Germasino - Gravedona ed Uniti - Como.
Lupo. Questa settimana è arrivato in valle Albano, direttamente dalla Calabria, all'allevatrice di capre Cristina
Fraquelli, il terzo cucciolone di razza pastore della Sila. Sono cani destinati a
difendere le capre dai branchi di lupi presenti in zona donati a Cristina
attraverso il crowdfunding. Qui diamo conto dell'utilizzo dei fondi. L'ultimo cane
arrivato è un maschio che
, insieme alle due femmine arrivate ai primi di novembre, costituirà
un nucleo di riproduzione che opererà a favore di altri allevatori della
zona. Attraverso gli scambi con altri allevatori solidali (Nina
Liebhardt e Massimo Verbitz), integrato dal rifornimento dalla Calabria di nuovi
maschi, saranno messi a disposizione dei pastori e allevatori alpini soggetti
adatti all'ambiente a prezzi calmierati, con garanzie sulla
provenienza da linee con buone caratteristiche comportamentali. Tutto
all'opposto di quello che è successo con i cani abruzzesi distribuiti
dai lupisti, provenienti spesso da "canari" improvvisatisi pastori
sull'onda di mire speculative e meno adatti ai nostri ambienti.
Cristina
Fraquelli, allevatrice di Germasino (Gravedona ed uniti, Como)
Il 16 dicembre è arrivato a
Cagerimo "il biondo",
all'anagrafe Lupetto, un maschio di razza pastore dellla Sila di quasi
un anno. Cagerimo è
una località della valle Albano (alto Lario occidentale) a circa 1200 m
dove Cristina, con il compagno Marco, conduce un'azienda di capre da latte
allevate in modo estensivo, veramente sostenibile, con il massimo del
benessere animale e con il massimo di "servizio ecosistemico" (qui
gli incendi invernali sono frequanti e legati all'abbondante necromassa
che si forma per via dell'abbandono di prati e pascoli).
Le capre di cristina sono tutte lariane, ovvero dell'ecotipo della
popolazione alpina primaria, una vera risorsa per la diodiversità.
Ai primi di novembre erano arrivate già due
cucciolone della stessa razza che si erano subito adattate alle capre e
all'ambiente. C'è voluto un po' di più per abituarle alle galline, ma,
anche con loro, la pacifica "convivenza" è stata ben presto raggiunta.
Quanto alle persone nessun problema, tanto che anche gli estranei,
bambini compresi, che entrano in stalla sono accolti dalle cagne con
grandi feste. Cani troppo "morbidi" ma che, come compenso, non creano
nessun problema? In realtà non è così: con i lupi, ma anche con
gli altri cani, i silani si fanno rispettare. E questo è positivo
(sempre che non ci siano occasioni di incidenti con cani di turisti).
D'altra parte però anche loro vanno controllati perché, come in tutti quelli
da difesa, l'istinto venatorio è forte. Non stiamo dicendo quindi che con i cani,
neppure con i silani, si risolvano tutti i problemi. Stiamo dicendo,
con quella trasparenza e quell'onestà intellettuale che ai lupisti manca del tutto
(loro perseguono il loro fine e ogni mezzo, ogni menzogna, ogni inganno,
ogni strumentalizzazione, è per loro legittima), che sono solo meno aggressivi
con le persone rispetto agli abruzzesi e che questa caratteristica è cruciale negli ambienti
alpini frequantati da molti turisti.
I contenuti educativi del progetto Pasturs (pastuur che convivono con l'urs, poi è arrivato anche il luf)
Ai lupisti (delle organizzazioni
animal-ambientaliste e degli enti pubblici) non importa dell'idoneità
dei cani. Loro scopo è fingere di aiutare i pastori a "convivere" ma,
nella realtà, essi puntano a metterli ancor più in difficoltà per
indurli a mollare e ristabilire la wilderness (il lupo è un "magnifico
animale", "c'era prima dell'uomo" - falso-, pecore e pastori puzzolenti
e ignoranti sono usurpatori). I problemi provocati dai cani con i
turisti (e i loro pet), nonché con le amministrazioni comunali, hanno
indotto molti pastori a tenerli legati e rinchiusi in determinate ore o
in determinati giorni per ridurre il rischio di incidenti con
escursionisti e bikers. Ci sono poi le denunce cause per danni da affrontare.
A causa di queste difficoltà alcuni pastori hanno abbandonato il progetto Pasturs
e, dopo aver manifestato le loro critiche e postato foto di animali sbranati, sono
stati "democraticamente" bannati dalla pagina di Pasturs, un'organizzazione-progetto
(un WolfAlps in sedicesimo) diretta da vuvueffini, dove il pastore è trattato
come un bambino che deve obbedire e che,
a comando, recitare - in cambio di qualche sacco di crocchette - la storiella
della convivenza possibile. Questa la realtà dietro le foto di pastori sorridenti (fino a che, però
, ma questo loro non lo dicono, il lupo non arriverà sui loro pascoli sinora risparmiati).
Tutto per fregare la categoria usando degli askari,
dei krumiri. Difesa attiva è la stessa cosa. Sotto le finte spoglie di "associazione",
un'associazione in cui i pastori sono "diretti" da una lupologa laureata in ululati.
La "ricetta" di Difesa attiva consiste nel dotare i pastori toscani di nugoli di abruzzesi (sino a 20-30).
Cosa materialmente impossibile sulle Alpi e piuttosto costosa e problematica anche in Toscana,
dove il conflitto con il turismo e i comuni è già partito.
Ma torniamo ai nostri cani pastori della Sila. Essi, per restare molto sul concreto,
non sono stati selezionati per difendere le greggi
dall'abigeato (in Calabria contrastato con altri mezzi) e provengono da un ambiente che, dal punto di vista
morfologico e vegetazionale, è simile alle Alpi, alle prealpi, specie a quelle delle centrali con
valli impervie. Custodendo greggi che, spesso, erano di più proprietari di uno stesso villaggio, sono stati selezionati
per non essere aggressivi con l'uomo.
Un articolo de La Provincia (quotidiano di Como)
Va anche detto che le cucciolone
che Cristina ha inserito nel suo gregge sono particolarmente sicure
perché provengono dal pastore Massimo Verbitz. Un pastore professionista
(con partita iva) che ha avuto modo di
collaudare, nel corso delle due ultime estati, il suo nucleo di cani silani con capre e pecore in Trentino
. Conducendole al pascolo anche presso
centri abitati e rifugi frequentatissimi dai turisti, il requisito della non aggressività con le persone
risultava indispensabile ed è stato verificato.
Il figlio di Massimo
Verbitz, Sebastian, con due cani da conduzione di razza lagorai e un
silano in Trentino
I cani della sila di Verbitz con
le capre pezzate mochene in Trentino
Per saldare a Massimo gli altri 850€
concordati e per poter acquistare un maschio, Cristina ha pensato di
affidarsi a una raccolta fondi online. A chi obietta che i cani un
allevatore se li deve pagare da sé rispondiamo che 1) La mafia dei
pascoli che imperversa da parecchio in alto Lario occidentale ha
lasciato Cristina senza pascoli "da contributo"; 2) per acquistare la
piccola azienda lei e il suo compagno hanno dovuto fare dei sacrifici e
ogni spesa in più diventa gravosa per loro. Cristina sapeva del buon
esito della raccolta di fondi lanciata per lo stesso scopo (dotarsi di
cani della Sila per difendere le capre dai lupi) da Nina Liebhart,
un'allevatrice di capre della val d'Ossola (qui
il nostro articolo sulla raccolta fondi di Nina) e ha deciso di
affidarsi allo stesso canale. Detto, fatto, è stata lanciata da
Ruralpini una raccolta sulla piattaforma Gofundme.
Massimo
Verbitz
Di seguito i risultati dell'iniziativa .
Raccolti mediante
Gofundme
1751,00
Trattenuti da Gofundme e
banche
63,32
Caricati sul cc di Michele
Corti
1687,68
Due vaglia postali rapidi a Massimo Verbitz 850,00
A poste italiane per i vaglia 20,00
Bonifico a dott. Vincenzo Sauto per cane Lupetto 650,00
Trasporto da Catanzaro a Sesto S. Giovanni 100,00
Residuo (bonificato a Cristina)
67,68
Il
residuo è stato da me trasferito con bonifico bancario a Cristina
Fraquelli. Cristina con questa somma più 300 € ricevuti direttamente da
persone che hanno inteso aiutarla, ha coperto l'anticipo di 350 €
versato a Massimo Verbitz.
Le cucciolone nella stalla di Cristina
L'acquisto del maschio è stato trattato dallo stesso Massimo Verbitz
senza per questo richiedere alcunché. La provenienza del cane è del
tutto sicura poiché il dott. Vincenzo Sauro, oltre che esperto tecnico
zootecnico, è allevatore e appassionato di capre e di cani.
Capre rustiche di Calabria
Ha scritto un libro sulla capra rustica di Calabria (qui
un suo articolo sul tema) ed è considerato uno dei massimi
conoscitori del cane pastore silano (qui
un'intervista al dott. Sauro sul cane silano).
Conclusasi positivamente la raccolta di
fondi per Cristina, già pensiamo a nuove iniziative. Oltre a essersi
aiutati tra loro, alcuni pastori hanno dimostrato di poter attivare più
ampie catene di solidarietà. La resistenza rurale viene spezzata facilmente dal
lupismo e dalle altre forme di aggressione (parchismo, globalismo,
burocratismo, regolamentazionismo) perché esso è disgregato.
Ed è disgregato per una diffidenza reciproca, un'invidia reciproca, una
gelosia corrosiva reciproca che, a differenza di quanto si vuole far pensare, non sono calamità ancestrali ma il
risultato dei processi di modernizzazione. Questi ultimi hanno eliminato tutti
quei meccanismi di reciprocità e coesione, di impegno comune che facevano da
collante e controbilamciavano i fattori disgregativi (invidia,
familismo), fattori disgregativi che pure erano presenti anche nelle comunità rurali.
Eliminata la gestione delle terre comuni, creata - sulla base
dell'inserimento forzato nel mercato - una disparità di condizioni
sociali ed economiche, costretti i rurali a cercare lavoro fuori della
comunità e ad estraniarsi da essa, creati tutta una serie di meccanismi
di mediazione che costringono i rurali a farsi clientes di
organizzazioni e agenzie che, anche quando si occupano di agricoltura, sono espressione degli interessi urbani, i rurali
sono sempre più isolati e diffidenti.
Una preda facile per un potere urbano neoliberale mondialista che medita la "soluzione finale",
l'annullamento di quanto rimane di ruralità per avere il controllo
integrale del territorio e gestirlo attraverso la parchizzazione,
la gentrificazione (trasformazione "neorurale" in parco giochi o casa di
campagna dei cittadini), lo sfruttamento senza scrupoli delle risorse
naturali (acqua, biomasse, biodiversità). Superata la diffidenza ci si
accorge che aiutandosi a vicenda, - cosa che il potere vede come fumo
negli occhi-, si possono ottenere importanti risultati. Il lupismo
organizzato con i vari Life Wolfalps, Pasturs (WWF/Eliante), Difesa
attiva (Life MedWolf) è l'astuto nemico che finge di aiutare la
vittima, il ladro che si traveste da poliziotto per rubare. Il sistema mette in
condizione i pastori alle prese con i lupi non sapendo a chi
rivolgersi, di chiedere aiuto a loro. Lo fanno per mettere i
pastori gli uni contro gli altri, per usarli come testimonial della
"convivenza possibile". Così le istituzioni si convincono che sì,
con il lupo è possibile convivere, che chi non convive e non vuole
(la possibilità che non si possa è assiomaticamente esclusa) sia un vizioso a
cui vanno tolti i contributi e anche gli indennizzi per le predazioni.
Ora che il tema cani da difesa si è fatto delicato (e rischia di essere
un po' un boomerang per la propaganda lupista) stanno correndo ai
ripari. Da parte di Difesa attiva, Eliante (la coop dell'area WWF che
gestisce Pasturs e Life Livestock protection), iononhopauradellupo si
vorrebbe normare, con una legge, l'impiego dei cani da difesa. Si rendono
conto che la convivenza tra le mute di cani (specie se non idonei) e turismo è impossibile. Si parano le terga, per così
dire. Per informazioni sulla disponibilità di cani (solo per pastori)
Massimo Verbitz 348 415 8071 - Cristina Fraquelli 339 542 4891 - Nina
Liebhardt (solo messaggi whatsapp no vocali) 366 208 0960.