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Lupo

Michele Corti, 5 dicembre, 2021

La presenza dei lupi nei paesi si è fatta sistematica

Quest'anno non si è dovuto aspettare l'inverno per vedere i lupi circolare (e predare) liberamente nei paesi. Sono bastati i primi freddi. Non osiamo immaginare cosa accadrà a fine inverno.   L'elenco delle località dove i lupi si sono installati nell'abitato è piuttosto lungo e riguarda località da un capo all'altro dell'Italia. Se poi aggiungessimo i casi di avvicinamento ai nuclei isolati, alle piccole frazioni, le predazioni di animali d'affezione e zootecnici nelle stalle, cortili, pertinenze di abitazioni rurali diventerebbe lunghissimo. Vediamo dove sono apparsi i lupi nei paesi nell'ultimo mese, quali reazioni abbiano suscitato, quali iniziative possono essere prese dai cittadini che non intendono restare passivi di fronte all'inerzia delle istituzioni. L'impressione è di vivere in un romanzo distoptico, ma, putroppo non è fiction, è la realtà. E dobbiamo reagire. Innanzitutto diffondendo l'informazione. I grandi media controllati dagli interessi finanziari non parlano mai di cosa succede nei paesi della montagna e delle aree interne. Tutte le notizie sono ricavate da organi d'informazione quasi sempre provinciali o sub-provinciali. Il risultato è che un fenomeno di rilevanza nazionale resta sommerso. Non è certo solo l'urbanocentrismo e il disprezzo atavico per la realtà e la cultura rurali che spingono i media a ignorare queste notizie ma il loro supporto (per ben precisi interessi ideologici e materiali) all'animal-ambientalismo



5 novembre, Lozzolo, Vercelli, Piemonte: Un lupo avvistato in centro paese dopo che qualche giorno prima un altro esemplare era stato trovato morto sul ciglio della strada che porta in paese. Il sindaco: Bisogna stare tranquili, non sussiste pericolo per l'uomo, bisogna proteggere gli animali da cortile.

13 novembre, Cesenatico, Cesena, Emilia-Romagna: Avvistati lupi tra le case nella frazione Sala in riva al mare. Il sindaco Gozzoli ha "riportato la calma" diffondendo un Vademecum ha precisato che non ci sono pericoli per l'uomo e che la situazione è sotto controllo e monitorata; abbiamo informato tutti gli organi preposti. Il vademecum raccomanda di non lasciare cibo e rifiuti organici nei pressi delle abitazioni, proteggere e prestare attenzione ai propri animali d'affezione e da cortile, non lasciare cani all'esterno legati alla catena e ripulire le zone limitrofe alle abitazioni da arbusti e vegetazione. Il Vademecum è stato realizzato dalla regione (scarica qui il PDF).

17 novembre, Cecina, Livorno, Toscana: Nella pineta al limite della città avvistato ripetutamente un lupo. Il sindaco chiede di intervenire con pallottole di gomma  (ma perché non fa lui un'ordinanza se ritiene che sia necessario?).

24 novembre, Pedavena, Belluno, Veneto: Un lupo insediatosi da due settimane in paese ha compiuto due predazioni in giardini di case private uccidendo in un caso cinque pecore nane (se sette) , in un'altro una capra. Quest'ultimo episodio a 1oo m dalla casa comunale e a 50 dalla scuola materna. Il sindaco Castellaz ha chiesto un incontro a Provincia e Regione: Va affrontato il tema della sicurezza delle persone.

29 novembre, Tolve, Potenza, Basilicata: Tre lupi frequantano da due settimane l'abitato, uno di loro ha predato in pieno giorno un cane in mezzo a una via, di fronte a dei ragazzi che hanno filmato la scena. Il video (guarda il video) è diventato virale. La reazione del sindaco è stata una delle più sconcertanti. Ha dichiarato che non è aggressivo ma un po' di attenzione non guasta. Aggiungo, infine, che è un lupo bellissimo e dobbiamo fare in modo che venga subito protetto. 


1 dicembre, Rotzo, Vicenza, Veneto: Alle 7:30 del mattino, in piano giorno lupi a spasso tra le case. È risaputo che in inverno, con la neve in quota, i lupi scendono dai monti in cerca di cibo. [...] L’importante è che chi ha ancora qualche animale l’aperto lo tenga al sicuro ha commentato il vicesindaco Caterina Zancanaro.

1 dicembre, Fidecchio, Lucca Toscana: I lupi, dopo essere stati avvistati ripetutamente alla periferia dell'abitato, sono stati visti nel bel mezzo del paese, in piazza Pagnini. Il sindaco: Tenete sotto controllo gli animali domestici.


6 dicembre, Salvo di Vasto, Chieti, Abruzzo: Un lupo è stato avvistato al parco giochi di via Don Sturzo.


Fin qui quello che è successo a novembre e ai primi di dicembre. Colpisce innanzitutto come, tranne che a Cecina, nessun sindaco pensi di fare qualcosa per allontanare il lupo. Gli altri primi cittadini ritengono che la presenza di un lupo in paese sia la cosa più normale del mondo e che richieda solo "un comportamento adeguato". Ma questo è quello che vanno dicendo i lupisti. Come mai i sindaci ripetono come pappagalli che "il lupo non è pericoloso per l'uomo"? Non è che hanno ricevuto delle "veline" dall'alto? Dall'assioma che "il lupo non è un pericolo per l'uomo" discende la linea di condotta - voluta dal lupismo - consistente nell'adozione di misure passive di prevenzione: "chiudete i cani in casa, non lasciateli fuori legati alla catena, non lasciate rifiuti in giro, non lasciate cibo per i lupi". Ma è credibile che cani e gatti restino blindati? E' credibile pensare che non ne circoli più nessuno, che nessuno diventi preda dei lupi (o che avvengano accoppiamenti tra lupi e cani?). La regione Emilia-Romagna si spinge persino a chiedere di fare terra bruciata intorno alle abitazioni per evitare che il lupo abbia dei nascondigli. Vanno eliminati cespugli, rovi, canne e la folta vegetazione. Allora radiamo al suolo anche i giardini pubblici, tutto quell'arredo verde (cespugli, piante erbacee ad alto portamento) che i comuni hanno (non sempre con buon gusto ed educazione botanica) realizzato nelle piazzole, nelle rotatorie, lungo i viali. Ricorda un po' la situazione delle mura di difesa cittadine dell'età moderna quando, per poter lasciare libero il campo di tiro delle artiglierie di difesa, si è fatta terra bruciata intorno ai bastioni di difesa. Era per difendersi dagli assedi. Ma allora viviamo in stato d'assedio. Con l'aggravante che l'assediante non si tocca. 


Abbiamo visto che, quando i sindaci hanno manifestato reazioni che andavano oltre l'avvertimento alla popolazione di "tenere gli animali al sicuro", assicurandola nel contempo dell'assenza di ogni pericoli, si sono comunque limitati ad appellarsi alle "superiori autorità", a chidere "tavoli". Ma quanto è giustificabile un simile comportamento da scaricabarile? Nonostante tutte le remore legate alle interpretazioni della normativa, al rischio che il Tar accolga i ricorsi degli animalisti ecc. resta difficile negare che non sia compromessa la "sicurezza ubana" quando i lupi entrano impunemente in giardini e cortili nel centro dei paesi e sbranano animali. Il video di Tolve documenta una predazione in una strada di un paese, con presenza di persone. Anche se, per ora, possiamo ancora escludere che il lupo consideri l'uomo una preda potenziale (in altre epoche lo è stata) chiunque conosca il comportameto del cane domestico da quanto sia pericoloso interporsi in un conflitto tra cani domestici, quanto sia pericoloso disturbare, anche solo inavvertitamente, un cane che sta consumando il suo pasto. Chi conosce un minimo i cani sa che anche un cane docile se gli si porta via la ciotola reagisce in modo aggressivo. Il punto è che se un cane disturbato nel suo "accesso al cibo" (per il lupo l'atto di predazione oltre che il consumo) è pericoloso per l'uomo, il lupo lo è ancora di più in forza della potenza del suo morso. E allora la presenza stanziale di un lupo che preda ripetutamente animali domestici non configura una sitazione che "minaccia l'incolumità e la sicurezza urbana"? Un Tar, per quanto non ci si fidi per nulla della magistratura politicizzata a senso unico, può spingersi sino a negarlo? E allora non è il caso che i sindaci si rilegganol'art. 54, c. 4 e 4 bis D.Lgs. n. 267/2000, testo unico delle autonomie locali, come modificato dal decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92 convertito in Legge 24 luglio 2008, n. 125?

Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta con atto motivato provvedimenti, anche contingibili e urgenti nel rispetto dei princìpi generali dell’ordinamento, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana. I provvedimenti di cui al presente comma sono preventivamente comunicati al prefetto anche ai fini della predisposizione degli strumenti ritenuti necessari alla loro attuazione.

Va ribadito che dall'epoca pre-fascista ad oggi tutto gli ordinamenti di pubblica sicurezza hanno ribadito che ll sindaco, in qualità di ufficiale di governo è autorità di pubblica sicurezza.Ma il sindaco è respinsabile per situazioni di emergenza, contingenti. Qui ci troviamo di fronte a fatti che stanno assumento una loro sistematicità e che sono reiterati. Diventa chiaro che, pur senza fornire alibi ai sindaci, devono essere chiamati in causa le Prefetture e le Regioni. Le prime perché, al di là dell'emergenza, la responsabilità della sicurezza pubblica (tranne nelle provincie autonome dove fa capo al presidente della provincia) è in capo ai prefetti, le seconde perché il lupo è parte della fauna selvatica (e non un'entità superiore intoccabile come vorrebbe far credere il credo lupista).


Non siamo in presenza di un'assenza normativa. Il controllo del lupo è possibile anche in Italia sulla base del Dpr 371 del 1997 che recepisce la Direttiva Habitat. Il controllo da parte delle regioni è possibile sulla base delle deroghe al principio della proibizione di prelievo del lupo nei casi di gravi danni economici, minacce per la sicurezza pubblica, gravi danni all'equilibrio faunistico ecc.  Manca, però, il coraggio ad applicare quanto previsto dalle leggi con l'alibi, a buon mercato, delle reazioni (legali, mediatiche, criminali - leggasi minacce personali) dell'animalismo. Per prima cosa si deve porre chi resta inerte di fronte alla prospettiva di denunce per omissione di provvedimenti indispensabili per la tutela dei cittadini, dei loro beni, della loro sicurezza. Se le autorità non agiscono per timore dei ricorsi cavillosi degli animalisti devono iniziare a temere anche le denunce per non agire da parte dei cittadini e dei comitati. La produzione di protocolli di intervento potrebbe di certo agevolare le autorità competenti a intervenire non esponendole all'alea dei ricorsi animalisti in presenza di margini di interpretazione. 


Quando l'orso è stato reintrodotto (dalla Slovenia) in Trentino, la provincia di Trento ha fatto proprio un protocollo di intervento che, come in altri paesi, prevede quali azioni mettere in atto nel caso che caso i plantigradi entrino nei centri abitati e manifestino comportamenti "confidenti" ovvero perdita di timore nei confronti dell'uomo e tendenza ad avvicinarsi a persone, abitazioni, pertinenze di abitazioni. Il protocollo (il Pacobace) non è molto diverso da quello adottato negli altri paesi alpini (è solo un po' più buonista) ed è stato adottato dalle provincie autonome e regioni confinanti.  Dovrebbe essere eseso al Piemonte da quando la presenza degli orsi trentini si èp fatta meno sporadica.  Il protocollo  rispetta (ovviamente) la Direttiva Habitat e il Dpr 371 del 1997. Dal punto di vista giuridico orso e lupo sono sullo stesso piano. E allora cosa si aspetta ad adottare urgentemente un protocollo (regionale, inter-regionale, nazionale)  che stabilisca cosa fare quando il lupo entra negli abitati?  Appare evidente che, in tutta Italia, il lupo stia manifestando la tendenza a spingersi sino alle città, a stabilirsi per periodi di settimane e mesi in centri abitati. Non sono casi isolati. Si tratta dell'evoluzione del comportamento della specie che, come insegna Boitani, dopo secoli di persecuzione oggi è oggetto di una protezione tale da indurre, generazione lupina dopo generazione lupina, a non percepire più l'umano come pericolo. Non solo. La ormai avvenuta saturazione dei territori interni e montani spinge il surplus di lupi che ogni anno si genera incessantemente, a colonizzare pianure, aree urbane, le coste. Non c'è nulla di episodico ma, al contrario, è una tendenza univoca che necessita di strumenti di regolazione. Subito. Ora. Non domani, quando farà comodo al lupismo. Il ritardo con il quale le regioni stanno affrontando questo tema è dovuto alla strategia del "pararsi le terga" delle regioni stesse (tranne la Toscana, Bolzano e, in parte il Trentino che hanno dimostrato un po' di coraggio). Nessuna vuole assumersi per prima l'iniziativa ("vai avanti tu") per paura delle campagne mediatiche scatenate dagli animalisti.  Ma  questi ignavi si devono rendere conto che il giorno che una persona, un bambino, perderà la vita ucciso dai lupi, gli animalisti saranno pronti a dare la colpa a lui o ad altre persone assolvendo sempre il lupo e mettendosi di traverso a ogni iniziativa.  Quindi tanto vale intervenire subito.

Come abbiamo riferito recentemente (vai a vedere) l'uso delle pallottole di gomma è stato sperimentato con successo sul lupo nella montagna veneta. Si tratta di una forma di deterrenza che può essere utilizzata anche negli abitati (in relazione alla scarsa forza cinetica del proiettile). A sperimentare i proiettili di gomma è stata componente non mainstream della lupologia italiana, grazie al coraggio della regione Veneto nel togliersi da Life WolfAlps, la cupola del lupismo collegato alle lobby internazionali e al deep state incistato nei comandi dei cc forestali, nel MiTE, nell'ISPRA. La Lupologia mainstream che ha fagogitato milionate su milionate nulla è in grado di proporre in concreto per affrontare il problema dei "lupi spavaldi". Sapete perché? Perché per farlo vuole altre milionate, vuole varare nuovi megaprogetti che diano continuità di risorse e di potere alla lobby che, anno dopo anno, scavalca ed esautora le istituzioni rappresentative istituendo "catene di comando" che non passano dalla gerarchia degli enti ma fanno riferimento alla cupola. Di questo passo presidenti e direttori di parco, dirigenti apicali di Asl, direttori generali di direzioni generali regionali perderanno del tutto il controllo sulle loro strutture. Così per i lupi nessun protocollo tranne i "vedemecum", che raccomandano di non dare cibo ai lupie fresconate. Cosa fare allora? Sono i cittadini e i loro comitati che devono prendere l'iniziativa. I sindaci per bene sono gli alleati di un'iniziativa verso le Prefetture e le Regioni per ottenere un Protocollo; gli altri vanno messi sotto pressione così come fanno, sul lato opposto della barricata, gli animalisti.



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