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(15.07.09)
I
greggi e le mandrie delle
regioni italiane, dell’Europa,
dei Continenti
MOSTRA INTERNAZIONALE
di
CAMPANI E CAMPANACCI
(a
cura di Giovanni Mocchi, musicologo)
I campanacci nascono come amuleti per benedire la bestia
attraverso il suono del metallo, forgiato con un rito di terra, aria, fuoco e
acqua dal fabbro-sciamano. Soltanto più tardi rispondono anche all’esigenza di
rintracciare la bestia al pascolo brado. Di questa sua origine magico-religiosa
resta tutt’oggi testimonianza nella consuetudine di apporre sul campanaccio
simboli sacri - croci, iscrizioni, icone sacre.
Il loro suono,
misterioso e inspiegabilmente
affascinante, fa rinascere in noi una emozione atavica, che resta impressa
nella memoria quando sui pascoli si ode a distanza il concerto di mandrie o
greggi.
La mostra si
compone di alcune centinaia di pezzi, dai più piccoli a quelli di quasi mezzo
metro di diamentro, provenienti da varie parti del mondo che consentono dal
vivo di ricreare le atmosfere dei nostri pascoli appenninici e alpini, diversi
un tempo da regione a regione, ma anche di spaziare tra le sonorità dei
Pirenei, del Portogallo, della Francia, della Germania e della Svizzera, della
Macedonia e delle isole mediterranee, della Turchia, e, ancora più lontano, di
percorre i suoni del deserto dei Maori, dell’Indonesia, del Vietnam,
dell’India, del Brasile, dell'Australia ad immaginare carovane di cammelli,
elefanti al lavoro, bufali nelle paludi.
In mostra si
possono ascoltare i vari gruppi di campanacci, divisi per regioni e per tipo di
animali. Si scoprono le differenze di costruzione e sonorità, sono documentate
la vita di chi li ha costruiti e le usanze a cui sono legate. Una serie di
didascalie accompagnano il visitatore nella scoperta di costruttori, aree,
modelli e tradizioni legate all’utilizzo dei campanacci
Infine il
campanaccio ritorna ad essere uno strumento per l’uomo, non solo nella
documentazione di feste in cui il suono delle ‘ciocche’ è protagonista
(trasumanze, riti del ciamà l’erba), ma anche grazie alla presenza di diversi
tipi di carillon di campane intonati in scala musicale, con i quali si entra
nel mondo delle musiche popolari.
La mostra si
arricchisce ogni anno, grazie a nuove acquisizioni ma soprattutto per le
notizie, le memorie e le testimonianze che alcuni tra i visitatori apportano,
spesso perchè vivono o hanno vissuto l’esperienza dell’allevamento.
Giovanni Mocchi
gmocchi@libero.it
cell. 3284819895 tel. 0382 32995
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