Dipinto di A. Meuron: pastori
bergamaschi all'ombra del Bernina
Per
capire il carattere unico del pastoralismo bergamasco basti pensare a
quanta considerazione ha avuto per secoli (sino ad oggi si può dire) il
pastore bergamasco in Svizzera dove, per raggiungere gli alpeggi
estivi, effettuava lunghe transumanze. Reputato un vero maestro di
transumanza (dai quali alcuni svizzeri hanno imparato l’arte) e di
tecniche di pascolamento sugli alti pascoli (dove i locali non osavano
spingere le loro pecore meno robuste e dove non avrebbero sopportato le
asprezze delle condizioni di vita). Nelle parole di uno scrittore
svizzero dell'Ottocento: i pastori
bergamaschi erano: … di una razza audacissima ma
onesta, di poche parole tranquilla; spesso assai bella. Vivono sui
monti nella più grande semplicità e sobrietà; un pò di polenta con
formaggio costituisce di solito il loro unico nutrimento, e i più
giovani dormono di notte all’aria libera presso il loro gregge, talora
cercando ricovero sotto le roccie. Facevano parte della tecnica
del
pastore bergamasco la caseificazione (con latte misto di pecore, capre
e qualche vaccherella) che sortiva prodotti venduti al prezzo doppio di
analoghi svizzeri, la tecnica di utilizzo dell’asino (con basti adatti
al trasporto di agnelli, formaggi, attrezzature varie)
Gregge
bergamasco all’alpeggio a 3000 m (stando alla cartolina) in Svizzera
all’inizio del Novecento. Si noti come queste bergamasche hanno ancora
la fronte lanosa e qualche area pigmentata (un carattere mantenuto sino
quasi ad oggi dalle bergamasche bresciane per via del contatto con le
razze venete ora quasi estinte, sostituite dalla bergamasca)
Da
qualche anno c’è un’attenzione inedita al mondo del pastoralismo e
della transumanza. Un revival nostalgico o qualcosa di diverso? Intanto
non si tratta di una moda passeggera. I primi sentori di questo
interesse si colgono negli anni Novanta del secolo scorso e la tendenza
continua. Il
Festival del pastoralismo di Bergamo rappresenta un appuntamento fisso
dal 2014. Ogni anno ha divulgato aspetti e contenuti diversi, segno di
una ricchezza non da poco del substrato pastoralista bergamasco. Dopo
le tante piccole transumanze con un gregge ridotto lungo le mura e i
colli di Bergamo e dopo due sfilate per le vie della città di Bergamo,
dal 2020 è partita l’avventura delle transumanza “in scala reale”: la
prima a Gorgonzola, la seconda a Lodi Vecchio, quest’anno partendo non
più dalla città ma dalla montagna stessa (a Serina) per raggiungere
Soncino. Era ben prima del Covid che il Festival del pastoralismo
progettava la Festa della pecora bergamasca. La possibilità si è
concretizzata quando si è presentata l'opportunità di organizzarla
presso il Palaspirà di Spirano. Tutto era pronto per il 2019 ma la
struttura è stata impegnata per le vaccinazioni.
Ora, con la Festa della
pecora gigante bergamasca a
Spirano, è il momento del salto di qualità anche per il ramo ovino del
pastoralismo. Prima di iniziare il percorso di salita agli alpeggi in
val di Scalve, un grosso gregge, che sino in questi giorni si trovava
sul Serio (in primavera i pastori non hanno altri posti che le aste
fluviali dove andare),
sfilerà Domenica 15 maggio (tra sei giorni) per le vie del paese,
attraverso il centro storico dalle vie strette e tortuose come si
addice a un centro di impianto medievale. Gregge locale (con “cascina
base” a Spirano, San Rocco). Ma oltre alla “massiccia” transumanza per
il paese (una piccola deviazione da un percorso di transumanza reale),
ciò che rende importante e, possiamo ben dire “storica” la Festa sarà
la Mostra regionale della pecora gigante bergamasca. Sono stati
preparati ben trenta box (spaziosi) per accogliere gruppi di 6-10 capi
(uno per categoria, tre maschi e tre femmine divisi per età). Un fatto
notevole perché mai si sono messi insieme più di 10-15 gruppi alle
varie manifestazioni a Rovato e Clusone (in anni recenti anche di
meno). Ed è una cosa importante, e bella, questa inedita aggregazione
di
pecore e pastori. Avrebbe fatto moltissimo piacere a Tino Ziliani che,
per vent'anni ha portato avanti l'Associazione pastori lombardi (già
camuni). Grande era l'impegno di Tino nell'organizzare la Festa della
montagna a Rovato. Poi si è prodigato anche per il Festival del
pastoralismo, insieme a Danilo Agostini, Daniele Savoldelli, Claudio
Filisetti. Oggi è Daniele Savoldelli, che galvanizza i pasttori con
l'aiuto di Marco Cominelli (che partecipa al Festival del pastoralismo
da anni con le sue pecore) Michele Agostini (figlio di Danilo) e altri giovani
pastori quali Christian Balduzzi, Mirko Imberti, Giuseppe Bossetti,
Roberto Gusardi, Manuel Colotti. L'associazione Festival del
pastoralismo, macinata negli anni un po' di esperienza organizzativa,
sostiene i pastori creando un "contenitore" adatto per la Festa ma la
Mostra della pecora, cuore della festa, vede i pastori in prima fila
nell'organizzaizione. E non ci sarebbe questo entusiasmo se a
organizzare fosse un ente con dei funzionari. Alla Mostra come esperti
ci saranno anche figure storiche come Danilo Mosconi (già presidente
del Comitato di razza) e Giulio Campana, già funzionario della
provincia, entrambi esperti di razza della bergamasca.
Non
per inseguire un’idea bucolica
Sottolinea
che l’interesse che c’è in una parte (forse sottovalutata e non così
piccola), di società attuale per la ruralità e il pastoralismo, non è
un interesse per una sorta di idea bucolica ma per qualcosa di molto
reale. I gruppi di ovini bergamaschi in mostra rappresentano la “punta
dell’iceberg”, i capi più belli di 30.000 altri che stanno pascolando
in Lombardia. Con il loro lavoro silenzioso, spesso contrastato (come è
difficile muoversi nei parchi, come diventerà difficile confrontarsi
con la presenza dei grandi predatori) queste pecore, questi pastori
svolgono una manutenzione del territorio (pulizia di sottobosco, fasce
tagliafuoco, contenimento di piante invasive), un’azione di prevenzione
di calamità naturali a costi irrisori. Da confrontare con i costi dei
canadair e delle opere ingegneristiche che devono rimediare ai danni di
frane e alluvioni. Da confrontare con i costosi studi e progetti di
“tutela dell’ambiente” che mobilitano stuoli di teste d’uovo e
organizzazioni. Che questo mondo di pecore e pastori si metta in
mostra, si incontri, incontri la gente, i rappresentanti delle
istituzioni è molto bello. Segna un qualcosa di nuovo.
Giovanni
Malanchini, consigliere regionale bergamasco alla Transumanza dei
bergamini 2020 Bergamo - Gorgonzola. E' partita da lui l'idea di una
legge regionale a sostegno del pastoralismo e della transumanza, fatta
propria da tutto l'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale.
Festa dei
bambini
Una
festa molto importante e molto seria ma anche molto gioiosa. I primi a
prepararsi a far festa sono i pastori ma di certo sarà la festa dei
bambini, a contatto con le pecore e gli asini, impegnati in tante
attività divertenti (creare una pecorella con la lana vera,
trasformarsi in una pecora, giocare con la lana, il granoturco, giocare
con i suoni). I bambini potranno partecipare alla partenza della
transumanza da via San Rocco. Portandosi alle 10:00 in questa via
vedranno i preparativi, gli agnellini collocati nei basti degli asini.
Poi potranno seguire come piccoli pastorelli in percorso attraverso
tutto Spirano. E chissà che qualcuno da grande non vorrà fare il
pastore.
Festa
di Spirano
Inaugurato
nel 2018, il Palaspirà rappresenta una struttura molto funzionale per
gli eventi della comunità dotata di una attrezzatissima cucina donata
dal gruppo alpini. Peccato che dopo qualche collaudo … sia arrivato il
Covid. Così la struttura è diventata centro vaccinale operando per
molti mesi. Insieme alla gente di Spirano che si riappropria della sua
struttura alla Festa della pecora ci sarà anche un gruppo dei medici
che praticavano le vaccinazioni. Questi professionisti, pur nelle
circostanze non piacevoli, hanno potuto apprezzare lo spirito di una
comunità operosa ed efficiente e si sono affezionati ad essa. Tanto da
tornare volentieri, in un’occasione finalmente festosa, al Palaspirà.