Lupi
Michele Corti, 10 novembre 2023
-
Lupa uccisa a Sassello (Savona): "legittima difesa"
-
Un
caso silenziato dai media nazionali perché mette in difficoltà la
propaganda animal-ambientalista e per non portare in evidenza un caso
imbarazzante per i Parchi lupisti
A Sassello, amena località turistica
dell'entroterra savonese, al confine con il Piemonte, la presenza dei
lupi è andata aumentando negli ultimi anni, ma soprattutto la loro
spavalderia. A dispetto dei lupisti, che negano anche l'evidente, si
assiste - come in molte altre parti d'Italia - a comportamenti di
confidenza sempre più pericolosi. La politica è inerte perché
paralizzata dalla propaganda animal-ambientalista (alla quale danno
spazio anche nell'ambito delle istituzioni) e quindi dal terrore di
perdere voti. Ma ormai in gioco c'è la sicurezza delle persone e le
autorità dello stato stanno venedo meno alle loro funzioni primarie. Il
4 ottobre, in località Maddalena (dopo che una lupa, per tre giorni si
era fatta vedere davanti alle case, predando un capriolo e puntando un
cane in presenza della proprietaria con due neonati in braccio) un uomo, per difendere il cane e la moglie,
ha ucciso la lupa stessa - un animale radiocollarato controllato dai
Parchi - con una fucilata (arma regolarmente detenuta). Il giudice ha
poi archiviato l'indagine per l'uccisione dell'animale riconoscendo la
sussistenza della legittima difesa. Così il caso si è chiuso. Nel
silenzio dei grandi media. Non solo non si deve sapere in giro che è
lecito difendersi anche da quell'idolo semovente intoccabile che è il
lupo ma si vuole anche mettere tutto a tacere per non indagare troppo
su un lupo monitorato che si era fatto confidente ma rispetto al quale
i Parchi (istituzioni del lupismo di stato), la regione, il prefetto,
il comune non avevano mosso un dito.
L'articolo
544 bis del codice penale ("Uccisione di animali") prevede che: "chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un
animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni".
Gli
animalisti, non contenti, spingono per inasprire la pena così che
potrebbe essere il caso che esca prima di galera chi ha ucciso un
uomo rispetto a chi ha ucciso un lupo. Stabilita questa
norma così severa è
divenuto importante - visto che si tratta di sfera penale - considerare
l'estensione della legittima difesa ai
casi di attacchi da parte di animali. La proliferazione dei lupi che si
spingono nelle
vicinanze e, sempre impunemente, grazie alla deregulation imposta dal
Partito del Lupo, dentro gli abitati, alla soglia di casa, predando
animali selvatici e
domestici (cervidi, cinghiali, ovicaprini, cani, gatti,
volatili), ha reso di bruciante
attualità il tema dell'applicazione dell'autodifesa nei casi di
situazioni di pericolo determinate dalle scorribande dei lupi spavaldi,
che si avvicinano anche alle persone, non le temono, non fuggono
neppure di fronte a urla e rumori, reagiscono ringhiando e, qualche
volta, mordendo . La responsabilità di questa
situazione è di chi ha voluto la proliferazione di questi animali con i
vari progetti Life e continua ad ostacolare la loro gestione non
applicando la normativa europea alla quale pure la stessa Commissione
ha incitato a far ricorso. Liberi di fare quello che vogliono (sono le
persone e gli animali domestici che si devono chiudere in case nei
"protocolli" delle istituzioni ignave), i lupi diventano sempre più
invadenti e pericolosi.

-
La nostra
indagine (tutt'altro che conclusa) sull'occorrenza sul web di episodi circostanziati (data,
località, situazione) relativi alla presenza di lupi presso gli ambiti
abitati è arrivata a catalogare quasi 800 casi. Ma restano ancora varie
zone d'Italia da far passare al setaccio. La tendenza all'aumento
esponenziale, con un'impennata dopo il 2020, è ormai consolidata e
l'aggiunta di ancora qualche centinaio di dati non potrà modificare la dinamica.
Le categorie dalla nostra indagine (in progress perché oltre a
completare l'esame del territorio nazionale intendiamo
completare l'annata 2023) sono mostrate nella seguente torta.

-
Come si
vede, i lupi non si limitano ad avvicinarsi agli abitati; penetrano
spesso sin sulle piazze principali, non solo dei paesini ma anche di
grossi centri. Sono protagonisti di predazioni del cane padronale
davanti alla porta o al cancello, persino all'interno di giardini,
cortili, aie, recinti adiacenti all'abitazione. In non pochi casi il
padrone del cane è stato minacciato e in alcuni anche aggredito e
ferito. Ovviamente per poter sostenere le loro narrazioni, i lupisti
devono negare, sostenere che non si tratta di lupi ma di cani (i soliti
cecoslovacchi). Vi ricordate quando il presidente del Parco della
Majella, arch. Zazzara a proposito della lupa di Vasto sosteneva
(a dispetto di foto e video poi confermati dal dna) che fosse un cane
cecoslovacco?

Il giorno prima dell'uccisione del lupo a
Sassello, l'articolo sopra è del 3 ottobre 2023, veniva denunciata dai
media locali la gravità della situazione di Sassello. Gli episodi di
predazioni di cani, di aggressioni alle greggi, di avvistamenti di lupi nelle piazze e
davanti alle case si sono moltiplicati
-
Di fronte al
moltiplicarsi della presenza dei lupi a ridosso delle case era
logico che, prima o poi, qualcuno provasse a difendersi con le armi
alla
mano. Difendersi da un animale che minaccia le persone, cose
o altri animali non
costituisca reato appare un'ovvietà giuridica (il Codice
penale,
all' articolo 52, stabilisce che: "non è punibile chi ha
commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di
difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di
un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa").
Ma in un paese al contrario,
come l'Italia, con una magistratura politicizzata, con
gli animalisti che si permettono di minacciare impuniti le persone tanto da indurle a nascondersi e a non farsi vedere in giro,
il codice penale non rappresenta una certezza. La macchina
propagandista
lupista è riuscita a far credere che il lupo rappresenti una specie di
divinità intoccabile ma in realtà la denuncia penale, con severe pene
detentive, scatta anche, come abbiamo visto, per l'uccisione di un cane, di un gatto o di altri
animali "banali". Questa pressione psicologica (esercitata evocando
la galera e a colpi di
minacce di
morte e insulti contro le vittime di orsi e
lupi) fa sì che solo in caso di estrema sensazione di pericolo si
ricorra alle armi per difendersi dai lupi.
-
- Il caso di Sassello
- Ai primi di
ottobre (il 5 per la precisione) la carcassa di un lupo, una lupa
dotata di radiocollare , è stata
rinvenuta in territorio di Pareto (Alessandria, non lontano dal confine
con la Liguria). Il 4 ottobre, il GPS del collare aveva dato un allarme
di mortalità.
-

-
Chi l'aveva uccisa - dopo aver trasportato la carcassa nel
territorio del comune vicino - si era recato nella notte stessa dai carabinieri per
riferire delle circostanze dell'uccisione. Questa era
avvenuta davanti alla sua casa a Maddalena,
una località di case sparse a 2,5 km a nord del centro di Sassello
e a solo un km dal confine
con il Piemonte. Verso
la mezzanotte, M.A. era stato richiamato all’esterno della sua
abitazione dalle urla della moglie, uscita per accompagnare il
cagnolino di casa nella passeggiata serale, l'aveva vista urlante,
schiacciata contro il muro con di fronte la lupa ringhiante che, con
tutta evidenza, voleva catturare il cagnolino. Rientrato nell'abitazione, l'uomo, che deteneva regolarmente un
fucile da caccia, ha impugnato l'arma e, tornato fuori, ha
mirato al lupo e lo ha ucciso con una fucilata. La scoperta del
radiocollare lo ha probabilmente gettato nel panico e, caricato il lupo
in macchina, lo ha portato dove
è stato poi ritrovato.
Rientrato a casa e tormentato sul da farsi si è poi risolto a recarsi
in caserma.
A Sassello, come in tante località italiane il lupo non è una "psicosi"
come sostengono i lupisti ma una realtà quasi quotidiana. Dopo aver
imposto ai pastori la "convivenza" con i lupi (costringendoli ad
alimentarli con i loro animali, come in un supermercato self-service e
gratuito) ora che i lupi continuano ad aumentare, essi stanno imponendo
la "convivenza" anche ai centri urbani
-
Notare che, come nel caso
dei ragazzi aggrediti dall'orsa questa estate a Roncone, in
Trentino, le vittime di vicende che li vedono aggrediti dai grandi
predatori sono costretti a nascondersi per paura delle minacce
animaliste. Siamo in uno stato di diritto che tutela il cittadino?
Viene da dubitarne. Da notare poi in diverse cronache sulla vicenda il
caso viene riferito a un generico entroterra ligure? Tra le tante
perplessità che aleggiano sulla vicenda vi è anche questo tentativo non
solo di non dare molta evidenza all'intero caso (pochissimo coperto dai
media nazionali, di fatto solo dal Secolo XIX di Genova) ma di evitare
di associarlo a Sassello. Essendo una località turistica si vuole
evitare "cattiva pubblicità". Proprio come in Trentino dove, per non
fare allarmismo e non spaventare i turisti, si è arrivati alla morte di
un ragazzo per opera di un orsa. Avanti così.
Sassello
è una bella località turistica. Ma il problema dei lupi non si risolve
mettendo la testa sotto la sabbia, cercando di evitare che si venga a
sapere che la zona è infestata dai lupi. La tragica vicenda della Val
di Sole e della morte di Andrea Papi dovrebbe pure insegnare qualcosa.
La cittadinanza, l'amministrazione comunale devono farsi sentire con il
prefetto, con la regione
Nei giorni successivi alla divulgazione del fatto, si sono
moltiplicate le prese di posizione degli animalisti che hanno subito
intuito quanto la vicenda di Sassello poteva essere pericolosa per il
lupismo. Tra le reazioni ci pare significativa quella della Lega nazionale per la protezione del cane
che, in una circostanza nella quale si trattava della difesa di
un cane, va all'attacco (a prescindere) a difesa del... lupo.
“Ricordiamoci sempre che siamo noi
umani che invadiamo i territori
della fauna selvatica, costruendo e colonizzando ovunque, non il
contrario. Inoltre, questa narrazione continua che una certa area
politica fa per demonizzare gli animali selvatici semina paure che poi
sfociano in psicosi e gesti violenti e immotivati come questo.
Ovviamente non resteremo a guardare”.
Ovviamente loro, i detentori della verità, emettono già la
sentenza prima delle indagini. Per loro il lupo è intoccabile e abbatterlo
non è mai motivato.
Un lupo
confidente e radiocollarato
-
La vicenda
ha comunque non pochi risvolti poco chiari. Se la lupa era monitorata ed era
confidente perché nessuno è intervenuto prima (salvandole probabilmente anche la
vita). Il Parco del Beigua,
come tutti i parchi che hanno fatto del lupo una merce da vendere,
svolge le solite attività di lavaggio del cervello degli alunni della
scuola dell'infanzia e primaria con laboratori ed escursioni - proprio a
Sassello - nei quali i bambini imparano a conoscere i "super poteri
di questo fantastico animale" (e non è comunicazione distorta e
lavaggio del cervello? Il Parco sostiene anche di tenere monitorata la
situazione dei lupi (attività per la quale ha ricevuto anche dei
finanziamenti). Il Parco che, in un comunicato del 12 ottobre si è
premurato di far sapere che i branchi di lupi del Beigua "non
sono 30" ma che non
dice quanti sono; nega anche che Ventura (così battezzata per la solita antropomorfizzazione ruffiana) fosse una lupa confidente
sulla base dei tracciati gps. In realtà, nella rete delle strutture
lupiste, la lupa era oggetto di monitoraggio da parte dei soggetti che
l'avevano catturata e radiocollarata il 9 febbraio scorso (dell’Ente
di gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese con
il supporto tecnico del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e
della struttura - in Italia ce ne sono troppo poche a favore dei lupi -
che del parco è emanazione WAC (Wolf Apennine Center, ma quale bisogno c'è di chiamare in inglese un ente italiano?).
Si suppone che spostandosi in Liguria le informazioni sugli spostamenti
dell'animale fossero trasmesse anche al Parco ligure del Beigua..
Nel sito di Parco del Beigua,
ignorando le testimonianze della popolazione di Sassello e con la
solita supponenza, così si commentano le notizie apparse sui media dopo
l'uccisione della lupa:
-
La seconda inesattezza sta nello
scrivere che Ventura fosse una lupa confidente. Un lupo viene definito
confidente quando non si mostra intimorito dalla presenza delle
persone, si lascia avvicinare o si avvicina volontariamente a distanze
inferiori ai 30 m. Non ci sono
evidenze, dai dati GPS trasmessi dal collare e dal monitoraggio sul
campo, che Ventura fosse un individuo confidente. Il
territorio collinare in cui viveva è un territorio con una presenza
umana diffusa, quindi nei suoi spostamenti passava anche vicino a zone
abitate, ma in orari notturni. Questo comportamento non è indice alcuno
di confidenza, si tratta solo di un animale che vive in un contesto
antropizzato. Per la precisione, da febbraio a ottobre solo il 4%
delle posizioni ottenute col monitoraggio è all’interno di un centro
abitato, e si tratta sempre di ore crepuscolari e notturne.
-
Ma, a
smentita dei lupisti, nei giorni precedenti l'uccisione, il lupo era
stato avvistato
più volte e aveva destato allarme proprio nella zona della Maddalena,
avvicinandosi
alle abitazioni senza timore dell’uomo. Il predatore aveva
ucciso un capriolo di notte (cosa che fa parte del suo comportamento
naturale) lasciando la carcassa vicino a una casa al limitare del
bosco. Era il 2 ottobre. La sera dopo era tornato per finire il pasto,
ma con la luce del
giorno era stato “puntato” dal cane di una ragazza che abita in zona.
Era il 3 ottobre, il giorno prima che la lupa Ventura venisse sparata.
La giovane donna, temendo per i due neonati che teneva in braccio, si
era
messa a urlare, finché il lupo non si era allontanato. Questo il suo
racconto: "Avevo lasciato il nostro
cane Joy fuori – racconta Alessandra Olivieri – e l’ho sentito
abbaiare, ma lo faceva in modo strano. Allora sono uscita per vedere
cosa stesse succedendo e mi sono vista il lupo lì davanti. Ho avuto
molta paura, tra l’altro io avevo i bambini in braccio. Forse non
avrebbe attaccato un essere umano, ma temevo per il cane, che è un
meticcio di taglia medio piccola. Lui abbaiava, io mi sono messa a
urlare verso il lupo. Forse Joy, sentendo me, ha preso più coraggio
avanzando verso di lui. Quando è arrivato a pochi metri ho visto che il
lupo ha assunto la posizione d’attacco. In quel momento ho avuto ancora
più paura".

-
Come fa il
GPS a vedere se il lupo è vicino alle persone? Può solo vedere se è
vicino alle case quando il segnale è riportato su una mappa. Ma poi
minimizzare la pericolosità del lupo dicendo che i "passaggi" (ma a
volte significa davanti alla porta di casa) sono notturni elimina i
pericoli potenziali? Sono numerosi in Italia i casi in cui, anche in
ore di buio, gli abitanti rurali, allertati dai guaiti dei loro cani,
escono di casa per vedere cosa succede e cercare di difendere i loro
cani. Il passaggio notturno è meno grave ma non è da considerare senza
pericoli. Certo che per chi vorrebbe i lupi anche in piazza del Duomo a
Milano tutto è "normale", tutto è accettabile all'insegna della
"convivenza". Ma chi lo ha deciso? Loro, non chi vive con la paura dei
lupi. Nel caso di Sassello per due sere di seguito l'innocuo (secondo i
lupisti di Life Wolf Alps) "passaggio" della lupa è coinciso con
due situazioni pericolose per le persone uscite di casa per vedere cosa
stava succedendo ai loro cani. Alla seconda volta, alla loro lupa
Ventura "non confidente" e "non pericolosa". E' andata male. Ma è
andata male anche a loro e alla loro propaganda, alla diffusione
capillare delle loro menzogne. Perché l'uccisione del lupo è stata
considerata legittima dal Giudice per le indagini preliminari del
tribunale di Savona, Alessia Ceccardi che ha accolto la richiesta
di archiviazione del procuratore Ubaldo Pelosi. “Ritenuto che l’indagato
si è autodenunciato
affermando
di aver esploso un colpo di fucile verso l’animale per evitare
l’aggressione a se stesso e alla coniuge, la
fondatezza di tale versione, che invoca la causa di giustificazione
della legittima difesa, non può essere esclusa”. Teniamo conto
anche che, nell'arrivare alla decisione di archiviazione, il magistrato
avrà considerato anche le risultanze dell'autopsia. Se il lupo non fosse
stato pericoloso non sarebbe stato soddisfatto il primo presupposto
della legittima difesa.
Lupo
a spasso per Sassello
Qualche
considerazione
-
Il
Partito
del Lupo si fa forte della sua autoreferenzialità, delle connessioni
internazionali, della sua presa sulle tecnoburocrazie (i cui vertici
sono parte della cupola lupista), della presenza di istituzioni
politiche imbelli, sia per la scarsa tensione etico-politica che per
inadeguatezza. Nell'assenza di
regole esplicite per la gestione dei lupi confidenti (a differenza del
caso dell'orso bruno, per il quale esistono il Pacobace al Nord e il
Patom nell'area dell'orso marsicano) le aree rurali e persino quelle
suburbane italiane stanno diventando il teatro delle scorribande dei
lupi senza che nessuna autorità intervenga (salvo consigliare di tenere
i cani e i gatti in casa, di non lasciare in giro rifiuti, di non fare
passeggiate con il cane di sera ecc.). Le regole, le limitazioni,
valgono solo per i cittadini, i lupi devono poter razziare e girare
liberamente.
-
Ben diversa è la situazione nei paesi civili
confinanti dove sono state introdotti protocolli di gestione dei
lupi confidenti a seguito della riapparizione della specie negli ultimi
decenni. Basterebbe copiarli. Vero è che, in Italia, le regole servono a poco se le
istituzioni non le applicano. In Abruzzo i vari orsi Juan
Carrito, Amarena, Gelsomina, palesemente confidenti (che
significa in etologia potenzialmente pericolosi) sono diventati delle
star, dei simboli del Parco, degli attrattori turistici, un carnevale,
una merce da esibire e ci si è guardati bene dall'applicare i
protocolli. Questo in generale.
-
Nello specifico del caso di Sassello si ha
l'impressione che si sia voluto chiudere il caso per evitare che esso
raggiungesse l'opinione pubblica nazionale, che si aprisse un dibattito sulla
pericolosità dei lupi, sul loro monitoraggio, sull'assenza di regole
atte a prevenire situazioni pericolose, sull'opportunità di lasciare
tutto in mano ai Parchi (che fanno del lupo un prodotto da vendere)
nell'inerzia delle regioni e dei prefetti. Un dibattito che, dopo le
vicende di Vasto e San Salvo, dopo le prese di posizione della
Commissione europea, metterebbe in forte discussione i tentativi di
approvare un Piano lupo imbarazzante se fosse portato avanti dalle forze politiche di centro-destra, che non recepisce non solo le conseguenze del
radicale cambiamento della presenza e dell'impatto dei lupi a livello
sociale ma nemmeno i richiami dell'Europa a utilizzare, in attesa di
modifiche del quadro normativo comunitario, gli strumenti già
disponibili e utilizzati da stati come la Francia e la Svezia.