Ormai anche l'indignazione non trova più
parole per esprimersi. Passano gli anni e la situazione non fa che
peggiorare per chi resiste in montagna. Lo scorso inverno i lupi Anna Arneodo li
aveva fissi sotto casa, a ululare ogni sera, quest'autunno una serie di
18 animali sbranati, tra cui degli arieti resistenti alla scrapie, una
risorsa per una piccola razza come la Sambucana. Nel 2017, Anna, con il
suo articolo su Ruralpini Ci uccidete senza sporcarvi le mani
(che ha avuto un'eco abbastanza ampia da muovere i giornaloni a
intervistarla), lanciava un grido di dolore. Oggi siamo di fronte ai
rastrellamenti dei forestali, a caccia di armi per dare una lezione ai
"bracconieri", ovvero ai montanari, rei di difendersi da un predatore
spietato (che ormai entra nei cortili e sin nelle case e che aggredisce le persone).
Rei di operare una resistenza sociale di fronte a quello che
è un fenomeno dai chiari risvolti sociali (e politici). Così Anna non può - a
fronte dell'inerzia, del perbenismo green, dell'ipocrisia dei più - che esprimersi con una sola, dura
parola:"vigliacchi".
22 ottobre 2021 - ore 14.30
È una giornata chiara d’autunno, quando la stagione che avanza segna
già di ombre nere le rocce e i boschi si tingono dei colori più vivi;
nei valloni la prima brina e in alto tra
le rocce l’erba che già ingiallisce sotto il cielo sereno di ponente.
Giorni limpidi, fatti per sognare.
Salgo con le pecore a cercare ancora un po’ d’erba lungo una gorgia
dove la baucho rimane verde
tra le rocce. Ma le mie pecore non arriveranno mai nei pascoli alti…
Questo è il mio montone sambucano, razza a rischio d’estinzione; tre anni, selezionato resistente alla scrapie;
Questa è la mia pecora, Crèmo, un noujoùn
(novella); non aveva ancora un anno, in primavera avrebbe
partorito un agnello nuovo;
Questa era Canèlo, anche lei una femmina di rimonta di appena 10
mesi;
Questo è quanto rimane di una pecora con il suo agnellino…
Questo è Sansone, giovane montone di un anno, anche lui sambucano,
selezionato resistente alla scrapie…. Potrei continuare: diciotto
animali mi hanno ammazzato i lupi quel giorno, in un pomeriggio chiaro
d’autunno, fatto per raccogliere i sogni belli per l’inverno: la
stagione sta per finire, le pecore sono gravide, già le mammelle si
ingrossano, fra poco avrò tanti agnellini e sarà un bel presepio nelle
stalle tiepide… Già!
C’era un branco di lupi ad attendermi; e i lupi fanno i lupi: mangiano
le pecore. Ma gli uomini dovrebbero essere uomini, non vigliacchi.
Leggo in questi giorni gli articoli traboccanti di ira scandalistica
contro qualcuno che per sbaglio ha ucciso un giovane lupo in
dispersione vicino alle case: è peggio di un assassino!
Povero lupo, ucciso da un colpo di fucile! Perquisizioni, sequestri di
cartucce e di armi (1500 cartucce sequestrate , 15 armi sequestrate ed
altre 10 - per le quali la detenzione non era illegale ma solo
irregolare - sottoposte a ritiro cautelare multe), indagini
scientifiche del Ris di Parma: quanti soldi pubblici spesi, quanto
dispiegamento di forze (intimidatorio?); sembra si parli di un
rastrellamento dei
tedeschi contro i ribelli nell’ultima guerra, come mi raccontava nonna.
Ma avete visto le foto delle mie pecore: credete che abbiano
sofferto
meno di quel lupo, per morire? Quanta gente si è mossa per soccorrerle?
Quanti soldi ha speso la società “bene”, “ecologista”, con un santo
senso etico della giustizia e del bene comune? Niente. La colpa è
sempre del pastore che non ha fatto bene il suo lavoro, non ha
custodito bene le pecore, non ha messo in atto le giuste misure di
prevenzione, non ha i
cani sufficienti, NON …! NON sa convivere con i lupi!
Sull’altare del perbenismo ecologista la gente della montagna, i
pastori, novelli Abramo, sacrificano giorno per giorno le loro creature
e sé stessi. Sono la gente della montagna, i pastori, la razza a
rischio di estinzione.
Il lupo NON è più un animale a rischio di estinzione: solo in Piemonte
sarebbero presenti - secondo la stessa Regione - circa 500 lupi, quasi
quanti in
tutta la Francia.
Molti lupi ormai (oltre il 70% in alcune regioni) sono ibridi, incroci
con cani, e in quanto tali non dovrebbero essere protetti, poiché
minacciano la biodiversità stessa del lupo; inoltre sono più
pericolosi, perché (già) confidenti con l’uomo. I lupi, più o meno
puri, stanno perdendo la paura dell’uomo e questo non è più secondo
natura. Il pastore NON può convivere con il lupo.
Sul lupo sono state costruite enormi speculazioni economiche, business
che rendono molto: in realtà a chi finge di proteggere il lupo non
interessa nulla del lupo, ma dei soldi – milioni di euro – che crescono
attorno all’immagine del lupo. Per questo ormai l’uomo conta meno del
lupo.
A chi importa qualcosa delle nostre pecore, di noi pastori, di noi
gente di montagna?