Lupo: quando la preda è il bambino (oggi in Europa)
(06/08/2022) - La
notizia, divulgata dalle agenzie di stampa russe è stata ripresa anche
dal settimanale americano Newsweek (Washington Post). Il fatto è
avvenuto il 28 luglio in uno dei distretti più montagnosi del Daghestan
(repubblica autonoma) sul versante nord del Caucaso, al confine con la
Georgia, nella Russia europea. Tre bambini sono stati attaccati da un lupo uscito dal bosco
presso il villaggio di Kidero. Quello di 8 anni è rimasto ucciso (e
trascinato a una certa distanza dal lupo) per difendere il fratellino
di 6 anni. Quest' ultimo è stato comunque graveremente ferito al collo
e agli arti, il terzo bambino è fuggito incolume. Gli abitanti
segnalano l'aumento del numero dei lupi nell'area a seguito del minore
impegno delle autorità nel controllo della specie. La notizia non è
stata riportata da nessun organo di informazione italiano e in Francia
e Germania solo da siti di caccia . La mafia del lupo è efficiente. Per
poter negare che i lupi rappresentino un pericolo per l'uomo si
censurano le notizie. E le istituzioni e i media si allineano ai poteri
occulti (altro che democrazia e libertà di informazione).
Nel filmato si nota la zona dove è
avvenuta la tragedia. Un'area di pascolo (si notano dei bovini) di fronte al villaggio di Kidero nel distretto di
Tsuntinsky nel Dadghestan (Federazione Russa)
, un ambiente molto simile alle nostre valli alpine. I bambini, secondo
delle testimonianze raccolte sul posto, si erano recati sul posto per
un pic-nic e per giocare.
Il
piccolo è stato portato al locale ospedale (che serve alcuni villaggi
della remota valle). Qui ha ricevuto le prime cure ma il giorno dopo è
stato portato a Makhachkala, la capitale del Daghestan, sul mar
Caspio, per essere sottoposto a ulteriori cure. Le ferite al collo sono
risultate piuttosto gravi, tanto che si sono staccati lembi di carne (lo
si vede in una foto). Il bambino, in ogni caso, è stato dichiarato
fuori pericolo. Non sono state diffuse foto del corpo martoriato (con
ferite al collo, alla testa, alle gambe) del fratello maggiore.
I
soccorritori hanno inizialmente cercato il corpo della vittima nel
bosco; poi l'hanno trovato sul pascolo, non lontano da dove era
avvenuta l'aggressione a circa 50 metri. Secondo gli abitanti è normale
che i bambini si rechino da soli su queste aree di pascolo e persino
nel bosco perché da trent'anni non si erano più registrati casi di
attacchi del predatore. Viene subito da pensare una cosa: qui sono
passati trent'anni dall'ultimo attacco ma cosa impedisce che, con la
crescita esponenziale del numero dei lupi sulle Alpi e con la
tolleranza criminale della presenza dei lupi ad ogni ora del giorno
presso i centri abitati anche
nelle nostre valli succedano fatti analoghi? Dopo cento anni o trenta
fa molta differenza? Il fatto è che si ricreano - consapevolmente e
volutamente - le condizioni per simili tragedie. Un testimone ha
riferito a un organo di informazione della grande Londra (vai a vedere
l'articolo): Da quando non
gli si spara più, la loro popolazione è aumentata e hanno già iniziato
a penetrare nei villaggi . Non trovate che ci siano delle
analogie tra il Caucaso e le Alpi?
La procura della Repubblica
del Daghestan, nel solito burocratese, riferisce che: sarà
valutato se sono state prese, da parte degli organi preposti, tutte le
misure previste per la regolazione del numero dei predatori
. D'altra parte la procura valuterà anche se non vi siano
responsabilità di omessa custodia da parte dei genitori. Intervistato
dal sito di informazione inglese, un giornalista di una testata
venatoria rurra accusa:
Dopo la guerra, nelle regioni di Kemerovo e Nizhny Novgorod c'erano
brigate speciali di cacciatori di lupi (cacciatori di lupi), che si
radunavano da tutta l'Unione, perché in queste regioni si verificavano
molti casi di lupi che attaccavano e mangiavano persone. Tutto si
ripete nella storia. Ora lo stato non presta alcuna attenzione alla
lotta contro i predatori, in particolare contro i lupi. Non esiste
alcun controllo statale sulla popolazione di predatori. In precedenza,
veniva almeno pagato un bonus ai cacciatori di lupi, ma ora molte
entità costitutive della Federazione Russa non hanno più fondi per
questo. Secondo lo
stesso esperto, il lupo avrebbe attaccato il bambino perché lo ha
considerato incapace di difendersi e probabilmente si tratterebbe di un lupo
cacciato dal branco o malato.
Se, però, si fosse trattato di lupo rabido le analisi effettuate
all'ospedale (esame microscopico) avrebbero permesso di saperlo
rapidamente e la notizia, che avrebbe scagionato il lupo, sarebbe stata
prontamente diffusa. Se non si saprà più nulla è perché il lupo era
sano. I lettori ricorderanno certo il caso della povera turista inglese sbranata dai
lupi in Grecia. Dal 2017 si sta ancora aspettando l'esito dell'esame
del Dna. Se fosse stato favorevole ai lupisti (responsabilità di cani)
o anche se non fosse stato possibile ottenere un risultato per motivi tecnici, l'avremmo
saputo. Invece silenzio di tomba (che fa ritenere che proprio di lupi si fosse trattato). Il silenzio della mafia. Grazie alla
capacità di tenere nascoste le notizie è possibile ancora oggi fare
della propaganda come quella di Life Wolf Alps (sotto) che sbandiera
che il lupo non attacca l'uomo. Propaganda smentita dai non pochi casi
di persone attaccate dai lupi, per fortuna senza gravi conseguenze, anche in Italia negli scorsi anni.
(22/07/2022) Bergamo - All'alpe Fontanamora, in alta Valseriana si
registra una predazione di 12 ovini. Il fatto è avvenuto la notte del
15 luglio. Gli animali presentano inequivocabili lesioni alla gola. La
gravità della notizia consiste nel fatto che tutto intorno all'alpe vi
è lo storico comprensorio d'alpeggio del pastoralismo bergamasco con 10
mila ovini caricati. Perchè si tiene nascosto l'accaduto? Perchè non si
allertano i pastori? L'alpe Fontanamora fa parte del pompatissimo
progetto Pasturs attuato dalla coop Eliante (WWF), con il sostegno del
Parco delle Orobie Bergamasche e della Coldiretti, purtroppo. Per anni
il progetto Pasturs è stato venduto come dimostrazione della
"convivenza" con il lupo. Una propaganda che approfittava del fatto che
il lupo ... non c'era. Ora, nonostante la presenza di "personale
appositamente formato" il lupo arriva e colpisce. L'altra
considerazione riguarda il comportamento opaco degli organi competenti:
polizia provinciale e corpo forestale che si guardano bene
dall'avvisare i pastori dell'arrivo del predatore (per "proteggere" il
lupo). Nessuna considerazione e nessun rispetto per i pastori da parte
di organi istituzionali che hanno sposato in modo fazioso e ideologico
la causa del lupo e del rewilding leggi
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(12/07/2022) Laura Zanetti,
storico esponente dell'associaizione
malghesi e pastori del Lagorai interviene stigmatizzando il
trasformismo di Dallapiccola, un politico capace di passare
dall'orsolupismo a ua strumntale difesa degli allevatori (ma solo
perché ora è all'opposizione e deve attaccare la giunta che lo ha
scalzato da assessore). leggi
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In concomitanza con gli esiti del "censimento" italico del lupo, che si
è fermato a contare 3300 esemplari (hanno mandato in giro tutti orbi?),
comunque non pochissimi anche se non se ne parla neppure di attivare le
famose "deroghe" e iniziare un contenimento, il governo svedese fa
sapere che intende ridurre i "suoi" lupi da 480 a 170, applicando le
indicazioni del parlamento. Il confronto tra quello che avviene in
Svezia e in Italia in tema di lupo ci consente di analizzare gli
aspetti sociali e politici del problema. Dietro il "sacro lupo" c'è
evidentemente tanta ideologia e la realtà di un mondo rurale non
rappresentato, non tutelato, preso a calci in faccia (in barba alle
belle parole dell'uguaglianza dei cittadini, della difesa dei diritti
fondamentali ecc.)leggi
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25/4/2022
- Lupo. Per troppo tempo la politica ha abdicato alle sue funzioni,
quelle più importanti. Sinora ha lisciato il pelo a un'opinione
pubblica emotivamente pro lupo (disinformata e montata dalla propaganda
ben finanziata - con soldi pubblici - della potentissima lobby). Le
regioni si sono nascoste dietro un dito anche se le loro competenze
sono chiare come il sole. Dietro la farsa ignobile del "Progetto lupo",
bloccato da sette anni, , un comodo alibi per la conferenza
stato-regioni, per le regioni, per il ministero per lasciare marcire la
situazione. Alla lobby del lupo va alla grande, gli allevatori chiudono
le aziende, i cittadini dovranno scappare dai centri abitati dove i
lupi entrano in casa. Ma sino a che punto si possono ignorare le
esigenze costituzionalmente garantite di sicurezza, tutela della
libertà e dell'economia dei territori? In vista del convegno del 7
maggio in val d'Ossola, la prima iniziativa forte iniziativa
organizzata da allevatori e montanari vittime dell'incontrollata
proliferazione del lupo sulle Alpi, torniamo sul tema dei lupi
pericolosi (già affrontato in precedenti articoli qui su Ruralpini) e
chiediamo ai politici: perché mettete ancora la testa nella sabbia e
non vedere che siamo già arrivati a situazioni giudicate di pericolo da
studiosi e da istituzioni pubbliche che si occupano di fauna nella
vicina Svizzera?leggi
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