Pascoli d'oro
Michele Corti, 19 marzo, 2023
Nel Trentino occidentale, regno della mafia dei pascoli, ora le malghe rischiano di restare vuote
In val
Rendena e valli del Chiese il tema della speculazione sulle malghe è sempre caldo.
L'accaparramento di parecchie malghe da parte di pochi soggetti era
arrivato al punto che tre soggetti, variamente combinati in srl, erano
diventati intestatari di 17 malghe (11 delle quali in capo a uno solo)
con gli affitti da parte di comuni e Asuc (uso civici) che sono
schizzati in alto. Dopo ripetuti episodi di animali "usa e getta",
morti di stenti sui pascoli (qui su Ruralpini)
e dopo l'infuriare delle polemiche con l'annullamento della
tradizionale "Festa delle giovenche di razza rendena" nel 2021 e il
successivo inconcludente convegno di autoassoluzione di amministratori
e politici (qui su Ruralpini), i comandanti della Forestale erano stati
sottoposti a un "valzer" di trasferimenti comandi di stazione (qui su Ruralpini).
Ora si assiste a una pioggia di rescissioni dei contratti (quasi
sempre da parte degli accaparratori). E' solo il previsto calo dei
titoli e la diversa ripartizione del volume di contributi della Pac a
giustificare questa "fuga" o c'è dell'altro?
Cosa succede nella Rendena e nelle valli del Chiese? In due successivi articoli di Giuliano Beltrami su L'Adige
del 12 e del 16 marzo vengono riportate notizie drammatiche. Gli stessi
personaggi che, negli anni passati, hanno accumulato malghe su malghe,
tagliando fuori allevatori storici dall'accesso ai pascoli e ai
contributi o costringendoli a cercare malga lontano dalle sedi
aziendali, hanno comunicato ai comuni o alle Asuc (amministrazioni
separate degli usio civici comunali o frazionali) la disdetta dai
contratti. E' successo per la malga Bandalors da parte dello stesso
soggetto che caricava la Busa dei cavai (la malga protagonista di episodi molto gravi di animali "usa e getta" mandati a morire di stenti o in bocca ai lupi (qui su Ruralpini). Caricava perché anche la Busa dei cavai a Madonna di Campiglio è stata oggetto di recessione dal contratto secondo quanto riferito da l'Adige.
Immagini dell'agosto 2021 a Madonna di Campiglio (Busa dei cavai
dell'Asuc frazionale di Fitto)
Un altro soggetto di Pinzolo, molto attivo nell'accaparramento di
malghe avrebbe lasciato due malghe di Giustino e una di Massimeno
(sempre dalla setessa fonte). Nel caso di Bandalors il titolare ha poi
tenuto a precisare che lascia per la siccità e il mancato intervento
del comune. Siccità a parte la malga Bandalors, come le altre (tranne
la Busa dei cavali, malga da pecore) sono fior di malghe, con fior di
strutture, accesso con piste forestali, pascoli quasi sempre con ottima
giacitura. Malghe che, in altre regioni, i malghesi farebbero a gara a
caricare con vacche da latte ma che nel ricco Trentino ci si permette
il lusso di caricare prevalentemente con asciutti e "capi da Uba" e
dove, comunque, non si pratica mai la caseificazione in loco (il latte,
quando prodotto, viene trasferito al caseificio di Pinzolo).
Malga Bandalors di Giustino
In realtà, anche se la Rendena e Pinzolo sono stati
identificati come l'epicentro della mafia dei pascoli in salsa
trentina, non è da credere che la piaga non sia diffusa anche in altre
valli. Pochi giorni fa, parlando dlel'ultima aggressione di un orso in
val di Rabbi, abbiamo denunciato come il fenomeno sia presente anche in
val di Non (vai a vedere).
Nella foto sotto la collezione di "orecchini" di animali morti
(incidenti o predazioni) alla malga Borca di Bresimo (dell'Asuc)
affittata a una ditta veneziana e gestita da un "faccendiere"
altoatesino. Su questa situazione, a parte noi, nessuno ha parlato e
viene il dubbio che in Trentino ce ne siano parecchie.
Tornando in Rendena e nelle valli del Chiese, Beltrami ha riferito che sono stati rescissi anche i contratti della malga Alpo e della malga Vacil
di Storo mentre a Pieve di Bono-Prezzo, due malghe di altra nota
famiglia (con un esponente ex veterinario Asl) hanno visto scadere il
contratto per "morte naturale".
Malga Alpo

Malga Vacil
Sarebbero state invece mollate ben quattro malghe di Caderzone terme
e, commenta Beltrami, le fughe potrebbero non finire qui. Ma perché
queste fughe?Di certo gli speculatori hanno spinto molto in su gli
affitti, aggiudicandosi le aste con offerte elevate. La malga
Mandalors, per esempio, è stata aggiudicata da chi l'ha oggi mollata
con un offerta di 20.200 a fronte della base d'asta di 7000. In altri
casi, però, erano stati gli stessi comuni o le Asuc a spingere in su i
canoni. Ma la spiegazione economica è sufficiente? Si pensa che il
valore medio dei titoli Pac sia destinato a dimezzarsi mentre un quarto
dei pagamenti diretti sarà erogato in base agli ecoschemi. Quello che
riguarda la zootecnia taglia fuori dai premi per gli animali al pascolo
(240€/Uba) ovicaprini ed equini e, probabilmente, a causa di altri
paletti non sarà facilmente accessibile. Dove gli affitti non sono
esagerati i titoli appoggiati sulle vaste superfici delle malghe
saranno però ancora appetibili. E allora? Si fa osservare che, dopo
anni di lassismo, la forestale trentina ha ripreso ad eseguire
controlli. D'altra parte anche i Piani economici forestali prevedono
una forte diminuzione delle superfici pascolabili, un po' per
ambientalismo, un po' perché - con il trionfo della speculazione - le
superfici pascolate effettive sono realmente regredite. La speculazione
è un gioco che porta frutti nell'immediato a chi sa approfittarne ma
prosciuga, degrada, corrompe le risorse che sfrutta. Non era difficile
profetizzare che la pioggia di denaro sui pascoli, oltre a finire nelle
mani sbagliate, avrebbe potuto rappresentare una pioggia velenosa,
capace di inquinare e inaridire il sistema delle malghe. E questo è
senz'altro vero. resta, però, anche l'ipotesi che la "ritirata" degli
speculatori, che serve verificare se limitata al Trentino occidentale,
può essere legata a qualche inchiesta o provvedimento messo in moto
dalla troppo sfacciata mafia dei pascoli in salsa trentina.
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è diabolico. Ma in val Rendena (Trentino) si è ripetuto quasi lo stesso
copione dello scorso anno: un'azienda locale (Haflinger Brenta di
Spiazzo), che da qualche anno si è unita al giro della speculazione sui
pascoli, è tornata a procurarsi pecore "a perdere" per riuscire a
caricare con delle Uba i pascoli e incassare i lauti premi. La salita
sui pascoli alti è stata bloccata dai forestali e dai veterinari
dell'Asl ma , presso il Lago di Nambino, gettonata meta turistica di
Madonna di Campiglio, sono state sepolte almeno 17 pecore (si parla,
però, di una quarantina di animali
deceduti). Preoccupato per il possibile inquinamento di sorgenti, il
sindaco di Pinzolo ha emesso un'ordinanza urgente per disotterrare gli
animali e smaltirli. Queste le scarne notizie perché la Forestale
trentina e l'Asl non rilasciano dichiarazioni. Saranno chiamate prima o
poi, però, a rendere conto di come tutto questo sia stato possibile
un'altra volta, insieme alla PAT (provincia autonoma) da cui questi
enti dipendono, alla proprietà dei pascoli (Asuc, amministrazione
separata usi civici) di Fisto (frazione di Pinzolo). Lo scorso anno,
dopo gli episodi che avevano scoperchiato il bubbone della speculazione
(11 malghe accaparrate da un solo soggetto, 17 da tre soggetti,
compresa l'azienda di Spiazzo di cui sopra), i comandanti della
Forestale erano stati sottoposti a un "valzer" di comandi di stazione.
E ora cosa succederà? Attendiamo anche la mazurka dei veterinari. E che
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