le interrogazioni parlamentari, all'uscita dei comunicati animalisti, ha subito dichiarato che no. Giammai. La gomma contro il lupo non si deve usare.

Altra vittoria per la lobby. Ma oggi il clima politico è un po' diverso (un cicinino, almeno). Cingolani ha parlato della "catastrofe degli ambientalisti radical-chic" ma pensava al nucleare, mica al lupo. Scontro di lobby che sul lupo sono disposte a mettersi d'accordo (sulla pelle del mondo rurale, dei "villici"). Intanto, però, Cingolani non è disposto a sputtanarsi come ambiental-animalista come Costa. E quando l'Ispra si pronuncia a favore dell'uso del proiettile di gomma, sulla base di una documentatissima relazione (frutto della telemetria, ovvero dell'uso del radiocollare), il ministro non ha nulla da dire. Così si andrà avanti.
A meno che le regioni, che hanno dimostrato più volte di genuflettersi agli animalisti (vedi la farsesca vicenda del Piano Lupo), non facciano anche su questo terreno, marcia indietro. Toscana e Veneto paiono decise a utilizzare l'opportunità delle pallottole di gomme; le regioni che WolfAlps tiene in pugno attraverso il suo "giro" lobbystico di funzionari e dirigenti fedeli alla lobby più che all'istituzione probabilmente staranno ferme aspettando ordini da WolfAlps (pare ridicolo, sconcertante, scandaloso, ma è così).
Intanto il gruppo Apollonio-Berzi ha divulgato i risultati della prova.

Al di là dell'ottimo risultato (che andrebbe confermato su altri esemplari), il risultato è anche politico e psicologico. Il conflitto non si riduce à la WolfAlps puntando solo su mezzi di difesa che caricano di oneri e costi i pastori (sai che roba regalare qualche rete e qualche cane di dubbia idoneità), ma mostrando ai pastori che c'è un impegno attivo nel cercare di modificare il comportamento dei predatori. E tra tanti mezzi di dissuasione il colpo di un proiettile di gomma è indubbiamente tra i più efficaci. Secondo
Shivik (Shivik, J. A. 2004. Non-lethal alternatives for predation management. Sheep and Goat
Research Journal 19: 64–71
), più che scoraggiare il lupo a frequentare un'area di pascolo, la deterrenza con il proiettile di gomma insegna al lupo a stare alla larga da chi gli ha tirato. E' già qualcosa se qusto chi è un pastore.  recentemente, però, al parco nazionale di Yellowstone, una casistica di 47 lupi "curati" con i proiettili di gomma ha evidenziato come la maggioranza si sia poi tenuta lontana dai turisti, come si sperava. I pochi recidici sono stati prelevati (in un parco nazionale, si badi bene e senza nessuna protesta animal-ambientalista). I conservazionisti, quelli scientifici (dai quali vanno esclusi quelli di WolfAlps che è un gruppo di potere spregiudicato), sanno bene che i mezzi di deterrenza non letale sono comunque a tutto vantaggio del lupo.  Va comunque chiarito che non è facile ed è comunque molto costoso mettere in atto un apparato di dissuasione fatto di sensori di prossimità, radiocollari (intanto bisogna acciuffarlo il lupo per metterglielo), personale specializzato. A frenare gli entusiasmi è anche bene specificare anche che le circostanze in cui è avvenuto l'intervento di deterrenza sono estreme. Il lupo, un maschio alfa, spesso in presenza di altri membri del branco, si è avvicinato ben 18 volte al pastore, a distanze tra 150 e 10 m. Non si allontanava nonostante urla, suoni, luci, presenza dei cani. Il tutto documentato dal gruppo di ricerca. Quando domani un pastore chiederà un intervento analogo potrà documentare tutto ciò. Servirà che il lupo gli si avvicini così tante volte? Servirà dimostrare di avere usato tutti quei mezzi per farlo allontanare? Di disporre di mute di cani e di recinti invalicabili? Vediamo però anche il bicchiere mezzo pieno: si è aperta la strada ad interventi attivi. Un principio è stato stabilito.


I costi sostenuti dalla Regione Veneto per il progetto nell'ambito del quale sono stati utilizzati i proiettili di gomma rappresentano, in ogni caso, una frazione infinitesima di quanto costa WolfAlps (che spende buona parte dei soldi per propaganda ideologica).  Il gruppo coordinato dalla Regione Veneto che, sotto la pressione degli allevatori ha avuto la buona idea di sottrarsi all'abbraccio mortale di WolfAlps, ha ottenuto risultati importanti e concreti. Se si volessero generalizzare i metodi di dissuasione "mirata" si deve essere consapevoli dei costi elevati. Ma, a parte i costi,  le polizia provinciali sono ridotte a nulla e impiegare per un servizio del genere in modo sistematico il loro personale è impensabile.  O cu si affida a personale complementare delle guardie  (pastori e cacciatori) e/o a un nuovo corpo regionale di polizia faunistica o il compito di vigilare sui greggi a rischio e di intervenire sparando (gomma) è impossibile. 

Il già citato Shivic ha messo in evidenza tutto ciò con un semplice, ma eloquente grafico. Quando una specie è a rischio di estinzione vale la pena risolvere il conflitto con le attività umane con mezzi mirati, che prendono in considerazione singoli esemplari, come il lupo Sirio, oggetto dell'intervento a colpi di rubber baton sul Grappa. Ma quando, come sta succedendo in Italia, il lupo dilaga ... e si ibrida, facendo crollare il suo valore di conservazione, è il caso di pensare se affontare costi in crescita esponenziale per vantaggi conservazionistici in caduta verticale. Tradotto in parole povere: quando i lupi sono tanti si deve passare a quote serie di prelievo. All'uso del piombo (o altro metallo meno inquinante) per rimuovere alcuni branchi. Togliere un solo esemplare, come ripetono gli animalisti, non serve perché destruttura il branco, si deve decidere quanti branchi possono starci in un ampio comprensorio, quale livello di danni è sostenibile senza azzerare un'intero comparto di attività preziose per il mantenimento del territorio ed eliminare i branchi in sovrannumero.


Ma per gli animal-ambientalisti, i nuovi preti del nuovo culto di regime, nessuna considerazione economica e sociale conta. Non conta la sofferenza fisica, morale e psicologica degli allevatori, non conta la paura di chi si vede predare i cani a domicilio mentre le autorità non pensano neppure a introdurre delle regole, regole che esistono già per l'orso. Se il plantigrado si avvicina all'uomo, si cerca di dissuaderlo con petardi e pallottole di gomma, se insiste - e si avvicina ancora di più - si cattura e si spara.  Per la parte animal-ambientalista conta solo il principio "il lupo è sacro". Con la postilla che il lupo è innocuo e quindi non c'è bisogno di protocolli. Cosa c'entri con l'ecologia e lo stesso conservazionismo ciò è palese: nulla. Specie se si tiene conto che WolfAlps e C. sanno benissimo che il problema dei "lupi spavaldi" è ormai emergenza sociale. Essi, però, cercano accuratamente di evitare che non si faccia nulla aspettano che l'attuale progetto arrivi a scadenza per eternizzare, presentando un nuovo progetto sui lupi "problematici",  WolfAlps stesso quale nuova potente autority e istituzione al di sopra delle istituzioni. Quando sindaci e politici regionali se ne accorgeranno sarà proppo tardi.

16 novembre 2021. A Premia, in Ossola, avvistato un evidente ibrido. Il già noto "tipo biondo"

Ma di cosa stamo discutendo?

Mentre in Italia, il fronte dell'animal-ambientalismo ideologico si oppone all'uso della deterrenza con pallottole di gomma, il Gruppo lopo svizzero (ma la cosa vale per tante altre organizzazioni di altri paesi) giudica necessario ... il piombo. In un comunicato stampa del mese scorso gli animal-ambientalisti svizzeri scrivono:

Una convivenza a bassa conflittualità tra lupi e animali di interesse zootecnico si basa sulla protezione dei greggi e delle mandrie, una remunerazione sufficiente per i pastori, il sostegno finanziario ad allevatori e ricercatori,  la consulenza, il dialogo e il riconoscimento del lavoro svolto dagli allevatori. Inoltre, dal punto di vista delle organizzazioni di conservazione, sono accettabili anche interventi mirati ed ecologicamente giustificabili sulla popolazione di lupi. Tiri inevitabili. Potrebbero rendersi necessari abbattimenti legali di lupi particolarmente dannosi (abitudine ad attacchi ad animali da allevamento, diversione dei mezzi ufficiali di protezione, ecc.) e interventi in branchi di lupi con comportamento problematico (regolamento). Nell'attuale quadro giuridico, Groupe Loup Suisse, WWF, Pro Natura e BirdLife dicono sì a queste misure.

Di certo le misure alle quali gli animal-ambientalisti svizzeri dicono di sì sono estrememente restrittive, "omeopatiche", ma è il principio che conta nel confronto con i nostri lupisti, il fatto di riconoscere che, sopra una certa soglia di conflitto sociale, di danno alle attività umane, in un contesto in cui la specie, anche se oggetto di controllo, non hada temere alcuna minaccia (se continua a crescere e ad espandere l'area come fa ad essere in pericolo?).

Riducendo le asprezze del conflitto, contribuendo a ridurre i danni a carico delle attività umane e l'allarme sociale per l'avvicinamento dei lupi alle abitazioni, l'introduzione delle pallottole di gomma potrebbe ridurre il ricorso (per disperazione) ai bocconi, agli ami, al piombo, ai vari sistemi ai quali varie categorie di una popolazione rurale esasperata finiscono per ricorrere, specie di fronte all'evidenza che le istituzioni non sono bipartisan ma sono quasi sempre spudoratamente sbilanciate a favore delle lobby animal-ambientaliste. Ma ai lupisti importa qualcosa del lupo? La domanda si deve porre non solo a proposito della loro pregiudiziale opposizione alle pallottole di gomma, ma anche davanti alla proliferazione (rispetto alla quale restano impassibili, salvo - a intermittenza stracciarsi le vesti o negare l'esistenza del problema come nel caso del guru maximo Boitani). Questa estate gli avvistamenti di ibridi sulle Alpi, non si sono registrati più solo nel Piemonte occidentale e in Friuli ma anche nel Piemonte settentrionale e nel Veneto. Il sospetto (per qualche ricercatore è da tempo certezza) che la maggior parte dei "lupi" siano ibridati è sempre più forte.

E allora perché insiste in una super protezione? La risposta è semplice: perché il lupo è solo lo strumento del potere animal-ambientalista e del rewilding, la pulizia etnica della specie umana dalle montagne e aree rurali, perché le organizzaizoni animal-ambientaliste si sono fatte imprenditrici politiche di una politica emozionale del "non si tocca un pelo al lupo" nella quale restano intrappolate anche se volessero cambiare linea.  Sollecitato il fondamentalismo ambiental-animalista presso fasce di publbico sprovviste di strumenti culturali per controbilamciare messaggi estremamente pericolosi, si fa strada tra le masse urbane semicolte l'idea che è l'uomo la specie da controllare e da ridurre, altro che i grandi carnivori. E per chi non si piega alle misure liberticide, alla stretta sui consumi, al divieto di uso del contante, ai pass e al grande fratello che opera attraverso il web e internet delle cose (con le scuse del virus, del clima, dell'evasione fiscale, del "è per il vostro bene") ci sono le "bastonate" non metaforiche. Oltre alle manganellate, si sparano pallottole di gomma ben più "invasive" di quelle utilizzate contro il lupo. Le cronache parlano di persone gravemente ferite e sfigurate. Ma sono solo umani.




Articoli correlati


Allevatori ossolani reagiscono

(07/04/2021) Ieri un presidio informativo del Comitato salvaguardia allevatori ossolani ha civilmente ma fermamente rintuzzato una provocazione lupista. Gli allevatori hanno una sola possibilità di difendersi: organizzarsi in comitati, unirsi, essere attivi. Lamentarsi, sperare che le organizzazioni agricole o le istituzioni facciano qualcosa equivale ad arrendersi. La solidarietà tra allevatori può compensare le oggettive difficoltà della categoria a dedicarsi all'attivismo, a partecipare a incontri e manifestazioni. Ieri in Ossola, all'alpe Devero c'è stata una piccola grande dimostrazione della non inevitabile vittoria su tutti i fronti del partito del lupo.


Allevatori ossolani contro WolfAlps

(07/04/2021) Gli allevatori ossolani delComitato di salvaguardianon le mandano a dire a WolfAlps. Si rifiutano di rispondere all'ennesimo questionario, di collaborare con chi vorrebbe che smettessero la loro attività (in Ossola i sistemi di alpeggio sono incompatibili, nelle condizioni attuali, con una massiccia presenza del lupo). Con chi, oltretutto, vorrebbe passare comesuper partes, finge di voler aiutare gli allevatori nel mentre nasconde loro anche la presenza dei lupi e poi pretende anche di essere riverito, un po' come un boia che esiga la collaborazione delle sue vittime. C'è una grande dignità e consapevolezza in questi piccoli allevatori: Davide contro Golia, ma non si rinuncia a lottare. La bandiera rurale-contadina-montanara della capra contro quella ambientalista-urbana del lupo. Oppongono alla macchina da guerra di WolfAlps i loro poveri mezzi, tra un'uscita al pascolo, una foraggiata alle capre e la preparazione di un formaggio, bloccati dal lockdown (che favorisce le grandi organizzaizoni abituate al lavoro in remoto e tecnologicamente attrezzate). A loro tutta la nostra ammirazione, agli arroganti signorotti feudali di WolfAlps, tutto il nostro disprezzo.