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(09.09.09)
Riportiamo la lettera aperta del presidente
del CIGE Comitato iniziative Giudicarie esteriori),
Alvaro Armellini di Fiavè indirizzata all'assessore
all'agricoltura della Provincia Autonoma di Trento (PAT),
Tiziano Mellarini
La PAT finanzia
una nuova maxi stalla nel Lomaso e poi dice di tutelare
l'ambiente e di non volere l'agricoltura industriale.
Il CIGE ribatte.
A ferragosto
si è svolta a Dasindo (altipiano di Fiavè, nelle Giudicarie
trentine) una tavola rotonda 'La parola agli agricoltori'.
Questo incontro voleva essere un seguito del Convegno
CIGE del giugno 2008 . Il
CIGE
è il coraggioso e combattivo comitato ambientale locale
che si è battuto con successo per impedire la realizzazione
di una maxi-centrale a biogas da liquami (che avrebbe
'mangiato' anche mais, letame, patate ecc.). In occasione
della tavola rotonda di ferragosto, voluta dallo stesso
CIGE, gli interventi sono stati però a senso unico,
ovvero a difesa della politica provinciale e di giustificazione
di un modello di agricoltura e zootecnia che a Fiavè
continua ad inseguire lo 'stile padano' con grandi stalle
di vacche Frisone alimentare a silomais (una vera e
propria monocoltura).
Sventata la
follia del biogas il CIGE contesta che oggi si finanzino
nuove stalle e l'ampiamento dei 'vasconi' (del liquame)
di quelle esistenti. Il rapporto capi/superficie foraggera
non è sostenibile e nuovi stoccaggi impediranno solo
di versare direttamente nelle acque superficiali il
surplus. L'inquinamento da eccesso di azoto sarà meno
diretto ma continuerà. Il CIGE chiede, invece, di ridurre
i carichi di bestiame e di iniziare una differenziazione
colturale, ampiando le colture foraggere tradizionali
(oggi relegate ai margini) e reintroducendo colture
alimentari (cereali minori, legumi, ortaggi). Il punto
fondamentrale è che il CIGE vede il modello agricolo
all'interno un modello rurale che riguarda tutti i cittadini.
Oggi la zootecnia intensiva fa a pugni con il territorio
(inquinamento, odori, bioparticolato, diserbanti vicino
alle case, agli orti, alle zone umide). Una nuova agricoltura
di qualità (auspicabilmente biologica) potrebbe
invece fare da volano all'artigianato e al turismo dell'alopiano valorizzando
le tante bellezze della zona. Il CIGE sostiene quindi che
il Piano agronomico riguarda tutta la comunità,
non è faccenda solo della politica, degli esperti, dei
burocrati, dei grossi agricoltori con voce in capitolo.
E
si sente quindi in diritto e in dovere di replicare
all'assessore (Michele Corti).
Lettera
aperta all'assessore Mellarini
A nome e per conto
del Comitato Iniziative Giudicarie Esteriori, desidero esprimere alcune
considerazioni a margine della Tavola Rotonda tenutosi presso la COPAG di Dasindo,
cooperativa di agricoltori delle Giudicarie Esteriori che ha ospitato la
tradizionale “Festa dell’Agricoltura”. Certamente lodevole e da apprezzare
l’iniziativa degli agricoltori delle Giudicarie Esteriori di presentare le
proprie iniziative ed attività e di metterle in discussione nel successivo
dibattito aperto al pubblico; particolarmente indovinato il coinvolgimento in
qualità di relatori di alcuni giovani ed aperti imprenditori. Al dibattito il
CIGE, non ha mancato di fornire il proprio contributo di apprezzamento, ma
anche di sollecitazione e critica rivolte prevalentemente nei confronti della
politica agricola provinciale. Da oltre un anno, in applicazione di una
deliberazione del Consiglio Provinciale, si doveva costituire un tavolo di
lavoro per la revisione del piano agronomico della zona Bleggio - Lomaso -
Fiavè, con il coinvolgimento anche dei “gruppi portatori di interesse”; il CIGE
si è proposto, ma il coinvolgimento non c’è stato.
A quanto ha detto il presidente dell’associazione allevatori Rauzi,
replicando ad un intervento, la soluzione dei problemi di convivenza fra le
attività agricole e l’ambiente è solo una: gli operai, gli impiegati, gli
insegnanti, le casalinghe, insomma tutti quelli che non producono liquami
debbono superare la “dilagante isterica intolleranza”. Quanto all’intervento
conclusivo dell’assessore Mellarini riteniamo siano necessarie alcune
precisazioni e parecchie sottolineature che giustificano ampiamente ed in modo
motivato la valutazione negativa. Tutti sanno di quanti e quali argomenti può
disporre un potente assessore provinciale per confutare e contrastare le
affermazioni e le opinioni di comuni cittadini senza rispondere, come ha fatto,
con attacchi di tipo personale o peggio con dichiarazioni di intenti
palesemente in contrasto con la realtà delle situazioni in atto. Come è
possibile che a 30 metri di distanza da una nuova stalla (finanziata con
contributo PAT) con una potenzialità di oltre mille capi, la cui costruzione è
ancora in corso di ultimazione, ma cui i problemi sono già più che evidenti, si
possa dichiarare che la linea della Provincia in materia di agricoltura è per
la tutela dell’ambiente ed esclude con decisione per il Trentino il modello di
un’agricoltura industrializzata e “padanizzata”? Escludendo che tutto ciò non fosse
a conoscenza dell’assessore Mellarini, può solo significare che egli ritenga
che al popolo si possono impunemente raccontare le favole. Alle contestazioni
sulle carenze e contraddizioni della politica agricola provinciale l’Assessore
reagisce in modo assai maldestro tentando di trasformarle in una questione
personale con qualcuno dei presenti, tacciando in sostanza gli stessi di
incompetenza. Ci scuserà per la franchezza l’ Assessore, perdonandoci pure se,
forse per deformazione professionale di alcuni di noi, abbiamo espresso una
valutazione negativa sulla Sua performance in occasione della festa
dell’agricoltura di Lomaso lo scorso 14 agosto. In conclusione ci permettiamo
di chiedere alla politica un salto di qualità, anche sul piano formale dello stile
che, ma, prioritariamente, sul piano sostanziale della correttezza
dell’informazione e della coerenza fra le dichiarazioni di principio e le
effettive azioni amministrative.
Va poi ricordato ai nostri amministratori che il piano agronomico per le
Giudicarie Esteriori non è proprietà esclusiva della PAT; ci riguarda come
cittadini perché interessa tutto il nostro territorio e pertanto chiediamo
ancora qui e con forza, di essere attivamente coinvolti nella sua stesura e non
solo chiamati a subirne a posteriori la descrizione e l’applicazione. Agli
agricoltori disponibili ad un serio confronto continuiamo ad offrire la
collaborazione per la soluzione dei loro problemi perché siamo anche noi
interessati ad un futuro dell’agricoltura in armonia con l’ambiente e con la
gente che lo abita.
Alvaro Armellini
presidente del
Cige
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