Sulle
colline del Prosecco, candidate a 'patrimonio dell'Unesco'
su utilizzano grandi quantità di pesticidi (29.04.09)
Righe
spettrali sulle colline del Prosecco
di
Gianluigi Salvador e Luciano De Biasi
Paesaggi spettrali si delineano lungo le colline del
Prosecco papabili di tutela addirittura
dall’Unesco come “patrimonio
dell’umanità”.
Qual è la causa di questo spettacolo innaturale? L’irrorazione abbondante di “erbicidi” lungo le righe
disegnate dai filari delle viti di Prosecco. Il colore rossastro dei ciuffi d’erba letteralmente essiccati dalle sostanze chimiche che li hanno
soffocati disegnano righe con effetto “giallo-rosso-secco” che contrastano in
modo stridente con il colore verde intenso dell’erba rimasta incolume fra i
filari ( vedi foto).
La convenienza economica di produrre a costi sempre più
bassi in barba ad aspetti agronomici e di qualità dei prodotti fa sì che la flora erbacea non sia più “un’alleata contro
l’erosione, nel
mantenimento della sostanza organica nel terreno, nel controllo del vigore vegetativo
della vite, nel miglioramento dei parametri enologici, nell’aumento della
biodiversità e quale contributo all’aspetto scenografico del paesaggio” ma
“un’erbaccia nel vigneto che si deve
combattere con una lotta senza quartiere”. Rispetto al taglio dell’erba ed
al suo utilizzo come “pacciamatura”,
applicabile in “piccole e specifiche
situazioni”, gli “erbicidi sono
efficaci, facili da applicare, ma soprattutto, hanno un rapporto costo beneficio molto positivo”. (Centro Ricerche
Agricoltura - Conegliano).
Tralasciamo brevemente il beneficio economico ed esaminiamo
più attentamente il costo sociale. Quali sono questi “erbicidi”? Dai dati ARPAV rileviamo che nel 2007, nella provincia di
Treviso, sono stati impiegate 55
tonnellate di “Glyphosate”
ed 8 tonnellate di “Glufosinate ammonium”. Acqua fresca? Tutt’altro!
Il “Glufosinate
ammonium” è stato recentemente
mosso al bando dalla Comunità Europea perché classificato CMR (C=carcinonogenic; M=mutagenic; R = classified
as Toxic for reproduction)(vedi
elenco dei pesticidi messi al bando dalla UE con la Direttiva approvata il 19
gennaio scorso). Inoltre, secondo i dati in letteratura rilevati del Prof.
Gianni Tamino, il Glufosinate-ammonio
è correlato a disturbi neurologici, respiratori, gastrointestinali,
ematologici e a difetti di sviluppo dei neonati
nell’uomo. E’ tossico per le farfalle e numerosi altri insetti benefici
come pure per le larve delle cozze ed ostriche, per la Dafnia e per alcuni
pesci d’acqua dolce come la trota iridea. Inibisce batteri e spore benefici della terra specialmente
quelli che fissano i composti azotati.
Il Glifosate e’ la più frequente causa di
problemi e avvelenamenti in Italia (Sistema Nazionale di Sorveglianza delle
Intossicazioni Acute da Fitosanitari (SIAF) - rapporto 2005). Disturbi
di molte funzioni del corpo sono state riportati dopo l’esposizione a normali
livelli d’uso. E’ quasi raddoppiato il rischio di aborto spontaneo ritardato
e i bambini nati dai lavoratori esposti hanno evidenziato un livello elevato di
deficit neurologici. Il Roundap (il preparato della Monsanto a base di Glifosate
) provoca un’alterazione della mitosi cellulare che può essere collegata al
tumore presente nell’uomo.
Il Glifosate provoca ritardi nello sviluppo dello
scheletro nel feto dei ratti di laboratorio.
Inibisce la sintesi degli steroidi ed è genotossico nei mammiferi, nei pesci e nelle
rane.
E’ letale e
altamente tossico per i lombrichi. Inoltre il glifosate è uno dei pesticidi maggiormente
presente nelle falde acquifere sotterranee.
L'ISPRA (Istituto
superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ex APAT, nel
comunicato del 18 dicembre 2008, denuncia come aumenti l'incidenza (siamo al 37%) dei campioni di acque con
presenza di pesticidi eccedenti i limiti di legge (0,1 μg/l). Non c'è da meravigliarsi
perché gli ultimi dati dell'Istat indicano un aumento considerevole
dell'impiego di diserbanti.
La
domanda finale è sempre la stessa: dove vogliamo andare? Siamo
consapevoli che la smania di far soldi, tanti e presto, ci porta alla cecità?
Cosa
ne facciamo della ricchezza facile quando siamo gravemente ammalati (o peggio
morti?) La
rincorsa ad una ricchezza effimera che interessa solo una minima parte
degli abitanti mentre danneggia e fa
ammalare il resto della popolazione. Una smania che sta uccidendo gli
ecosistemi locali e la biodiversità.
Cosa
vogliamo lasciare dietro di noi, la distruzione e l’inquinamento totale? Fermiamoci un attimino….e
riflettiamo. Finchè siamo in tempo…
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