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interessati anche
(24.04.13)
Basta Clorpirifos. Basta veleni
I bollettini emanati dagli
enti pubblici consigliano di trattare meli
(e non solo) con un insetticida che è
classificato distruttore organico,
persistente, liposolubile, pericolosissimo
per le api. Questo veleno minaccia anche
le colture non trattate e c'è rischio di
assunzione da parte di residenti e di
consumatori leggi
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(05.04.13)
Scientificamente testato
I limiti sempre più
evidenti di un metodo e di un pensiero
scentifico fermo a mezzo millennio fa con
strumenti potentissimi di analisi e di
calcolo che rischiano di conferire false
certezze, di nascondere i veri rischi, di
banalizzare il lavoro scientifico a
promozione di un dimagrante o di un
dentifricio leggi
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(03.04.13)
Moria delle api. La volpe a
guardia del pollaio?
Pur di evitare il bando dei
neonicotinoidi Syngenta e Bayer
le multinazionali chimiche produttrici dei
pesticidi che stanno contribuendo alla
moria mondiale delle api propongono un
piano "pro api". Lo scopo: dimostrare che
sono altre le cause della moria e
convincere di un uso "sostenibile"
dei veleni. Guardate il filmato che mostra
il loro effetto mortaleleggi
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(18.03.13)
Il convegno sui pesticidi di Verona
A Verona il 9 marzo si è
svolto un importante convegno con medici,
agronomi e biologi sul tema pesticidi. È
stato messo in evidenza come vi siano
indicazioni sempre più cospicue circa i
gravi danni a uomo e ambiente derivanti
dal loro uso in agricoltura. Per limitarli
è necessario generalizzare
l'agricoltura pulitaleggi
tutto
(03.03.13)
Gli impollinatori selvatici e non solo
le api sono a rischio. Un fatto che
porta al declino delle rese
agricole
Si parla molto del
declino delle popolazioni di api
domestiche ma non ci si rende conto che i
pesticidi, il cambiamento climatico e la
perdita di aree naturali stanno
distruggendogli impollinatori selvatici.
Si tratta di un fenomeno gravissimo perché
le rese agricole dipendono
dall’impollinazione animale.leggi
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(03.01.12)
Salviamo l'uomo dai danni dei pesticidi
I pesticidi sono, tra gli inquinanti ambientali, imputati numero uno per la riduzione della capacità riproduttiva e per alterazioni gravi dello sviluppo dell'embrione e del feto nella nostra specie. Su questi temi la Swedish society for Nature conservation
ha pubblicato un rapporto dal titolo SAVE THE MAN (salviamo l'uomo). Che è stato ora tradotto anche in italiano. Un segno anche di una salutare svolta da parte del mondo ambientalista che si accorge che l'uomo è parte della natura e che cibo e salute sono il terreno prioritario di una politica ecologica leggi tutto
(28.10.10) Da Treviso al veronese cresce il NO ai pesticidi. E si pensa a un Coordinamento
La marca trevigiana (Prosecco) aveva dato il la alla protesta. Ora l'epicentro si sposta nel veronese (viticoltura e frutticoltura intensiva) dove si utilizzano 7mila tonnellate di pesticidi (metà del consumo regionale). Insieme al Comitato NON pesticidi della trentina Val di Non (mela melinda) ora si pensa a un Coordinamento e alla creazione di un movimentoleggi tutto
(03.05.10) Veneto. Aumentano ancora i pesticidi nelle colline del Prosecco
A Treviso la viticoltura intensiva determina, come in altre provincie 'specializzate', un forte consumo di pesticidi. Gli ultimi dati ARPAV disponibili segnalano un aumento annuale del 20%. Mancozeb, Clorpirifos, Glifosate di riconosciuta pericolosità per la salute vanno per la maggiore. L'immagine, per nolti versi meritata, di qualità del Prosecco ne viene offuscata.leggi tutto
(21.06.13) La
biodiversità
degli
ambienti
acquatici
e
del
suolo
è
in
pericolo;
dalle
libellule
ai
lombrichi
sono
molte
le
specie
che
rischiano
l'estinzione
su
scala
regionale
per
colpa
di
un
uso
"sostenibile"
dei
pesticidi
(secondo
le
leggi
vigenti
e
secondo
i
tecnici
agroindustriali)
Crolla
la
biodiversità
Non
solo
le
api
vittime dei
pesticidi
di Michele Corti
Due differenti studi
scientifici, apparsi negli ultimi giorni, mettono drammaticamente in evidenza
come l'uso dei pesticidi, anche quando la contaminazione è a livelli
"sostenibili" ovvero entro i limiti di rischio "accettabile"
provoca un grave declino del numero di specie di invertebrati sia negli
ambienti acquatici che nel suolo.
I pesticidi agricoli
sono stati messi sul banco degli imputati da due pubblicazioni scientifiche
uscite quasi in contemporanea nei giorni scorsi. Gli studi, condotti su
ecosistemi diversi e con metodi diversi (uno attraverso un monitoraggio
diretto, l'atro attraverso l'analisi di dati disponibili in letteratura,
mettono in evidenza che i pesticidi, anche quando utilizzati in modo
"sostenibile" secondo le norme vigenti (e l'establishment
tecnico-scientifico), causano una grave e preoccupante riduzione della
biodiversità.
Dall'Europa all'Australia
dati sconfortanti
Un primo studio è
stato pubblicato online in anteprima il 17 giugno ed ancora è in corso di
stampa sugli autorevolissimi Proceedings of the National Academy of Sciences. Questa
volta i difensori dello status quo e delle generose multinazionali (per i
gruppi di ricerca che producono risultati tranquillizzanti) non potranno dire
che non è una rivista al top. Dovranno trovarsi altri argomenti. Come
immediatamente ha fatto il tossicologo Keith Salomon dell'Università di Guelph
in Ontario, Canada, che ha dichiarato di non essere
abbastanza rassicurato dalle dimensioni del campione dello studio.
La ricerca condotta sul campo in Europa e in Australia con diversi
colleghi da Mikhail Beketov, un ecologo acquatico del Centro Helmholtz per la
ricerca ambientale di Lipsia ha analizzato gli effetti dei pesticidi su vaste
regioni dei due continenti. Ma, evidentemente per i "rassicuranti"
(se ci sono gli allarmisti allora ci sono anche i rassicuranti!) non è mai
abbastanza.
Il team di Lipsia ha
esaminato 23 corpi idrici nelle pianure centrali di Germania, 16 i quelle
occidentali della Francia e 24 nel sud dello stato di Victoria, in
Australia. I corpi idrici sono stati classificati in base a tre diversi livelli
di contaminazione da pesticidi: incontaminati, leggermente contaminati ed
altamente contaminati.
Salomon, seguace di
Lapalisse, obietta: "Si pone la questione di ciò che sta accadendo in
tutti gli altri corsi d'acqua non analizzati, dice. "Se questi ambienti
sono rappresentativi dei casi peggiori quindi gli effetti riscontrati possono
essere limitati a questi tipi di scenari e non si applicano a tutto
l'ambiente." Gli avvocati del diavolo,
come si vede non demordono mai. Devono servire il loro principe. Infatti
se Dio ha "inventato" il riciclo di materia e il diavolo le
combustioni, è anche vero che Dio ha "inventato" la lotta biologica è
il diavolo i pesticidi (che creano un inferno sulla terra in modo più subdolo
delle fiamme).
Perdita
di specie sino al 42%
Beketov e
collaboratori, critici e multinazionali a parte, hanno dimostrato che l'uso dei
pesticidi ha fortemente ridotto la biodiversità regionale acquatica di
invertebrati, come effimere e libellule, sia in Europa che in Australia. Precedenti
ricerche avevano dimostrato riduzioni simili in singoli ambienti acquatici, ma
lo studio
appena divulgato, che opera un confronto tra molti ambienti ha evidenziato come
si sia verificata una riduzione fino al 42% di specie in ambienti altamente
contaminati confrontati ai corpi idrici incontaminati d'Europa. Corpi idrici
altamente contaminati in Australia hanno mostrato un'analoga riduzione
del numero di famiglie di invertebrati fino al 27%. Quello che è più
preoccupante e che l'Unione Europea non dovrebbe
ignorare quando cede alla lobby agroindustriale e chimica annacquando il
greening della nuova PAC è che, gli la biodiversità è diminuita anche laddove
le concentrazioni di pesticidi nell'ambiente restano sotto la soglia che i
regolamenti europei ritengono di protezione dell'ambiente. Un fatto che, secondo Beketov, "Dimostra che le nostre valutazioni del
rischio non funzionano". "Penso che dovremmo preoccuparci
di questo, perché gli invertebrati sono una parte importante della catena
alimentare."
Quando
moriranno le api, quando moriranno le libellule ...
Eh
già non si tratta solo di graziosi oggettini
estetici che quando copulano disegnano con i loro corpi
la forma di un cuore. Sparendo questi elicotterini spariranno
anche le specie che se ne nutrono e a cascata gli effetti
arrivano sino all'uomo. Ma la sete di profitto trasforma
il cuore di carne in un cuore di pietra. Loro non si
fermeranno. Tocca a noi lottare anche duramente in nome
dell'amore e della vita. Loro, che disconoscono lo spirito
divino che sostiene e anima ogni creatura hanno
due idoli: mammona e techne. Conta solo la materia,
la quantità. Una spirale che portano lontano
dalla vita.
La
parole di Beketov sono parole pacate, da
scienziato che non vuole assumere ruoli politici (forse
pesa anche la vicenda di Seralini, non abbastanza difeso
dalla comunità scientifica che non si piega alla
Monsanto e C.). Ma sono parole che pesano come macigni per
chi ha una qualche vaga cognizione biologica ed
hanno un enorme peso politico.
Servono ancora dimostrazioni per arrivare
alla conclusione che i "limiti di legge" sono una truffa? Che le dosi
di "avvelenamento sostenibile" degli esseri umani e di tutti i nostri
fratelli animali, giù nella cateva dell'evoluzione sino agli invertebrati, sono solo un compromesso politico.
Dove sinora ha prevalso la grande forza di un sistema che non è solo fatto di
Monsanto e Syngenta (sarebbe troppo comodo circoscrivere a loro il ruolo di
Principi delle tenebre) ma di filiere agroindustriali che includono non pochi
attori (associazioni agricole, imprenditori agricoli influenti, l' accademia, il global food system fatto di gradi
operatori commerciai e industriali).
Emma Rosi-Marshall,
un'ecologa acquatica che lavora presso il Cary Institute of Ecosystem Studies a Millbrook,
New
York, ha dichiarato che trova i risultati dello studio tedesco convincenti. E
ha aggiunto: "Siamo ad un punto di crisi, con la perdita di specie che sta
avvenendo a scala globale, soprattutto in ecosistemi d'acqua dolce. Prendere in
considerazione l'uso dei pesticidi insieme ad altre acclarate minacce per
la biodiversità
può risultare cruciale per arrestare il declino delle specie animali".
Cassandra? No una ricercatrice che non si lascia indimidire.
Se non si fermano i pesticidi (come altre piaghe d'Egitto
che il sistema tecno-industriale sta affliggendo al
pianeta) si arriverà ad un punto di non ritorno
e ad estinguersi sarà l'uomo. Un uomo che Dio
ha lasciato libero di scegliere.
La minaccia degli
insetticidi non riguarda solo le api
Un’altra
pubblicazione, del biologo Dave Goulson dell’University of Sussex, Regno Unito,
passa in rassegna i dati bibliografici relativi al rischio ambientale rappresentato
dagli insetticidi neonicotinoidi. La pubblicazione è del 14 giugno ed è apparsa
sul Journal of Applied Ecology, subito dopo annuncio della Commissione Europea relativo al
bando di due anni per tre neonicotinoidi comunemente utilizzatiin agricoltura. Bando che ha tenuto conto delle
preoccupazioni sulla moria delle api.
Il lavoro di Goulson,
che comprende i dati dichiarati dalle aziende agrochimiche suggerisce che i
neonicotinoidi si accumulano nel suolo a livelli che possono uccidere
gli invertebrati del suolo come Eisenia foetida,
una specie di lombrico."La maggior
parte di questi studi suggeriscono che l'emivita di queste sostanze chimiche è compresa
tra uno e quattro anni” ha commentato Goulson. "Se si applicano questi
prodotti chimici una volta all'anno sulle colture, si accumuleranno."
La rassegna di
Goulson cita anche studi meno recenti che avevano indicato come gli uccelli granivori
come le pernici possono essere uccise anche solo dall’ingestione di cinque semi trattati con neonicotinoidi.
L'insetticida è più spesso utilizzato per la concia della semente di colture
come il mais e la soia. "L’attenzione molto forte sulle api ha distolto le
persone dale più ampie implicazioni dell’uso
dei neonicotinoidi ", afferma Goulson.
Entrambi gli studi dimostrano
l'importanza di continuare a condurre valutazioni della salute dell’ecosistemi
interessati all’uso di pesticidi. L’ecotossicologo Ken Drouillard
dell'Università di Windsor in Ontario, Canada sostiene che: "Non possiamo
pensare che il nostro lavoro sia concluso con la la valutazione del rischio che
avviene preliminarmente alla messa in commercio di un pesticida". "Purtroppo nel corso di una crisi economica
globale, i tagli di bilancio sono a costo di monitoraggio della salute degli ecosistemi."
Ecco allora l’importanza del monitoraggio sostenuto dalla comunità, degli
schemi di collaborazione tra enti e ricercatori (almeno tra quelli che non si
lasciano allettare dalle sirene economiche delle multinazionali) e i comitati
per la salute, l’ambiente, il cibo pulito. Su questo vedasi l'articolo su Ruralpini
(Per
una gestione comunitaria delle risorse ambientali).